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Autore: merty_chan11    28/03/2014    1 recensioni
La guerra tra El Dorado e la Feida si è conclusa da circa un anno.
Ma che fine hanno fatto i Second Stage Children?
Saranno riusciti a vivere nella più completa normalità di quel mondo?
Saranno riusciti a crearsi il loro posto nella società?
E sopratutto come sarà la loro vita, senza poteri?
Che cosa escogiterà Toudou per loro?
Non vi resta che scoprirlo!
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                Come dei normali adolescenti


Era una bellissima giornata di inizio primavera. Il sole splendeva nel cielo, e da quell’altezza sembrava stesse controllando ogni singolo abitante della città. E gli sorrideva. Gli uccellini cinguettavano, i ciliegi iniziavano la loro splendida fioritura. Insomma, tutto andava magnificamente. O quasi. Ma è meglio partire bene dal principio.
 
La guerra tra Feida e El Dorado si è conclusa da circa un anno. I Second Stage Children sono diventati persone normali, ma in particolari occasioni, possono disporre dei loro poteri per 30 minuti. Non avendo ancora un posto “stabilito” nel nuovo mondo, il presidente Toudou decise di impiegarli in alcune missioni per conto della polizia e per il Governo. Ma erano cose da niente. Saru stesso aveva più volte ribadito che quelle cose sembravano partitelle a nascondino. Erano pur sempre ragazzi, aveva detto Fey, ma Saru non ascoltava. Per lui, quel nuovo mondo era ancora strano, e sebbene aiutassero la popolazione, la maggior parte di essa li considerava ancora “i figli dei demoni”. Saryu in particolare, non era ben visto. E’ per questo motivo che i Second Stage Children non si fanno vedere molto spesso. Vivono in un quartiere abbandonato, che poi tanto abbandonato non lo è più, visto che l’hanno rimesso a nuovo. Rimangono lì, e ci stanno piuttosto bene. 
Ma un giorno, il presidente Toudou, escogitò un qualcosa per farli entrare ufficialmente nella società, come dei normali adolescenti.
 
 
Saru si svegliò prestissimo anche quella volta. Erano le 5 del mattino, eppure si sentiva già iperattivo. La poca luce dell’alba entrava dalla finestra socchiusa. Saru l’aprì, e la stanza fu invasa da una forte ventata. Per lui era un toccasana. Adorava la primavera. Primavera significa rinascita, ed è in quella stagione che, da qualche anno, si sentiva pervaso da una forza enorme. Fey diceva sempre che era pronto a conquistare il mondo, in quella stagione. Sorrise. Fino a qualche tempo fa era certissimo di ottenerlo, il mondo. Era così vicino a quel sogno, a quell’idea di non convivere più nell’ombra per paura di non essere accettato. E invece, il destino gli aveva riservato un’amara sorpresa. La situazione era un po’ migliorata, ma non appena metteva piede fuori da quel quartiere, la gente lo etichettava come la causa di ogni male possibile. Ci era abituato. Toudou non ci poteva fare niente. Saru lo sapeva bene. Non si può cambiare facilmente la mente delle persone. 
Rimase un po’ di tempo in camera sua, poi decise di scendere in giardino a passeggiare un po’. Il giardino era una delle parti più belle di quella casa. C’erano tanti alberi e fiori, e ogni cosa era mitica. Saru osservava stupito la bellezza della natura. Si sentiva così insignificante, al confronto. Poi notò, steso a terra, un piccolo uccellino che non riusciva a volare. “Sarà caduto dal nido” pensò. E infatti sull’albero c’era un nido. Ma non c’era traccia dei genitori. Saru si sedette nell’erba e si mise a guardare quel povero uccellino. Era indifeso contro le potenze del mondo. Eppure aveva la sua arma segreta. Quando sarebbe stato in pericolo avrebbe imparato a volare e sarebbe stato libero. Il ragazzo notò una certa somiglianza tra lui e quel piccolo animale. Anche lui, quando da piccolo era stato abbandonato, si era ritrovato solo a vagare per il mondo, con pericoli più grandi di lui. Ma quando meno se l’era aspettato, quei poteri, che rappresentavano la sua maledizione, in alcuni momenti erano la sua ancora di salvezza. -Ti hanno abbandonato? Sai succede. E’ capitato anche a me. Ma non devi fartene una colpa. Crescerai e diventerai forte- l’uccellino si mise a guardarlo incuriosito, poi, ad una nuova ondata di vento spiegò le sue piccole ali e volò. Saru rimase a contemplarlo per un po’ e si chiese se anche lui, un giorno, sarebbe riuscito a volare via, libero da ogni cosa. Si alzò e tornò dentro casa. Nel frattempo il sole era sorto. Decise di mangiare. “Magari oggi con più calma” si disse. Ma neanche quella volta ci era riuscito. Aveva mangiato del latte con i cereali, pane con marmellata e nutella, una mela, e bevuto due succhi di frutta in meno di 3 minuti. Non riusciva mai a mangiare piano. Era un suo vizio. Fey lo prendeva sempre in giro. Tornò poi in giardino, e lì ci rimase per circa mezz’ora, poi rientrò in casa. 
Erano le 7.15. Meia e Gillis si sarebbero svegliati a breve. In quanto al verde…beh…di lui non si poteva dire lo stesso. In quella casa c’erano solo loro 4. Era la casa più grande, ma con poche stanze rispetto alle altre, e gli altri ragazzi avevano deciso di lasciarla a loro. Meia scese le scale che la portavano al soggiorno. Era scalza e aveva una camicia da notte che le arrivava alle ginocchia. Era ancora un po’ assonnata, ma non appena vide Saru, lo salutò con un caloroso sorriso e andò a mangiare. Nel frattempo il ragazzo andò in salotto. Qualcosa, però, attirò la sua attenzione. Sul tavolino di legno in mezzo alla stanza c’era una lettera. -E questa come accidenti ha fatto ad arrivare?- ma non dovette farsi troppi problemi. Evidentemente era stata teletrasportata là dentro. Saru si avvicinò a quella lettera con cautela, come se si stesse avvicinando ad una bestia feroce. L’aprì e riconobbe immediatamente la calligrafia del presidente Toudou. -Oh per l’amor del cielo, cosa accidenti vuole ancora questo vecchio decrepito?- era spazientito. Ultimamente il presidente non si era fatto minimamente sentire, e poi manda quella lettera. Iniziò a leggerla e man mano che andava avanti, si sbiancò. Corse subito fuori dal salotto, andò nell’atrio, salì di corsa le scale e incontrò Gillis che, vedendo quella reazione esagerata, chiese all’amico cosa fosse successo. Saru gli disse di andare in cucina e di aspettarlo. Gillis lo guardò accigliato, ma decise di ascoltarlo. Saru continuò a correre e raggiunse la camera di Fey. Entrò come un uragano. -FEEEEEYYYYY!!- urlò. Quello, per lo spaventò, cadde dal letto. Il verde lo guardò male, ma non fece in tempo a dire niente che Saru lo prese per il braccio, e in men che non si dica, lo condusse in cucina, sotto gli sguardi divertiti di Meia e Gillis. -Ok- incominciò Fey non appena si mise a sedere -Ora mi dimmi...ti sei dimenticato la buona educazione? QUALE ISPIRAZIONE DIVINA TI HA SPINTO AD ENTRARE IN CAMERA MIA, BUTTARMI DAL LETTO E TRAINARMI IN GIRO PER LA CASA COME SE FOSSI UNA VALIGIA?!- Meia a quel punto proruppe in una fragorosa risata. Gillis cercava di mantenersi serio, ma gli sfuggì qualche riso sconnesso. Saru, dal canto suo rispose con un -Beh, mi sembrava giusto coinvolgerti in questa cosa, ma la prossima volta ti lascerò dormire, signor “Valigia Ambulante”- e agitò la lettera che aveva in mano. A quel punto, nemmeno Gillis riuscì a trattenessi. -Sarà meglio che mangi allora- disse Fey. Saru alzò gli occhi al cielo. Fey, a differenza sua, ci impiegava ore per mangiare.
Dopo che la situazione tornò normale, Saru lesse la lettera. 
 
Cari Saru, Fey, Gillis e Meia, 
ho urgenti cose da dirvi. Vorrei che veniste alle 10 in punto di questa mattina nel mio ufficio, per parlarvi di una cosa molto importante. Non posso accennarvi niente per iscritto.
     Toudou
 
-Certo che avrebbe potuto spiegare meglio, invece di fare quegli inutili giri di parole- disse Meia. -Secondo voi cosa potrebbe essere?- domandò Gillis. -Non so- rispose Fey -Ma a quanto pare, è qualcosa di grosso stavolta- Poi tutti guardarono Saru -Non ci tocca che andare allora- disse il ragazzo.
Verso le 9.30 iniziarono ad incamminarsi verso l’ufficio di Toudou. Tutti erano abbastanza allegri, ma Saru non riuscì ad esserlo. Avrebbe voluto leggere nella mente del presidente per capire cosa voleva. E invece doveva fare quello che facevano le persone normali. Prendere un pullman e andare nell’ufficio di Toudou per parlarci di persona. Ancora una volta, odiò la normalità del mondo, e si maledisse per aver abbandonato i suoi poteri.
Ora era troppo fragile.
Era diventato un normale adolescente.








N.d.A.
Salvee!! 
Sono tornata, con una nuova fic! Ringrazio l'esistenza delle fanart, perchè è grazie ad una di esse che ho trovato l'ispirazione!
Bene, spero che come primo capitolo vi abbia incuriosito!
A presto
Merty:)
  
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