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Autore: vex194    29/03/2014    7 recensioni
Stydia | AU, Possibile OOC | Rating provvisorio
Lydia e Stiles sono amici.
E' un'amicizia normale - nulla di così strano - tranne per il fatto che lui è incondizionatamente ed irrimediabilmente innamorato di lei, praticamente da sempre.
Tra le luci di Manhattan, a New York, le cose stanno per cambiare, soprattutto per Lydia perché - ad un certo punto della sua vita - si ritroverà ad avere dubbi e cambierà il suo modo di vedere le cose e le persone attorno attorno a lei, specialmente qualcuno in particolare.
"Non avrei mai pensato a me e lui in quel senso..."
Cosa è cambiato?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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New York State Of Mind

 

She's Not Me

 

Lydia camminava veloce. Non sentiva neanche più le gambe, le faceva semplicemente andare da sole, dirigendosi verso un punto ignoto della città. Non vedeva la gente intorno a lei, non vedeva i colori sgargianti dei taxi che le sfrecciavano vicino o le insegne al neon che brillavano in quel pomeriggio che stava giungendo al termine; i suoi occhi erano diventati ciechi, l’unica cosa che riusciva a vedere erano le scene che aveva vissuto dentro allo Starbucks da cui era appena uscita. Malia e i suoi sorrisi. Malia e la sua risata. Malia e i suoi capelli lunghi senza neanche una doppia punta.

“Lydia!” una voce maschile la richiamò, facendole notare quanto lontana ormai fosse da quel posto.

Era una voce che avrebbe riconosciuto tra altre mille in tutta New York. Lydia levò gli occhi verdi al cielo, puntando i piedi a terra – quasi fosse una bambina capricciosa – senza però fermarsi. Continuò a camminare finché, qualcuno, non le afferrò saldamente – ma allo stesso tempo in modo delicato e dolce – il braccio, facendola voltare con espressione annoiata... e forse anche un po’ seccata.

Seccata, però, per cosa? Una domanda che si pose da sola, perché non riusciva a comprendere il vero motivo di quel fastidio. O forse lo sapeva, ma non voleva ammetterlo, non ad alta voce almeno.

Stiles aveva il fiatone, i capelli – più lunghi rispetto a qualche mese fa – disordinati in un ciuffo alto e il petto – più definito di quanto Lydia ricordasse – che si alzava ritmicamente sotto la maglia grigia chiara. La sua mano era posata delicatamente sul braccio della ragazza, percorrendolo poi in tutta la sua lunghezza ed infine staccandosi da lei.

“Che c’è Stiles?” domandò lei, picchiettando nervosamente un piede a terra.

Lui la guardò confuso, aggrottando le sopracciglia e socchiudendo i grandi occhi color nocciola, inclinando leggermente la testa da un lato.

“Che diavolo ti prende?” chiese lui, scuotendo poi le mani con il palmo rivolto verso l’alto, toccandosi poi ripetutamente le braccia, la parte posteriore del collo e della nuca.

Stiles era solito toccarsi dappertutto quando dava segni di nervosismo – principalmente quando c’era Lydia nei paraggi e c’era qualcosa di importante in ballo – e, quella volta, non era da meno. Era scappato non appena aveva visto Lydia alzarsi frettolosamente dal tavolo in cui erano tutti armoniosamente seduti a chiacchierare e a conoscere Malia, inseguendola fino ad un punto ignoto della città. Non sapevano neanche loro dove fossero esattamente, ma Stiles – dopo essersi guardato un po’ in giro – lo aveva capito.

Erano ai margini del ponte di Brooklyn, uno dei posti più gettonati dai turisti che passeggiavano romanticamente lungo quel ponte, abbracciati l’uno all’altro e andando incontro al tramonto.

Il sole stava calando, sembrava che venisse ingoiato dall’acqua sottostante al ponte, il cielo era di un arancione caldo, che si mischiava con il biondo fragola dei capelli di Lydia. Stiles si concesse qualche secondo per bearsi della sua bellezza, che cresceva di giorno in giorno e – in un momento fulmineo – si ricordò di come, in un pomeriggio che avevano passato insieme qualche tempo prima, Stiles l’aveva immortalata in uno scatto quasi poetico.

La sua Reflex aveva fotografato tanti momenti dei suoi amici, ma c’era quella foto di Lydia – appoggiata alla ringhiera proprio di quel ponte, con i capelli smossi dal vento, con gli occhiali da sole posti sul piccolo naso per evitare che il sole caldo le desse fastidio – che l’aveva stregato come non mai. Ci aveva fatto anche un in gradimento e gliel’aveva anche regalato, in un pomeriggio che risultò essere meno imbarazzante di quanto lo stesso Stiles pensasse.

“E quelle cosa sono?” chiese Lydia mentre si sedeva comodamente sul letto morbido di Stiles.

Lui era in piedi, le dava le spalle, e stava millimetricamente sistemando una serie di foto – in bianco e nero e anche colorate – che ritraevano lui e i suoi amici in almeno una dozzina di situazioni diverse.

“Mhm?” Stiles non si voltò, ma continuò imperterrito ad attaccare al muro le foto, in verticale, in orizzontale e in tante altre posizioni, in modo da creare una specie di murales dei ricordi.

“Tutte quelle foto. – disse lei, alzandosi dal letto e avvicinandosi a Stiles che, a quanto pare, era troppo concentrato per capire realmente che Lydia gli era vicino... molto vicino. Lydia avvicinò una mano su una delle foto, in particolare su una che ritraeva Stiles e Scott in chissà quale momento della loro vita. Erano sorridenti e solari, anche più giovani. Forse avevano qualcosa come sedici anni. Lydia sorrise. – Questa è molto carina” disse indicando quell’immagine che ritraeva i due amici.

Stiles si voltò verso di lei, osservandone il profilo perfetto. Il naso piccolo, le ciglia lunghe che incorniciavano folte i suoi occhi così grandi e chiari, le labbra carnose dipinte - quel pomeriggio - di rosso. Il cuore di Stiles perse qualche battito di fronte a tanta bellezza. Lydia si voltò verso di lui e sorrise sincera.

“Ho una cosa per te” lui si riprese dalla momentanea trance in cui era caduto, avvicinandosi alla scrivania disordinata, afferrando un contenitore cilindrico e porgendolo alla ragazza.

“Tieni”

Lydia guardò titubante quel cilindro sottile e nero, aprendolo poi, svitando il tappo e tirandone fuori un foglio di dimensioni maggiori rispetto ad un normale A4. Lo srotolò, rimanendo poi meravigliata da quello che si presentò davanti ai suoi occhi, che si sbarrarono leggermente sorpresa.

Era la foto che Stiles le aveva scattato pochi giorni addietro, prendendola di sorpresa.

“È...” Lydia iniziò la frase, ma Stiles subito la interruppe.

“Bellissima” disse lui, concludendo la frase che Lydia aveva precedentemente iniziato.

 “Ho che la tua ragazza mi sta antipatica” rispose piccata Lydia, incrociando le braccia al petto, stringendo le labbra carnose tra di loro, riducendola ad una sola ed unica sottile linea dritta e anonima.

Stiles aprì la bocca, cercando di far uscire qualche frase, ma non ci riuscì. Restò semplicemente lì, a guardare una Lydia spazientita che, dopo qualche altro minuto di silenzio, si voltò e continuò la sua camminata, verso chissà quale ignoto posto. Lui le andò dietro, continuando a cercare qualcosa da dire.

“Non è la mia ragazza  - chiarì lui. Effettivamente non avevano una relazione romantica, si erano semplice trovati all’improvviso ed avevano appurato di avere molte cose in comune. Non erano una... coppia. – E poi non la conosci neanche” protestò infine Stiles, muovendo le mani in aria.

Lydia non accennava a fermarsi, così Stiles prese lo stesso ritmo della ragazza e si riuscì ad affiancarsi a lei, infilando le mani nelle tasche dei jeans.

“Se è per questo non mi va neanche di conoscerla” esclamò Lydia, camminando ancora, parlando con Stiles della sua ragazza – pensare quelle due parole insieme le faceva ribollire dentro qualcosa di incredibilmente infuocato e nero – senza però guardarlo in faccia.

“Dalle almeno una possibilità. – disse deciso Stiles, frenando la marcia della ragazza accanto a lui, afferrandole una mano, stringendola poi tra le sue, accarezzandone delicatamente il dorso liscio. A quel contatto, il cuore di Lydia iniziò a battere più veloce, facendo pompare il sangue con maggiore forza nelle sue vene. – Stasera usciamo tutti insieme, vieni anche tu” mormorò lui, rialzando gli occhi verso il viso di Lydia, incrociando il verde brillante del suo sguardo.

Lydia sbuffò, lasciando le mani di Stiles, allontanandosi volontariamente di qualche passo, senza però darlo a vedere.

“Okay, ma solo questa sera!” esclamò lei, procurando un sorriso sincero al ragazzo davanti a lei, che fregò le sue mani tra di loro.

“Magari puoi... portare anche Aiden” continuò lui, lasciando Lydia sorpresa di quella frase.

Aiden non era mai stato un tipo che socializzava con ragazzini appena ventenni, specialmente con Stiles.

I due non si prendevano molto, anzi... non si prendevano e basta.

“Eviterei. – disse Lydia, riprendendo la sua camminata, con Stiles al suo fianco, solo nella direzione opposta a quella che stavano percorrendo prima, rimanendo in silenzio per tutto il tragitto, finché non arrivarono sotto al palazzone dove, Lydia, abitava al tredicesimo piano. – Ci vediamo più tardi” disse lei, senza aspettare una riposta da parte di Stiles, dileguandosi dentro al portone massiccio, nascondendosi poi dentro le porte dell’ascensore, posando una mano sulla parte sinistra del suo petto.

Sentì il cuore sbattere furioso contro la sua cassa toracica, senza pietà.

Lydia, strinse forte gli occhi e – con un bel respiro – cercò di calmarsi, cosa che riuscì a fare solo quando si abbandonò dentro la sua vasca da bagno, nell’acqua calda e profumata alla fragola.

 

 

 

 

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Io non so che dire, davvero. Solo al primo capitolo, la storia, ha ricevuto sei recensioni – a cui risponderò domani, giuro – e già ben 14 seguite.

VE SE AMA. DAVVERO.

In ogni caso, parliamo della storia. Al momento, il prossimo, dovrebbe essere l’ultimo capitolo – in teoria – ma vedrò se continuarla o meno, anche perché non saprei come mandarla avanti momentaneamente :3

In questo capitolo vediamo la prima vera interazione tra Stiles e Lydia e scopriamo qualcosa in più sul cucciolo d’uomo più bello del mondo. Sì, Stiles è un piccolo cucciolo d’uomo, perché sì. E lo amo.

In ogni caso, Stiles studia fotografia e – non so bene come spiegarlo – ce lo vedo troppo bene a fare fotografie a lui e ai suoi amici, per poi appiccicarle ad un muro, creando un murales dei ricordi. Poi la cosa degli ingrandimenti sulle foto di Lydia è una cosa pucciosa, non trovate?

Vi ricordo i miei gruppi su face book, il primo sulle mie storie e il secondo dedicato a tre ships, Delena, Scallison e Stydia.

Another Part Of Me

THE OTP ▪ Delena, Stydia and Scallison.

Un bacio.


   
 
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