Sirius non pensava mai al passato. O meglio, cercava di non pensarci.
L’ex Grifondoro cercava di concentrare i propri pensieri su Harry e sul loro futuro insieme.
Tuttavia, le volte in cui si perdeva nei ricordi, oscillava fra i sette anni ad Hogwarts con James, Remus e Peter e i dodici anni passati ad Azkaban; senza accorgersene rievocava un pomeriggio passato con i suoi migliori amici nel parco della prestigiosa scuola e una delle tante e uguali giornate passate ad Azkaban macchinando vendetta.
E, insieme ai ricordi, arrivava il dolore, fulmineo e feroce: ogni volta diventata più acuto e profondo. Lo colpiva al cuore e come la lama di un coltello aguzzo lo feriva, lentamente e ininterrottamente, senza dargli tregua.
E si trovava disarmato, Sirius, in quei momenti.
L’uomo energico e sicuro di sé svaniva in quei momenti rivelando l’uomo dilaniato dal dolore, consumato dal rancore.
Durava appena qualche secondo, eppure a Black sembrava durare per intere ore.
A riportarlo alla realtà, a volte era Fierobecco che con un colpetto del becco sul suo braccio chiedeva del cibo.
In quei momenti, ancora confuso, Black metteva a fuoco la stanza dove stava l’Ippogrifo lentamente e la scrutava in ogni fessura e angolo, come se fosse la prima volta in cui metteva piede in essa.
E mentre distrattamente dava qualche cadavere di animale in pasto a Fierobecco, Sirius cercava in tutti i modi di non pensare. Invano.




Note delle autrice:
Flash fic nata dalla malinconia. Niente di più.
L'ho scritta di getto e senza starci troppo la pubblico.
E' da quest'estate che volevo scrivere qualcosa su Sirius -uno dei miei personaggi preferiti della saga- e spero solo di esserci riuscita.
Fatemi sapere!
Baci