Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Lunastorta87    28/03/2014    12 recensioni
Dal testo:
"“ Sono passati quindici anni da quel maledetto 2 Maggio 1998.
Cosa sono quindici anni? Cosa possono mai significare?
Quindici anni sono gli anni in cui si affrontano i famigerati G.U.FO., quindici anni sono l'età in cui nascono i primi amori, quindici anni sono la pace e la serenità che sente la gente dopo aver subito le ingiustizie del Male Oscuro.
Quindici anni sono una vita, la mia."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“ Sono passati quindici anni da quel maledetto 2 Maggio 1998.
Cosa sono quindici anni? Cosa possono mai significare?
Quindici anni sono gli anni in cui si affrontano i famigerati G.U.FO., quindici anni sono l'età in cui nascono i primi amori, quindici anni sono la pace e la serenità che sente la gente dopo aver subito le ingiustizie del Male Oscuro.
Quindici anni sono una vita, la mia.
Sono passati quindici anni da quel maledetto 2 Maggio 1998.
La maggior parte delle persone mi crederebbe pazzo se sapesse che considero quel giorno “maledetto”. Per gli altri quel giorno è il giorno, per gli altri quel 2 Maggio 1998 è la liberazione del Mondo Magico dalle ombre prepotenti del male.
Tutto questo sarebbe anche giusto, ma gli altri non sanno quel piccolo particolare che, quel maledetto giorno, ha cambiato la mia vita, costringendomi a nascondermi nel dolore che incombe, prepotentemente, nei miei giorni.
Sono passati quindici anni da quel maledetto 2 Maggio 1998.
Quante volte mi sono chiesto se tu, papà, hai provato dolore quando quella bacchetta, impugnata da una mano crudele, ha dato il peggio di sé emettendo quella scia di luce che ha spezzato due vite: la tua e la mia.
Qui, ad Hogwarts, tutti i miei coetanei sono felici di impugnare la loro bacchetta ed esibirsi in magie che i semplici “babbani” non potrebbero nemmeno sognare. Lo stesso non vale per me.
Ogni volta che osservo la mia bacchetta, ogni volta che mi guardo allo specchio e riconosco il mio stato di mago, un magone alla bocca dello stomaco mi fa mancare l'aria.
Tutti sono fieri di essere maghi, ostentano i loro poteri e le loro qualità, poi ci sono io che darei tutti i galeoni che posseggo per essere un babbano... forse, a quest'ora, saresti qui con me.
Ho provato ad accettarlo, ho provato a capire la vostra scelta, tua e di mamma, ma proprio non ci riesco. La rabbia che provo dentro mi acceca e non mi lascia vedere il bene che avete fatto, il bene che siete stati per me e per l'umanità.
Una volta ho chiesto a zio Harry perché, tra tanti proprio tu. Sai cosa mi ha risposto?
“Altri gli diranno per cosa sua madre e suo padre sono morti. Un giorno, lui capirà”.
Queste sono state le tue parole, questa è stata la tua scelta, ma non la mia.
Mi dispiace non riuscire a capire, mi dispiace mettere il mio dolore prima di tutto, mi dispiace perdere il valore del vostro grande insegnamento, ma io papà, credimi, non riesco ad accettarlo.
In tutti questi anni, nonna Andromeda, zio Harry e zia Ginny mi sono stati sempre vicino, hanno cercato in tutti i modi di non farmi sentire solo, purtroppo, con scarsi risultati.
Sono passati quindici anni da quel maledetto 2 Maggio 1998.
Ogni giorno che passa, provo ad immaginare come sarebbe la mia vita se ci foste tu e la mamma. Attraverso la natura provo a scorgere un solo ed esile particolare che mi ricordi di voi: un profumo, un colore o un sapore. Niente, non ci riesco.
Quella bacchetta, impugnata da una mano crudele, ha voluto che io non conoscessi mai i miei genitori ed io, dopo quindici anni, mi danno ancora per questo.
Avrei voluto essere coccolato da mamma durante le notti insonni, avrei voluto apprendere il senso della vita grazie alla tua immensa saggezza, avrei voluto scrutare nei vostri sguardi per capire a che punto arriva l'amore vero, avrei voluto, semplicemente, tenervi al mio fianco tutti i giorni e vivere una vita normale. Avremmo dovuto gioire, litigare, confrontarci, divertirci e dirci quel “Ti voglio bene” a cui molti non danno il giusto valore.
Parlando con i miei amici, mi hanno confidato che loro provano vergogna di fronte alle manifestazioni di affetto dei propri genitori, soprattutto quando sono rivolte di fronte ai loro amici.
Strano, vero papà? Loro provano vergogna, io provo invidia. A me questa opportunità è stata strappata dalla ferocia e dall'empietà di chi, per sua sfortuna, non ha mai conosciuto l'amore. E allora che succede? Succede che si sentono in diritto di privarlo agli altri, di vietare ad un figlio l'amore del padre e questo, mio adorato papà, non è giusto.
Io avevo bisogno di crescere con te, di sentirmi amato ogni giorno, di avere una figura che, a prescindere dal giusto o sbagliato, mi sarebbe stata accanto sempre.
Sono passati quindici anni da quel maledetto 2 Maggio 1998.
Un grido straziante annunciava il dolore di una guerra che, nonostante la vittoria, portava uno strascico di dolore e disperazione che, nel tempo, sarebbe andato a crescere sempre di più.
A gridare era un neonato, quel grido era il mio.
E oggi, a distanza di quindici anni, il mio cuore, in un silenzio costante, grida ancora.
Sai papà, mi sarebbe tanto piaciuto stringerti la mano durante i giorni prima della luna piena e mi sarebbe piaciuto ancora di più esserci nei giorni seguenti per alleviare le tue ferite.
Ogni volta che parlo di te con chi ti ha conosciuto, mi sento sempre più fiero di essere un Lupin:
“Tuo padre era un uomo buono, sempre disponibile per gli altri”.
Ne sono sicuro, papà. Come sono sicuro che, se tu oggi fossi qui, mi diresti che sei un mostro, non meriti amore e rispetto.
Ti saresti sbagliato, papà.
Nonostante non lo accetti perché non posso onorarmi della tua presenza nella mia vita e non posso capire la tua scelta perché oggi, vivendo la solitudine nel silenzio più assordante, a scriverti ci sono io che non riesco a comprendere del perché un figlio debba essere stato privato del proprio padre, sono orgoglioso di te. Quel giorno, hai vinto il tuo mostro papà. Hai dimostrato a tutto il Mondo Magico che essere un lupo mannaro non è sempre sinonimo di malvagità. Hai scelto il bene e lo hai dimostrato combattendo quel giorno, ma non doveva finire così... non lo meritavi. Non lo meritavamo.
Spero solo di non deluderti. Ormai è tutto quello che mi resta: la consapevolezza di vivere la mia vita anche per te e scegliere il giusto, proprio come hai fatto tu.
Forse hai ragione, anche se non è questo il momento, “un giorno capirò” e ti prometto che quando accadrà, quando la rabbia che mi ha soggiogato per anni, privandomi di vedere il bello e il buono che hai lasciato, potrò sentirmi libero di dire: “E' stato giusto così, nonostante tutto, mio padre ha fatto la scelta giusta: quella di combattere per un mondo migliore”.
Sono passati quindici anni da quel maledetto 2 Maggio 1998.
Quindici anni sono una vita, la mia.
Io sono Teddy Lupin e, anche se non ti ho al mio fianco papà, la mia certezza è una: ovunque tu sia, io so amare fino a lì."


Ciao a tutti :)
Se siete arrivati a leggere fin qui, spero mi dedichiate qualche secondino:
questa storia è frutto di una, se così vogliamo chiamarla, ispirazione improvvisa. 
Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Sono ben accette le vostre opinioni :)
Ringrazio tutti coloro che le hanno dedicato un po' di tempo per leggerla.
Un bacio e alla prossima <3
Lunastorta

 
  
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lunastorta87