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Autore: NinaHiss    29/03/2014    0 recensioni
Come si può amare qualcuno e far finta di niente? Nascondere i propri sentimenti ad occhi indiscreti, alla gente sempre pronta a giudicare? Se sei innamorato vorresti gridarlo forte, in modo che tutti lo sappiano. Non puoi semplicemente ignorare. Se sei innamorato cerchi i suoi occhi tra la gente. Se sei nella stessa stanza con la persona che ami segui tutti i suoi movimenti, non la perdi di vista. Perché il semplice fatto di guardarla ti rende felice. Hai bisogno di sapere che lei è presente, perché è la sola cosa che conta. Occhi che si cercano sono gli occhi della gente che si ama. E lei vuole cercare e trovare quegli occhi che cercano anche i suoi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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this is the starting of my greatest fear cap 7 This Is The Starting Of My Greatest Fear.

Mi sta fissando. Questa cosa non mi piace. Cos'ho che non va? 
Bevve un sorso di birra, che scese fredda provocandole una sensazione gradita. Aveva davvero caldo. Non sapeva se era l'imbarazzo per la sua vicinanza o l'effetto dell'alcol. Si toccò le guancie in fiamme con le mani fredde sprando di nascondere il rossore. Lui continuava a fargli domande senza tregua. Voleva sapere un sacco di cose. E lei che avrebbe voluto nascondersi e guardarlo da lontano, era  lì. Esposta e costretta a rispondere alle sue domande. sentì il telefono vibrarle nella tasca dei jeans. Lo estrasse e lesse il messaggio di Mia:
<< Dove sei finita? Tutto ok? Voglio aggiornamenti.>>
Lei rispose velocemente sapendo di essere osservata  << Ti spiego tutto dopo. Tranquilla è tutto ok.>>
Ripose il telefono in borsa e si voltò a guardarlo. Aveva gli occhi lucidi e gli zigomi di un rosa che le veniva voglia di toccarlo. 
Lui la precedette. Le prese una mano tra le sue e ne accarezzò il dorso. Lei aveva voglia di ritrarla dal suo tocco. Era allo stesso tempo lenitivo e ditruttivo. Ma ignorò la sua testa che le ordinavadi alzarsi e scappare. Lo osservò mentre le loro mani si stringevano. 

Era così che doveva essere. Non aveva resistito. Se non gli era permesso baciarla le avrebbe preso la mano. E così aveva fatto. Stava giocando con le sue dita curatissime mentre continuava a fargli domande. La sua voce lo rilassava e lo distraeva. Era la prima volta che la vedeva sotto quella luce. Per lui era sempre stata solo una ragazzina, un po' ribelle. Ricordava ancora quando andava in giro con lo smalto diverso su ogni dito della mano. La ragazzina tutta felpe e converse. Non era cambiato coì tanto da allora. La semplicità era parte integrante di lei. Nienti orecchini, collane vistose. Solo qualche braccialetto d'argento sul polso sinistro. Le aveva chiesto quale fosse il suo album preferito al momento. Lo vedeva dai suoi occhi  quanto le piacesse la musica.  Si illuminavano. Poi lei gli raccontò che sua madre le regalava un braccialetto diverso ogni anno per Natale. Parlava della sua famiglia con così tanto amore, che lui si sentiva geloso. Loro avevano il suo amore. La conoscevano davvero, ogni sua piccola mania. Era loro. Poi si rese conto che era davvero stupido essere geloso della sua fimiglia. Dunque optò per una domanda, la cui risposta lo interessava particolarmente. 
<< Allora, come va con il tuo boyfriend? >> scherzò lui. Forse aveva sbagliato domanda. Lei si irrigidì e si ricordò delle loro mani intrecciate e le guardò in modo minaccioso. Stava decidendo se ritrarre la mano o meno. Lui rafforzò la presa. 
<< Non c'è nessun boyfriend.>> rispose schietta, imitanto il tono della sua domanda. Avrebbe potuto fare la misteriosa come molte ragazze fanno. Invece era stata sincera Questa notizia lo faceva sentire sollevato. 
<< Perchè?>> chiese indagando.
<< Non  lo so. Dovrei saperlo?>> si stava innervosendo Evidentemente l'argomento la turbava. Voleva scoprire di più, ma senza rovinate l'atmosfera che erano riusciti a creare per la prima volta dopo decenni. 

Ma che domande fa? Ma ti pare? Non sono affari suoi. Non posso mica dirgli che nessuno si è mai, e dico mai, interessato a me in quel senso. Sembrerei una sfigata. Soprattutto a lui. 
<< 
E' strano, perchè sei bella, molto. Non capisco davvero...>> disse lui posando lo sguardo sulle dita.  L'ha detto?  L'ha detto davvero? Non posso crederci! 
E
ra impietrita. Sentiva una sensazione sttrana nel petto come se qualcuno le stesse stringendo il cuore in una mano.  Nessuno le aveva mai detto che era bella. Tranne i suoi genitori, ma loro non contavano, lo pensano comunque.  Incrociò il suo sguardo  e sorrise sinceramente.
<< Grazie.>>
<< E' la verità. Mi sembri sorpresa...>>
<< Lo sono infatti...>>
<< Perchè? >>
<< Perchè non penso di esserlo.>> Non voleva assumere la parte della ragazza che ha scarsa considerazione di sè, ma le parole le uscirono senza che lei potesse controllarle. Doveva essere quella forte. Ritrasse la mano bruscamente. Lui sembrò sorpreso.
 La stava scrutando. Arianna si sentiva in colpa. Avrebbe voluto riprendere la su amano, ma come al solito la razionalità prese il sopravvento.
Lei controllò l'orologio e decise di scappare proprio in quel momento.
<< Ti sbagli.>> disse lui precedendo la sua fuga.
<< Scusa si è fatto davvero tardi, devo tornare a casa.>> disse lei alzandosi e sistemandosi i vestiti.
<< Come torni a casa? Posso darti un passaggio se vuoi.>>
<< E' molto carino da parte tua, ma no grazie. Ho la mia macchina.>> ora che anche lui si era alzato erano l'uno difronte all'altro e si guardavano negli occhi.

Damiano aveva dimenticato che l'indipendenza fosse un'altra delle sue numerose caratteristiche. Era così diversa dalle altre. L'atmosfera si era raggelata e lui non sapeva perchè. Forse era stata colpa sua. Le aveva detto che era molto bella. Perchè una ragazza dovrebbe reagire male ad un complimento? Quando lei aveva lasciato la sua mano, lui aveva provato una sensazione di rifiuto. Non gli piaceva affatto.  
<< Va bene, allora alla prossima. >> Non sapeva che altro dire, che altro fare. Voleva solo baciarla.
<< Alla prossima.>> lei si avvicinò a lui, gli posò una mano sulla spalla e gli diede un bacio sulla guancia.  Lui le cinse la vita e la strinse a sè per un attimo impercettibile, mentre si godeva la sensazione della sua vicinanza. Il suo profumo era un misto di limoni, lino e the. Era estate pura. Aspirò un ultima volta e la lasciò andare.
La guardò allontanarsi con passo svelto e deciso. Si risedette sui gradini e si prese la testa fra le mani. Ma che diavolo sta succedendo? Io non sono così. Devo controllarmi, altrimenti succederà il peggio. Sono sicuro che dopo stasera le sarò sembrato un cretino disturbato.
  
Mentre tornava alla macchina, Mia ed Electra che l'avevano aspettata fino a quel momento, la stavano tempestando di domande.
<< Che avete fatto?>>
<< Che ti ha detto?>>
<< Siete stati insieme quasi tre ore. Deve essere successo qualcosa.>>
<< Ragazze stop! Non è successo niente. Abbiamo parlato. O meglio io ho parlato. Lui non faceva altro che farmi domande. Mi ha detto che sono bella. E mi ha preso la mano. Fine.>> Tralasciò il dettaglio riguardante il fatto che si era fiondata tra le sue braccia per dargli un bacio sulla guancia. Che non si era controllata. Aveva dato libero sfogo al suo impulso. Aveva bisogno di analizzare il tutto. A sangue freddo, nella calma della sua camera. Accese l'auto e partì a tutta velocità lasciando ancora più stupefatte la sue amiche.


  
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