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Autore: Sabriel Schermann    28/03/2014    2 recensioni
“A volte, guardando il cielo infinito, provo un enorme senso di tristezza.
Il mio passato pesa sulle mie spalle più di quanto pensassi.
Ogni volta che ripenso a lui, mi sento così debole e fragile. Un senso di vuoto e malinconia mi avvolge, e non riesco più a liberarmene.
Mi sento così stupida. Adesso che è tutto finito, non c'è più nessuno su cui io possa contare.
Sono sola come una foglia nel vento d'estate".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Riven
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Musa si svegliò era già mattina.

Vide che erano tutti già in piedi, ma la cosa che la stupì di più fu sentire la sua mano accarezzarle lentamente i capelli.

Poi ricordò: realizzò di essere distesa sulle sue gambe e di essere accarezzata proprio da lui.

Non poteva dire che se lo aspettasse.

Così come non si era aspettata quella frase.

Le persone non si amano a metà, Musa

Il solo pensiero le faceva venire i brividi.

Ma stentava a credere che quella frase fosse uscita dalla mente dell'uomo che in quel momento le stava accarezzando la testa dolcemente.

Quando lui si accorse che era sveglia, spalancò gli occhi dalla sorpresa, poi smise.

Musa si alzò lentamente, guardando le altre imbarazzata.

Stava per dire qualcosa, ma improvvisamente si ricordò che non poteva parlare.

Ma, da quando si era addormentata accanto a Riven, si sentiva diversa.

Si sentiva più forte. Come se avesse riacquistato i propri poteri.

Ma pensò che, naturalmente, questo non fosse possibile.

Si alzò lentamente, come se fosse in un universo parallelo, in un mondo tutto suo, dove esistevano soltanto lei e l'immensa forza che si sentiva indosso.

Probabilmente dormire le aveva fatto molto bene.

Vedeva gli altri guardarla come se non fosse lei, con occhi sorpresi e impauriti allo stesso tempo.

Poi sentì Bloom sussurrare:”Musa...hai di nuovo i tuoi poteri”.

La sua voce fu soltanto un mormorio, ma la ragazza aveva compreso perfettamente.

Ed era vero, perché un sospiro di stupore la raggiunse, e si accorse di aver recuperato anche la voce.

Era...felice. E sorpresa.

Poteva di nuovo cantare, parlare, comunicare.

Sorrise più che altro a se stessa, quando si accorse che era davvero la verità.

Poi si girò e il sorriso le sparì immediatamente dalle labbra.

Vide quella donna, proprio a pochi centimetri da lei, che la guardava con occhi maligni.

Questa volta non erano vuoti, ma pieni di ogni cattiveria.

Continuò ad osservare quegli occhi che le mettevano tanta paura.

Poi fece qualche passo indietro e andò a sbattere contro qualcosa, ma non aveva importanza.

Continuò a guardare quegli occhi: era sicura che questa volta, quella donna voleva fare qualcosa.

Qualcosa con loro. Qualcosa di grande e pericoloso.

Poi vide la sua bocca orrenda aprirsi in un sussurro:”E così siete fidanzati”.

Poteva giurare che stesse sorridendo. Ovviamente non era comprensibile, ma Musa ne era sicura.

Un sorriso maligno e crudele era proprio sul viso di quella donna.

Poi Musa non ci vide più: sapeva di aver riacquistato i suoi poteri, e nulla le faceva più paura.

Era stufa di tutta quella faccenda, voleva riprendere la sua vita.

Voleva che le cose tornassero come prima con Riven, con suo padre e poter tornare alla propria tranquillità.

Così, tutta la rabbia e la confusione che provava in quel momento, la urlò in faccia a quella donna, senza paura:”Senti, noi non stiamo insieme. Non più! Che cosa vuoi da me?”, disse tutto d'un fiato.

Poi, puntando il dito verso di lei, continuò.

“Noi non stiamo insieme! E' chiaro?”

Poi indicò tutti gli altri, raggomitolati in un angolo buio della grande gabbia:”Li vedi? Loro stanno insieme! Tutti loro stanno insieme! Perché ce l'hai con me?”, gridò.

“Perché ce l'hai con me?”, ripeté.

“Che cosa ti ho fatto? Che cosa diavolo ti ho fatto??”

“Avevo la mia vita, i miei problemi, e tu sei venuta qui a sconvolgerla! Perché?”, le gridò ancora a pochi centimetri dal viso.

Era evidentemente esasperata da tutto quello, ma nessuno cercò di fermarla.

Vedeva quella donna starsene lì, immobile a fissarla con quegli occhi paurosi e terribili e con quella bocca orrenda squarciata da una parte all'altra del viso.

Poi, sempre più arrabbiata, Musa le tirò uno schiaffo in pieno viso, o almeno quella era l'intenzione.

Ma quel che fece fu sbatterla a terra e colpirla senza sosta, gridando:”Tu non sei bella! Sei orrenda! E lo sai anche tu! L'hai sempre saputo! Sei la donna più brutta che ogni uomo abbia mai visto!!”

Poi, improvvisamente, dopo queste parole taglienti, dall'enorme bocca della donna uscirono degli spiriti, delle anime, dei fantasmi che si disintegrarono immediatamente alla luce del giorno.

Poi, tutto si fermò.

Tutto diventò improvvisamente, tristemente immobile e silenzioso.

   
 
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