28/03/2014
0 recensioniGothic Candle
(Lucius/Narcissa)
(Lucius/Narcissa)
La candela fa danzare le ombre sugli arazzi arabescati alle pareti in modo piuttosto sinistro.
Anche la figura che sta alla finestra, immobile, fasciata in quel lungo abito cangiante, sembra più un sogno che qualcosa di veramente tangibile. I lunghi capelli sono abbandonati lungo le spalle e catturano i raggi della luna che risplende chiara davanti a lei, ma anche la luce di quell’unica candela che ormai sta quasi per spegnersi.
Non è certo strano che si senta come catapultato in una fantasia, pensa tra sé, piuttosto che in un luogo reale.
Muove un passo in avanti e quella figura solitaria deve averlo sentito perché, con grazia, porta una mano dietro alla nuca e sposta i capelli, lasciando una spalla completamente nuda a riflettere quella luce bianca.
Lucius si muove, sicuro, di nuovo. E si avvicina, raccogliendo un invito che non ha alcun bisogno di essere espresso.
Arrivato alla finestra, bacia gentile quella pelle morbida e lattea, e poi sale su, sul collo, fino a raggiungere il lobo dell’orecchio, che accarezza gentile con la punta dei denti. La figura, quel sogno che adesso è catturato fra le sue braccia, sembra rabbrividire, ma forse è solo una sua impressione.
Non sa che cosa lo spinga a un tale gesto, ma Lucius si ritrova perfino a sussurrarle quel qualcosa di così inaspettato.
- Ti amo.
Dice e lo pensa davvero. Anche se l’amore è qualcosa per bambini sciocchi e ne sono consapevoli entrambi, qualcosa che in confronto all’unione di due nobili famiglie come le loro non avrebbe mai potuto contare.
Eppure lo pensa, davvero e pensa, anche, che forse a bambino sciocco si è ridotto anche lui arrivando a credere davvero una cosa del genere.
Un secondo, passa solo un secondo, e vorrebbe ritirare tutto, rimangiarsi quelle due parole dette senza pensare e che potrebbero rovinare tutto.
Fa per parlare ma la figura si volta, lo guarda, sorride.
Quando le loro labbra si incontrano Lucius ormai sa che non è l’unico ad aver capito che quel matrimonio è di più di qualcosa di combinato tra due famiglie purosangue. Forse è stata la sorte, ad averlo in serbo per loro, e lui non smetterà mai di esserle grato.
Non è certo strano che si senta come catapultato in una fantasia, pensa tra sé, piuttosto che in un luogo reale.
Muove un passo in avanti e quella figura solitaria deve averlo sentito perché, con grazia, porta una mano dietro alla nuca e sposta i capelli, lasciando una spalla completamente nuda a riflettere quella luce bianca.
Lucius si muove, sicuro, di nuovo. E si avvicina, raccogliendo un invito che non ha alcun bisogno di essere espresso.
Arrivato alla finestra, bacia gentile quella pelle morbida e lattea, e poi sale su, sul collo, fino a raggiungere il lobo dell’orecchio, che accarezza gentile con la punta dei denti. La figura, quel sogno che adesso è catturato fra le sue braccia, sembra rabbrividire, ma forse è solo una sua impressione.
Non sa che cosa lo spinga a un tale gesto, ma Lucius si ritrova perfino a sussurrarle quel qualcosa di così inaspettato.
- Ti amo.
Dice e lo pensa davvero. Anche se l’amore è qualcosa per bambini sciocchi e ne sono consapevoli entrambi, qualcosa che in confronto all’unione di due nobili famiglie come le loro non avrebbe mai potuto contare.
Eppure lo pensa, davvero e pensa, anche, che forse a bambino sciocco si è ridotto anche lui arrivando a credere davvero una cosa del genere.
Un secondo, passa solo un secondo, e vorrebbe ritirare tutto, rimangiarsi quelle due parole dette senza pensare e che potrebbero rovinare tutto.
Fa per parlare ma la figura si volta, lo guarda, sorride.
Quando le loro labbra si incontrano Lucius ormai sa che non è l’unico ad aver capito che quel matrimonio è di più di qualcosa di combinato tra due famiglie purosangue. Forse è stata la sorte, ad averlo in serbo per loro, e lui non smetterà mai di esserle grato.