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Autore: The Lady of His Heart 23    28/03/2014    3 recensioni
Gli Hunger Games erano tutto ciò che avevano sognato fin da bambini.
La gloria era tutto ciò che avevano sempre aspirato e desiderato.
Niente avrebbe potuto dividerli dalla vittoria, eccetto una cosa...l'amore.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A un passo dalla vittoria

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Si stavano tutti dirigendo verso la cornucopia quando videro qualcosa di strano. Una montagna di oggetti depositati proprio li vicino. L’insieme delle scorte unite in unico mucchio l’uno sull’altro. Finch si abbasso e anche gli altri fecero lo stesso. Glimmer stava camminando dritta quando Marvel l’afferrò per il giubottino e la tirò giù.
“Hey!”protestò la biondina.
“Shhh, state zitti”disse Cato. Videro il ragazzo del 6 seduto su uno sgabello intento a fare la guardia.
“E adesso che facciamo?”domandò Clove.
“Che domande, uccidiamolo e prendiamo postazione”disse Glimmer.
“Ne dubito”disse Finch “Le vedete quelle fosse intorno al terreno, devono aver piantato le mine che si trovavano nella valigetta rossa”
“Accidenti. Adesso che si fa?”domandò Marvel.
“Vado io, penso di averle individuate, aspettate qui”disse Finch.
“Che? E se dovessero prenderti?” protestò Clove.
“E’ l’unico modo”disse Finch.
“Ma per favore”disse Glimmer alzandosi in piedi e puntando una freccia contro il ragazzo del sei.
“No! Glimmer aspetta!”provò a dirle Marvel, ma fu troppo tardi. La freccia era ormai in volo. Ciò che Glimmer non pianificò fu che il ragazzo si era chinato in avanti per raccogliere il coltello che gli era caduto e la freccia si scagliò contro una piccola bomba a orologeria che i ragazzi avevano appositamente costruito. Il conto alla rovescia partì.
“Accidenti!”disse Glimmer con un lamento. “L’avrei centrato se non mi avreste distratta!”protestò. Tutti si alzarono di scatto e iniziarono a correre. Marvel afferrò la compagna di distretto e la trascinò via con se. Sentivano il bip acuto della bomba azionarsi.
Riuscirono ad allontanarsi quanto bastava alla ricerca di un veloce e rapido nascondiglio. Durante la corsa Glimmer si scontrò contro un albero che parò appena in tempo. Da quest’albero cadde giù un alberare degli aghi inseguitori, insetti velenosissimi, che la travolse in pieno impedendole di rialzarsi. Le sue grida in quel momento furono agghiaccianti, non smetteva di agitarsi e dimenarsi mentre questi insetti le pungevano ogni parte del corpo.
“Glimmer!” urlò Marvel precipitandosi verso di lei, ma fu subito riacciuffato da Cato che lo trascinò verso una roccia concava nelle vicinanze.
“Aiutatemi, vi prego! Marvel!” urlava Glimmer disperata incapace di rialzarmi.
“Lasciami!”urlò Marvel a Cato mentre tentava di liberarsi dalla sua presa. Cato si voltò un solo istante per osservare la ragazza dell’uno e capì che ormai non c’era più niente da fare per lei. Il suo corpo giaceva a terra circondato da uno sciame di insetti che non smettevano di infierire su di lei. Vide il suo volto deturpato da mille bolle e la sua mano tesa muoversi sempre meno. Il bip della bomba si fece sempre più veloce. Incapace di convincere l’amico ad allontanarsi lo colpì e lo gettò a terra. Giusto il tempo di proteggersi il capo con le mani che la bomba esplose. L’esplosione provocò una fortissima tromba d’aria che spazzò via qualunque cosa. Il tutto fece esplodere anche le mine sepolte nel terreno e ci fu una doppia esplosione. C’erano foglie, schegge, sassi e terreno che volavano ovunque. Quando il rumore dell’esplosione terminò i ragazzi rimasero quasi tramortiti a quel primo impatto. Sentivano come se ci fosse un tappo nelle loro orecchie con un fischio fastidioso. Ci volle un po’ prima che si ripresero. Una volta in piedi Marvel si gettò verso il corpo di Glimmer ma fu subito fermato dall’amico.
“Che stai cercando di fare adesso?”domandò furioso Cato.
“Perché non hai lasciato che la salvassi?”gli urlò contro.
“Era troppo tardi ormai, che altro avrei potuto fare?”domandò.
“Avresti potuto lasciarmi andare”disse l’amico.
“Due morti invece di uno, fantastico”
“Non la penseresti allo stesso modo se al suo posto ci fosse stata Clove….mi sto sbagliando forse?” Urlò e se ne andò via arrabbiato. Era furioso, fuori di se.
“Marvel!”urlò Cato.
“Vado io”disse Finch. E raggiunse il ragazzo dell’uno.
“Marvel fermati, hei! Mi vuoi ascoltare? Ti ho detto di fermarti”gli urlò contro Finch nel tentativo di raggiungerlo. Lui si voltò di scatto facendola cadere a terra. Finch indossava una camicetta a bretelle con sotto il giacchino e a ogni suo respiro il petto le si sollevava e con esso anche i seni chiari. Marvel si distese sulla ragazza. La osservo, osservò i suoi enormi occhi verdi e rimase fermo e immobile. I loro respiri sembravano unirsi.
Fich aveva sempre trovato Marvel interessante, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo, anche perché conosceva molto bene i suoi sentimenti per la sua compagna di distretto. Sapeva di non avere nessuna possibilità contro la bionda perfetta, sapeva di non aver nessun futuro con lui. Eppure quel momento le parve così perfetto che avrebbe dato di tutto perché il tempo rallentasse. Anche Marvel si sentì strano, come se tutti momenti passati con Glimmer fossero solo un passatempo, ma aveva appena perso la ragazza di cui era innamorato, possibile che avesse già dimenticato tutto con un semplice sguardo della ragazza dai capelli rossi.
“Sono un assassino e potrei ucciderti in questo istante”disse lui con un sussurro.
“no, non lo farai”
“Come fai ad esserne così sicura?”domandò.
“Ti conosco, ti ho osservato, vedevo il modo in cui fissavi Glimmer a lezione, vi ho visti mentre vi baciavate la sera prima delle interviste … ma so anche che nel profondo tu non l’amavi davvero, eri solo abbagliato dalla sua bellezza, come tutti del resto”
“Perché pensi questo?”
“E quello che vedo … chiunque sarebbe disperato alla morte della propria amata, ma tu non hai versato neanche una lacrima per lei, anzi eri furioso, quasi preoccupato di non essere riuscito a far vedere al pubblico da casa di cosa eri capace, di quale gesto eroico eri in grado di compiede”disse Finch.
La rabbia che Marvel sentì dentro pian piano sbollì e il ragazzo dell’uno si rilassò lasciandosi cadere sul corpo delicato della ragazza del cinque. Marvel era sorpreso da quanto quella ragazza pareva comprenderlo e senza dire una parola si avvicinò a lei e la baciò dolcemente. Finch rimase con gli occhi spalancati e le sue guance divennero dello stesso colore dei suoi capelli. Poi vedendo che il ragazzo non staccava le sue labbra da lei si addolcì e richiuse gli occhi.
“Em! Em!” Tossì Cato. Finch era molto imbarazzata e non osava muoversi anche perché Marvel non glielo permetteva. Ignorando completamente l’amico del due continuò quel suo bacio senza dar modo alla ragazza del cinque di respirare. Si staccò solo quando ne ebbe abbastanza e per la prima volta in vita sua si sentì completo e felice. Aiutò Finch a rialzarsi e la tenne per mano. Senza dire una parola le sciolse i codini lasciandole i rossi capelli sciolti e ondulati. Lui le sorrise e lei ricambiò. Cato osservò l’amico con uno sguardo tra il confuso e il divertito.
“Sta zitto”sussurrò Marvel. Si diressero tutti e quattro alla cornucopia ma prima, Marvel volle compiere un’ultimo gesto dedicato alla sua compagna di distretto Glimmer. Raccolse il suo corpo e l’adagiò sull’erba morbida a terra, poi raccolse un mazzo di fiori bianchi e glielo mise tra le mani chiudendole gli occhi con due dita.
“Scusa … e grazie”sussurrò all’amica di distretto. Durante l’operazione tutti restarono in silenzio.
Giunti ormai davanti alla cornucopia si sistemarono dietro una roccia e attesero. Videro Katniss, Rue e Tresh avvicinarsi al luogo.
“Cos’è successo?”urlò Tresh.
“Le nostre provviste”disse Rue “E’ andato tutto distrutto”continuò.
“Non lo so, era tutto tranquillo, quando ad un tratto la bomba si è azionata”disse Den. “Sono riuscito appena in tempo a fuggire per fortuna”aggiunse.
“Non direi”gli disse Tresh e afferrandolo per il collo glielò girò veloce fino a staccargli la testa. Il corpo del ragazzo cadde a terra. Persino Cato avvertì un forte brivido dentro di se.
Videro la ragazza del dodici che camminava agitata avanti e indietro alla ricerca di armi intatte da poter usare.
“E con quest’idiota, meno 1”disse Rue con un sorrisetto sul corpo senza vita del povero Den.
“Che si fa?”chiese Marvel con un sussurro.
“Torniamo indietro”disse Cato. Finch annuì, quindi parve essere d’accordo con lui. Stavano per farlo quando Rue si accorse della loro presenza.
“Eccoli!”urlò “Li vedo, sono li!”
“Accidenti”disse Marvel. Si alzarono in fretta e iniziarono a correre schivando una freccia di Katniss che si conficcò contro la corteccia di un albero. Ma Tresh era molto veloce e senza sforzo li raggiunse afferrando Finch per i capelli e tirandola per terra.
“Finch!”Urlò Marvel tornando indietro. Si scaraventò su Tresh che, gettata a terra la ragazza e messoci sopra, stava per accoltellarla con la sua spada. Il tonfo fu molto forte e Tresh cadde rotolando dall’altra parte. Marvel gli fu subito sopra.
“Quella è la mia ragazza idiota!”gli urlò. Tresh con un pugnò se lo tolse di dosso. Clove intanto cercò di aiutare Finch a rialzarsi, ma non fece in tempo ad avvicinarsi a lei che Rue le saltò addosso. Riuscendo a immobilizzarla. Katniss intanto, lanciò una freccia contro Cato colpendolo. Perforò la maglia lasciandolo cadere a terra in una pozza di sangue.
Per difendere l’amico Marvel afferrò una lancia che trovò li nelle vicinanze e con un colpo secco, la scagliò contro la ragazze in fiamme, trapassandogli la gola e lasciandola a terra morente. Si girò in cerca di Finch e la vide, era lei, bellissima come sempre, ma gli apparve strana. Solo in seguito si accorse della freccia che aveva conficcata nello stomaco. Corse da lei e l’afferrò appena in tempo prima che cadesse.
“Finch”sussurrò il suo nome molto strozzato. Il dolore che lo soffocava e le lacrime sul suo volto non aiutavano per niente. “Mi, mi dispiace io … io … avrei dovuto salvarti, avrei dovuto, avrei …avrei …”provò a dire Marvel con dei sussurri strozzati alla fine.
“Shhh…”disse Finch “Senti che bello questo silenzio”disse Finch sentendo che le forze stavano per abbandonarla.
“No, ti prego, resta con me, ti prego”disse Marvel.
“Mi dispiace, ti amo Marvel”sussurrò e spirò. Marvel si chinò disperato sul corpo della ragazza che amava in lacrime ignorando tutto e tutti.
“Levati di dosso mostriciattolo”urlò Clove scaraventando Rue a terra. La piccoletta rotolò dall’altra parte e nel farlo afferrò un pugnale da terra. Con un balzo scattò in piedi e le lanciò contro l’arma. Clove la schivò e senza pensare ne estrasse un coltello appeso alla cintura. Sentiva tutto il male e la rabbia cominciare a scorrergli nelle vene, stava per ritrasformarsi nella Clove spietata e crudele di sempre, quella Clove che nessuno avrebbe mai sconfitto o cambiato, eccetto una persona. Con rabbia lo scagliò contro la ragazzina. La piccolina emise un grido. Al sol sentirlo Tresh si voltò di scatto, le voleva bene come se fosse sua sorella minore, quella ragazzina infatti fu l’unica che riuscì a far uscire fuori l’animo dolce che c’era in lui. Clove osservò l’esile corpo della ragazzina che con occhi tristi si lasciava cadere a terra con le mani spalancate, come un angelo.
“Rue”urlò. Nel voltarsi fulminò con uno sguardo minaccioso la ragazza del due e si scagliò contro di lei afferrandola per il giubbotto e innalzandola da terra, come se fosse un leggero zaino. Clove era di spalle alla cornucopia, tutti i suoi coltelli sparsi sul terreno. Era finita per lei.
“L’hai uccisa!”le urlò contro Tresh.Clove non potè negare l’evidenza e l’unica cosa che le restava da fare in quel momento era chiamare aiuto.
“Cato!”urlò. Nessuna risposta.
“ Cato, Cato!”continuò. Quella supplica d’aiuto risuonò acuta senza ricevere una risposta concreta, niente.
Forse è davvero giunta la mia finepensò Clove e chiuse gli occhi.
“Ora sei morta”urlò Tresh intento a colpirla in testa con un grosso masso che teneva in mano.
“Ti sbagli” disse una voce alle sue spalle. Clove aprì gli occhi di scatto e vide la lama di una lancia perforare il corpo di Tresh. Dalla sua bocca uscì del sangue e poi il suo corpo cadde a terra.
“Non si tocca ciò che è mio bastardo!”disse Cato infierendo sul suo corpo. Clove osservava il suo compagno di distretto con gli occhi lucidi. Quasi non credeva ai suoi occhi, era vivo. Stava per avvicinarsi a lui ed abbracciarlo, ma Cato cadde a terra tenendosi il punto dove Katniss lo aveva colpito con la mano. Clove si chinò in ansia.
“Sei ferito?”domandò.
“No, tranquilla, non è niente”disse lui. Clove non gli credette, così si tolse il giacchino e glielo strinse intorno al punto deve si era ferito per evitare che perdesse altro sangue.
“Dov’è Marvel?”domandò Cato. Clove alzò lo sguardo e a quel punto lo vide
“Oh no!” bisbigliò. Aiutò Cato a rialzarsi e insieme si incamminarono verso i corpi degli amici. Videro Finch a terra con gli occhi chiusi e Marvel accanto a lei, la sua bocca tinta di viola e in mano delle becche.
“Sono i morsi della notte”disse Clove “bacche velenosissime”spiegò, per poi chinarsi e toglierli dalla mano.
“Quindi siamo rimasti solo noi adesso”disse Clove. Era pronta a farla finita, a morire perché Cato vivesse, e quelle bacche le sembravano il modo più veloce e facile per farlo. Volle però osservare, almeno per un ultima volta, il volto del suo Cato. Si voltò di scatto verso di lui e vide che stava prendendo un suo pugnale da terra.
“Che stai facendo?”domandò lei.
“Mi dispiace”sussurrò Cato. E poi si colpì al petto.
“Cato!”urlò Clove gettandosi sul suo corpo. Gli afferrò il volto e vide che respirava a fatica. Gli occhi rigati dalle lacrime.
“Cato, che hai fatto, no…perché, no, no … no”urlò disperata.
“Mi dispiace, ma non potevo lasciarti morire”gli sussurrò il ragazzo osservando il suo volto. Clove era disperata, stava per perderlo, doveva fare qualcosa. Strinse in mano il mucchietto di bacche che aveva raccolto prima dalla mano dell’amico e lo alzò al cielo mostrandolo alle telecamere.
“Venite a riprenderci adesso o mi ammazzo, mi avete sentito? Se non lo aiutate io mi ammazzo con queste, così invece che un vincitore non ne avrete nessuno, o entrambi o niente”urlò. “fate presto, perché se muore lui, muoio anche io”urlò più forte. Cato stava per perdere i sensi. Clove capì che non c’era più niente da fare, si portò dunque la mano alla bocca quando un aereo piombò dal cielo atterrando a terra. Due uomini in camicia bianca afferrarono il ragazzo e lo fecero salire sull’aereo.
“Dove lo portate? Hey! Dove lo state portando”disse Clove urlando. Una donna l’afferrò e la trascinò per le braccia allontanandola dal ragazzo. “Lasciatemi stare! Dove lo state portando! Lasciatemi! Se gli succede qualcosa io” Stava per procedere con il suo discorso infuriata quando una donna dal camice bianco, le conficcò l’ago di una siringa dritto sul collo con un colpo secco. Clove si sentì i sensi mancarle.
L’ultima cosa che capì fu che la stavano trascinando su un aereo.
L’ultima cosa che vide fu la mano penzolante del corpo di cato che veniva trascinato via da due uomini in divisa.
   
 
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