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Autore: Dryas    06/07/2008    2 recensioni
Neji ritorna dopo anni di assenza a Konoha, città distrutta dalla guerra civile, e presto si accorgerà che non è solo il suo vecchio villaggio a essere cambiato ma anche gli amici che ha lasciato. (NejixTen/ShikaxIno)
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Neji Hyuuga, Rock Lee, Shikamaru Nara, Tenten
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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PROFUMO DI PASSATO




Capitolo primo




Non è nelle stelle che
è conservato il nostro destino
ma in noi stessi.*




Konoha, la città delle foglie, si colora di rosso nella notte nera. E nessuno si stupisce, nessuno grida, nessuno urla, nessuno si dispera. La notte dopo succederà in un’altra parte della città, non ne vale la pena.
Solo i bambini avevano espressioni impaurite; il fuoco ha sempre il suo inquietante fascino, no?
Gli occhi di tutti guardavano da un’altra parte e solo chi aveva un po’ di buona volontà o interessi in gioco si dava una mossa per spegnere l’incendio. È sempre stato così infondo.
Ma ecco che un urlo straziante rompe quell’innaturale silenzio. I bambini sussultarono, gli adulti abbassarono gli sguardi. Ma non tutti. Due occhi, chiari come il ghiaccio, restarono fissi sulle fiamme. Poi si posarono sui presenti; indignati e rassegnati per il loro comportamento decisero infine di ignorarli. La persona a cui appartenevano osservava come tutti gli altri l’incendio, ma rispetto a loro decise di gettarsi tra le fiamme. Gli adulti non credettero a loro occhi, mentre per i bambini era la prima volta che vedevano accadere una cosa del genere da quando erano nati.
La casa continuava a bruciare, e non accadeva nulla. Gli adulti abbassarono di nuovo gli occhi. I bambini invece attesero impazienti e speranzosi, anche se le fiamme mangiavano tutto ciò che incontravano inarrestabili. Ma la loro fiducia fu ricambiata: un’ombra scura in mezzo al rosso si face avanti, correndo verso di loro.
Chi ancora se lo ricordava, aveva sicuramente riconosciuto quelle strane venature intorno agli occhi e aveva sicuramente riconosciuto quel ragazzo diventato ormai uomo che avanzava portando un bambino in braccio.
Chi ancora se lo ricordava non l’avrebbe mai ritenuto capace di un gesto simile.
Le sirene si fecero finalmente sentire. I pompieri stavano arrivando, con almeno un’ora di ritardo. Solo una donna andò incontro al ragazzo e prese il bambino che aveva tra le braccia.
-dallo a me- gli disse -è ancora vivo?-
-sì- rispose il ragazzo -ma non è messo bene. È stato là dentro per troppo tempo-
La donna non disse più niente e appoggiò a terra il bambino.
-ha qualche ustione, ma poteva andargli molto peggio- commentò.
-il corpo di sua madre l’ha protetto dalle fiamme-
Gelido. Indifferente. Inflessibile. Quel tono non riguardava certo l’eroico gesto materno, ma era riferito all’atteggiamento di tutti i presenti. E la donna lo sapeva. Gli occhi le divennero lucidi. Del senso di colpa non ce se ne sbarazza facilmente.
-me ne prendo cura io di lui- disse dopo un po’ alzandosi e guardandolo -grazie Neji Hyuga-
Il ragazzo se ne andò senza dire un’altra parola, lasciandosi quello spettacolo desolante alle spalle.
-ehi- lo richiamò qualcuno, ma lui non si fermò.
-dico a te- ripeté. Neji si voltò.
-allora avevo ragione- disse un ragazzo sui vent’anni buttando a terra la sigaretta finita -sei proprio Neji Hyuga. È un po’ che non ti si vedeva in giro. Qual buon vento ti riporta in quest’inferno?-
-Shikamaru Nara- Neji pronunciò il suo nome lentamente osservandolo -non c’è nessun buon vento che soffia su Konoha- gli disse.
-vero- disse l’altro accendendo un’altra sigaretta -ma qualcosa ti avrà spinto a lasciare la ricca Suna per venire nel posto per eccellenza dimenticato da dio- disse buttando fuori il fumo dalla bocca -ma non mi importa, mi fa piacere comunque rivederti dopo cinque anni-
-sei- lo corresse l’altro.
-già. Questo posto manda in malora anche il mio cervello- disse sospirando -sei qui da molto?-continuò.
-una settimana-
-e hai un posto decente dove stare?-
-mi arrangio-
-appena avrò sistemato questo casino- disse facendo un lungo tiro -ti accompagno a casa mia-
-non è necessario- disse l’altro -so cavarmela-
-non è per quello- disse Shikamaru -ti devo aggiornare su un po’ di cosette, e poi se vorrai rimanere mi farà piacere-
-d’accordo- rispose Neji.
-ora scusami. Ho da fare- disse Shikamaru buttando a terra anche quella sigaretta e allontanandosi verso l’edificio in fiamme. Si unì a un altro gruppo di ninja, tra cui Neji riconobbe Choji Akimici e Kiba Inuzuka, cambiati profondamente anch’essi, e spensero l’incendio. Neji rimase a guardarli attentamente. Si chiese se anche lui fosse cambiato così tanto. Shikamaru dirigeva le operazioni come se non avesse mai fatto nient’altro nella vita, non un attimo di esitazione, non un attimo di debolezza. Aveva un gran carisma e un gran sangue freddo, qualità che ai suoi tempi aveva scambiato per presunzione.
Choji non era più il ragazzino impacciato e timido, ma un uomo possente e un gran lavoratore e anche Kiba, che considerava la persona più frivola e superficiale del mondo, era diventata una persona seria e responsabile.
Conclusero il lavoro in poco tempo e Shikamaru raggiunse subito Neji.
-vieni con me- gli disse facendogli strada.
Lo condusse in un quartiere buio, non molto lontano dal luogo dell’incendio. Entrarono in un vicolo dove trovarono una lunga scalinata di ferro che saliva accanto a un vecchio edificio. La percorsero tutta fino a quando arrivarono sul tetto. Shikamaru si diresse verso l’unica porta che c’era e l’aprì. Altre scale, che scendevano.
-lo so che è stupido- disse a Neji -ma le scale del palazzo a metà sono crollate e io non ho la minima voglia di aggiustarle. Preferisco fare il giro più lungo-
-non è un problema- rispose Neji.
Scesero due rampe e si fermarono di fronte a una porta di legno rosso che Shikamaru aprì.
-benvenuto nella mia villa- disse facendo spazio al suo ospite. Si trattava di un piccolo appartamento: il salotto era abbastanza spazioso, arredato con un divano malandato sotto la finestra, un mobiletto accanto a questo e un grande tavolo dall’altro lato della stanza, vicino all’angolo cucina.
-devo dire che la qualità è calata- disse entrando Neji -ero rimasto che casa tua era una delle più grandi ville di Konoha-
-che ci vuoi fare?- disse chiudendosi alle spalle la porta -è già bello che ce l’ho un tetto sopra la testa. Vuoi qualcosa da bere o da mangiare?- chiese superando l’amico e dirigendosi in cucina
-no grazie- rispose Neji sedendosi al tavolo.
-io una birra me la faccio volentieri- disse aprendone una.
-allora?- chiese a Neji dopo averne bevuto un sorso -come ti va la vita?-
-potrebbe andare meglio- rispose.
-Suna non è un bel posto?- chiese Shikamaru.
-Suna potrà essere bella quanto vuole ma non è mai stata casa mia-
-per questo sei tornato?-
-anche-
Shikamaru fece un lungo sorso, poi spostò una sedia e si sedette anche lui al tavolo.
-per me qualunque posto è migliore di questo- disse amaramente.
-e allora che ci fai ancora qui?- gli domandò Neji.
Shikamaru non rispose ma bevve un altro sorso.
-non lo so nemmeno io- disse poi -ma non riesco mai a prendere una decisione definitiva … è più forte di me-
-fai il pompiere ora?- gli chiese.
-se così si può chiamare il mestiere che faccio- rispose -di ninja ne sono rimasti gran pochi e quelli che rimangono lottano tra loro. Io ho scelto di non immischiarmi e mi è stato affidato questo compito. Anche Choji e Kiba lavorano con me, non so se li hai visti-
-sì, li ho visti. Gli altri?-
-Naruto affianca l’Hokage, anzi praticamente l’ha sostituito- cominciò Shikamaru -Sakura e Ino lavorano a tempo pieno all’ospedale mentre Sai è ritornato agli Ambu. Ma a te interesserà sapere dei tuoi ex compagni immagino-
-anche loro, certo-
-beh- disse Shikamaru abbandonandosi contro lo schienale della sedia -Rock Lee non lo vedo più da un pezzo. Non so se sai cosa è accaduto al maestro Gai-
-no, cosa?- chiese Neji cadendo dalle nuvole.
-sì è rotto la spina dorsale- disse secco Shikamaru -tre anni fa-
Si fermò e guardò l’amico. Impassibile come al solito. Possibile che nemmeno una notizia del genere lo scuotesse?
-Rock Lee lo segue notte e giorno- continuò -Gai ha perso completamente l’uso delle gambe ed non è più autosufficiente, come puoi immaginare. Non ho idea di come Rock Lee si guadagni da vivere, ma in giro non si vede più, da due anni almeno-
-sai dove stanno?- si informò Neji.
-nel vecchio quartiere del pesce. Almeno così mi ha detto Sakura, che l’ha sentito da un paziente-
-basterà per trovarli- disse Neji - e Tenten?-
-Tenten- ripeté Shikamaru alzando la testa con fare pensoso.
-mi dispiace- disse poi tornando a guardarlo -di lei non so niente. Sua madre cinque anni fa è morta e penso che se ne sia andata con il padre. Sapevo che si erano trasferiti nel quartiere Osaka e avevano venduto la vecchia casa, ma sono cinque anni che non la vedo. Probabilmente ha lasciato anche lei il Paese del Fuoco-
-non sapevo nemmeno questo- disse Neji.
-sua madre è stata uccisa durante uno scontro tra bande, due delle tante che circolano- lo informò -mio padre, che conosceva il padre di Tenten, ha detto che l’aveva presa proprio male. Avrà levato le tende per non rischiare di perdere anche la figlia, non credi?-
-può darsi- concordò Neji.
-e tu che mi racconti? Come va la vita fuori da qui?-
-nel Paese del Vento si vive più che bene. Il mio clan non ha fatto fatica ad integrarsi, anzi, l’ha fatto fin troppo in fretta e altrettanto in fretta si è dimenticato di Konoha. Come il resto del pianeta infondo. Solo io e Hinata lo nominavamo di tanto in tanto-
-come sta Hinata?-
-voleva venire anche lei, ma ovviamente non gli è stato permesso-
-e tu non glie lo avresti permesso-
-già-
Improvvisamente la porta si spalancò con un urlo di sottofondo. Sia Shikamaru che Neji sobbalzarono e spaventati si girarono a guardare chi fosse.
-brutto idiota- gridò Shikamaru alzandosi in piedi e tirando la bottiglia di birra addosso al nuovo arrivato -spaccami la porta un’altra volta e vedrai cosa farò con quello che ne rimane!-
-ma dai Shikamaru- disse un’altra persona facendosi avanti e prendendo la bottiglia al volo -era solo uno sfogo di felicità-
-sfogo o no, la porta mi serve lo stesso, Choji- ribatté Shikamaru risedendosi.
-Neji!- urlò il primo entrato -da quanto tempo!-
-molto, Kiba- disse Neji alzandosi.
-ma non sei cambiato di una virgola!- disse l’altro facendosi e offrendogli la mano, che il ragazzo strinse.
-già- assentì Choji -sembra che si sia fermato il tempo con te, altezza a parte-
Si strinsero anche loro la mano e Choji diede una pacca affettuosa al ragazzo.
-voi invece siete molto cambiati- disse Neji.
-la guerra è un ottimo dimagrante- disse Choji -ho perso venti chili-
-e in compenso hai messo un altro mezzo metro in altezza- gli disse.
-sono due metri e tre centimetri- dichiarò orgoglioso.
-invece a me il clima della guerra civile mi ha reso molto più sexy!- urlo esuberante Kiba, mettendosi in posa.
-e ti ha bruciato anche quell’unico neurone che avevi- borbotto Shikamaru, facendosi sentire solo da Neji e Choji, il quale scoppio in una grassa risata.
-che hai detto ananas marcita?- gli chiese Kiba capendo che aveva parlato male di lui.
-ananas marcia a chi?- gli chiese minaccioso Shikamaru andando a toccarsi i capelli -sono solo un po’ lunghi-
-ma se sono più lunghi di quelli di Ino!- disse Kiba.
-e i tuoi che sembra che non li pettini da un mese?-
-beh … è vero- disse lui tranquillamente.
-cosa?- domandò Shikamaru scandalizzato -Neji- disse poi rivolgendosi al ragazzo che guardava la scena in silenzio -non pensare che la guerra ci abbia reso così cavernicoli, è solo Kiba che è un animale selvaggio. Io e Choji siamo delle persone civili-
-ehi!- urlò Kiba -grazie tante! Che figure ci faccio con Hinata?-
-Hinata non c’è baka- gli disse Shikamaru.
-a no? Peccato, mi avrebbe fatto davvero piacere rivederla- disse tornando serio -come sta?- chiese poi a Neji.
-bene- rispose -e ti saluta. Purtroppo non è potuta venire-
-capisco … il tuo clan … non è certo il posto più sicuro per l’erede degli Hyuga-
-esatto- confermò Neji.
-che ne dite se lo proponiamo anche a lui?- chiese improvvisamente Choji, guardando Kiba e Shikamaru.
-sì- disse dopo averci pensato un po’ anche Shikamaru -si potrebbe fare-
-sarebbe grandioso!- esclamò Kiba.





* By Shakespeare
   
 
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