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Autore: PinkyRosie    29/03/2014    10 recensioni
Lei, Susan, non avrebbe dovuto innamorarsi di lui, Julian. E lui non avrebbe dovuto ricambiarla... perchè loro sono fratello e sorella. Il loro è un amore vietato dalla legge, turpe, immorale. Ma al loro cuore non importa nulla della legge.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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AMORE IMMORALE

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>4- Ecco come nacque la nostra bellissima storia d'amore.

La storia di due peccatori, di due fratelli dissoluti che commettono quotidianamente il reato d'incesto.

Ci amammo di nascosto, come due ladri, approfittando delle assenze di mamma e papà, per quasi due anni.. Poi Julian fu promosso a responsabile del magazzino in cui lavorava, con relativo aumento di stipendio, e decidemmo di prendere in affitto un piccolo bilocale per stare per conto nostro.

Quando lo annunciammo ai nostri genitori, da una parte furono contenti che Julian si prendesse la responsabilità di farmi stare con lui: erano molto più tranquilli di sapermi sotto l'ala di mio fratello piuttosto che condividere l'appartamento con qualche amica scapestrata che mi avrebbe trascinato sulla strada della perdizione, come disse la mamma.

Certo, se avessero saputo la verità, ne sarebbero morti.

Il nostro era un rapporto nato felice, poiché basato sull'amore, quello vero, profondo, quello che ti porta a desiderare il bene e la felicità dell'altro più dei tuoi.

Dopo due anni di convivenza, due anni meravigliosi, in cui, di nascosto al mondo, eravamo di fatto marito e moglie, cominciò a nascere in me l'ardente desiderio di avere un figlio dall'uomo che amavo.

Avevo solo vent'anni, ma mi sentivo pronta. Non avrei potuto avere dei figli da altri uomini. Solo da mio fratello.

 

-Julian...- gli dissi una sera, mentre ero accoccolata sul divano stretta a lui.

Mi stava accarezzando i capelli. Il nostro nido era piccolino, arredato alla buona, e aveva un balconcino di appena due metri quadri, ma ci sembrava una reggia, perchè c'eravamo noi due.

-Dimmi, amore.-

Io mi feci coraggio, perchè proprio non sapevo come fare a dirgli una cosa di così enorme portata emotiva: trassi un gran respiro e ci provai: -Jul, io vorrei  un bambino da te... E' tanto che ci sto pensando...-

Mio fratello sbiancò. Smise di accarezzarmi e mi prese per le spalle, fissandomi negli occhi.

-Susy, tu sei pazza. Non tentiamo troppo la sorte, ci sta andando fin troppo bene... Accontentiamoci di amarci, di stare assieme nel nostro appartamento...come fossimo marito e moglie...-

Aveva ragione, naturalmente. Io annuii, ma ci rimasi male, dentro di me.

-Scusa. - Mormorai piano, staccandomi da lui. Era irragionevole, da parte mia, ma, pur sapendo che aveva ragione da vendere, il suo rifiuto mi aveva offesa. Mi ero sentita respinta, ed ebbi un moto di rancore verso di lui.

Julian se ne accorse: non era stupido né insensibile, e mi fece alzare il mento con due dita.

-Susy, sta a sentire: io sono enormemente lusingato e onorato che tu mi abbia chiesto un figlio. Credi che non ci abbia mai pensato pure io? Pensi che, dopo essermi dato a te andando contro la morale e contro la legge, dopo essermi sentito un rifiuto umano per aver ceduto alla tentazione di fare l'amore con mia sorella...davvero pensi che non vorrei un figlio nostro? Che potrei concepire una creatura con una donna che non fossi tu?

Ma sarebbe davvero troppo, Susy. Siamo già molto fortunati, credimi, a poter vivere questo nostro amore senza che finora nessuno ci abbia mai scoperti, così, in tranquillità.-

Io continuavo ad annuire, ma il mio volto era ancora segnato dalla delusione.Lui l'aveva capito.
-Susy, non fare la bambina, ti prego. Ma non ti rendi conto che già camminiamo sul filo del rasoio? Gestire una gravidanza in questa situazione... no, secondo me tu non stai facendo mente locale su cosa comporterebbe!-Julian era un po' disperato, mentre mi diceva queste cose.
Io continuavo a fissarlo come se mi stesse negando una cosa naturale, una conseguenza logica del nostro amore.
Ma mio fratello riuscì a farmi riflettere.
-E se il bambino nascesse malato? I figli nati da rapporti incestuosi hanno probabilità molto più alte degli altri di nascere con qualche malattia...Questo è scientifico, l'avrai sentito dire, no?-
-Ci potremmo far fare un'indagine genetica...- Ribattei, illuminata dalla luce divina.
Julian parve pensarci un po' sopra. Ma poi tirò fuori un altro formidabile argomento contro questa mia voglia di maternità:
-E cosa diremmo alla gente? Abitiamo in casa soli io e te, ti vedrebbero col pancione... sarebbe matematico che pensassero che ti ho stuprata e messa incinta...Così io finirei in galera e tu ti 

troveresti sola, con un bambino che i servizi sociali ti toglierebbero subito perchè non hai nemmeno uno straccio di lavoro con cui mantenerlo!...-

Al momento mi sentii ko, non avevo risposte con cui ribattere.

Ma poi fui attraversata da un'altra idea.

-Julian, basterà dire alla gente che mi ha messa incinta un balordo che poi non ne ha voluto sapere niente del bambino, e che tu ti sei offerto generosamente di aiutarmi ad allevarlo!-

Questo parve farlo rimuginare un po' sopra la cosa.

Dopo qualche minuto sospirò.

-E' così pazzesco... che potrebbe funzionare!... -Sentenziò mentre un accenno di sorriso gli illuminava il bel viso.

 

                                                             ****************

 

Facemmo proprio così. Separatamente, e in tempi diversi, ci facemmo fare entrambi una mappatura genetica che per fortuna attestava che non avevamo malattie, nemmeno da portatori sani.

Poi, una sera, mentre eravamo in camera, Julian prese la scatola dei profilattici... e la buttò nel cestino dei rifiuti.

-Per un po' questi non ci serviranno...- Mi disse, piano, con tenerezza, prendendomi il viso tra le mani.

Io mi misi a piangere di felicità.

Eravamo due incoscienti, a dire la verità, anche se avevamo pensato a come giustificarci con la gente...ma lo facemmo ugualmente. Ci amammo senza alcuna protezione, e che andasse come Dio voleva.

Non tardai a rimanere incinta del nostro Tommy.

Certo, passata l'euforia iniziale, la gioia immensa di quando vedi il test di gravidanza positivo, rimanevano le preoccupazioni.

Proprio io che avevo insistito per avere questo figlio, ancor più di Julian mi chiedevo se non avessimo fatto una cazzata tremenda, ma poi pensai che un bambino che nasce dall'amore di due persone che lo desiderano entrambe non è mai una cazzata. Mai.Raccontammo ai nostri genitori, amici, parenti e vicini di casa quello che avevamo concordato di dire.
Mamma e papà ci rimasero decisamente male, prima di tutto perchè non gli avevo fatto conoscere questo fantomatico fidanzato che avevo a mio dire avuto, e poi, ancor di più, perchè il presunto mascalzone si era divertito con la sottoscritta e poi, saputo della creatura in arrivo, si era defilato: arrivederci e grazie.
Papà voleva assolutamente che facessi il suo nome: lo avrebbe rintracciato e poi lo avrebbe costretto ad assumersi le sue responsabilità, con le buone o con le cattive. Io lo dissuasi, a fatica, devo dire.
Gli dissi che non ne volevo sapere di avere accanto un uomo che non voleva né me né suo figlio.
I miei erano feriti, anche se non erano più i tempi in cui vivere una cosa del genere come una vergogna. Io non sarei stata una figlia “disonorata”, ma solo sfortunata.
Inoltre trovarono un parziale sollievo nel fatto che Julian annunciò che si sarebbe preso cura di me.
I miei non finivano mai di benedirlo, e offrirono anche loro tutto l'appoggio possibile.
Io chiesi ben poche volte l'aiuto della mamma, quando nacque Tommy.
Lui era mio, solo mio, e di Julian, ovviamente, anche se questo non doveva saperlo nessuno.
Il mio piccolo era sano e bellissimo: aveva un ciuffo di capelli biondi e gli occhi verdi  di suo padre, ma siccome io somigliavo parecchio a mio fratello, nessuno ci fece caso.
Non pianse mai troppo, di notte, né fece mai troppe storie per mangiare.
Julian era letteralmente innamorato di lui, lo viziava in maniera indecente.
I miei erano in estasi tutte le volte che venivano a trovarci, e non mancavano mai di ribadirmi quanto dovessi essere grata a mio fratello, che stava crescendo un nipote come fosse suo figlio.
Io tremavo, inconsciamente, quando sentivo quei discorsi, ma mi esibivo in sorrisi smaglianti e in 

parole piene d'affetto per loro e per Julian. Che poi non erano certo forzature: era quello che sentivo.

Tommy fece la scuola materna e poi iniziò le elementari e io mi trovai un piccolo lavoretto part-time come commessa in un negozio di giocattoli, per dare una mano al bilancio familiare.

 

                                                                   ************

 

 

...Ed eccoci qua, una mattina come tante: Julian si appresta ad andare al lavoro, e io a portare a scuola nostro figlio. Dalle nove all'una sarei andata a lavorare pure io e... insomma, questa era la nostra piacevole, meravigliosa routine familiare.

Eravamo felici, ma avevamo anche una fottuta paura che qualcosa o qualcuno potesse spezzare quest'incantesimo, gettare nella disperazione una famiglia felice.

Nel pomeriggio attendo la mamma per un tè e quattro chiacchiere.

Pranziamo , io e mio fratello (Tommy esce alle sedici da scuola), poi lui torna  a lavorare e poco dopo arriva la mamma.

E' sempre molto premurosa: si presenta spesso con un regalino per Tommy o qualcosa di utile per la nostra casetta: a volte è un detersivo in offerta, a volte è una confezione gigante di corn-flakes, o cuscini nuovi per il divano.

Entra, ci baciamo, poi vado a mettere su la teiera. Ci saremmo bevute il tè, poi saremmo andate assieme a prendere Tommy.

Un ritratto del mio piccolo a quattro anni fa bella mostra di sé sul comò del soggiorno, accanto al divano.

I suoi riccioli quasi bianchi splendono, i suoi occhi verdi ti catturano subito. Quando qualcuno viene a trovarmi, quella foto è una fonte costante di complimenti, quando non c'è l'originale...

La mamma la prende in mano e sospira, guardandola.

-Dio, quanto gli somiglia!- Commenta, con dolcezza.

Io a momenti soffoco: un sorso di tè, a quelle parole, mi va di traverso. -Ma a chi?- Chiedo con un filo di voce.La mamma si gira, con un sorriso: -Ma a suo padre, naturalmente!- Dice, con la massima naturalezza.
Io mi sento venir meno. Tento un'ultima cosa: -Ma se nemmeno lo conosci...-
La mamma appoggia il ritratto di Tommy e mi prende il viso tra le mani, con tenerezza e comprensione: -Su, non continuare a mentirmi, Susy...puoi ingannare tuo padre, puoi ingannare tutti gli altri... ma non me! -
Il cuore prende a battermi furiosamente nel petto, vado in confusione totale :-Che... che vuoi dire....?- Balbetto con una voce da oltretomba.
Lei mi fissa negli occhi :-Che Tommy è di Julian, Susy. Non temere, l'ho capito solo io, tutti gli altri si sono bevuti la vostra storiella. Anche tuo padre, soprattutto tuo padre! Lui è una personcina buona ma semplice, non vede oltre il suo naso. Per vostra fortuna, devo dire...Non oso pensare che farebbe se intuisse la verità!...-
Io non capisco più niente, vedo doppio. Mi devo sedere.
-Ma... ma che stai dicendo...-  tento ancora di dire, annaspando nella vergogna e nel senso di colpa.
La mamma mi fa una carezza, tenta di rassicurarmi che lei, anche se sa, non è una nemica.
-Tranquilla, mi porterò il vostro segreto nella tomba. Non nego che, quando me ne sono resa conto, sono rimasta scioccata, ma poi ho capito che dovevo starmene assolutamente zitta. Il vostro è un amore fuorilegge, ma non è sbagliato. L'amore non è mai sbagliato, se è tra due persone adulte e consenzienti!-
A questo punto ritengo che sia perfettamente inutile continuare a negare. Scoppio a piangere, l'abbraccio. E' un'autentica liberazione.
-Come hai fatto a capirlo?-
-Siete sempre stati molto, troppo uniti. E il fatto che lui non riuscisse mai a legarsi ad una ragazza, e come tu fossi terribilmente gelosa quando ce ne portava a casa una...la diceva lunga...E pure tu... ci 

hai presentato quel Larry, ma non ne eri entusiasta... e poi so che hai avuto altri amici, ma non ti ho mai visto consumarti per nessuno di loro...Voi due, invece, vi siete sempre attratti come il ferro e la calamita... Julian è andato a Londra per cercare di stare lontano da te, ma non c'è riuscito. Non poteva riuscirci, perchè ti ama. E tu... non sei mai stata triste e intrattabile come quando lui era via. Eri come morta.

Sono sempre stata una madre iper-occupata col lavoro, è vero... e molto spesso, più di quanto avrei dovuto, ho delegato a tuo fratello il compito di occuparsi di te...ma ho gli occhi per vedere, e per leggere tra le righe.-

Io sono un fiume di lacrime, a sentire quelle parole. La mamma continua a massaggiarmi piano la schiena, sempre tenendomi stretta.

-Non... non vi facciamo schifo, allora...io e Julian?- Oso chiederle.

-Te l'ho detto, all'inizio sono rimasta sconvolta. Ma ora non più. Con me il vostro segreto è al sicuro. Ma state attenti a non fare sciocchezze: avete già rischiato molto avendo Tommy! Dovete sempre camminare sul filo del rasoio, ragazzi. La legge non sarebbe comprensiva come lo sono io!- La mamma mi guarda severa, mentre mi dice queste parole.

-Grazie, mamma!- le dico dandole un bacio, con enorme gratitudine.

-Grazie per essere come sei!-

E' un enorme e inaspettato sollievo sapere che lei sa, e non ci giudica, ma cerca di capirci..

Lei mi sorride, poi ci infiliamo la giacca entrambe: è quasi l'ora di andare a prendere Tommy da scuola.

 

FINE




GRAZIE DI CUORE PER AVER SEGUITO LA TENERA E DELICATA STORIA DI SUSAN E JULIAN. 
LI ABBIAMO SEGUITI IN PUNTA DI PIEDI, CON PUDORE, LASCIANDOLI PRATICAMENTE DA SOLI NEI LORO MOMENTI PIU' INTIMI.
NON POTEVO, NON VOLEVO FARE DIVERSAMENTE.
L'AVETE LETTA IN TANTI/E QUESTA STORIA, E DI QUESTO NON POSSO CHE RINGRAZIARVI.
RINGRAZIO CON TUTTA ME STESSA ANCHE TOMOCCHAN E KLEIS, CHE L'HANNO RECENSITA.
UN BACIO A TUTTE!
PINKYROSIE

  
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