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Autore: Traumen    29/03/2014    1 recensioni
[...mi metterò a pregare, a supplicare qualsiasi entità divina per chiedere di non essere chiamata, perché non chiamino mia sorella e perché non chiamino i miei amici. Piegai la testa verso il basso portando le mani congiunte al viso: non ho mai saputo quello che stavo facendo, ma se ha funzionato gli anni passati, perché non dovrebbe funzionare adesso? ...]
La storia parla di Jade, una ragazza di 15 anni del Distretto 11 e di come la sua vita è cambiata in modo radicale.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo Uno
È solo l’inizio
 
Sono stesa sul mio letto, aspettando che mia sorella venga a chiamarmi. I miei genitori e mio fratello maggiore sono andati al lavoro: non riesco a capire perché non li lasciano stare con noi, è nostro diritto avere vicino i nostri cari durante la mietitura, eppure non li lasciano venire perché devono lavorare. Io al momento ho solo mia sorella a sostenermi per la dura giornata di oggi, ma dall’anno prossimo non potrà più aiutarmi e dovrò cavarmela da sola, a condizione che sopravviviamo a quest’anno. Ho paura, tanta paura: ho paura di essere pescata, ho paura che venga pescata mia sorella o uno dei miei amici, ho paura di non poter tornare a casa. Io ho pochissime possibilità di essere pescata, ma mi sento già il cuore in gola e sudo freddo; tutto questo è troppo per una povera ragazzina di 15 anni. Mia sorella Cally invece ha più probabilità perché dentro l’urna ci sono 18 bigliettini, mentre io solo 6. Da quando mio fratello non partecipa più non può prendere le razioni di cereali e olio in più in cambio di un secondo bigliettino, quindi io sono costretta a prendere il suo posto, altrimenti la nostra famiglia potrebbe morire di fame. Sento dei passi venire dal corridoio oltre la porta della mia stanza e la voce soave di Cally che canta una canzone che usa la nostra famiglia nei campi per dare il ritmo al lavoro. La porta si apre scricchiolando e lei entra con un dolcissimo sorriso sul volto. “Jade alzati, devi cominciare a prepararti o non sarai pronta in tempo.” mi dice con voce gentile. Io mi alzo senza fare obiezioni, ma senza guardarla negli occhi: se lo facessi vedrebbe tutta la mia preoccupazione e non voglio che lei stia male perché io sono debole. Mi aiuta a svestirmi e rimango in biancheria; mi lavo come posso e poi mi infilo il bellissimo vestito che Cally mi ha donato: lo indossava lei quando aveva la mia età e ora è il mio turno di portarlo. È corto sino alle ginocchia con le spalline a palloncino, il tutto color panna con qualche farfallina sul lato sinistro. Io ho sempre adorato questo vestito e ora posso finalmente metterlo, anche se preferirei farlo in un giorno diverso da questo. Cally indossa un vestito azzurro cenere con le spalline in pizzo. Dopo essermi vestita mia sorella mi aiuta con i capelli: non sono molto pratica quindi si occupa sempre lei di me. Me li sistema in una coda alta con il ciuffo davanti che pende dal lato destro, lasciando scoperti i miei grandi occhi marroni. Sono pronta, pronta per la mietitura. Ci spostiamo in cucina, dove mia madre ha preparato qualcosa di speciale per noi: il giorno della mietitura è uno dei peggiori nella vita di ogni ragazzo, e quindi i genitori di tutti i giovani cercano come possono di alleviare la paura della giornata. Mia madre sa come fare: un buon pasto ricco. Noi del Distretto 11 siamo molto poveri e siamo costretti a lavorare nei campi tutto il giorno, sotto il continuo controllo delle guardie che si assicurano che noi non rubiamo nulla. Durante molti anni di lavoro mia sorella ha trovato un modo per rubare un frutto ogni tanto, quindi una volta ogni due giorni porta a casa qualcosa d in più per la famiglia. A quanto pare mia madre ha tenuto da parte alcuni pezzi e oggi io e Cally possiamo mangia qualcosa di davvero delizioso prima di andare in piazza. Mangiamo un po’ di lattuga con un po’ di pane, accompagnato da un pezzo di formaggio che ha sicuramente comprato dalla nostra vicina di casa, perché costa molto meno rispetto la mercato.
Ci dirigiamo verso la piazza del Distretto 11, insieme a tantissimi altri ragazzi che vanno dai 12 ai 18 anni. Arrivate al punto prestabilito ci dobbiamo separare perché dobbiamo dividerci per fasce di età: Cally mi prende si abbassa alla mia altezza e mi abbraccia così forte che mi mancava il respiro, mi guarda negli occhi “Jade, ci vediamo dopo, ok? Torneremo a casa insieme, come gli anni scorsi. Tu aspettami che verrò a prenderti.” Dal suo viso scese una lacrima che Cally asciugò immediatamente, per non far piangere anche me. Cominciai a camminare verso la mia postazione e aspettai finché non arrivarono tutti. Sul palco che si trovava davanti a noi c’erano delle sedie: una per il sindaco, una per colui che pesca i nomi e una per il precedente vincitore del nostro distretto. Durante gli anni passati non ho mai fatto attenzione a coloro che sedevano in quelle sedie, e anche quest’anno farò altrettanto: mi metterò a pregare, a supplicare qualsiasi entità divina per chiedere di non essere chiamata, perché non chiamino mia sorella e perché non chiamino i miei amici. Piegai la testa verso il basso portando le mani congiunte al viso: non ho mai saputo quello che stavo facendo, ma se ha funzionato gli anni passati, perché non dovrebbe funzionare adesso? Sento l’incaricato che parla degli Hunger Games, di noi ragazzi, del Distretto … tutto eccessivamente inutile. Io sono lì che prego quando, ad un momento, sento l’uomo dire “Ed ecco il tributo maschile per il Distretto 11, Trevor Loure.” Il ragazzo chiamato comincia la sua camminata verso il palco, con il volto pieno di angoscia. Dopo la stretta di mano con il collaboratore di Capitol City si mette alla sua destra e l’uomo si avvicina all’urna con i nomi delle ragazze. Mi stringo le braccia attorno al corpo e chiudo gli occhi, sperando che vada tutto come gli anni passati. “Il tributo femminile del Distretto 11 è Jade Gray.” Il mondo mi è caduto addosso. Mi sento debolissima e le braccia sono cadute lungo il corpo, mentre le gambe cominciano a camminare lentamente verso il palco come se avessero preso vita propria. Salgo sul palco e stringo la mano all’uomo di Capitol City e poi mi volto verso gli altri ragazzi: nella parte femminile noto che un gruppo di ragazze è chinato a terra e stanno cercando l’aiuto di uno dei Pacificatori: credo che mia sorella sia svenuta. Mi volto verso l’altro tributo e mi accorgo che anche lui mi sta guardando, ci scambiamo uno sguardo vuoto e senza emozioni: entrambi sappiamo che questa sarà l’ultima volta che vedremmo il nostri Distretto.
  
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