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Autore: Eden_9489    29/03/2014    1 recensioni
- Vede, signor Mellark, c'era un piano dietro. Ben studiato da Plutarch Heavensbee e molti dei vincitori ne erano al corrente. Daranno vita ad una rivoluzione che porterà Panem alla rovina. E tutto grazie alla sua ragazza e alla sua prepotenza.-
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Da quando ho letto per la prima volta Mockingjay mi son sempre chiesta cosa fosse successo a Peeta. Sappiamo che è stato torturato, maltrattato, picchiato, depistato ma non sappiamo davvero cosa abbia passato. Le sue emozioni, i suoi stati d'animo, la sua confusione. Così ho deciso di provare a descriverlo io, spero vi piaccia!

 

Pain


Piccole goccioline scivolano lungo il mio viso per il caldo afoso misto all'agitazione. Il respiro affannato mentre corro per la giungla con l'arma ben pronta tra le mani. La paura prende di mira ogni terminazione nervosa del mio corpo ma io continuo a muovermi, devo. Continuo ad urlare il suo nome ma non esce un suono dalla mia bocca, mi sgolo più che posso, ma niente. Sento urla, urla in ogni direzione e, tra queste sento anche la sua che grida il mio nome, poi il silenzio. Un colpo di cannone mi trapana i timpani. No. No, no, no. No! Non può essere!
-Katniss!
Mi sveglio di soprassalto, spaventato, confuso. Mi guardo intorno, il cuore che mi batte a mille. Il mio sguardo saetta per tutta la stanza, una stanza bianca completamente vuota. Cerco di muovermi e qualcosa mi pizzica il braccio. Una flebo è ben posizionata accanto al letto dove sono sdraiato. Non so dove sono, da quanto tempo sono qui ma ho un brutto presentimento. Tutto ciò che ricordo è di aver ucciso Brutus, la freccia di Katniss lanciata contro il tetto della cupola e poi l'esplosione. Improvvisamente riesco a collegare tutti i pezzi. Katniss. Katniss ha distrutto il campo di forza e adesso sono sicuro ne sta pagando le conseguenze. Snow non gliela farà passare liscia anche questa volta! Stacco la flebo e dopo aver ripreso l'equilibrio, mi avvicino alla porta. Chiusa a chiave. Comincio a battere sulla porta in modo che qualcuno mi senta. Batto sempre più forte. Non riesco nemmeno a concepire l'idea che potrebbe già essere stata torturata o peggio, uccisa. Continuo a battere ma niente. Devo cercare di uscire da questa stanza! All'improvviso un urlo straziante rompe il silenzio. No!
-Katniss!- urlo terrorizzato ricominciando a prendere a pugni la porta. Pugni sempre più forti. Un altro urlo mi trafigge il cuore.
-NO! Non fatele del male! Katniss!- Non riesco più a ragionare lucidamente, quelle urla mi stanno uccidendo! Continuo a dare pugni, calci, spallate, ma niente! Questa maledetta porta non si apre. Ancora un altro e le mie gambe cedono sotto il peso della disperazione. Mi ritrovo in ginocchio, la fronte appoggiata al freddo metallo della porta e silenziose lacrime scendono giù incontrollate.
- Vi prego..- la mia voce è un sussurro. Tutto ciò che volevo era salvarle la vita, farla vivere e non ci sono riuscito. Il mio corpo trema, per la rabbia, la paura, e il senso di colpa mi divora. Tra il silenzio delle mie lacrime sento dei passi. Si fanno più vicini fino a fermarsi proprio dietro la porta. Mi metto in piedi e mi allontano di qualche passo, il respiro accelerato. Dopo vari scatti di chiave la porta si apre e il Presidente Snow fa il suo ingresso, seguito da un gruppo di Pacificatori.
- Finalmente si è svegliato signor Mellark, come si sente? - Sono consapevole di aver ancora il viso sconvolto e bagnato di lacrime ma non importa.
- Dov'è Katniss?! Cosa le avete fatto!? - sono furibondo. Tutto questo è colpa sua, solo colpa sua e lo odio.
- Oh non si preoccupi, la signorina Everdeen non è qui. Altrimenti avrei avuto un sorriso molto più ampio sulle labbra - Che significa non è qui? E quelle urla? Una grande confusione invade la mia testa. Snow la percepisce subito e riprende a parlare. - Vede, signor Mellark, c'era un piano dietro. Ben studiato da Plutarch Heavensbee e molti dei vincitori ne erano al corrente. Daranno vita ad una rivoluzione che porterà Panem alla rovina. E tutto grazie alla sua ragazza e alla sua prepotenza.- Il suo tono non può essere più serio, comincia a farmi paura ma non riesco lo stesso a capire. Una rivolta? Plutarch un ribelle?
- Dov'è Katniss. - Si avvicina di qualche passo, elegante nel suo completo blu scuro con l'immancabile rosa bianca appuntata al petto.
- La signorina Everdeen è al distretto 13, insieme ad Haymitch Abernathy, Finnick Odair e molti altri ribelli incoscienti. - Haymitch? Finnick? Distretto 13? Più parla e più ogni sua parola mi sembra senza senso.
- Il distretto 13 è stato distrutto molti anni fa! Mi dica la verità! - Mi sorride compiaciuto.
- Ma questa è la verità signor Mellark, il distretto 13 esiste ancora, si sono rifugiati sotto terra come formiche. Sono diventati più furbi, più forti, aspettavano solo un segno, una scintilla. E la signorina Everdeen gli ha fornito un intero fuoco. Il suo giochetto delle bacche ha dato speranza e adesso l'hanno presa con loro, affinché diventi il simbolo della rivoluzione, colei che libererà Panem. Solo un branco di poveri illusi. - I pensieri vorticano nella mia testa rumorosi. Cerco di ricostruire le ultime settimane passate insieme per capire se mi è sfuggito qualcosa, e qualcosa scatta. Ho avuto sempre strani presentimenti nell'arena ma non ci ho mai dato così tanto peso, ma adesso è tutto chiaro. Ogni cosa è successa per una ragione, era un piano più grande di noi, povere pedine. Non so se Katniss era a conoscenza di tutto questo, ma credo di no. Il suo solo e unico intento era salvarmi la vita.
- Allora se Katniss non è qui, di chi erano quelle urla? - Snow sorride ancora una volta, un sorriso inquietante.
- Oh venga con me e lo vedrà con i suoi occhi - si volta ed esce dalla stanza. Gli sto alle calcagna, con i Pacificatori dietro di noi che non mi perdono un attimo di vista. Entra in una stanza a tre porte dalla mia e, quando entro anche io, una visione orribile mi riempie gli occhi. Johanna è stesa a terra priva di sensi ai piedi di una vasca piena d'acqua. E' zuppa ed ha la testa rasata. La sua pelle scoperta è piena di contusioni.
- Johanna! - le corro incontro ma vengo fermato. Cerco di liberarmi ma non ci riesco. - Che le avete fatto! Johanna! - la mia voce la riporta nel mondo reale e dopo un attimo di smarrimento incrocia il mio sguardo.
- Peeta..- il suo è un gemito, pieno di dolore. Continuo a fare resistenza ma hanno la presa ben salda su di me e non riesco a muovermi.
- Beh è sveglia, continuate. - Snow si avvicina a me e il mio corpo si irrigidisce di scatto. - Si goda lo spettacolo -  mi sussurra all'orecchio. L'odore del sangue che esce dalla sua bocca mi stordisce facendomi girare la testa. Esce dalla stanza senza aggiungere una parola. Un Pacificatore solleva Johanna in malo modo e la rimette dentro la vasca. Lei farfuglia qualcosa che non riesco a capire. Poi ricominciano le sue urla. Molto più acute, molto più strazianti mentre continuano a mandarle forti scariche elettriche.
- NO! Smettetela! - continuo a dimenarmi, reso più forte dalla rabbia. - Basta! Fermatevi! - Ad ogni suo urlo qualcosa cresce dentro di me, una furia mai provata. Riesco a liberarmi dando gomitate e pugni e corro verso Johanna per liberarla ma qualcosa di pesante colpisce la mia nuca e subito intorno a me diventa tutto buio, un'oscurità da cui non posso scappare.
 
  
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