Presi un’altra sigaretta dal pacchetto e la strinsi forte tra le dita, senza accenderla. Presi l’accendino dalla tasca, il meccanismo scattò e vidi la fiamma. La osservai a lungo, impietrita, senza accendere nulla. Alla fine si spense, scarico.
Buttai la sigaretta sul pavimento e, ad occhi aperti ma spenti, mi diressi verso la porta vetri che dava sul giardino. Là fuori pioveva, ebbi un brivido appena attraversata la soglia. Mi diressi sul prato, mi bagnai le calze e sentii l’acqua scivolarmi addosso, sui capelli, sulla schiena, sulla nuca, sulle dita. Alzai la testa e aprii la bocca, la pioggia ne bagnò l’interno, aveva il sapore del cielo. Quando riabbassai lo sguardo un lampione sulla strada si era spento.
Rientrai in casa quando ormai ero fradicia, presi la sigaretta dal pavimento e la osservai: era pronta, era sul punto di bruciare ma senza una scintilla non si sarebbe mai accesa.
La metafora della mia vita.