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Autore: martin miggs    29/03/2014    0 recensioni
Si dice che quando si sta per morire, tutta la vita ci passa davanti agli occhi. Questo accade a Charity Burbage, docente di Babbanologia a Hogwarts. "Missing moment" dal capitolo primo dei Doni della Morte. In parte è una song-fic, basata sulla canzone "My Way".
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charity Burbage
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Riconosci la nostra ospite, Severus?”.

Quella voce. Melliflua, viscida, serpentesca.

L'ultima cosa che ricordo è un lampo rosso di bacchetta. Qualcuno mi ha Schiantata, e mi risveglio capovolta, sospesa in aria, avvinta da lacci invisibili.

Colui-che-non-deve-essere-nominato ha parlato. Se sono nelle sue mani, mi resta poco da vivere.

Ha fatto il nome di Severus. Eccolo, tra i Mangiamorte. Per la prima volta da che lo conosco, vedo il suo viso atteggiarsi a un sorriso, poi ricordo che sono a testa in giù. Ha il suo solito cipiglio vagamente schifato, e stavolta gli fa onore. Almeno, non sghignazza oscenamente come gli altri. Due parole mi escono dalla bocca prima che riesca a trattenerle.

Severus! Aiutami!”

Non ho finito di dirlo, e me ne sono già pentita. I casi sono due: o è vero che ci ha traditi, che lavorava per il Lato Oscuro da sempre, e allora è ovvio che non avrà alcuna pietà di me. Oppure è vero quello che una folle speranza mi suggerisce, che sta continuando a fare il doppio gioco, che persino l'uccisione di Silente faceva parte di un piano più grande. E allora morirò lo stesso, perché una spia così abile non può giocarsi la copertura per una Charity qualsiasi.

Sono solo una pedina nel Grande Gioco, e alla prossima mossa il Re Nero in persona mi eliminerà. Giù dalla scacchiera, dritta nella scatola degli scarti. La mia partita termina qui.

 

And now, the end is near,
And so I face the final curtain.

My friends, I'll say it clear;
I'll state my case of which I'm certain.

La fine è vicina, sono di fronte all'ultimo sipario. Amici miei, lo dirò con chiarezza. Esporrò il mio caso, ciò di cui sono certa.

Ma a chi potrei esporre il mio caso? Coloro che ho davanti sono carnefici, non giudici. Eseguono sentenze di morte già pronunciate. Facce orribili, segnate dall'odio, dal disprezzo, dal servilismo. Se va bene, indecifrabili come quella di Severus, terrorizzate come quella del giovane Malfoy.

Ë solo per me che ripercorro la mia vita. Dicono che quando stai per morire, tutta la vita ti passa davanti agli occhi.

I've lived a life that's full -

I've travelled each and every highway.
And more, much more than this,
I did it my way.

Sì, ho avuto una vita piena. Ho viaggiato tutte le strade. Ma molto, molto più di questo.

L'ho fatto a modo mio.

Mi rivedo bambina. Figlia unica, coccolatissima. Papà Nato Babbano, mamma Purosangue, per quelli a cui importa. A mamma e papà non importava. Anzi, papà era fiero della sua origine. Sosteneva di avere, tra gli antenati, il famoso attore teatrale Richard Burbage, collaboratore di Shakespeare. Manifestai fin da piccolissima le mie capacità magiche, ma le davo per scontate. Quello che mi incuriosiva era il mondo Babbano. Adoravo farmi invitare dalle mie compagne di scuola, per leggere i loro libri di fiabe, giocare col Meccano dei loro fratelli, ammirare gli strani aggeggi con cui le loro mamme preparavano il tè.

Quando ho ricevuto la lettera di Hogwarts ho pianto. Non volevo andare a chiudermi in mezzo ai maghi e rinunciare alle meraviglie che vedevo attorno a me. Allora papà mi fece il più bel regalo della mia vita. Uscì di casa una mattina piovosa e tornò con un pacco enorme.

“Aprilo, bimba mia.”

Conteneva le opere complete di William Shakespeare in edizione economica.

“Portale con te a Hogwarts, Charity. Leggile ogni volta che ne avrai voglia. Qui dentro c'è tutto il mondo Babbano, e molto di più.”

Non è facile imparare l'incantesimo per comprimere un libro e farlo stare in una borsetta, ma una volta imparato non lo dimentichi più. E quella serie di tascabili Penguin è sempre stata con me, in tutti i miei viaggi per il mondo. Solo ora non ce l'ho più. Ë rimasta a casa quando mi hanno rapita.


Regrets? I've had a few,
But then again, too few to mention.
I did what I had to do
And saw it through without exemption.

Rimpianti? Ne ho avuti pochi. Ma troppo pochi per citarli. Ho fatto quel che dovevo fare e ho visto tutto, senza risparmiarmi nulla.

Quello più grosso? Quando Voldemort era al massimo della sua potenza, prima che un Potter ancora infante lo sconfiggesse inspiegabilmente, mi trovavo a Heidelberg.

Studiavo alla Facoltà di Teologia. Ancora oggi non so se ci sia o no un Dio, tantomeno quale sia quello vero, ma la materia mi affascinava. Con Jutta, la mia compagna di stanza, passavamo sere intere davanti a una birra Babbana (tenetevi pure la vostra Burrobirra, niente come una Vettel 33), a discutere di giustificazione per fede, etica, libero arbitrio. A settembre avevo salutato gli amici inglesi, e i miei genitori. Molti mi avevano invitato a rimanere, per aiutare l'Ordine della Fenice. Mi ero tirata indietro: sono una pessima combattente, dicevo a tutti (questo, ahimè, era ed è ancora vero), e poi vedrete che non ce ne sarà bisogno: come nel 1945, Silente prenderà in mano la situazione, sconfiggerà il malvagio in singolar tenzone e lo schiafferà ad Azkaban vita natural durante. Ci credevo proprio, tanto che abbracciando papà e mamma gli avevo raccomandato di esser prudenti, ma senza temere davvero per loro. Neanche loro erano preoccupati. “Sono una Nott, sette generazioni di nobiltà magica”, diceva mamma, e papà “ma chi vuoi che se la prenda con due poveri vecchi pensionati”.

Una mattina d'ottobre, ero da sola a studiare per l'esame di Nuovo Testamento, sento bussare alla finestra. Un barbagianni dall'aria patibolare con una busta dai risvolti neri e dall'aria ufficiale.

Gentile signorina Burbage, il Ministero della Magia è spiacente di comunicarle che i suoi genitori, Bernard Burbage e Fenella Nott, sono deceduti, probabilmente a seguito di un attacco di Maghi Oscuri. I funerali si svolgeranno ecc. ecc. “

Mi precipitai in Inghilterra in fretta e furia, ma la mia amata tecnologia Babbana mi tradì. Il mio aereo Francoforte -Londra ritardò di parecchie ore e il funerale si svolse in mia assenza. Trovai la loro casa semidistrutta. Ai Babbani nostri vicini era stata modificata la memoria, per far credere a una fuga di gas. Seppi poi che mio padre era stato trovato decapitato, con la bacchetta infilata nel posteriore; e mia madre nuda, con le parole BLOOD TRAITOR incise sulla schiena.

Inutile dire che non feci mai quell'esame di Nuovo Testamento. Comunicai a Jutta che non sarei più tornata in Germania. Non ho avuto il coraggio di raccontarle la verità, non ci avrebbe mai creduto. Siamo rimaste in contatto fino a dieci anni fa, ogni Natale ci mandavamo una cartolina, l'ultima volta mi ha detto che si era sposata con un agronomo e faceva la pastora in una piccola città italiana.


I planned each charted course -
Each careful step along the byway,
And more, much more than this,
I did it my way.

Avevo pianificato ogni percorso, ogni passo prudente lungo la strada. Ma c'è di più, molto più di questo. L'ho fatto a modo mio.

Finita Hogwarts ho deciso di iscrivermi all'università Babbana. Non volevo infognarmi in un ufficio del Ministero o mettere su un qualche commercio a Diagon Alley. Grazie a un generoso lascito di mia nonna, avevo pochi problemi economici. E ho pianificato un folle progetto. Non un'università, ma tante. Avevo fame di sapere, di luoghi, di monumenti, musei, cibi. Volevo fare mia la meravigliosa cultura Babbana. Filosofia, letteratura, sociologia, teologia, economia, giurisprudenza, lingue vive e morte. Non ero molto tagliata per le scienze, mi bastavano le facoltà umanistiche e di scienze sociali. Programmai due anni alla Sorbona di Parigi, due a Vienna, due alla Statale di Milano, due a Barcellona, due a Heidelberg. Esami, appelli, seminari, tesine, ma solo per due anni. Non m'interessava avere diplomi, detestavo le specializzazioni, volevo assaggiare un po' di tutto e andarmene prima di cominciare ad annoiarmi, o di pensare a una carriera. Vivevo in convitti, pensionati, appartamentini con altre studentesse. Ero considerata la compagna di stanza ideale, sempre allegra, instancabile, pronta a svolgere sorridendo (e con qualche segreto colpo di bacchetta) i miei turni di pulizie e cucina, salvo scomparire nel nulla allo scadere del secondo anno.

All'epoca non c'erano i voli aerei a basso costo; poiché non volevo dar nell'occhio ho rinunciato a scopa e Polvere Volante e, come migliaia di ventenni squattrinati di allora, viaggiavo in treno, con l'Inter-Rail (devo confessare che non sono mai riuscita a Smaterializzarmi bene). Non c'era il programma Erasmus, ma non c'è difficoltà burocratica che non si dissolva di fronte a un sorrisetto disarmante, a un pizzico di faccia tosta, e a un buon Incantesimo Confundus.

 

Yes, there were times, I'm sure you knew,
When I bit off more than I could chew,
But through it all, when there was doubt,
I ate it up and spit it out.
I faced it all and I stood tall
And did it my way.

Sì, ci sono stati tempi, e potete immaginarlo, che ho fatto il passo più lungo della gamba. Ma in tutto questo, quando ho avuto dubbi, li ho ingoiati e sputati. Ho affrontato tutto, e sono rimasta in piedi. E l'ho fatto a modo mio.

Dopo l'assassinio dei miei ho deciso di rimanere in Inghilterra, a combattere per essere degna di loro. (Sì, lo so che non sto seguendo rigidamente la cronologia, e allora?). Mi sono presentata da Silente e gli ho detto: Eccomi qua, sono a disposizione dell'Ordine. Visto che ero praticamente indistinguibile da una giovane donna Babbana, mi ha assegnato nelle retrovie, a piazzare incantesimi protettivi in ogni luogo di Londra dove si raccogliessero Babbani in massa: stadi, centri commerciali, parchi, luoghi di interesse turistico. Dieci settimane di duro lavoro, da mattina presto e tarda sera, poi la notizia della sconfitta e della scomparsa di Voi-Sapete-Chi. Qualche mese di colpi di coda degli ultimi irriducibili Mangiamorte, poi torna la calma. L'Ordine della Fenice non sembra avere più motivo di esistere. Ed eccomi disoccupata. Il lascito della nonna, quasi azzerato dal mio vagabondare per atenei in Europa. Di studiare mi era passata la voglia, Quel poco che mi avevano lasciato i miei ho preferito affidarlo alla Gringott, a parte i libri di mio padre, che ho donato a Hogwarts. Che faccio per sbarcare il lunario?

Quello che, negli ultimi due secoli, hanno spesso e volentieri fatto maghi e streghe per guadagnarsi da vivere tra i Babbani. Il prestigiatore (nel mio caso, la prestigiatrice).

Nessun Babbano leggerà mai le mie memorie, visto che tra pochi minuti i miei ricordi spariranno con me, quindi non violo alcuno Statuto di Segretezza se lo dico: tutti i grandi e piccoli illusionisti della storia (da Robert Harbin a Harry Houdini, da James Randi a David Copperfield) sono maghi. Manipolare carte da gioco, tagliare donne in due, fuggire da casse ermeticamente chiuse, dormire su letti di chiodi, perfino estrarre conigli da cappelli a cilindro … come pensate si possa fare senza magia? Il trucco sta nel far credere ai Babbani che sia tutto illusione, abilità di mano più veloce dell'occhio, suggestione … non c'è modo migliore di nascondere la magia che esibirla!

Chi tra noi sceglie questa strada, sceglie di vivere il resto della sua esistenza tra i Babbani, sul filo del rasoio. Molte famiglie magiche rinnegano i propri rampolli che decidono di “vivere come zingari” invece di rinchiudersi nel piccolo ghetto delle professioni magiche ufficialmente approvate.

Io non avevo una famiglia a cui rendere conto, quindi per qualche anno “la grande Charity” percorse le vie del Regno Unito di fiera in fiera, di teatrino in teatrino, con l'inseparabile assistente Bobby McGee. Bel ragazzo dai vigorosi bicipiti, complice, vittima, occasionalmente compagno di giaciglio per la notte, soprattutto Magonò. Il Magonò è l'assistente ideale per il mago illusionista. Nato da famiglia magica, è vincolato allo Statuto di Segretezza: nessun pericolo che divulghi il grande trucco che non esiste trucco. Privo o scarso in abilità magiche, non c'è rischio che vi rubi i segreti del mestiere per mettersi in proprio. Ma Bobby era ambizioso. Voleva il suo nome sul cartellone, era stufo di “essere secondo a una donna”, di essere “uomo oggetto puramente decorativo” (parole sue). Se ne andò una sera dicendo che “voleva andare in televisione”. Non ne ho più saputo nulla, ma bisogna dire che la televisione non l'ho mai guardata. Infatti, rimasta senza assistente, decisi di rientrare nel modo magico.


I've loved, I've laughed and cried,
I've had my fill - my share of losing.
But now, as tears subside,
I find it all so amusing.
Ho amato, ho riso e ho pianto. Ho avuto la mia dose, la mia parte di sconfitta. Ma ora, ora che le lacrime si calmano, trovo tutto così divertente.

Riavvolgiamo il nastro dei ricordi? Sull'Hogwarts Express, il primo settembre di decenni fa. Avevo deciso di cercarmi uno scompartimento tutto per me, per rileggermi Amleto in santa pace, prima che il mondo magico mi fagocitasse. Potete immaginare il mio disappunto quando la porta si apre ed entra, tutto timido, un ragazzino rosso di capelli dai vestiti palesemente di terza mano, se non peggio.

“Scusa se disturbo, mi chiamo Arthur Weasley.”

Non aspetta una mia risposta e si siede davanti a me, poi vedo che tira fuori dalla tasca un pezzo di cartone e lo contempla affascinato.

Un biglietto della London Underground, obliterato! Non è affascinante? Questi Babbani ne inventano sempre una nuova!”.

Avevo trovato la mia anima gemella, le sette ore del viaggio passarono come un lampo tra risate, progetti, ipotesi campate in aria sulle meraviglie del mondo Babbano. Eravamo diversi in molte cose: io amavo la letteratura, il cinema, la filosofia (l'ho già detto? E che importa?), lui la scienza, la tecnologia, le piccole stranezze della vita pratica. Io qualcosa del mondo babbano lo conoscevo, per lui era un mito, una fiaba. Ma proprio perché diversi ci completavamo bene.

Me ne ero innamorata? Non certo a undici anni, ma un po' più tardi, quando si svegliò la mia femminilità, forse sì. Se pensavo a un uomo, lui era il modello ideale a cui paragonavo tutti gli altri. E lui? Figurarsi, i maschi maturano più tardi. Per tre anni sono stata per lui un'amica inseparabile (anche se eravamo stati Smistati lui a Grifondoro e io a Corvonero). Ma non l'amica femmina a cui un maschietto sensibile confida gioie e dolori; bensì l'amica maschiaccia con cui progettare (e realizzare) bravate e trasgressioni di ogni genere. Forse non abbiamo toccato le vette dei Malandrini, o dei gemelli Weasley (degni figli di tanto padre), ma vi assicuro che “Arthur & Charity” hanno dato filo da torcere, e tanto, all'allora custode Apollon Pringle. Bei tempi!

Ma è durata poco, troppo poco. Al quarto anno è arrivata Lei. In realtà, Molly Prewett aveva la nostra età ed era a Hogwarts con noi sin dal primo giorno. Ma solo allora ha cominciato a guardare Arthur con quel certo sguardo, quello che significa Cerco un uomo che mi sposi e mi dia sette figli. E, lentamente ma inesorabilmente, Arthur si è lasciato catturare. Ha cominciato a preoccuparsi della sua divisa, dei suoi capelli, del suo aspetto, a introdurre “Molly” in ogni discorso. L'ho perso definitivamente al primo sabato di Hogsmeade del quinto anno, quando anziché fare con me il solito giro delle botteghe di dolcetti e scherzetti, ha preferito andare da Madama Piediburro a fare lo svenevole con la sua Molly. Ho pianto tutta la notte, poi è passata. Mi sono guardata intorno e ho scoperto che per troppi anni avevo trascurato le bellezze maschili della mia Casa. Non ho altro da dichiarare, Vostro Onore.

To think I did all that,
And may I say, not in a shy way -
Oh no. Oh no, not me.
I did it my way.

E pensare che ho fatto tutto questo. E posso dirlo, non in modo timido. Io? No, io no. L'ho fatto a modo mio.

Dopo l'esperienza come prestidigitatrice, ho pensato di mettere su una bottega di articoli Babbani: libri, poster, fotografie, manufatti vari, bizzarrie raccattate per un tozzo di pane a Portobello Road o addirittura recuperate dai cassonetti della spazzatura. Sulle prime, la novità ebbe successo. Il mio negozietto in una via secondaria di Hogsmeade, non lontano dalla Testa di Porco, attirava curiosi da tutta la Britannia magica. Arthur, sempre frettoloso e circospetto, dall'aria colpevole come se stesse tradendo la moglie, si faceva vedere almeno due volte alla settimana uscendone sempre con portamonete vuoto e borsa piena di cianfrusaglie inutili. Poi diradò le sue visite, anche perché il lavoro e i figli (sette, guarda caso) lo assorbivano completamente. Finché un giorno di dieci anni fa tornò a visitarmi, ma in veste ufficiale. Era diventato responsabile dell'Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti Babbani, Impappinandosi ogni tre sillabe e guardando per terra, in alto, dovunque tranne che nei miei occhi, disse che dovevo chiudere col commercio di oggetti Babbani. Troppi malintenzionati si divertivano a stregarli per fare scherzi di cattivo gusto ad altri maghi o a Babbani, se non peggio. Mi confidò che Alastor Moody, il decano degli Auror, era assolutamente convinto che una banda di nostalgici di Voi-Sapete-Chi progettava di assassinare il Ministro della Magia con uno sturalavandini. Per farla breve, “in nome della nostra vecchia amicizia” si limitò a sequestrarmi gli oggetti, senza impormi di chiudere il negozio. Sopravvissi ancora un anno vendendo fotografie, dischi in vinile, libri. Ma ormai c'era poco da fare. Ho imparato a mie spese che la comunità magica non ama le foto immobili, il rock e il pop Babbano, e men che meno i libri di narrativa. Da noi si preferisce rileggere, chiosare, commentare le vecchie fiabe di Beda il Bardo che scoprire nuove storie da raccontare. Figuriamoci se parlano di Babbani! A chi frega sapere chi sposerà il bel Darcy, o chi ha ucciso Roger Ackroyd? E così, ho dovuto chiudere. Devo ancora qualche migliaio di Galeoni alla Gringott che mi ha finanziato a tassi “da goblin” (o, come direbbero i Babbani, da usura). Poiché non ho famiglia né eredi, che faranno ora i miei amici dalle puntute orecchie? Invieranno il loro solerte recupero Crediti a Colui-che-non-deve-essere-nominato? Pignoreranno i pavoni di Lucius Malfoy?

For what is a man? What has he got?
If not himself - Then he has naught.
To say the things he truly feels
And not the words of one who kneels.
Perché, cos'è un uomo? Che cosa gli rimane? Se non ha sé stesso, non ha niente per dire le cose che prova davvero, e non le parole di uno che s'inginocchia.

Per coloro che non lo sanno, questa sera è tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts”. Di nuovo la sua voce. Finché si dilunga a parlare ai suoi fedelissimi, sono ancora viva. E posso ancora ricordare.

Se mai ritroveranno il mio corpo, è questo che scriveranno sulla mia lapide. Docente di Hogwarts. Dopo il fallimento del mio negozio, una triste sera di maggio ricevetti un graditissimo gufo di Silente. Mi chiedeva di assumere la cattedra di Babbanologia, in quanto il titolare, un giovanotto a nome Quirinus Quirrell, aveva in programma un anno sabbatico, e al suo ritorno sarebbe stato destinato ad altro incarico (come tutti sanno, a Difesa Contro le Arti Oscure). Risposi con entusiasmo: non solo avrei definitivamente risolto i miei problemi di sostentamento, ma mi sarei guadagnata il pane trasmettendo ai giovanissimi la mia passione per il mondo Babbano.

Devo ammettere che un po' sono rimasta delusa. La materia era inquadrata come opzionale e insegnata solo dal terzo al quinto anno. Poiché si usava poco la bacchetta, venne rapidamente etichettata come “materia facile” e il corso, comunque poco frequentato, era pieno di somari che volevano tirare un po' su la propria media, o di Nati Babbani che si rilassavano sentendo parlare del mondo che era stato il loro prima degli undici anni. Dei figli di Arthur venne solo il sussiegoso Percy, che pensava di servirsene come leva per una rapida carriera al Ministero. Per un anno ho avuto anche la Granger, brillantissima ed entusiasta, che purtroppo ha abbandonato perché seguiva già troppe materie. Ma soprattutto mancavano coloro per cui il corso sarebbe stato utile: i cosiddetti Purosangue, pieni di pregiudizi e spocchia. Quelli che ora stanno tornando al potere, al servizio di questo sociopatico pelato che di nuovo si rivolge a me. Istintivamente chiedo ancora aiuto a Severus.

Silenzio.” Eccomi ammutolita, per quelli che ora capisco saranno gli ultimi minuti della mia vita.

Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei Babbani sulla Gazzetta del Profeta.”

Sì, l'ho fatto, e lo rifarei ancora cento volte, pur se con questo ho sottoscritto la mia condanna a morte. Lo devo ai miei genitori, perché ero a divertirmi all'estero quando sono stati trucidati. Lo devo ad Albus Silente, l'uomo che mi ha affidato questa cattedra, ucciso in cima alla Torre di Astronomia. Lo devo a tutti coloro che sono caduti e cadranno. Lo devo ad Arthur, ed alla sua famiglia, perché so che lotteranno sino alla fine. E lo devo a me stessa, perché così ho riacquistato un po' di dignità. Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio, diceva non so più quale Babbano. Anche se morirò a testa in giù, a quanto pare.

 

The record shows I took the blows
And did it my way.

Il bilancio finale dice che ho incassato i colpi. E l'ho fatto a modo mio.

Ho le lacrime agli occhi. Lo sguardo impassibile di Severus non mi dà alcun conforto. Preferisco conservare nella memoria gli occhi terrorizzati di Draco Malfoy. Forse sta cominciando a misurare lo scarto tra i nobili ideali di purezza del sangue e la sgradevole realtà di brutali assassinii di persone indifese. Non so perché, ma mi viene in mente il finale di quel film Babbano, quando l'eroico partigiano dice al disilluso avventuriero Ora so che la nostra parte vincerà.

Chiudo gli occhi. Voglio che il mio ultimo ricordo sia la nebbia che ricopre in dissolvenza l'aeroporto di Casablanca. Quasi non sento la voce di quel cadavere ambulante che proferisce le due parole più temute da ogni mago al mondo.

Avada Kedavra.

Sipario.


 

 

  
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