Capitolo 9: Chi trova un amico, trova un
tesoro
“E |
t voilà… dal Mitchell a Eglin in
quattro ore e diciassette minuti: un vero record!” sentenziò il maggiore
Greason chiudendo l’alimentazione ai motori.
“E
meno male” commentò il capitano Stone dal posto del co-pilota “più di duemila
miglia solo per portare quaggiù una mucchietto di scartoffie…!”
“Lo
so, ma il colonnello Eaker mi ha chiesto personalmente questo favore” ribatté
il compagno slacciandosi le cinghie e raccogliendo le carte nautiche “non
potevo certo rifiutare, dopo che aveva approvato il mio avanzamento!”
I
due amici attraversarono la botola nel ventre dell’apparecchio che li aveva
trasportati da New York e il più anziano, non appena toccato terra, iniziò a
massaggiarsi le reni: “Certo che la North
American potrebbe montare dei sedili più confortevoli su quest’affare…
fortuna che noi voliamo sui caccia!”
“E
smettila di lagnarti” lo rimbrottò Andy mollandogli un leggero cazzotto sulla
schiena “siamo in Florida, no? Mare, sole e bellezze al bagno…” all’imbronciarsi
del compagno, proseguì “…ah, già: dimenticavo il tuo stato civile. Che peccato…!”
“Ha
parlato lo scapolo!” lo rimbeccò Jim, sarcastico.
“Già…
ma devi sapere che il sottoscritto gode, talvolta, di brevi licenze
extraconiugali. Non lo sapevi?”
“Non
lo sapevo e non ci credo!” affermò Stone, recisamente.
“Fai
bene…!”
“Parlando
più seriamente” cambiò discorso il capitano mentre si allontanavano dal B-25[1] verso
il comando della base “potrei sapere cosa contiene di tanto prezioso quella
cartella per giustificare tutti questo spreco di carburante?”
“Le
nuove tattiche di ricerca aerea e di attacco antisom, elaborate dal comando
della Flotta Atlantica. Eaker mi ha chiesto di portare la versione per
l’Esercito al comandante dell’aviazione caraibica, che ha sede in questa base.”
“Capperi”
esclamò l’altro, sbalordito “non mi dirai che quello studio prende spunto da
quella nostra azione d’intercettamento, di tre settimane fa!”[2]
“Hai
fatto centro. La sortita di quel sommergibile ha fatto un sacco di rumore, a
Washington. Quindi hanno deciso di adottare alcune precauzioni, soprattutto
all’imbocco con il Golfo del Messico.”
“Comprensibile”
ammise James “temono che gli U-Boats si mettano a fare la posta alle petroliere
davanti ai porti texani.”
“Proprio
così.” concluse il maggiore, rispondendo al saluto della sentinella.
Poco
più tardi i due piloti del 3° Gruppo da Caccia Sperimentale furono ricevuti dal
brigadiere-generale Nathan Twinings, comandante della 2a Forza
Aerea, che presidiava, con il Primo Stormo, lo spazio aereo caraibico
settentrionale (Florida, Cuba e Bahamas) mentre quello meridionale (Piccole
Antille, Hispaniola e Giamaica) era controllato dal Secondo Stormo, stanziato a
Panama.
“Ecco
qua il nostro arpionatore di crucchi” lo apostrofò giovialmente Twinings quando
lo vide entrare nel suo ufficio “caro maggiore Greason, devo proprio farle i
miei complimenti per la sua impresa di New York!”
“Troppo
gentile, generale” rispose l’asso, salutando “è stato solo un colpo fortunato…
e neanche del tutto decisivo.”
“Accomodatevi”
accennò il superiore, continuando mentre i due si sedevano “beh, se non altro
ha impedito a quei crucchi bastardi di tornarsene a casa tutti pieni di boria… inoltre
quell’episodio farà parlare di voi
“Sempre
che questo sia un vantaggio, signore…!” si lasciò scappare James Stone, con una
smorfia poco allegra, mentre guardava di striscio il suo compagno frugare nella
cartella.
“Vedrà
che i fatti lo confermeranno, capitano. A proposito, Greason: felicitazioni per
la promozione ed il suo nuovo incarico: sono sicuro che il 444° Gruppo della
nuova Ottava farà vedere i sorci verdi ai ragazzi di Hermann!”[3]
“Lo
spero, generale” sorrise bonariamente l’interessato “nel frattempo, eccole il dossier.”
concluse consegnando l’elaborato sulle nuove tattiche antisom da impartire alle
squadriglie locali.
“Ah,
benissimo… vi ringrazio di averlo portato fin qua!” disse Twinings premendo un
pulsante sul proprio citofono. Dopo pochi istanti comparve un ufficiale, a cui venne
affidato il prezioso fascicolo. Frattanto il nostro Andy, guardandosi intorno
per ammazzare il tempo, buttò l’occhio sopra un’ordinanza appesa alla parete
(erano le disposizioni dei comandi nei confronti dei civili sospetti,
soprattutto se di origine nippo-tedesca) e la sua vista acutissima si fermò
sulla firma alla fine del testo.
“Caspita”
mormorò all’attenzione dell’amico “Simon Stacey comanda il distretto militare
di Tallahassee… guarda il caso!”
“Lo
conosci?” sussurrò James, mentre il generale dava ancora disposizioni al suo
aiutante.
“Direi…
facemmo la Primaria[4] insieme. È una vita che
non lo vedo!”
Congedato
il sottoposto, il generale invitò Greason e Stone a desinare con lui alla mensa
ufficiali, dove i tre aviatori si raccontarono le proprie esperienze di guerra.
A fine pasto il comandante della 2a FA domandò ai suoi ospiti se
avevano qualche programma prima di ripartire.
“Beh,
il Mitchell col quale siano arrivati
era in trasferimento qui. Dobbiamo rientrare con un C-47 che decollerà soltanto stasera. Pensavo di fare un salto a Tallahasse per
salutare un vecchio compagno di scuola.”
“D’accordo.
Usate pure una jeep della base: vi firmo l’autorizzazione per l’autoparco!”
disse Twining estraendo un’agendina e la stilografica dal taschino.
“Molte
grazie, signore” rispose Andy prendendo il foglietto “vieni, Jim!”
“Ma
non volevi andare a vedere le bellezze al bagno?” lo provocò il capitano, maliziosamente.
“Muoviti,
spiritosone…!!” lo spinse via il compagno, rudemente.
***
Circa
un’oretta dopo, la jeep messa a disposizione dei due ufficiali della 4a
Air Force frenava davanti al comando del presidio militare della Contea.[5]
Seguito dal suo fedele secondo, Andy Greason si presentò davanti alla
ricezione.
“Posso
aiutarla, maggiore?” domandò l’incaricato, salutando.
“Buongiorno,
sergente. Vorrei vedere il colonnello Stacey, se è libero.”
Il
graduato lanciò uno sguardo verso la porta a vetri che dava nell’ufficio del
comandante: “Sono spiacente, signore. Ma, in questo momento…”
Le
sue parole vennero interrotte da una voce il cui volume si era improvvisamente alzato
dietro la sottile porta summenzionata: “È inutile che insisti, Tom: ti ho già
spiegato che non è possibile!”
“Ti
scongiuro, Simon: si tratta della mia famiglia…!!”
“Questo
non cambia le cose: tuo figlio è cittadino americano, maggiorenne e incensurato.
Ha firmato per l’arruolamento volontario, è stato mandato alla visita ed è
stato dichiarato abile. Per cui non c’è niente da fare: fra pochi giorni sarà
trasferito al centro di addestramento di Forte Benning!”
“Sono
sicuro però che si troverebbe una soluzione, se solo tu volessi…!”
“Ti
ripeto di no. E comunque, detto fra noi, un po’ di disciplina militare al tuo
ragazzo non può fare che bene…!”
“E
se me lo mandano oltremare a rimetterci la pelle?! Mia moglie mi ucciderà…!”
“Dovevi
pensarci prima!”
All’improvviso
la porta si spalancò, facendo apparire un colonnello ancora abbastanza giovane,
ma col viso segnato dalla stanchezza, tallonato da un distinto signore sulla
cinquantina, dai capelli grigi come i baffoni che portava.
“Kaminski,
accompagna il signore alla sua macchina, per favore!”
“Agli
ordini, colonnello!” rispose il sergente.
“Insomma,
non vuoi proprio venirmi incontro?!” insistette ancora il civile.
L’ufficiale
sospirò, rivolgendogli ancora la sua paziente attenzione: “Tom, fattelo entrare
in testa una volta per tutte: non posso…!!”
“Salve,
Simon. Qualche guaio?”
L’allegra
voce fece sobbalzare l’interpellato che, giratosi, si trovò di fronte la sua
vecchia conoscenza, seduto su un divanetto con la testa appoggiata sulle mani.
“ANDY…!!!
Ma sei proprio tu…??” esclamò Stacey, sorpreso quant’era lieto di venir
distratto dalla grana in corso.
“Come
vedi” sorrise l’amico alzandosi in piedi e stendendogli la mano “lieto di
ritrovarti, Sam. Anzi, signore…!” precisò, notato lo sguardo disapprovante del
sergente.
“Lascia
stare, ci mancherebbe” replicò bonariamente il superiore “una celebrità come
te… e il tuo socio?”
“È
il capitano James Stone, di Richmond: il mio secondo.”
“Signor
colonnello…” fece questi, salutando.
“Salute,
capitano” ribadì Stacey, stringendo la mano anche a lui “sono onorato di ricevere
nel mio presidio sperduto nientemeno che due ex Tigri Volanti. Ma che cavolo ci fate, qui?”
“Servizio
postale per conto del Dipartimento. A Eglin
ho saputo che comandavi la piazza locale e ho pensato di venire a salutarti.”
“Non
ti smentisci mai” commentò l’ex condiscepolo, con un caldo sorriso “li hai
sempre trattati bene, gli amici!”
“Come
te, se ben ricordo. Non ci presenti il tuo?” chiese Andy volgendo gli occhi all’azzimato
gentiluomo che non si schiodava dal punto in cui era, ignorando le
sollecitazioni di Kaminski, già propenso a chiamare gli MP.
“Ah,
già…” rispose il colonnello, leggermente imbarazzato “…ecco, questi è il signor
Thomas Marvin Legan, finanziere di Chicago. Eravamo insieme, al Liceo.”
“Piacere,
maggiore” l’interpellato chinò lievemente la testa “capitano…!”
“Perdiana,
ma allora è una vera rimpatriata scolastica” ridacchiò Greason educatamente “felicissimo,
signor Legan… sono Andrew Steve Greason. Fa piacere incontrare uno dei nostri
maggiori contribuenti!”[6]
L’uomo
d’affari annuì, compiaciuto: “Anche incontrare uno dei nostri aviatori più arditi
è oltremodo edificante!”
“Grazie.
Non per essere indiscreto, ma sembrava che aveste qualche problema. Di che si
tratta?”
“Lascia
stare, Andy” intervenne Stacey “non è cosa di cui ti debba occupare!”
“Aspetta
Sam, forse possiamo far qualcosa… naturalmente se il signore e d’accordo.”
“Beh…
si tratterebbe di mio figlio” rispose il signor Legan, cogliendo la palla al
balzo “è praticamente scappato di casa per arruolarsi e…”
“Penso
sia meglio parlare nel mio studio” si rassegnò il colonnello Stacey, volgendo
lo sguardo a Kaminski “ordine annullato, sergente!”
“Signorsì,
colonnello!” rispose l’aiutante, tornando al suo posto.
***
“Mio
figlio minore, Neal… è praticamente scappato di casa, a Miami, una settimana
fa. Ci ha lasciato un biglietto dove scriveva che partiva volontario… mi sono
precipitato al distretto della capitale,[7] ma era
troppo tardi: aveva già passato la visita e l’avevano già spedito ad Atlanta,
al Centro di Raccolta. Il colonnello Stacey mi diceva, prima, che fra pochi
giorni lo manderanno a Forte Benning, alla scuola di fanteria…!”
“E
mi par di capire che la sua volontà d’imbracciare un fucile non incontra esattamente
la sua approvazione. Giusto?”
L’uomo
sospirò stancamente: “Il fatto è che… mio figlio è un viziato cronico, con una
forza di volontà praticamente nulla. Ha un carattere debole e, in quanto al
coraggio… beh, mi duole dirlo, ma… non si trova esattamente fra le sue doti più
spiccate!”
Andy
Greason rivolse un significativo sguardo ai suoi colleghi, quindi osservò: “Non
ne sta facendo un ritratto molto lusinghiero…!”
Il
signor Legan alzò la testa: “Lo so. Vede, maggiore… lei ha di fronte un
individuo che, contando sulle proprie forze, è riuscito ad arrivare abbastanza
in alto. Ciò che si direbbe, insomma, un uomo di successo… e tale sarei
rimasto, se l’ambizione non mi avesse rovinato!”
“Le
andarono male gli affari?” gli chiese Andy.
“Niente
affatto. Anche se, forse, sarebbe stato preferibile! Il guaio fu che
un’aristocratica famiglia mise gli occhi su di me come abile amministratore del
loro patrimonio. Mi creda, non avrei mai accettato una simile responsabilità
se… non mi fossi innamorato di una delle figlie di Jacob Reginald Andrew!”
Andy
spalancò gli occhi: “Lei… lei sarebbe dunque il genero di Jacob Andrew? Nonché
il cognato del famoso William Albert…?!”
“Precisamente.
E se le racconto questo non è certo per vantarmi del mio pedigree, ma per
spiegarle che i miei due figli non sono mai
stati fieri di essere dei Legan quanto invece di essere degli Andrew, sia pure
da parte di madre.” concluse, con amarezza.
Il
marito di Flanny Hamilton scacciò l’idea che il suo interlocutore stesse
divagando dal tema principale e lo incalzò: “Continui…”
“Non
ho intenzione di sminuire le mie responsabilità” continuò l’altolocato
personaggio, ringraziando il maggiore con un cenno del capo “ma quando un
individuo è considerato più come marito di una Andrew che per i suoi meriti
personali, non gli risulta molto facile inculcare nei figli quegli stessi
valori che aveva sempre perseguito: la costanza, la determinazione, il
coraggio… e l’onestà. Il mio ragazzo non avrebbe mai avuto bisogno di queste doti per farsi strada nella vita: gli
bastava essere figlio di mia moglie, cioè il nipote di William Andrew… persino
il mio nome gli era relativamente
inutile, allo scopo! So perfettamente di aver fallito, come padre e me ne
ritengo colpevole senza appello… ma ditemelo voi come avrei potuto impormi
davanti ai miei figli, quando essi stessi stentavano a non vergognarsi di me?!”
“Ma…
e sua moglie?” chiese il maggiore, discretamente colpito.
Il
genero del famoso patriarca americano emise un altro sospiro che assomigliava assai
ad un lamento: “Purtroppo… spentasi la passione dei primi anni, non ha mai
avuto per il sottoscritto una considerazione molto migliore!”
Andy
Greason rimase per quasi un minuto ad osservare in silenzio gli occhi sinceri
di quell’individuo che conosceva soltanto da mezz’ora e che, per la prima
volta, aveva potuto sfogarsi in vita sua.
“La
capisco” dichiarò, alla fine “e non solo per modo di dire!”
“Le
sono grato. Per quanto mio figlio non sia che un rampollo viziato, un opportunista
e un debole… è pur sempre carne della mia carne. E dubito che potrò mai
renderlo un uomo come si deve, se me lo faranno a pezzi su una spiaggia nemica…!”
concluse, soffiandosi dignitosamente il naso per asciugarsi gli occhi.
“Mi
spiace davvero, Tom…! Ma, come ti ho detto, ormai non si può più…”
“Un
momento, Simon” alzò una mano il maggiore “posso farle una domanda, signor
Legan?”
“Mi
dica pure!” rispose l’altro rinfilando elegantemente il fazzoletto nel taschino
del gilet.
“Lei
dice che suo figlio è una persona debole e priva di coraggio… tuttavia ha
deciso di arruolarsi volontario. Deve scusarmi, ma la cosa non mi quadra…!”
“Non
le do torto. In effetti, da un po’ di tempo, mio figlio era… un po’ cambiato!”
“In
meglio?” domandò Stacey.
“Mah…
diciamo in meglio, non lo so. Era… meno arrogante, anche se più nervoso. Aveva
atteggiamenti insoliti… quasi sdolcinati!”
Greason
alzò un sopracciglio: “Sdolcinati? Non
ci sarà mica di mezzo una donna…?!”
“Lei
è molto perspicace, maggiore. È vero: si era innamorato ed è stato respinto. Di
conseguenza, ha perso la testa!”
“Adesso
ho capito” sospirò Andy, a sua volta “è la solita storia: suo figlio puntava a
una fanciulla di umili origini e, siccome la vostra famiglia non consentiva un
matrimonio così democratico,[8] gli
avete risposto picche. E lui, disperato, ha raggiunto
“Non
esagerare, Andy!” saltò su James.
“Ma
dai, è un classico! Non è così, signor Legan?”
“Beh…
qualcosa del genere!” rispose il padre della nemesi di Candy, ben guardandosi
dal raccontare l’intera faccenda.
“Appunto!
E adesso lei vorrebbe che lo zio Sam glielo rispedisse a casa, mh?”
“Col
carattere che si ritrova, non voglio pensare alle catture che gli faranno i
commilitoni” rabbrividì il poveretto “l’addestramento lo massacrerà… e, se alla
fine lo manderanno in azione, creperà in un baleno, come uno stupido…! Credo
tuttavia che questa sia una punizione sproporzionata, per la colpa di avere
avuto due pessimi genitori come noi… per non parlare di sua sorella!”
*Ci
mancava pure la sorella…!* pensò Andy, sarcastico, per poi osservare “Certo
che, da come ne parla, sembra che suo figlio sia partito più per allontanarsi
da voi, che non per dimenticare quella ragazza…!”
“Ma
certo che è fuggito da noi” confermò Thomas Legan, con dolorosa veemenza “e ce
lo siamo ampiamente meritato. Mi creda: se non fosse per i pericoli che corre,
lo lascerei volentieri dov’è” tornò ad estrarre il fazzoletto di seta e si
asciugò la fronte “non lo so… se almeno avesse scelto un’arma meno dura…
“…l’aviazione.
È questo che sta pensando, mister?” gli domandò il nostro asso, ricambiando lo
sguardo cupo del gentiluomo, che subito si aggrappò a quel barlume di speranza:
“Voi pensate che si potrebbe…”
“Non
correre, Tom” lo raffreddò Stacey “un cambio di assegnazione da una specialità
all’altra non è tanto semplice. E poi chi te l’ha detto che in aviazione non si
corrono pericoli? Vuoi che il maggiore ti racconti qualche esperienza delle
sue?”
“Non
sarà mai come un campo di battaglia. E poi non deve mica volare per forza: ci
sono tanti incarichi anche a terra…”
“Certamente”
replicò Andy “a meno che non faccia lui stesso domanda per un corso di
pilotaggio. Che facciamo se lo supera, signor Legan?”
Il
padre di Neal sorrise, scettico: “Chi, mio figlio…?! Aveva paura di uscire in
giardino, la sera o ad entrare nelle scuderie, da solo! Non c’è da temere. Potete
farlo davvero?”
“Mah,
non lo so” obiettò il colonnello Stacey, scuotendo la testa “innanzitutto, per
il cambio di destinazione ci vuole una richiesta scritta e firmata da un
ufficiale superiore dell’arma aerea.”
“Vuoi
dire un generale o un colonnello?” domandò ansiosamente Legan. Non ricevendo
risposta il povero padre guardò allora Andy, il quale, incapace di
nasconderglielo ulteriormente, dovette ammettere: “Forse… basterebbe anche un
maggiore.”
“Andy,
non farai sul serio…!” esclamò Stacey, in tono scandalizzato.
“Dai,
Sammy… tira fuori un modulo di assegnazione, dammi una penna e facciamola
finita!”
Borbottando,
il colonnello si avvicinò istintivamente a uno schedario ed estrasse il
documento richiesto. Stava per porgerlo all’amico assieme alla penna,
quand’ebbe un moto di esitazione: “Andy… bada che sei stato appena promosso e
il tuo grado non è ancora operativo. Una cosa simile potrebbe anche rovinarti
la carriera, lo sai…?”
Greason
alzò le spalle: “Non sono un carrierista e non voglio avere il figlio di un tuo
amico sulla coscienza. Dammi quella roba!”
Stacey
lo accontentò sbuffando ed Andy appoggiò il documento sul tavolo per mettervi in
calce la sua firma, poi prelevò un foglietto da un blocco per gli appunti, vi
scarabocchiò alcune note e porse infine il tutto all’esponente della jet
society: “Ecco qua… lo faccia recapitare a suo figlio, gli dica di firmarlo e
rispedirlo all’indirizzo che ho scritto qui: Sezione Personale del Corpo Aereo,
presso il Ministero della Difesa.”
Il
finanziere dai capelli grigi afferrò quelle carte con le mani leggermente tremule,
ma con lo sguardo colmo di gratitudine: “Non ho parole per ringraziarla, maggiore…
lei ha tolto un peso enorme dal cuore di questo genitore incapace!”
“Non
gioisca prima del tempo: sempre che accetti di cambiare specialità, il suo
ragazzo dovrà superare un secondo esame psicofisico, perché la cosa si
concretizzi.”
L’altro
annuì e gli porse la mano, che il maggiore strinse con leggera riluttanza:
“Comunque vada, le serberò eterna riconoscenza. Sappia, anzi, che la considero
un amico” puntualizzò appoggiando l’altra mano su quella del pilota “se mai ci
fosse qualcosa che potrò fare per lei…”
“Mi
basta una promessa” rispose asciutto Andy “se, a dispetto delle sue previsioni,
suo figlio decidesse di volare e riuscisse nel suo intento… non venga a
piangere da me, se glielo bucherellano lassù! D’accordo?”
Al
signor Legan s’incupì lo sguardo, ma rispose: “D’accordo… e grazie ancora!”
“Bene…”
Andy sbirciò il suo cronografo “…direi che si è fatto tardi. Sarà meglio che
rientriamo a Eglin, Jim: il nostro
cargo per New York parte alle
“È
stato bello rivederti, Andy” disse allora il colonnello “in bocca al lupo per
le tue prossime missioni!” nemmeno lui nascondeva la gratitudine verso l’amico
d’infanzia per avergli risolto la “grana”…
“Crepi…!”
esclamò l’asso, stringendo la mano a Stacey, per poi rischiaffarsi il cappello
in testa. Per ultimo non si trattenne
dal salutare l’altolocato civile, con una punta di malcelata ironia: “Arrivederci,
signor Legan: porga i miei omaggi alla sua signora e a sua figlia…!”
“Presenterò!”
rispose neutralmente l’interessato.
“Stammi
bene, Simon: alla prossima. Sergente…”
“Maggiore
Greason…” rispose quest’ultimo, rispondendo impeccabilmente al saluto militare,
che il superiore aveva appena accennato.
“Signori…”
disse in ultimo il capitano Stone, portandosi anche lui la mano al berretto.
***
Durante
il tragitto di ritorno alla base aerea di Eglin
Field Andy Greason rimase in silenzio, guidando meccanicamente la vettura. All’inizio
James Stone provò ad ignorare la sua pessima cera, ma alla fine non ce la fece
più: “Hai un aspetto orribile, Andy! Ti senti bene?”
Tenendo
gli occhi fissi sulla strada, il maggiore scosse la testa: “Oggi, per la prima
volta, ho fatto una cosa di cui non riesco ad andare fiero, Jim. No, non sto
bene...!” concluse, amaramente.
“E
allora perché lo hai fatto?” gli chiese il compagno, dopo un attimo di
esitazione.
Andy
strinse la mascella, rimuginando…
“Non
lo so” disse poi “forse perché non riesco mai a non fare niente!”
“Vero…!”
confermò James, senza voler polemizzare.
“Comunque
non ci voglio più pensare… del resto, per ciò che mi riguarda, questa storia finisce
qui!”
“Ma
certo…!” concordò James, cercando di convincersene.
***
Poco
tempo dopo, all’inizio di Aprile del 1942, i componenti del 3rd Experimental Fighter Group della 4th Air Force
di base al Mitchell Field di New York
vennero re-inquadrati nel nuovo 444th
Fighter Group dell’8th Air
Force destinato a Norwich, in Gran Bretagna.
A
sua volta l’infermiera Flanny Hamilton Greason chiese ed ottenne di essere
trasferita in un ospedale della zona, dov’era richiesto personale sanitario americano
per l’assistenza agli aviatori dell’USAAF
che rientravano feriti dalle missioni. La sua collega e ormai amica Candy White
Andrew decise di andare con lei, dal momento che il suo “fidanzato” Terence
Grenchester doveva contemporaneamente partecipare con la sua Compagnia Stratford ad una serie di
spettacoli che si sarebbero svolti proprio nel suo Paese, a favore delle truppe
combattenti.
Più
o meno nello stesso periodo, un giovane aviere di nome Neal Legan, acquartierato
presso il campo addestrativo dell’USAAF
vicino a Muskogee, nell’Oklahoma, presentava formale richiesta per l’ammissione
ad un corso di pilotaggio…
[1] North American B-25 Mitchell: bombardiere medio bimotore, famoso per avere effettuato la prima incursione aerea su Tokyo decollando dal ponte della portaerei USS Hornet (18 Aprile 1942).
[2] Vedi capitolo 8.
[3] Il Reichmarshall Hermann Goering, delfino di Hitler dopo la “defezione” di Rudolph Hess (1941) e comandante in capo dell’aviazione tedesca.
[4] Primary School, equivalente alla nostra Scuola Elementare.
[5] I 50 Stati Federali (all’epoca erano 48, poi si aggiunsero l’Alaska e le Hawaii) sono divisi in Contee, a loro volta ripartite in Distretti. Come tutti sanno, la capitale federale non fa parte di nessuno stato e costituisce un distretto a sé stante, da qui il nome di Washington D.C. (District of Columbia).
[6] Negli USA anche i finanzieri pagano le tasse…!
[7] Intende la capitale dello Stato della Florida: Tallahassee, appunto.
[8] “Nessun povero è mai stato detto democratico per aver sposato un ricco!” (dal film Sabrina con Audrey Hepburn).