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Autore: Harry_Potter992    29/03/2014    2 recensioni
[Sequel di "Qualsiasi cosa tu possa immaginare, è realtà (primo anno)"]
Continuano le avventure di Harry Potter, il Ragazzo che è Sopravvissuto, che non forma più un "magico trio" con Ron e Hermione, bensì un quintetto: durante il suo primo anno a Hogwarts ha stretto amicizia con altre due ragazze, Laura Fancy e Jasmine German.
Cosa aspetta Harry, Ron, Hermione, Jasmine e Laura in questo secondo anno nella Scuola di Magia e Stregoneria più famosa del mondo? Per scoprirlo dovete solo leggere ... perchè anche se questa storia è nata nella mia testa, chi dice che non dovrebbe essere vera?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Laura e Jasmine: due nomi, una storia '
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Per la prima volta, Harry vedeva la casa di Ron. Il suo migliore amico, insieme a Fred e George, era venuto a prenderlo dai Dursley con la macchina volante del signor Weasley, e adesso lui si trovava alla Tana.                                                                                            
La casetta aveva l’aria di essere stata, un tempo, un grosso porcile di pietra. Qua e là erano state aggiunte delle stanze, e questo le dava un aspetto contorto. Delle galline zampettavano nell’aia.                                                                                                                  
- Beh, non è un granché - disse Ron, mentre scendevano dalla macchina.                                                                                                     
- Ma è magnifica! - esclamò Harry felice, pensando a Privet Drive.         
Salirono senza fare rumore, ma non ebbero fortuna; la signora Weasley si precipitò giù per le scale e si piantò davanti a loro con le mani sui fianchi.
- Dove-siete-stati? - sillabò.                                                                       
- Scusaci, mamma, ma vedi, dovevamo …                                                                             
- Letti vuoti! Nessun biglietto … auto sparita … Potevate morire! Potevate essere visti! Ero fuori di me dall’angoscia … Mai in tutta la vita … Ma aspettate che vostro padre torni a casa …                        
Sembrò che durasse ore. Poi la donna si rivolse a Harry.                      
- Sono molto contenta di vederti, Harry caro. Naturalmente non ce l’ho con te. Vieni a fare colazione, ora.   
Solo allora Harry ebbe il coraggio di guardarsi intorno. La cucina era piccola e piuttosto ingombra. L’orologio non aveva numeri e diceva cose del tipo: “Ora di fare il tè” e “Sei in ritardo”. Sulla mensola del camino erano accatastati libri con titoli come Incantate il vostro formaggio, Incantesimi da forno e Banchetti in un minuto: questa sì che è magia! Una radio aveva appena annunciato “L’ora della magia, con l’incantatrice pop Celestina Warbeck”. 
Mentre mangiava, Harry notò una pentola che si sciacquava da sola nel lavello e un lavoro a maglia che si cuciva da sé. Li stava osservando con curiosità, quando una bambina dai capelli rossi comparve in cucina, lanciò un gridolino e corse via di nuovo.                                                                 
- E’ Ginny - disse Ron sottovoce a Harry. - Mia sorella. Non ha fatto che parlare di te tutta l’estate.                                                        
- Sì, vedrai che ti chiederà l’autografo, Harry - commentò Fred ridendo, ma cogliendo l’occhiata di sua madre chinò la faccia sul piatto senza dire più una parola.                                                                 
Quando ebbero finito di mangiare, la signora Weasley ordinò loro di disinfestare il giardino dagli gnomi. Harry, che non l’aveva mai visto fare, volle partecipare e così seguì gli altri in giardino.                         
- Anche i Babbani hanno gli gnomi da giardino, sai? - disse a Ron.                                                                                                                                      
- Sì, le ho viste quelle cose che loro scambiano per gnomi - rispose Ron con la testa infilata in un cespuglio. - Come tanti piccoli e grassi Babbo Natale con la canna da pesca …                        
Si raddrizzò tenendo tra le mani un essere piccolo e coriaceo e aggiunse: - Questo è uno gnomo.                                                              
Di certo non somigliava a Babbo Natale. Aveva una testa calva e bitorzoluta e dei piccoli piedi. Ron lo fece roteare in aria come un lazo e poi mollò la presa, facendolo finire nel campo oltre la siepe.                                                                                                                     
- Non si fanno male - disse, vedendo la faccia sconvolta di Harry. - Ma bisogna stordirli in modo che non ritrovino la strada per le loro tane.
Avevano appena finito, quando videro il signor Weasley che rincasava. Rientrarono anche loro e lo sentirono dire: - Che nottata! Nove ispezioni, nove! E il vecchio Mundungus Fletcher ha cercato di farmi il malocchio mentre ero girato dall’altra parte …                                             
- Ehm-ehm - tossicchiò la signora Weasley, comparendo con un lungo attizzatoio in mano.                                                                                
- Ciao, cara … ehm … - Il sorriso del signor Weasley si spense quando vide che la moglie iniziava a brandire l’attizzatoio come se fosse una spada.
- I tuoi figlioli hanno guidato la tua macchina incantata fino a casa di Harry e ritorno, stanotte! Che cosa hai da dire al riguardo?                  
- Ma davvero? Ed è andato tutto bene? V-voglio dire - balbettò il signor Weasley mentre gli occhi della moglie mandavano faville - a-avete f-fatto m-molto male, ragazzi … molto molto male …            
-Lasciamoli a sbrogliarsela da soli - bisbigliò Ron a Harry. - Vieni, ti faccio vedere la mia stanza.                                                                          
Sgusciarono fuori dalla cucina e attraversarono uno stretto corridoio fino a una scala zigzagante che conduceva ai piani superiori. Al terzo c’era una porta socchiusa: Harry fece in tempo a vedere un paio di occhi scuri che lo guardavano fisso prima che la porta si chiudesse con uno scatto.
-E’ Ginny - disse Ron. - E’ strano che sia così timida. Di solito non sta mai zitta …                                                                                                     
Salirono altre due rampe, fino a raggiungere una porta tutta scrostata con una targa che diceva “Stanza di Ronald”.                  
Harry entrò, sfiorando con la testa il soffitto spiovente. Quasi tutto sembrava essere di un violento color arancio: il copriletto, le pareti, perfino il soffitto. Poi Harry si rese conto che Ron aveva ricoperto quasi completamente la carta da parati con poster delle stesse sette persone, tutte con indosso sgargianti abiti arancioni e munite di manici di scopa.                                                                         
- La tua squadra di Quidditch? - chiese Harry.                                          
- I Cannoni di Chudley - rispose Ron. - Nona in classifica.                  
I libri di scuola di Ron erano ammonticchiati in un angolo, accanto a una pila di fumetti della serie Le avventure di Martin Miggs, il Babbano matto. La bacchetta magica era buttata sul davanzale della finestra, sopra una boccia da pesci piena di uova di rana; in un angolino c’era Crosta che dormiva beatamente.           
- E’ un po’ piccola - disse Ron. - E poi mi trovo proprio sotto il fantasma che vive in soffitta. Non fa che picchiare sui tubi e lamentarsi.
Ma Harry fece un gran sorriso. -Questa è la casa più bella dove sia mai stato.                                                                                                           
A Ron si arrossarono le orecchie.                                   
                                                                                                                ***
La vita alla Tana era quanto di più diverso da Privet Drive si potesse immaginare, tutta stranezze e imprevisti. Harry rimase scioccato la prima volta che, guardandosi allo specchio sul camino della cucina, quello gli gridò: “Infilati la camicia dentro i pantaloni, sciamannato!”. Lo spiritello della soffitta ululava e batteva sui tubi ogni volta che gli pareva regnasse troppa calma, e le piccole esplosioni provenienti dalla camera di Fred e George erano considerate perfettamente normali. Ma quello che Harry trovava insolito era la sensazione di essere simpatico a tutti.                
La signora Weasley era sempre preoccupatissima dello stato dei suoi calzini, e a cena il signor Weasley voleva che si sedesse accanto a lui, per bombardarlo di domande sui Babbani.                                        
- Affascinante! - disse quando Harry gli spiegò l’uso del telefono. - Ingegnoso, veramente! Quanti modi hanno trovato i Babbani per cavarsela senza la magia!                                                                              
Una mattina lui e Ron scesero a colazione un po’ più tardi del solito, e trovarono i signori Weasley, Ginny e i gemelli già seduti a tavola. Nel vedere Harry, Ginny rovesciò la ciotola di porridge. Sembrava che tendesse a far cadere qualcosa ogni volta che Harry entrava in una stanza. Si infilò sotto il tavolo per riprendere la ciotola e ne emerse rossa come i suoi capelli.                                  
Facendo finta di non essersi accorto di niente, Harry si sedette e addentò un toast.                                                                                          
- Posta da scuola - disse il signor Weasley, porgendo a Harry, Ron, Fred e George quattro buste di pergamena giallastra. - Silente sa già che tu sei qui, Harry … Non gliene scappa una, a quello.                  
Fred finì per primo di leggere il suo elenco dei libri e sbirciò quello di Harry.                                                                                                                
- Anche a te hanno detto di prendere tutti i libri di Allock! - esclamò. - Il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure deve essere un suo fan … Scommetto che è una strega.                                  
A quel punto Fred colse l’occhiata di sua madre e si concentrò sulla sua marmellata.                                                                                   
In effetti, nell’elenco di Harry solo un libro di scuola non era di un certo Gilderoy Allock.                                                                                  
- Questa volta non ce la caviamo con poco - disse George lanciando un’occhiata ai genitori. - I libri di Allock costano parecchio ...
- Beh, ce la faremo - disse la signora Weasley, anche se sembrava preoccupata. - Molte delle cose che servono a Ginny penso che potremo prenderle di seconda mano.                                                        
- Oh, è il primo anno a Hogwarts? - chiese Harry a Ginny.                                   
Lei annuì arrossendo e infilò un gomito nel piattino del burro. Nessuno tranne Harry se ne accorse, perché in quel momento arrivò Percy, il fratello maggiore di Ron.                                                       
- ‘Giorno a tutti - salutò allegramente. - Bella giornata.                                                       
Prese posto a tavola, ma si rialzò subito perché si era seduto su un piumino per la polvere tutto spennacchiato … o perlomeno, così pensò Harry fino a quando non si accorse che il piumino respirava.                                                                                                           
- Errol! - disse Ron, prendendo due lettere dal gufo zoppicante. - Finalmente! Ha portato la risposta di Hermione, Laura e Jasmine. Le avevo scritto dicendo che avremmo cercato di salvarti dai Dursley.                                                                                                                    
Andò a posare Errol su un trespolo, cercando di farlo stare dritto, ma lui si accasciò di nuovo, per cui Ron lo mise sullo scolatoio mormorando: - Patetico! - Poi strappò una busta e lesse la lettera di Hermione:

Caro Ron e caro Harry, se anche tu sei lì,                                                  
Spero che tutto sia andato liscio, e che Harry stia bene e che non abbiate fatto niente di illegale per portarlo via, Ron, perché se cos
ì fosse questo metterebbe nei guai anche lui. Sono stata sinceramente preoccupata e se Harry sta bene, fatemelo sapere immediatamente.
Jasmine e Laura non hanno un gufo, quindi non le ho sentite per niente. Voi avete inviato loro qualche lettera?                                 
Naturalmente ho molto da fare con i compiti di scuola
(“Ma come fa?” disse Ron in preda all’orrore. “Siamo in vacanza!”) e il prossimo mercoledì andremo a Londra a comprare i libri per il nuovo anno. Perché non ci vediamo a Diagon Alley?                                                                  
Datemi notizie appena potete.   
                                                                                  Vostra Hermione   

-Beh, casca proprio a fagiolo - commentò la signora Weasley. - Possiamo andare anche noi a comprare tutto quello che vi serve.
- Vediamo cosa fanno Laura e Jasmine - disse Ron, strappando l’altra busta.

Caro Ron,                                                                                                          
come stai? Da noi va tutto bene. Andiamo al mare e ci divertiamo molto come sempre, anche se tu, Harry e Hermione ci mancate!          
A proposito di Harry, sei riuscito a salvarlo dai suoi zii? Speriamo di s
ì. Da come ce ne ha parlato sembrano proprio delle brutte persone! Se ci sei riuscito, salutacelo.                                                                                                           
Ma come hai fatto (se l’hai fatto) ad andare fino a casa sua e a portarlo via?                                                                                                                
Beh, comunque ti mandiamo tanti saluti e ci rivediamo presto a Hogwarts. Un saluto anche a Hermione, se l’hai sentita, e alla tua famiglia! 
                                                                     Baci,

                                                                              Jasmine e Laura      

-Mando una lettera per dire di incontrarci mercoledì a Diagon Alley - disse Ron quando ebbe finito di leggere, e salì nella sua stanza per prendere carta e penna.                                                                 
Mentre Errol volava via con la lettera per Laura e Jasmine nel becco, Harry, Ron, Fred e George risalirono la collina fino a un piccolo campo recintato di proprietà dei Weasley. Era circondato da alberi che lo nascondevano alla vista del villaggio sottostante, il che significava poter giocare a Quidditch senza essere visti. Non potevano usare vere palle, però, perché se avessero raggiunto il villaggio sarebbero stati guai; così si esercitavano con delle mele.     Finalmente arrivò il mercoledì, e la signora Weasley li svegliò tutti di buon’ora per andare a Diagon Alley. Si misero davanti al camino e la signora Weasley prese un vaso pieno di una polvere scintillante.                                                                                                              
- Prima gli ospiti! Dopo di te, Harry caro.                                                       
- C-che cosa dovrei fare? - balbettò lui.                                                            
- Lui non ha mai viaggiato con la Polvere Volante - disse Ron.                       
- Mai? - ripeté la signora Weasley. - Ma come hai fatto ad andare a Diagon Alley, l’anno scorso?                                                                   
- Sono andato con la metropolitana …                                                                 
- Ma davvero? - fece il signor Weasley interessato. - C’erano le scale nobili? E come funzio …                                                                                              
- Non ora, Arthur - lo pregò la moglie. - Bene, allora vai prima tu, Fred.                                                                                                                        
Il ragazzo prese un pizzico di polvere e la gettò nel camino. Le fiamme diventarono verde smeraldo. Fred ci saltò dentro, gridò: - Diagon Alley! - e sparì.
- Devi parlare chiaramente, caro - disse la signora Weasley a Harry, mentre anche George scompariva. - Dì dove devi andare, e non farti prendere dal panico.                                                                                               
Harry ripeté quello che aveva visto fare a Fred e George e disse: - Diagon Alley! -, tossendo a causa della cenere che gli era entrata in bocca.
Ebbe la sensazione di essere risucchiato, e un attimo dopo si ritrovò in un negozio debolmente illuminato con un sacco di oggetti inquietanti disposti sugli scaffali. Harry uscì in fretta e vide che sull’insegna c’era scritto Magie Sinister.                                             
Gli altri negozi di quel posto sembravano altrettanto inquietanti. Lo stesso si poteva dire delle persone che si trovavano lì. Una vecchia strega gli si avvicinò e gli bisbigliò all’orecchio: - Non è che per caso ti sei perso, caro?                                                                      
Harry fece un passo indietro di fronte a quegli occhi avidi. - Tutto a posto, grazie. Sto soltanto …                                                                    
- HARRY! Che ci fai da ‘ste parti, ragazzo?                                                  
Il cuore di Harry gli balzò nel petto. - Hagrid! - chiocciò con sollievo. - Mi sono perso … La Polvere Volante ...
Hagrid lo tirò via dalla strega e lo trascinò per un vicolo tortuoso, portandolo dritto a Diagon Alley.                                                                                              
- Sei tutto fetente! - disse burbero, scrollandogli di dosso la fuliggine con tale energia da farlo quasi cadere in un barile di guano di drago. - Ma che ti piglia, vagolare per Notturn Alley ... Posto infame, Harry … Non mi garba che ti fai vedere qui …                          
- Te l’ho detto, mi sono perso - disse Harry, cercando di schivare un’altra energica spazzolata. - E tu, allora, che ci facevi?                                    
- Io cercavo un Repellente per lumache carnivore. Mi rovinano tutti i cavoli della scuola. Ma tu sei mica solo?                                                       
- Sto a casa dei Weasley, ma ci siamo divisi. Devo andare a cercarli.                                                                                                              
Mentre si avviavano insieme lungo la strada, Hagrid chiese: - Io a te t’ho scritto, perché tu no?                                                                                  
Harry gli raccontò dei Dursley e di Dobby, uno strano elfo domestico che era venuto a trovarlo durante l’estate. Dobby, che aveva grandi occhi verdi e un lungo naso a matita, gli aveva detto che non doveva tornare a Hogwarts, perché c’era un complotto per far succedere cose terribili. Aveva persino intercettato le lettere che gli avevano mandato Ron e Hagrid. E Harry che per tutta l’estate si era rammaricato che i suoi amici l’avessero dimenticato … aveva creduto che loro non gli avessero scritto nemmeno una lettera …                                                                                
Dobby aveva chiesto a Harry di giurare che non sarebbe tornato a Hogwarts, ma lui aveva rifiutato, e così l’elfo aveva fatto cadere la torta di zia Petunia in testa alla signora Mason, che era ospite insieme al marito per concludere un affare con zio Vernon. Dopo quell’episodio l’affare era saltato, e zio Vernon aveva chiuso Harry nella sua camera. Fino a quando poi Ron, Fred e George non erano venuti a prenderlo con la macchina volante.                       
- Fetenti di Babbani! - ringhiò Hagrid quando Harry ebbe terminato il suo racconto. - Se lo sapevo …                                               
-Harry! Harry! Da questa parte!                                                                
Harry guardò in alto e vide Hermione in cima alla candida scalinata della Gringott. Lei spiccò una corsa per andargli incontro, con i folti capelli castani al vento.                                           
-Ciao, Hagrid … Oh, è meraviglioso rivedervi ... Stai andando alla Gringott, Harry?                                                                                                                    
- Appena trovo i Weasley.                                                                              
- Eccoli che arrivano – disse Hagrid ridendo.                                           
I Weasley li raggiunsero a grandi passi, ansimanti.                                        
- Dove sei uscito? - chiese Ron a Harry.                                                                                                                    
- A Notturn Alley.                                                                                      
- Grande! - esclamarono Fred e George all’unisono.                              
- Guardate, quelle non sono Laura e Jasmine? - fece Hagrid indicandole col dito.                                                                                        
Erano proprio loro, e si stavano avvicinando, sorridenti.                                 
- Ciao! - li salutarono in coro.                                                                          
Tutti ricambiarono il saluto, poi Hagrid annunciò: - Beh, io me ne vado. Ci becchiamo a Hogwarts!                                                              
Jasmine ridacchiò sottovoce per l’espressione che aveva usato.                    
Alle spalle di Laura e Jasmine apparvero due uomini e due donne, di certo i loro genitori.                                                                                     
- Dobbiamo entrare alla Gringop, vero? - chiese la donna più bassa rivolta a Jasmine.                                                                                
- Ehm … sì, ma si chiama Gringott - rispose lei ridendo.                            
L’uomo con i capelli neri salutò i Weasley, guardandoli con un po’ di sospetto.                                                                                                        
- Ma voi siete Babbani! - esclamò eccitato il signor Weasley. - Dobbiamo brindare! Che cos’è che avete là? Ah, sono le vostre monete. Guarda, Molly! - e indicò entusiasticamente le banconote da dieci sterline che l’uomo dagli occhi chiari teneva in mano.           
L’uomo in questione e una donna dai capelli neri squadrarono perplessi il signor Weasley mentre tutti insieme entravano nella Gringott. Al bancone c’erano i genitori di Hermione, cosa che provocò un’altra ondata di esclamazioni da parte del mago, fino a quando la moglie non gli ricordò che dovevano andare nella loro camera blindata.                                                                                         
Quando uscirono dalla banca, presero tutti strade diverse. Percy bofonchiò di aver bisogno di una nuova penna d’oca; Fred e George avevano intravisto un compagno di scuola, Lee Jordan; la signora Weasley e Ginny dovevano andare in un negozio di abiti di seconda mano. Il signor Weasley insisteva per invitare i signori Granger, i signori German e i signori Fancy al Paiolo Magico a bere qualcosa.                                                                                                
- Ci vediamo tra un’ora al Ghirigoro per comprare i libri - disse la signora Weasley. - E state lontani da Notturn Alley! - gridò ai due gemelli che già stavano dandosela a gambe.                                                                                                                 
La mamma di Jasmine raccomandò alla figlia: - Mi raccomando, non vi allontanate. Non date retta agli sconosciuti e …                            
- Sì, ok - la interruppe Jasmine, mezza divertita e mezza seccata. Alzò gli occhi al cielo in direzione di Laura e seguì lei, Ron, Hermione e Harry lungo la via tortuosa.                                                     
Harry, che aveva riempito la borsa di monete approfittando della tappa alla Gringott, ne spese alcune per comprare tre grossi gelati alla fragola e al burro di noccioline per lui, Ron, e Hermione, uno al fiordilatte e limone per Laura e uno al cioccolato per Jasmine (sotto loro richiesta).                                          Divorarono i gelati tutti felici, gironzolando e guardando le vetrine. Ron si fermò estasiato di fronte a una divisa completa dei Cannoni di Chudley esposta da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch, finché Hermione non li trascinò a comprare inchiostro e pergamena nel negozio accanto. Poi fu il turno di Laura, che volle assolutamente fermarsi al Serraglio Stregato per guardare gli animali. La sua attenzione fu subito catturata da una tartaruga con il carapace tempestato di pietre preziose, per poi posarsi su un gattino bianco e nero di cui sembrò innamorarsi all’istante.                        
- C’è qualcosa che non va? - chiese la commessa in tono gentile, attirata dai versetti estasiati di Laura.                                                    
- No, no - si affrettò a dire Hermione, e tirò l’amica per una manica. - E’ passata un’ora, dobbiamo andare al Ghirigoro …                                
- No! - fece Laura, accarezzando la testa al gattino, e continuò in tono teatrale: - Non posso staccarmi da questa creatura meravigliosa, stupenda ... divina … amooore!                                         
- Dai, andiamo - disse Ron. Fece un cenno alla commessa. - Buona giornata!                                                                                                            
- Ma perché mi avete staccato da quella creatura meravigliosa? - disse Laura mentre uscivano dal negozio.                                                       
- Perché avevi tutta l’aria di voler rimanere lì per il resto dei tuoi giorni - rispose subito Ron.                                                                                                  
Laura sorrise appena e assunse un’aria sognante. Probabilmente stava ripensando agli animali, e in particolare al gattino.                        
Una volta arrivati al Ghirigoro, videro che fuori dal negozio c’era una vera e propria folla di gente, che sembrava composta perlopiù da streghe dell’età della signora Weasley. Una grande insegna recitava:
                                                                              Oggi, dalle 12,30 alle 14,30
                                                                                      GILDEROY ALLOCK 
                                                                            firmerà copie della sua autobiografia 
                                                                                          Magicamente io 
                                                                                                                                

-Potremo conoscerlo! - gridò Hermione. - Voglio dire, è lui che ha scritto quasi tutti i nostri libri di testo!                                                             
- Sì, bellissimo - borbottò Laura, che non capiva tutto quell’entusiasmo.                                                                                            
Sgattaiolarono dentro al negozio e raggiunsero i Weasley, che facevano la fila insieme ai Fancy, ai German e ai Granger.                                  
- Oh, eccovi arrivati, bene! - disse la signora Weasley. Sembrava le mancasse il fiato e continuava ad aggiustarsi i capelli. - Tra un minuto lo vedremo ...
Gilderoy Allock apparve, seduto a un tavolo, i capelli biondi e ondulati e un sorriso abbagliante. Un ometto gli scattava foto a più non posso.
Alzando lo sguardo, Allock si accorse di Harry. Sgranò gli occhi. Poi balzò in piedi e gridò: - E’ mai possibile? Ma quello è Harry Potter?
La folla prese a bisbigliare eccitata. Allock si tuffò in avanti, prese Harry per un braccio e lo trascinò in prima fila. Partirono gli applausi. Harry era paonazzo, mentre il fotografo continuava a scattare foto su foto.                                                                                       
- Fai un bel sorriso, Harry - disse Allock, mettendo in mostra la sua splendente dentatura. - Tu e io, insieme, siamo degni della prima pagina.  
Poi si rivolse alla folla. - Signore e signori! Che momento straordinario è mai questo! Quando oggi il giovane Harry è entrato al Ghirigoro, voleva semplicemente acquistare la mia autobiografia, che ora sono lieto di regalargli - (qui la folla applaudì) - e non aveva la minima idea - continuò - che di lì a poco avrebbe avuto ben più del mio libro Magicamente io. Infatti, lui e i suoi compagni avranno magicamente me in carne e ossa. Sì, signore e signori, ho il grande piacere di annunciare che a settembre assumerò l’incarico di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure alla scuola di Hogwarts!                                                                  Tutti applaudirono un’altra volta e Harry si ritrovò tra le braccia l’intera pila dei libri di Allock. Barcollando, si fece largo riuscendo a raggiungere Laura e Jasmine in un angolo. Laura sembrava piuttosto sconcertata, e guardava Allock con aria dubbiosa. Scambiò un’occhiata con Jasmine. La cugina ridacchiò, poi andò verso gli scaffali, iniziando a guardare i libri e a sfogliarli.                                                                                                       
Harry immaginava che non si sarebbe mossa da lì fino a quando non sarebbe arrivata l’ora di andarsene. Si avvicinò a Ginny, in piedi accanto al suo nuovo paiolo.                                                                                                       
- Tu prendi questi - le bofonchiò, scaraventando i libri nel paiolo. - Io me li comprerò …                                                                                         
- Scommetto che ti è piaciuto, non è vero, Potter? - disse la voce di Draco Malfoy alle sue spalle.                                                                       
- Il famoso Harry Potter - continuò il ragazzo, col suo solito ghigno stampato in faccia. - Non può neanche entrare in una libreria senza fare notizia!
- Lascialo in pace, non è stato lui a volere tutto questo! - disse Ginny. Era la prima volta che parlava di fronte a Harry. Stava guardando fisso fisso Malfoy.                                                                           
- Potter, ti sei fatto una ragazza! - esclamò Malfoy strascicando le parole. Ginny arrossì violentemente. Laura guardava Malfoy con aria di sfida, e anche Jasmine, alzando per un attimo lo sguardo da un libro, l’aveva visto.                                                                             
In quel momento si avvicinarono Ron e Hermione, carichi di libri. -Ah, sei tu! - disse Ron, guardando Malfoy come se fosse qualcosa di sgradevole che gli si era attaccato alla suola di una scarpa. - Scommetto che sei sorpreso di vedere Harry qui, eh?                                
- Non tanto sorpreso quanto di vedere te dentro un negozio, Weasley - replicò Malfoy. - Suppongo che i tuoi genitori faranno la fame per un mese per pagare tutta quella roba.                                    
L’aria di sfida di Laura si fece più accentuata. Ron diventò paonazzo come Ginny e fece per lanciarsi verso di lui, ma Harry e Hermione lo afferrarono per la maglietta.                                                    
Jasmine seguiva la discussione a poca distanza da lì, il libro ancora in mano.                                                                                                                 
- Ron! - disse il signor Weasley, arrivando con Fred e George. - Cosa stai facendo? Qua dentro è pazzesco, andiamo fuori.                             
- Bene, bene, bene … Arthur Weasley.                                                                    
Era il signor Malfoy. In piedi, con la mano sulla spalla del figlio.           
- Lucius - lo salutò lui con un freddo cenno del capo.                             
- Ho sentito che è un momento di superlavoro, al Ministero - disse Malfoy. - Tutte quelle ispezioni … Spero bene che le paghino gli straordinari!
Estrasse un libro di Allock dal calderone di Ginny.                                       
-Ovviamente no. Santo cielo, a che serve essere un’onta al nome stesso di mago se non la pagano nemmeno bene?                                      
- Abbiamo un’idea molto diversa di quel che significa screditare il nome di mago, Malfoy.                                                                                       
- Mi sembra chiaro - replicò il signor Malfoy. Spostò lo sguardo sui Granger, i Fancy e i German, che li guardavano con apprensione. - Le compagnie che lei frequenta, Weasley … eppure avrei detto che la sua famiglia avesse già toccato il fondo …                                  
Ci fu un tonfo e il calderone di Ginny volò in aria; il signor Weasley si era avventato su Lucius Malfoy, scaraventandolo contro uno scaffale. Decine di pesanti libri caddero sulle loro teste. Si udì il grido unanime di Fred e George: - Prendilo, papà! - seguito da quello della signora Weasley: - No, Arthur, no!                     La folla si ritrasse. Laura indietreggiò, sconcertata. A Jasmine invece, seppure fosse turbata, scappava un po’ da ridere.
- Signori, vi prego … vi prego! - gridava il commesso.                                                    
Poi una voce che superava quella di tutti gli altri intimò: - Basta un po’, gente!                                                                                                 
Era Hagrid. In un attimo separò i due lottatori. Il signor Weasley aveva un labbro spaccato, mentre l’altro era stato colpito a un occhio da un grosso volume. Aveva ancora in mano il libro di Ginny. Glielo lanciò e disse: - Tieni, ragazzina … è tutto quello che tuo padre riesce a darti!                     
Poi fece un cenno a Draco e uscì dal negozio.                                                    
- Non ci dovevi dar retta, Arthur - disse Hagrid quasi sollevando il signor Weasley da terra. - Marcissimi sono, tutta la famiglia, lo sanno tutti. Andiamo, su.
Sembrò che il commesso volesse impedire loro di uscire, ma poiché arrivava a stento alla vita di Hagrid parve ripensarci.                                 
Se ne andarono in fretta, con i German, i Fancy e i Granger ancora spaventati e la signora Weasley fuori di sé per la rabbia.           
- Bell’esempio da dare ai tuoi figli … una rissa in pubblico … che cosa avrà pensato Gilderoy Allock …                                                               
- Era tutto contento - disse Fred. - Ha chiesto a quel tizio della Gazzetta se nel suo articolo poteva accennare alla rissa … ha detto che era tutta pubblicità.                                                                                 
Ma era un gruppo ormai placato quello che giunse al Paiolo Magico, da dove Harry e i Weasley avrebbero fatto ritorno alla Tana per mezzo della Polvere Volante. Si accomiatarono dai Granger, dai German e dai Fancy, che uscirono dal pub per raggiungere i quartieri dei Babbani. A Harry parve di sentire la madre di Jasmine che chiedeva sottovoce alla figlia, piuttosto ansiosa, chi fosse quel tipo grosso con la barba alto più di tre metri. metri.                                                                                                         
*Angolo autrice*
Salveeeeeeeeeeeeeee :D :D
Ora, per chi ha già avuto la fortuna (o sfortuna, a seconda dei punti di vista) di incontrarmi ... ebbene sì, questo è il secondo anno ^^ Il secondo anno delle vicende di Harry Potter arricchite con due nuovi personaggi, Laura e Jasmine.
Per chi volesse seguirmi, consiglio di andare a leggere la storia precedente, in modo che la lettura di questa sia più completa ^^
So che l'idea di uno o più nuovi personaggi che interagiscono con Harry e compagnia è una storia trita e ritrita, ma a mio parere l'originalità di una fanfic non sta nel numero di volte in cui viene riproposta, ma nel modo in cui l'autore la rende propria con il suo stile, le sue idee ecc.
Vabbè, mi sembra chiaro che, non sapendo cosa scrivere, sto riempiendo questo spazio di parole inutili XD Spero che la storia vi abbia colpito e che vorrete lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate, ne sarei stra-contentissima :D :D Un saluto grande a tutti!
  
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