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Autore: Andy Grim    06/07/2008    2 recensioni
E se i personaggi di Candy Candy fossero vissuti 30 anni più tardi? E se la guerra che incombeva sullo sfondo non fosse stata la Prima ma la Seconda Guerra Mondiale?
E se la collega di Candy - Flanny Hamilton - avesse incontrato una persona speciale mentre faceva la crocerossina?
E se questo capitolo incontrasse il vostro favore e ne seguissero altri, cronologicamente successivi?
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9: Chi non muore si rivede

Capitolo 9: Chi trova un amico, trova un tesoro

 

UCPFH 09

 

 

“E

t voilà… dal Mitchell a Eglin in quattro ore e diciassette minuti: un vero record!” sentenziò il maggiore Greason chiudendo l’alimentazione ai motori.

“E meno male” commentò il capitano Stone dal posto del co-pilota “più di duemila miglia solo per portare quaggiù una mucchietto di scartoffie…!”

“Lo so, ma il colonnello Eaker mi ha chiesto personalmente questo favore” ribatté il compagno slacciandosi le cinghie e raccogliendo le carte nautiche “non potevo certo rifiutare, dopo che aveva approvato il mio avanzamento!”

I due amici attraversarono la botola nel ventre dell’apparecchio che li aveva trasportati da New York e il più anziano, non appena toccato terra, iniziò a massaggiarsi le reni: “Certo che la North American potrebbe montare dei sedili più confortevoli su quest’affare… fortuna che noi voliamo sui caccia!”

“E smettila di lagnarti” lo rimbrottò Andy mollandogli un leggero cazzotto sulla schiena “siamo in Florida, no? Mare, sole e bellezze al bagno…” all’imbronciarsi del compagno, proseguì “…ah, già: dimenticavo il tuo stato civile. Che peccato…!”

“Ha parlato lo scapolo!” lo rimbeccò Jim, sarcastico.

“Già… ma devi sapere che il sottoscritto gode, talvolta, di brevi licenze extraconiugali. Non lo sapevi?”

“Non lo sapevo e non ci credo!” affermò Stone, recisamente.

“Fai bene…!”

“Parlando più seriamente” cambiò discorso il capitano mentre si allontanavano dal B-25[1] verso il comando della base “potrei sapere cosa contiene di tanto prezioso quella cartella per giustificare tutti questo spreco di carburante?”

“Le nuove tattiche di ricerca aerea e di attacco antisom, elaborate dal comando della Flotta Atlantica. Eaker mi ha chiesto di portare la versione per l’Esercito al comandante dell’aviazione caraibica, che ha sede in questa base.”

“Capperi” esclamò l’altro, sbalordito “non mi dirai che quello studio prende spunto da quella nostra azione d’intercettamento, di tre settimane fa!”[2]

“Hai fatto centro. La sortita di quel sommergibile ha fatto un sacco di rumore, a Washington. Quindi hanno deciso di adottare alcune precauzioni, soprattutto all’imbocco con il Golfo del Messico.”

“Comprensibile” ammise James “temono che gli U-Boats si mettano a fare la posta alle petroliere davanti ai porti texani.”

“Proprio così.” concluse il maggiore, rispondendo al saluto della sentinella.

Poco più tardi i due piloti del 3° Gruppo da Caccia Sperimentale furono ricevuti dal brigadiere-generale Nathan Twinings, comandante della 2a Forza Aerea, che presidiava, con il Primo Stormo, lo spazio aereo caraibico settentrionale (Florida, Cuba e Bahamas) mentre quello meridionale (Piccole Antille, Hispaniola e Giamaica) era controllato dal Secondo Stormo, stanziato a Panama.

“Ecco qua il nostro arpionatore di crucchi” lo apostrofò giovialmente Twinings quando lo vide entrare nel suo ufficio “caro maggiore Greason, devo proprio farle i miei complimenti per la sua impresa di New York!”

“Troppo gentile, generale” rispose l’asso, salutando “è stato solo un colpo fortunato… e neanche del tutto decisivo.”

“Accomodatevi” accennò il superiore, continuando mentre i due si sedevano “beh, se non altro ha impedito a quei crucchi bastardi di tornarsene a casa tutti pieni di boria… inoltre quell’episodio farà parlare di voi la Luftwaffe, ancora prima di averci a che fare!”

“Sempre che questo sia un vantaggio, signore…!” si lasciò scappare James Stone, con una smorfia poco allegra, mentre guardava di striscio il suo compagno frugare nella cartella.

“Vedrà che i fatti lo confermeranno, capitano. A proposito, Greason: felicitazioni per la promozione ed il suo nuovo incarico: sono sicuro che il 444° Gruppo della nuova Ottava farà vedere i sorci verdi ai ragazzi di Hermann!”[3]

“Lo spero, generale” sorrise bonariamente l’interessato “nel frattempo, eccole il dossier.” concluse consegnando l’elaborato sulle nuove tattiche antisom da impartire alle squadriglie locali.

“Ah, benissimo… vi ringrazio di averlo portato fin qua!” disse Twinings premendo un pulsante sul proprio citofono. Dopo pochi istanti comparve un ufficiale, a cui venne affidato il prezioso fascicolo. Frattanto il nostro Andy, guardandosi intorno per ammazzare il tempo, buttò l’occhio sopra un’ordinanza appesa alla parete (erano le disposizioni dei comandi nei confronti dei civili sospetti, soprattutto se di origine nippo-tedesca) e la sua vista acutissima si fermò sulla firma alla fine del testo.

“Caspita” mormorò all’attenzione dell’amico “Simon Stacey comanda il distretto militare di Tallahassee… guarda il caso!”

“Lo conosci?” sussurrò James, mentre il generale dava ancora disposizioni al suo aiutante.

“Direi… facemmo la Primaria[4] insieme. È una vita che non lo vedo!”

Congedato il sottoposto, il generale invitò Greason e Stone a desinare con lui alla mensa ufficiali, dove i tre aviatori si raccontarono le proprie esperienze di guerra. A fine pasto il comandante della 2a FA domandò ai suoi ospiti se avevano qualche programma prima di ripartire.

“Beh, il Mitchell col quale siano arrivati era in trasferimento qui. Dobbiamo rientrare con un C-47 che decollerà soltanto stasera.  Pensavo di fare un salto a Tallahasse per salutare un vecchio compagno di scuola.”

“D’accordo. Usate pure una jeep della base: vi firmo l’autorizzazione per l’autoparco!” disse Twining estraendo un’agendina e la stilografica dal taschino.

“Molte grazie, signore” rispose Andy prendendo il foglietto “vieni, Jim!”

“Ma non volevi andare a vedere le bellezze al bagno?” lo provocò il capitano, maliziosamente.

“Muoviti, spiritosone…!!” lo spinse via il compagno, rudemente.

***

Circa un’oretta dopo, la jeep messa a disposizione dei due ufficiali della 4a Air Force frenava davanti al comando del presidio militare della Contea.[5] Seguito dal suo fedele secondo, Andy Greason si presentò davanti alla ricezione.

“Posso aiutarla, maggiore?” domandò l’incaricato, salutando.

“Buongiorno, sergente. Vorrei vedere il colonnello Stacey, se è libero.”

Il graduato lanciò uno sguardo verso la porta a vetri che dava nell’ufficio del comandante: “Sono spiacente, signore. Ma, in questo momento…”

Le sue parole vennero interrotte da una voce il cui volume si era improvvisamente alzato dietro la sottile porta summenzionata: “È inutile che insisti, Tom: ti ho già spiegato che non è possibile!”

“Ti scongiuro, Simon: si tratta della mia famiglia…!!”

“Questo non cambia le cose: tuo figlio è cittadino americano, maggiorenne e incensurato. Ha firmato per l’arruolamento volontario, è stato mandato alla visita ed è stato dichiarato abile. Per cui non c’è niente da fare: fra pochi giorni sarà trasferito al centro di addestramento di Forte Benning!”

“Sono sicuro però che si troverebbe una soluzione, se solo tu volessi…!”

“Ti ripeto di no. E comunque, detto fra noi, un po’ di disciplina militare al tuo ragazzo non può fare che bene…!”

“E se me lo mandano oltremare a rimetterci la pelle?! Mia moglie mi ucciderà…!”

“Dovevi pensarci prima!”

All’improvviso la porta si spalancò, facendo apparire un colonnello ancora abbastanza giovane, ma col viso segnato dalla stanchezza, tallonato da un distinto signore sulla cinquantina, dai capelli grigi come i baffoni che portava.

“Kaminski, accompagna il signore alla sua macchina, per favore!”

“Agli ordini, colonnello!” rispose il sergente.

“Insomma, non vuoi proprio venirmi incontro?!” insistette ancora il civile.

L’ufficiale sospirò, rivolgendogli ancora la sua paziente attenzione: “Tom, fattelo entrare in testa una volta per tutte: non posso…!!”

“Salve, Simon. Qualche guaio?”

L’allegra voce fece sobbalzare l’interpellato che, giratosi, si trovò di fronte la sua vecchia conoscenza, seduto su un divanetto con la testa appoggiata sulle mani.

“ANDY…!!! Ma sei proprio tu…??” esclamò Stacey, sorpreso quant’era lieto di venir distratto dalla grana in corso.

“Come vedi” sorrise l’amico alzandosi in piedi e stendendogli la mano “lieto di ritrovarti, Sam. Anzi, signore…!” precisò, notato lo sguardo disapprovante del sergente.

“Lascia stare, ci mancherebbe” replicò bonariamente il superiore “una celebrità come te… e il tuo socio?”

“È il capitano James Stone, di Richmond: il mio secondo.”

“Signor colonnello…” fece questi, salutando.

“Salute, capitano” ribadì Stacey, stringendo la mano anche a lui “sono onorato di ricevere nel mio presidio sperduto nientemeno che due ex Tigri Volanti. Ma che cavolo ci fate, qui?”

“Servizio postale per conto del Dipartimento. A Eglin ho saputo che comandavi la piazza locale e ho pensato di venire a salutarti.”

“Non ti smentisci mai” commentò l’ex condiscepolo, con un caldo sorriso “li hai sempre trattati bene, gli amici!”

“Come te, se ben ricordo. Non ci presenti il tuo?” chiese Andy volgendo gli occhi all’azzimato gentiluomo che non si schiodava dal punto in cui era, ignorando le sollecitazioni di Kaminski, già propenso a chiamare gli MP.

“Ah, già…” rispose il colonnello, leggermente imbarazzato “…ecco, questi è il signor Thomas Marvin Legan, finanziere di Chicago. Eravamo insieme, al Liceo.”

“Piacere, maggiore” l’interpellato chinò lievemente la testa “capitano…!”

“Perdiana, ma allora è una vera rimpatriata scolastica” ridacchiò Greason educatamente “felicissimo, signor Legan… sono Andrew Steve Greason. Fa piacere incontrare uno dei nostri maggiori contribuenti!”[6]

L’uomo d’affari annuì, compiaciuto: “Anche incontrare uno dei nostri aviatori più arditi è oltremodo edificante!”

“Grazie. Non per essere indiscreto, ma sembrava che aveste qualche problema. Di che si tratta?”

“Lascia stare, Andy” intervenne Stacey “non è cosa di cui ti debba occupare!”

“Aspetta Sam, forse possiamo far qualcosa… naturalmente se il signore e d’accordo.”

“Beh… si tratterebbe di mio figlio” rispose il signor Legan, cogliendo la palla al balzo “è praticamente scappato di casa per arruolarsi e…”

“Penso sia meglio parlare nel mio studio” si rassegnò il colonnello Stacey, volgendo lo sguardo a Kaminski “ordine annullato, sergente!”

“Signorsì, colonnello!” rispose l’aiutante, tornando al suo posto.

***

“Mio figlio minore, Neal… è praticamente scappato di casa, a Miami, una settimana fa. Ci ha lasciato un biglietto dove scriveva che partiva volontario… mi sono precipitato al distretto della capitale,[7] ma era troppo tardi: aveva già passato la visita e l’avevano già spedito ad Atlanta, al Centro di Raccolta. Il colonnello Stacey mi diceva, prima, che fra pochi giorni lo manderanno a Forte Benning, alla scuola di fanteria…!”

“E mi par di capire che la sua volontà d’imbracciare un fucile non incontra esattamente la sua approvazione. Giusto?”

L’uomo sospirò stancamente: “Il fatto è che… mio figlio è un viziato cronico, con una forza di volontà praticamente nulla. Ha un carattere debole e, in quanto al coraggio… beh, mi duole dirlo, ma… non si trova esattamente fra le sue doti più spiccate!”

Andy Greason rivolse un significativo sguardo ai suoi colleghi, quindi osservò: “Non ne sta facendo un ritratto molto lusinghiero…!”

Il signor Legan alzò la testa: “Lo so. Vede, maggiore… lei ha di fronte un individuo che, contando sulle proprie forze, è riuscito ad arrivare abbastanza in alto. Ciò che si direbbe, insomma, un uomo di successo… e tale sarei rimasto, se l’ambizione non mi avesse rovinato!”

“Le andarono male gli affari?” gli chiese Andy.

“Niente affatto. Anche se, forse, sarebbe stato preferibile! Il guaio fu che un’aristocratica famiglia mise gli occhi su di me come abile amministratore del loro patrimonio. Mi creda, non avrei mai accettato una simile responsabilità se… non mi fossi innamorato di una delle figlie di Jacob Reginald Andrew!”

Andy spalancò gli occhi: “Lei… lei sarebbe dunque il genero di Jacob Andrew? Nonché il cognato del famoso William Albert…?!”

“Precisamente. E se le racconto questo non è certo per vantarmi del mio pedigree, ma per spiegarle che i miei due figli non sono mai stati fieri di essere dei Legan quanto invece di essere degli Andrew, sia pure da parte di madre.” concluse, con amarezza.

Il marito di Flanny Hamilton scacciò l’idea che il suo interlocutore stesse divagando dal tema principale e lo incalzò: “Continui…”

“Non ho intenzione di sminuire le mie responsabilità” continuò l’altolocato personaggio, ringraziando il maggiore con un cenno del capo “ma quando un individuo è considerato più come marito di una Andrew che per i suoi meriti personali, non gli risulta molto facile inculcare nei figli quegli stessi valori che aveva sempre perseguito: la costanza, la determinazione, il coraggio… e l’onestà. Il mio ragazzo non avrebbe mai avuto bisogno di queste doti per farsi strada nella vita: gli bastava essere figlio di mia moglie, cioè il nipote di William Andrew… persino il mio nome gli era relativamente inutile, allo scopo! So perfettamente di aver fallito, come padre e me ne ritengo colpevole senza appello… ma ditemelo voi come avrei potuto impormi davanti ai miei figli, quando essi stessi stentavano a non vergognarsi di me?!”

“Ma… e sua moglie?” chiese il maggiore, discretamente colpito.

Il genero del famoso patriarca americano emise un altro sospiro che assomigliava assai ad un lamento: “Purtroppo… spentasi la passione dei primi anni, non ha mai avuto per il sottoscritto una considerazione molto migliore!”

Andy Greason rimase per quasi un minuto ad osservare in silenzio gli occhi sinceri di quell’individuo che conosceva soltanto da mezz’ora e che, per la prima volta, aveva potuto sfogarsi in vita sua.

“La capisco” dichiarò, alla fine “e non solo per modo di dire!”

“Le sono grato. Per quanto mio figlio non sia che un rampollo viziato, un opportunista e un debole… è pur sempre carne della mia carne. E dubito che potrò mai renderlo un uomo come si deve, se me lo faranno a pezzi su una spiaggia nemica…!” concluse, soffiandosi dignitosamente il naso per asciugarsi gli occhi.

“Mi spiace davvero, Tom…! Ma, come ti ho detto, ormai non si può più…”

“Un momento, Simon” alzò una mano il maggiore “posso farle una domanda, signor Legan?”

“Mi dica pure!” rispose l’altro rinfilando elegantemente il fazzoletto nel taschino del gilet.

“Lei dice che suo figlio è una persona debole e priva di coraggio… tuttavia ha deciso di arruolarsi volontario. Deve scusarmi, ma la cosa non mi quadra…!”

“Non le do torto. In effetti, da un po’ di tempo, mio figlio era… un po’ cambiato!”

“In meglio?” domandò Stacey.

“Mah… diciamo in meglio, non lo so. Era… meno arrogante, anche se più nervoso. Aveva atteggiamenti insoliti… quasi sdolcinati!”

Greason alzò un sopracciglio: “Sdolcinati? Non ci sarà mica di mezzo una donna…?!”

“Lei è molto perspicace, maggiore. È vero: si era innamorato ed è stato respinto. Di conseguenza, ha perso la testa!”

“Adesso ho capito” sospirò Andy, a sua volta “è la solita storia: suo figlio puntava a una fanciulla di umili origini e, siccome la vostra famiglia non consentiva un matrimonio così democratico,[8] gli avete risposto picche. E lui, disperato, ha raggiunto la Legione Straniera!”

“Non esagerare, Andy!” saltò su James.

“Ma dai, è un classico! Non è così, signor Legan?”

“Beh… qualcosa del genere!” rispose il padre della nemesi di Candy, ben guardandosi dal raccontare l’intera faccenda.

“Appunto! E adesso lei vorrebbe che lo zio Sam glielo rispedisse a casa, mh?”

“Col carattere che si ritrova, non voglio pensare alle catture che gli faranno i commilitoni” rabbrividì il poveretto “l’addestramento lo massacrerà… e, se alla fine lo manderanno in azione, creperà in un baleno, come uno stupido…! Credo tuttavia che questa sia una punizione sproporzionata, per la colpa di avere avuto due pessimi genitori come noi… per non parlare di sua sorella!”

*Ci mancava pure la sorella…!* pensò Andy, sarcastico, per poi osservare “Certo che, da come ne parla, sembra che suo figlio sia partito più per allontanarsi da voi, che non per dimenticare quella ragazza…!”

“Ma certo che è fuggito da noi” confermò Thomas Legan, con dolorosa veemenza “e ce lo siamo ampiamente meritato. Mi creda: se non fosse per i pericoli che corre, lo lascerei volentieri dov’è” tornò ad estrarre il fazzoletto di seta e si asciugò la fronte “non lo so… se almeno avesse scelto un’arma meno dura… la Marina, per esempio. Oppure…”

“…l’aviazione. È questo che sta pensando, mister?” gli domandò il nostro asso, ricambiando lo sguardo cupo del gentiluomo, che subito si aggrappò a quel barlume di speranza: “Voi pensate che si potrebbe…”

“Non correre, Tom” lo raffreddò Stacey “un cambio di assegnazione da una specialità all’altra non è tanto semplice. E poi chi te l’ha detto che in aviazione non si corrono pericoli? Vuoi che il maggiore ti racconti qualche esperienza delle sue?”

“Non sarà mai come un campo di battaglia. E poi non deve mica volare per forza: ci sono tanti incarichi anche a terra…”

“Certamente” replicò Andy “a meno che non faccia lui stesso domanda per un corso di pilotaggio. Che facciamo se lo supera, signor Legan?”

Il padre di Neal sorrise, scettico: “Chi, mio figlio…?! Aveva paura di uscire in giardino, la sera o ad entrare nelle scuderie, da solo! Non c’è da temere. Potete farlo davvero?”

“Mah, non lo so” obiettò il colonnello Stacey, scuotendo la testa “innanzitutto, per il cambio di destinazione ci vuole una richiesta scritta e firmata da un ufficiale superiore dell’arma aerea.”

“Vuoi dire un generale o un colonnello?” domandò ansiosamente Legan. Non ricevendo risposta il povero padre guardò allora Andy, il quale, incapace di nasconderglielo ulteriormente, dovette ammettere: “Forse… basterebbe anche un maggiore.”

“Andy, non farai sul serio…!” esclamò Stacey, in tono scandalizzato.

“Dai, Sammy… tira fuori un modulo di assegnazione, dammi una penna e facciamola finita!”

Borbottando, il colonnello si avvicinò istintivamente a uno schedario ed estrasse il documento richiesto. Stava per porgerlo all’amico assieme alla penna, quand’ebbe un moto di esitazione: “Andy… bada che sei stato appena promosso e il tuo grado non è ancora operativo. Una cosa simile potrebbe anche rovinarti la carriera, lo sai…?”

Greason alzò le spalle: “Non sono un carrierista e non voglio avere il figlio di un tuo amico sulla coscienza. Dammi quella roba!”

Stacey lo accontentò sbuffando ed Andy appoggiò il documento sul tavolo per mettervi in calce la sua firma, poi prelevò un foglietto da un blocco per gli appunti, vi scarabocchiò alcune note e porse infine il tutto all’esponente della jet society: “Ecco qua… lo faccia recapitare a suo figlio, gli dica di firmarlo e rispedirlo all’indirizzo che ho scritto qui: Sezione Personale del Corpo Aereo, presso il Ministero della Difesa.”

Il finanziere dai capelli grigi afferrò quelle carte con le mani leggermente tremule, ma con lo sguardo colmo di gratitudine: “Non ho parole per ringraziarla, maggiore… lei ha tolto un peso enorme dal cuore di questo genitore incapace!”

“Non gioisca prima del tempo: sempre che accetti di cambiare specialità, il suo ragazzo dovrà superare un secondo esame psicofisico, perché la cosa si concretizzi.”

L’altro annuì e gli porse la mano, che il maggiore strinse con leggera riluttanza: “Comunque vada, le serberò eterna riconoscenza. Sappia, anzi, che la considero un amico” puntualizzò appoggiando l’altra mano su quella del pilota “se mai ci fosse qualcosa che potrò fare per lei…”

“Mi basta una promessa” rispose asciutto Andy “se, a dispetto delle sue previsioni, suo figlio decidesse di volare e riuscisse nel suo intento… non venga a piangere da me, se glielo bucherellano lassù! D’accordo?”

Al signor Legan s’incupì lo sguardo, ma rispose: “D’accordo… e grazie ancora!”

“Bene…” Andy sbirciò il suo cronografo “…direi che si è fatto tardi. Sarà meglio che rientriamo a Eglin, Jim: il nostro cargo per New York parte alle 18.”

“È stato bello rivederti, Andy” disse allora il colonnello “in bocca al lupo per le tue prossime missioni!” nemmeno lui nascondeva la gratitudine verso l’amico d’infanzia per avergli risolto la “grana”…

“Crepi…!” esclamò l’asso, stringendo la mano a Stacey, per poi rischiaffarsi il cappello in testa.  Per ultimo non si trattenne dal salutare l’altolocato civile, con una punta di malcelata ironia: “Arrivederci, signor Legan: porga i miei omaggi alla sua signora e a sua figlia…!”

“Presenterò!” rispose neutralmente l’interessato.

“Stammi bene, Simon: alla prossima. Sergente…”

“Maggiore Greason…” rispose quest’ultimo, rispondendo impeccabilmente al saluto militare, che il superiore aveva appena accennato.

“Signori…” disse in ultimo il capitano Stone, portandosi anche lui la mano al berretto.

 

***

Durante il tragitto di ritorno alla base aerea di Eglin Field Andy Greason rimase in silenzio, guidando meccanicamente la vettura. All’inizio James Stone provò ad ignorare la sua pessima cera, ma alla fine non ce la fece più: “Hai un aspetto orribile, Andy! Ti senti bene?”

Tenendo gli occhi fissi sulla strada, il maggiore scosse la testa: “Oggi, per la prima volta, ho fatto una cosa di cui non riesco ad andare fiero, Jim. No, non sto bene...!” concluse, amaramente.

“E allora perché lo hai fatto?” gli chiese il compagno, dopo un attimo di esitazione.

Andy strinse la mascella, rimuginando…

“Non lo so” disse poi “forse perché non riesco mai a non fare niente!”

“Vero…!” confermò James, senza voler polemizzare.

“Comunque non ci voglio più pensare… del resto, per ciò che mi riguarda, questa storia finisce qui!”

“Ma certo…!” concordò James, cercando di convincersene.

***

Poco tempo dopo, all’inizio di Aprile del 1942, i componenti del 3rd Experimental Fighter Group della 4th Air Force di base al Mitchell Field di New York vennero re-inquadrati nel nuovo 444th Fighter Group dell’8th Air Force destinato a Norwich, in Gran Bretagna.

A sua volta l’infermiera Flanny Hamilton Greason chiese ed ottenne di essere trasferita in un ospedale della zona, dov’era richiesto personale sanitario americano per l’assistenza agli aviatori dell’USAAF che rientravano feriti dalle missioni. La sua collega e ormai amica Candy White Andrew decise di andare con lei, dal momento che il suo “fidanzato” Terence Grenchester doveva contemporaneamente partecipare con la sua Compagnia Stratford ad una serie di spettacoli che si sarebbero svolti proprio nel suo Paese, a favore delle truppe combattenti.

Più o meno nello stesso periodo, un giovane aviere di nome Neal Legan, acquartierato presso il campo addestrativo dell’USAAF vicino a Muskogee, nell’Oklahoma, presentava formale richiesta per l’ammissione ad un corso di pilotaggio…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] North American B-25 Mitchell: bombardiere medio bimotore, famoso per avere effettuato la prima incursione aerea su Tokyo decollando dal ponte della portaerei USS Hornet (18 Aprile 1942).

[2] Vedi capitolo 8.

[3] Il Reichmarshall Hermann Goering, delfino di Hitler dopo la “defezione” di Rudolph Hess (1941) e comandante in capo dell’aviazione tedesca.

[4] Primary School, equivalente alla nostra Scuola Elementare.

[5] I 50 Stati Federali (all’epoca erano 48, poi si aggiunsero l’Alaska e le Hawaii) sono divisi in Contee, a loro volta ripartite in Distretti. Come tutti sanno, la capitale federale non fa parte di nessuno stato e costituisce un distretto a sé stante, da qui il nome di Washington D.C. (District of Columbia).

[6] Negli USA anche i finanzieri pagano le tasse…!

[7] Intende la capitale dello Stato della Florida: Tallahassee, appunto.

[8] “Nessun povero è mai stato detto democratico per aver sposato un ricco!” (dal film Sabrina con Audrey Hepburn).

  
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