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Autore: bolladisapone_    28/03/2014    7 recensioni
L'amore, a volte, è nascosto da maschere.
Ci si innamora di identità nascoste, di corpi che non appartengono agli occhi che ci stregano, alla risata che ci ferma il battito e ai baci che ci scaldano.
E se ci si innamora di qualcuno che non è come esattamente appare, cos'è che si fa?
//Drarry//
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ginny si chiuse la porta dell’aula di Pozioni alle spalle e si guardò intorno, circospetta.
I corridoi erano riempiti dal vociare di tutti gli alunni che si dirigevano al ballo, ma il suo percorso era fortunatamente libero, quindi cominciò a camminare a passo svelto verso la Sala Grande.
Sospirò di sollievo solo quando si confuse con una mandria di ragazzi, finalmente sicura che nessuno l’avesse vista.
Si aggiustò il vestito, lisciandolo con le mani, aprendosi in una smorfia di disgusto quando mosse appena i fianchi ed il vestito frusciò leggiadro ed elegante.
-“Come fanno a sopportare questi cosi? Stupide ragazze.” borbottò pianissimo, alzandosi sulle punte per guardare la porta chiusa che si sarebbe aperta da lì a poco, spostando poi lo sguardo sui ragazzi in cerca del suo accompagnatore.
Sorrise leggermente quando il suo sguardo incontrò Harry e gli altri e si fece subito spazio tra la gente per raggiungerli, imprecando di tanto in tanto contro qualche ragazzo che la schiacciava contro qualcun altro.
Raggiunse il gruppo, andando a sbattere contro la schiena di Ron, voltandosi subito dopo per mandare poco signorilmente a fanculo un primino che l’aveva spinta per sbaglio.
Tutti si voltarono verso di lei, e lei si scusò con Ron, provando a nascondere il disgusto con un sorriso tirato.
Si voltò ed incontrò gli occhi di Harry che la osservavano, curiosi, e si costrinse a sorridere nonostante la morsa allo stomaco che quasi non le permetteva di respirare.
-“Ginny.”
La salutò il ragazzo, porgendole la mano.
Lei sospirò senza rispondere e strinse la propria mano alla sua, tremando impercettibilmente al calore che si espanse dalla mano al cuore, racchiudendolo in una sorta di dolce oblio.
“Smettila.” pensò, avvicinandosi a lui e posando gli occhi sulla porta che lentamente si apriva davanti agli occhi curiosi di tutti che si erano zittiti in un silenzio quasi assordante.
Restò a fissare la Sala addobbata a festa, con due tavoli lunghi posizionati contro i muri su cui erano poggiati, maestosi e succulenti, i migliori piatti che gli elfi domestici sapessero preparare.
Il tavolo degli insegnanti era sgorgante di cibo e bibite, e tutti i professori erano seduti al proprio posto, mentre Silente restava in piedi al centro, in attesa dell’arrivo di tutti gli alunni.
Lasciarono passare le prime coppie ed Harry cominciò a camminare, mentre Ginny lo seguiva con la mano ancora intrecciata alla sua e le guance che imitavano il colore dei suoi capelli raccolti per l’occasione.
Si fermarono tutti al centro della sala, mentre una musica leggera riecheggiava tra le mura.
-“Benvenuti, ragazzi. Benvenuti a tutti.”
La voce dolce e calma del Preside sembrò calmare tutti, e come una calamita attirò gli sguardi dell’intera sala su di sé.
-“Stasera siamo tutti qui riuniti per accogliere e festeggiare il Ministro della Magia Cornelius Caramell.”
L’intera sala applaudì educatamente, mentre Caramell si alzava dal proprio posto e si inchinava, tornando poi a sedersi con un sorriso stirato sulle labbra.
Silente s’inchinò appena in direzione del Ministro, in un tacito ringraziamento, prima di tornare con lo sguardo sui ragazzi che restavano immobili e trepidanti d’attesa.
-“Che le danze abbiano inizio.” Esclamò, allargando le braccia prima di invitare la Professoressa McGrannit a ballare.
Il volume della musica aumentò improvvisamente, inondando la Sala Grande di dolci note lente.
Ginny si voltò verso il ragazzo al suo fianco, finalmente distratta dal discorso breve ma coinvolgente del Preside.
I loro occhi si incontrarono, ed Harry le sorrise con innocenza e tenerezza.
-“Mi concede questo ballo?”
Ginny rise piano ed accettò con un leggero inchino.
Harry le porse una mano e lei la strinse, lasciandosi poi avvolgere dal suo caldo abbraccio.
Dio, non lasciarmi più andare.”
Cominciarono a ballare, lentamente, al centro della sala con tutti che li guardavano rapiti mentre le danze continuavano.
Ginny si strinse più forte all’altro, riempiendosi i polmoni del suo profumo.
“Sai di cioccolata.” pensò, imbarazzandosi immediatamente dei propri pensieri.
Si voltò poi per osservare distrattamente le altre coppie, mentre i movimenti di Harry la cullavano con dedizione.
Guardò Ron ed Hermione che ballavano e si baciavano, con lentezza, sulle labbra.
A quella vista arricciò il naso, provando a nascondere il disgusto in tutti i modi, senza però riuscirci.
Decise così di chiudere gli occhi, decisa a lasciarsi andare per quelle due ore che, lo sapeva, sarebbero volate via in un batter d’occhio.
Harry continuava a guardarsi intorno, mentre stringeva Ginny a sé, ballando senza ballare davvero.
Cercava con lo sguardo capelli biondi ed occhi azzurri che non si vedevano da nessuna parte.
“Dannazione.” pensò, irrigidendosi appena al desiderio incessante che i suoi occhi provavano nel vedere l’altro.
“Dannazione.” Pensò di nuovo, chiudendo gli occhi e stringendo ancora un po’ la ragazza tra le sue braccia.
“Non pensarci, Harry, non pensarci.”
Sospirarono quasi insieme, ed entrambi risero leggermente, prima di allontanarsi l’uno dall’altro quel poco che bastava per guardarsi negli occhi.
-“Sei bellissima.” esclamò il ragazzo, per spezzare l’imbarazzo creatosi.
-“Ci stai provando, Potter?” scherzò Ginny, ghignando appena.
Harry la osservò per qualche lungo attimo, sorpreso da quei comportamenti che non appartenevano nemmeno lontanamente alla ragazza che si ritrovava di fronte.
-“Ah, ora usiamo il cognome, Weasley?”
Ginny si irrigidì appena a sentir nominare il suo cognome dalle labbra dell’altro e si sforzò di ridere insieme a lui, stringendosi poi nelle spalle.
“Lasciati andare.”
Tossicchiò appena e attirò l’altro più vicino a sé, fino a far scontrare lievemente le loro fronti.
-“Non vedo perché no, Potter. Il tuo cognome ha un non so ché di intrigante.”
-“Ohoh.” rispose il ragazzo, provando a trattenere le risate, alleggerito dalla scoperta di quel lato del carattere della ragazza che ancora non conosceva.
-“Che gran complimento.” continuò, stringendole poi una mano per farla girare su se stessa.
Ginny rise piano e piroettò, con un’eleganza che mai gli era appartenuta, tornando poi tra le braccia del suo accompagnatore.
-“Goditi questi momenti, non sono solita fare complimenti.”
Ballarono ancora, con l’ombra di un sorriso che continuava ad aleggiare sulle labbra di entrambi, fino a quando non sentirono la musica calare ancora.
Le danze si interruppero e la maggior parte delle coppie si allontanò dal centro della sala per raggiungere il banchetto, mentre entrambi restarono ancora abbracciati a guardare i tavoli circondati da ragazzi.
-“Penso ci convenga aspettare.”
Ginny annuì appena e continuò con i movimenti lenti e studiati, guidando Harry.
-“Sei una frana a ballare.” si lasciò sfuggire, ed Harry rise prima di arricciare il naso.
-“Scusami, Rossa, non ho mai seguito lezioni sulla danza.”
-“Nemmeno io, Sfregiato. Ma almeno so muovere i piedi.”
Harry avrebbe dovuto offendersi, ma non lo fece.
Rise solo più forte e tirò la ragazza verso i tavoli che, lentamente, venivano sgombrati.
Ginny lo seguì, quasi inciampando nel vestito, arrossendo e sperando vivamente che l’altro non avesse notato quella perdita d’equilibrio.
-“Hai la grazia di un elefante che prova a cavalcare un grifone.” bisbigliò, pungente, tra sé e sé.
Si fermò poi davanti al tavolo addobbato, abbassando lo sguardo sulle loro mani che ancora si stringevano.
Senza riuscire a trattenersi, Ginny, sorrise.
-“Sai, stasera sei diversa..”
La ragazza alzò immediatamente il volto, trattenendo il respiro agli occhi verdi di Harry che la scrutavano, attenti.
-“Diversa in che senso?”
-“Sei diversa, sembri quasi..”
-“Draco Malfoy non s’è per nulla visto in giro, stasera.” esclamò improvvisamente Ron, avvicinandosi ad entrambi.
Ginny sospirò, ricominciando così a respirare, con la paura che le bloccava persino i muscoli.
Harry si guardò intorno ed annuì, tornando poi con lo sguardo sul suo migliore amico.
-“Chissà cosa starà combinando.” mormorò, e Ron si strinse nelle spalle come risposta.
-“Deve per forza combinare qualcosa?” mormorò Ginny, facendo voltare tutti e tre i ragazzi verso di lei.
Hermione rise piano e recuperò un piatto già pieno ed una forchetta, cominciando a mangiare con lentezza.
Ron, nel frattempo, era già ad ingozzarsi.
“Ti prego, non parlare.”
-“Quello combina sempre qualcosa.” biascicò, mentre addentava una coscia di pollo.
Ginny si ritrovò costretta a trattenersi dal vomitare.
-“Non per forza.” lo difese Hermione, guadagnandosi un’occhiata dalla rossa, che la osservava stupita.
-“Insomma, magari non sta bene e ha preferito restare nella Sala Comune.”
Ron rise e quasi si strozzò, mentre Harry lo colpì con qualche pacca sulle spalle, accennando una risata leggera.
-“Malfoy che se ne sta buono buono in Sala Comune mentre qui c’è una festa? Oh, per favore.”
Ginny arrossì di rabbia all’espressione di divertimento di Harry e si voltò per recuperare un piatto, poggiando poi lo sguardo sull’enorme orologio sul muro di fronte a sé.
“Oh merda.” pensò, recuperando una boccetta dalla borsa, bevendone il contenuto senza farsi notare dagli altri.
Sbatté appena le palpebre e sospirò, prendendo il primo boccone di patate e tornando con lo sguardo sugli altri tre ragazzi.
-“Potrebbe davvero star male, come potete essere così insensibili?”
Hermione, Ron ed Harry la fissarono per un momento prima di cominciare a ridere.
-“Ginny, da quando trovi simpatico Malfoy?”
Ron calcò il cognome del biondo con disprezzo, e Ginny parve volerlo incenerire con lo sguardo.
-“Da quando tu hai il permesso di nominarlo?” esclamò, stizzita.
I tre ragazzi la guardarono, improvvisamente zitti e seri, ed Hermione prese la mano di Ron per portarlo di nuovo a ballare, con gli occhi che non si staccavano dalla rossa nemmeno per un attimo.
Ginny si morse il labbro inferiore, imprecando interiormente, alzando poi lo sguardo imbarazzato sul viso di Harry.
L’altro ragazzo la guardava, stranito dal suo comportamento.
-“Ginny?”
-“Cosa?”
-“Sei strana stasera, tu.. sei sicura di star bene?”
-“Sì, sto benissimo. Siete voi che siete dei perfetti idioti.”
Nel dirlo le si riempirono gli occhi di lacrime leggere, che le appannarono appena la vista.
Harry sgranò gli occhi e l’attirò a sé per abbracciarla, lasciando che la rossa si accoccolasse contro il suo petto.
Era così diversa dal solito che Harry si chiese se fosse davvero lei.
Ginny non era mai stata così combattiva e fragile, così giocosa ed elegante.
Ginny non le era mai sembrata così meravigliosa prima d’ora.
-“Scusa, non pensavo fossi amica di Draco.. insomma, hai sempre avuto un orrendo rapporto con lui..”
Harry provò a scusarsi, e Ginny annuì appena, prima di stringersi ancora un po’ tra quelle braccia che bramava da così tanto tempo.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare a quel contatto così intimo che quasi le fermava il respiro.
-“Non importa, voglio restare tra le tue braccia.” bisbigliò, posando il piatto sul tavolo, ed esso si svuotò per magia.
Harry restò ad osservarla in silenzio, mentre la ragazza gli stringeva la mano e lo trascinava al centro della Sala, per ricominciare a ballare insieme.
Passarono il resto del tempo a ballare e stringersi, mentre Harry si beava del profumo dei capelli rossi dell’altra.
-“Usi shampoo alla cannella?” chiese in un sussurro, avvicinando le labbra al suo orecchio.
Ginny avvampò, ridacchiando all’orecchio dell’altro, prima di annuire impercettibilmente per rispondere.
-“Ti piace?”
Harry allontanò appena il viso dal suo e la guardò negli occhi per attimi che a Ginny parvero interminabili.
-“Lo shampoo o tu?”
Ginny fermò improvvisamente i suoi aggraziati movimenti, restando immobile al centro della Sala Grande con gli occhi stupiti fissi in quelli dell’altro ragazzo.
-“Lo shampoo, ti piace?” bisbigliò.
Harry annuì con un sorriso divertito e le spostò una ciocca di capelli rossi sfuggita alla pettinatura, posandogliela con grazia dietro l’orecchio.
-“Tantissimo.” disse, sfiorando l’orecchio e la guancia della ragazza con la punta delle dita.
-“Ed io, ti piaccio?” bisbigliò ancora, con il cuore che cominciò a pompare più forte.
-“Stasera mi hai incantato.”
Harry avvicinò il viso a quello dell’altra e le posò l’indice sotto il mento, per tenerle alto il volto arrossato.
I loro occhi si incontrarono, ed Harry poté notare una punta d’azzurro che si espandeva nelle iridi dell’altra.
Si perse ad osservarla, con curiosità, accarezzandole il mento sottile con il pollice.
-“Giuro solennemente di non aver utilizzato nessun filtro d’amore.”
Harry rise piano ed annuì, senza però interrompere il contatto visivo.
-“Ti credo.” bisbigliò, prima far congiungere le loro labbra in un bacio.
Ginny trattenne il respiro appena le labbra dell’altro si posarono sulle proprie e sgranò gli occhi, restando immobile. Il cuore batteva così ferocemente contro la sua gabbia toracica che quasi si preoccupò.
Le mani dell’altro si poggiarono delicate sui suoi fianchi, prima di avvolgerla in un abbraccio che fece sorridere entrambi labbra contro labbra.
-“Io non dico bugie.” bisbiglio la rossa, prima di chiudere gli occhi per lasciarsi andare a tutte quelle emozioni.
Si ribaciarono, estraniandosi dall’intera Sala che si voltava verso di loro per guardarli, e Ginny sentì distrattamente Hermione che rideva di quella sua risata leggera e dolce.
Si alzò appena sulle punte e portò le dita ad intrecciarsi tra i capelli scuri e scompigliati di Harry, stringendoli appena ed abbandonandosi al dolce sapore di quel bacio.
“Come ho fatto a vivere senza questo per tutto questo tempo?”
E Ginny se lo chiese davvero, con il cuore che scoppiava e la testa leggera da qualsiasi pensiero che non sia stato Harry.
Il ragazzo si allontanò delicatamente dalle sue labbra e le sorrise, e Ginny sollevò le palpebre, facendo incrociare i loro occhi che s’innamorarono di quelli dell’altro ancora un po’.
-“Gin.. i tuoi occhi..” bisbigliò Harry, e Ginny si allontanò dalle sue braccia.
Portò lo sguardo all’orologio e sbiancò improvvisamente, voltandosi di nuovo verso Harry che la guardava confuso.
-“Perdonami, devo andare.” mormorò la ragazza, stampandogli un bacio sulle labbra prima di scappare via dalla Sala Grande.
Superò le enormi porte della Sala e corse lungo i corridoi della scuola, abbassando il viso per non farsi riconoscere da quei pochi ragazzi che si erano allontanati dalla Sala per non restare imbottigliati nel chiasso della serata.
Strinse tra le dita il tessuto azzurro del vestito e corse a perdifiato, mentre i capelli rossi diventavano biondi, racchiusi ancora in quella pettinatura così complicata e reale.
Si voltò per controllarsi alle spalle e portò poi lo sguardo sulle proprie mani, che si schiarivano passo dopo passo.
-“Dannazione.” esclamò piano, e notò che la voce era tornata maschile e rauca.
Raggiunse il corridoio dove risiedeva la Stanza delle Necessità ed attraversò velocemente la porta, chiudendosela alle spalle poco dopo.
Poggiò la schiena contro la porta dietro di sé e scivolò contro di essa, fino a sedersi sul pavimento, con la stoffa azzurra che gli copriva il corpo ormai tornato alla normalità.
Riprese fiato e guardò di fronte a sé, dove risiedeva maestoso ed alto uno specchio antico.
Osservò i propri capelli scompigliati per la corsa e la pelle lattea del viso, il corpo snello e debole nascosto da quell’abito di un azzurro quasi accecante, e rise piano a quella visione ridicola, posando poi lo sguardo sulle labbra rosse a causa dei baci.
Sorrise appena, arrivando con lo sguardo a guardare i propri occhi riflessi; il metallo sciolto illuminato dalla nuova luce dell’amore.
Stupido, stupidissimo Draco.
  
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