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Autore: Rio no Kitsune    30/03/2014    0 recensioni
Sette vite per raccontare un'anima, una ragazza che si affaccia alla vita, che sta ancora decidendo, che sta ancora tessendo la tela della sua vita. Sette anime per raccontare una vita, perchè non ne basta una sola per essere tutto ciò che puoi essere, per comprendere le mille possibilità che si hanno quando ancora la pagina è bianca e la propria storia è tutta da scrivere.
Un tributo alla mia Reinette.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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·Queen·

 

 

 

 

·Arya·

Al di là dell’Eden

 

Una distesa immensa di nuvole sopra di lei. Avanzava nella luce tenera del pomeriggio, libera e fiera, se stessa come non poteva esserlo nella realtà. Fiocchi rosa le vorticavano intorno, danzandole nelle mani a palmi aperti rivolti al cielo.

Il portale che la riconduceva a casa sua apparve troppo presto e Arya salutò con sguardo grato il magnifico giardino che l’aveva cullata.

-Tornerò presto- disse alla pioggia.

-Vegliate sul mio mondo- chiese alle stelle.

-Racconta storie sempre nuove- raccomandò al vento.

Una carezza gentile delle labbra sulle incisioni nella pietra venata di nero e il chiavistello si aprì di scatto.

I suoni armoniosi la accompagnarono fino alla fine del sentiero di muschio soffice e fresco, e poi attraversò la frontiera.

 

 

 

 

·Rebecca·

L’alba della libertà

 

Nella fredda luce invernale di Amburgo era di nuovo Rebecca, nel cuore poche persone – più di quante in realtà volesse contarne-, nella mente occhi di ghiaccio, profondi e ben delineati, sangue e lacrime e tenerezza rude nelle ossa, qualche urlo di piacere o di dolore che si era intrecciato nei suoi capelli scuri, ricordo dei sogni di quella notte.

La stoffa calda proteggeva la pelle chiara, la schiena ancora dolorante dopo il lungo volo all’alba. Una sola ora di evasione, prima del caos distruttivo e ansioso della routine.

Aveva visto con occhi blu i colori del mondo illuminarsi al pallido risveglio del sole, le nuvole trafitte d’oro e rosso, voragini guarite in pochi attimi dal vento.

Le sue ali, piume e pelle e cartilagine, lo avevano cavalcato, si erano riposate nella brezza e avevano goduto del freddo soffio portato dal mare.

Lo sguardo si era riempito d’onde e infinito e aveva cinguettato di gioia, ma troppo presto il suo tempo era scaduto e il laccio che la ancorava alla terra si era fatto sempre più pesante. Era abituata e non se ne curò. Non era ancora pronta a spezzarlo, ma lo sarebbe stata presto. E allora niente l’avrebbe fermata.

 

 

 

 

·Miku·

Seppellire preziose memorie

 

Gli artigli scavavano veloci, scostando la terra più facilmente delle mani, ricavando un rifugio sicuro per il suo tesoro. Raccolse il fagotto con cautela e lo depositò piano, attenta a non trapassare il tessuto coi denti affilati.

Lo ricoprì con calma e ultimò il lavoro con le mani, appiattendo il terriccio in superficie e disegnando un cerchio.

Il suo primo abito, la sua prima penna e un oggetto che le ricordasse tutti coloro a cui teneva. Un tesoro immenso per lei, incomprensibile a chiunque altro.

Tornò indietro con lentezza, assaporando ogni secondo, ricordando i cambiamenti nella sua vita. I capelli cerulei scivolavano tra le foglie senza lasciare altra traccia che il profumo delizioso di menta e mare aperto.

Nelle radure della foresta –la sua foresta- aveva lasciato il suo spirito di lupo, freddo e forte, per incontrare la sua metà, una ragazza piena di sogni. L’abito giallo che indossava si aprì in una ruota quando danzò con grazia nella nebbia, accompagnata dalla sinfonia di mille strumenti invisibili.

Con un sorriso scintillante Miku si volse, per poi correre leggera verso la valle.

 

 

 

 

·Kanade·

Divino desiderio carnale

 

La pioggia era ormai una tempesta, i tuoni infuriavano, i lampi illuminavano porzioni di nero fumo inconsistente.

La risata allegra le uscì come un coro di campanelle. I nastri rossi che le legavano i capelli si sciolsero immediatamente sotto le sue mani e l’acqua gelida tracciò percorsi intricati scivolando sul suo viso pallido.

Allungò un palmo verso l’infinito che si stendeva sopra di lei e chiese con voce tremante per il freddo: -Sei arrabbiato con me?-

Sorrise ancora più ampiamente quella perfetta e immacolata creatura, mentre il ruggito si faceva più roco e profondo.

Coperta di vento, Kanade si distese sul marmo duro e candido e bagnato, osservando ilare le stelle che spuntavano sempre più tra le nubi.

Il desiderio non la sfiorava, attendeva paziente. Nessuno poteva toccarla, nemmeno un dio.

Sospirò nel vedere la resa di quella bufera. Non aveva paura, la luna candida la osservava da lontano, piena di promesse per il futuro.

Il velo del sonno si fece pesante e si addormentò, l’anello al dito che luccicava nel buio.

 

 

 

 

·Umi·

Lontana dai doveri

 

Umi lasciò in fretta il salone. Il rumore secco dei passi nel corridoio si trasformava in un’eco che la seguiva in ogni stanza. Le gonne pesanti le ostacolavano la corsa, il busto stretto le impediva profondi respiri. L’incoronazione le aveva assicurato eterna compagnia e le mancava la solitudine dell’infanzia.

Raggiunse in fretta la sua vecchia stanza dei giochi e finalmente si liberò degli anelli, delle collane, delle stoffe pregiate e delle scarpette scomode.

Silenzio. Nessun pettegolezzo, nessuna risatina, nessuno sguardo equivoco.

Dal pianoforte sgorgavano note senza senso, direttamente dal profondo del suo animo, le dita correvano leggere e veloci sui tasti, i riccioli le accarezzavano le spalle e la schiena coperte da una leggerissima sottoveste semitrasparente.

Nella notte nera, la luce tremolante della candela produceva ombre sinistre eppure confortanti. Nulla sarebbe stato lo stesso, era alla svolta, all’addio, alla conclusione del primo atto, la prossima scena prendeva già forma.

Si chiese incerta cosa ne sarebbe stato di lei.

 

 

 

 

·Fear·

Pronta ad affondare il pugnale

 

Il vetro s’infranse e lo schianto rimbombò nella stanza. Tremava di rabbia e stringeva le rose bianche -dolce velluto- tra le dita. Le spine erano state recise, se ne accorse solo dopo, e rimpianse un po’ di dolore che l’avrebbe distratta.

Lo specchio le restituì lo sguardo, occhi ingranditi dalla furia. Il disprezzo si fece strada nelle vene, il battito del cuore irregolare e frenetico.

Uscì nel calore del mezzogiorno, soffocando insulti e minacce.

La frustrazione la seguì anche a casa e le diede libero sfogo in parole prive di suono, su fogli di carta bianchi, sporchi di lacrime.

L’inchiostro non bastava. Si graffiò le mani con stizza e si ricompose.

Niente che la ferisse rimaneva impunito, e Fear gustava il sapore di ruggine e sale, densa e dissetante prelibatezza.

Dimentica della dolcezza, colorò la sua mente di oblii eterni e il profumo della lavanda che aleggiava intorno a lei assunse una sfumatura agre, come di campi percorsi dalle fiamme.

 

 

 

 

·Haruka·

Schiava dagli occhi di dolci promesse

 

Le guance si imporporavano così in fretta, il coraggio che teneva nascosto in scintille dentro di sé si librava fuggendo come lucciole.

Esaminò poco alla volta da lontano le labbra, le mani, i capelli, le spalle, rabbrividendo indisturbata.

Rinchiusa tra le mura della torre, costretta a osservare il cielo solo da piccole feritoie, Haruka si impegnava, però, per essere la migliore.

Canto, disegno, musica, lingue, geografia, storia, politica, scienza nell’attesa di un suo cenno la sera, che la invitasse a sedersi accanto al suo calore.

Le cavigliere suonavano lievi, ricordandole la sua condizione eppure accendendo in lei la speranza di riscattarsi.

Volteggiava dolcemente, seguendo il suono della lira, muovendo il cuore a un ritmo più veloce, sopportando lo sforzo, in attesa del brivido, del momento giusto.

 

 

 

 

La mia Reinette ha tanti nomi, e in ognuno racchiude una parte di sé. È una scrittrice, è una giovane donna, è una bambina capricciosa e viziata, è un lupo fiero e leale, è un fiore non ancora sbocciato, è un esperimento in corso.

Il fascino delle sue parole, della sua visione del mondo, infiamma l’interesse, rende storditi e meravigliati. È capace di profondità e di leggerezza, lascia un’impronta indelebile in tutti coloro che riescono anche solo a sfiorarla. Nelle sue storie trovate mondi vasti e intriganti, trame avvincenti, sentimenti puri e personaggi indimenticabili. Niente è lasciato al caso, ogni filo si intreccia alla perfezione in motivi colorati e seducenti. Ma l’incanto non è solo nei suoi lavori. Dietro il sipario, alla fine dello spettacolo, c’è la meraviglia dell’essere perfettamente imperfetto che dietro le quinte dirige l’opera gratuitamente. L’involucro esterno, occhi blu, capelli scuri, protegge un’anima formidabile capace di amare intensamente, di accoglierti nel suo mondo e donarti, se lo meriti, un biglietto gratuito per le montagne russe più alte e stupefacenti dell’universo. Non c’è modo di restarle indifferenti.

Y

 

 

 

 

 

***

 

Ti ho calata nei panni di sette diverse vite.

In Arya sei capace di oltrepassare un portale che ti porta in un altro mondo dove sei libera da qualsiasi giogo, in comunione assoluta con ogni particella vitale.

In Rebecca ti tramuti in un fragile uccellino azzurro che vola ogni mattina per un’ora soltanto perché trattenuto da una corda che ti impedisce di allontanarti.

In Miku sei di nuovo la ragazza-lupo che conserva un tesoro prezioso nella Grande Foresta del Nord.

In Kanade sei desiderata da un dio che però rifiuti di accontentare perché fedele al tuo matrimonio e, nonostante la bufera terribile che testimonia la sua ira, ti prendi gioco di lui.

In Umi sei la giovane regina di un giovane regno, salita al trono dopo l’inaspettata e precoce morte dei tuoi due fratelli maggiori. Nessuno si curava di te finché non sei diventata regina, perciò ti manca stare in pace, senza essere oggetto di discorsi e sguardi inopportuni di coloro che cercano ora di entrare nelle tue grazie.

In Fear sei in collera e pronta a vendicarti di due stupide che hanno osato raccontare menzogne crudeli su di te e sulla tua famiglia.

In Haruka sei una concubina dell’harem di un sultano, la preferita di suo figlio. Ti impegni per essere perfetta e compiacerlo, in attesa che faccia di te la sua consorte principale.

Non basta una vita sola per delineare ogni piega della tua anima, e nemmeno sette sono sufficienti. Vorrei saperti mostrare meglio come ti vedo io, quante possibilità, quante incredibili e stupende persone puoi diventare, quale magica creatura tu sia già ora.

Ti voglio bene, tanto.

Goccia

  
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