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Autore: sorridimilouis    30/03/2014    0 recensioni
"La paura è solo un'illusione, non fraintendetemi.. il dolore è reale, ma la paura è solo una scelta."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il letto cigola, dolci respiri eccheggiano nell'aria.
Sono qui, tra l braccia del mio fidanzato Liam, l'amore della mia vita.Pochi mesi fa abbiamo reso il nostro rapporto ufficiale, e ora progettiamo anche di sposarci. Sono felice, eppure c'è qualcosa che mi turba. Ho paura, paura che tutto questo possa finire troppo in fretta, che io non riesca a viverlo.
Sono combattuta sul dirglielo o tacere, come ho fatto fino ad adesso. Insomma, i miei problemi sono i suoi.
-Ti amo, Tennie.- sussurra al mio orecchio.
Accenno un sorriso, stringendomi sempre di più contro il suo corpo caldo.
Cerca le mie labbra, per poi farle incontrare poco dopo in un dolce bacio.
"Avanti, Tennie, che cos'hai da perdere?" mi domando mentalmente, dandomi una risposta subito dopo: lui.
Sospiro, ravvivandomi i capelli con una mano.
-Liam, devo dirti una cosa.- pronuncio quelle parole con un filo di voce, quasi come se mi vergognassi di ciò che sto per dire.
-Dimmi piccola.- sorride, ma si intuisce perfettamente che è un po' preoccupato da quello che potrei raccontargli.
Prendo un bel respiro e continuo a parlare.
-Allora, c'è una cosa che non ti ho detto, ed è molto importante..- annuisce, incitandomi a continuare.
-Io.. sono..- si allontana leggermente per guardarmi negli occhi, mi prende le mani e le stringe nelle sue. 
Ti prego Liam, così no, lo sai bene che mi è difficile parlare con te che mi fissi. 
Mi faccio comunque forza e riprendo, deve sapere.
-Sono.. malata di leucemia.- la mia voce si spezza, lacrime salate iniziano a rigarmi le guance.
E lui è lì, con la bocca dischiusa dallo stupore e dallo shock, e gli occhi spalancati. 
-Ti prego, dì qualcosa..- piango.
Mi lascia le mani, che ricadono sul materasso. Si alza, prendendo la sua roba e iniziando a vestirsi.
-Dove vai?- chiedo.
-Lontano da te.- risponde secco.
A quella risposta piango ancora più forte, non può farmi questo.
-No, no, ti prego. Ho bisogno di te, Liam!- sto gridando, neanche me ne rendo conto.
Mi alzo di fretta anche io, indosso la prima cosa che mi capita e lo afferro per un braccio tirandolo verso di me, prima che varchi la soglia di quella porta e che io non lo riveda mai più.
-Lasciami Tennie.- strngo la presa sul suo braccio.
-Lasciami cazzo!- urla, ma non mi muovo.
-Ho bisogno di te, perché non lo capisci?!- piango più forte.
-Perché diavolo non me l'hai detto prima? Eh?!- si libera dalla mia presa e si avvicina al muro.
-Io...- inizio, ma mi interrompe.
-Tu niente. Ecco dove cazzo eri quando sparivi per ore, senza dami una spiegazione. Andavi in ospedale, non è così?- chiede urlando.
Annuisco.
-Stiamo insieme da sei anni, cazzo. Sei anni! E tu in sei anni non mi hai mai detto niente?!- grida ancora più forte, la vena del collo ormai è gonfia e sporge. Permetta ad alcune lacrime traditrici di fuoriuscire dai suoi occhi.
-Liam, calmati perfavore..- provo ad avvicinarmi ma mi allontana.
-Calmarmi? Come posso calmarmi dopo quello che mi hai detto?! Si tratta di una malattia grave, Tennie, non delle giostre!- tira un pugno contro il muro, sobbalzo dallo spavento.
-Potresti.. potresti morire!- urla infine, portandosi le mani nei capelli castani.
Abbasso lo sguardo.
-Sai che ti dico?- riprende, stavolta con un tono di voce calmo, mentre mi fissa con due occhi arrossati dalle troppe lacrime.
Scuoto leggermente la testa, incapace di parlare.
-Prendiamoci una pausa.- sputa duro, prima di uscire dalla camera ormai fredda e silenziosa, e lasciarmi sola con i meii pensieri.

-------

Sono passati ormai due mesi dal litigio avuto con Liam. Quella fu l'ultima volta che lo vidi. Di lui ho comunque un bellissimo ricordo e continuo ad amarlo con tutta me stessa.
Mentre siedo sul divano della casa dei miei genitori, guardo mia madre piangere con una nostra foto in mano. Sono seduta accanto a lei, eppure non può vedermi. Non più, almeno. Sono morta due o tre settimane fa, non mi ricordo di preciso quando. A dir la verità, non ricordo niente di quel giorno, e forse è meglio così. Mi si stringe il cuore nel vedere una delle persone più importanti della mia vita in queste condizioni a causa mia. Fa male, in un certo senso, anche non sento niente. 
Vorrei dirle che non deve piangere, nessuno deve farlo. Deve sorridere al mio ricordo, deve ridere ripensando a qualche disastro combinato insieme, o solo mio. Ma le parole non escono, apro la bocca per parlare ma non esce nessun suono. E anche se potessi farlo, sarebbe solo fiato sprecato perché non potrebbe sentirmi.
Un suono le fa alzare la testa dalla cornice, probabilmente è il campanello. Posa la foto sul tavolino di cristallo di fronte al divano e si dirge alla porta in mogano bianco aprendola e permettendo ad una figura, a me famigliare, di entrare nell'abitazione. 
Liam.
-Ciao Carmen.- saluta gentilmente.
-Liam..- lo abbraccia la donna, scoppiando nuovamente in un pianto disperato. 
Il ragazzo sembra non capire subito, mentre la stringe a sè, poi noto che alcune lacrime gli stanno inumidendo le guance. 
Dopo poco, mia madre si stacca da lui. Nessuno parla, solo il rumore di singhiozzi strozzati riempiono il silenzio ricaduto nella stanza.
-Mi.. mi aveva chiesto di.. di darti questa..- balbetta mia mamma mentre si sposta in cucina. 
Il castano rimane sull'uscio con lo sguardo perso nel vuoto, lacrime salate che gli scorrono sulle guance arrossate, braccia lungo i fianchi, fermo e immobile, a pensare a chissà che cosa.
La donna torna con una busta in mano. E' la lettera che ho scritto a Liam il giorno dopo della nostra litigata.
-E' una lettera, per te.. da parte sua..- gli porge la busta.
Lui, prima di aprirla, asiuga le lacrime e la guarda negli occhi.
-Perché non me l'avete detto prima?- chiede sussurrando.
-Non siamo riusciti a contattarti, Liam. Abbiamo provato in tutti i modi, ma tu eri sempre irraggiungibile..- spiega lei.
Liam tira su con il naso, annuisce e, finalmente, apre la busta e inizia a leggere la lettera.
Dopo pochi minuti la stringe al petto e scoppia in una risata isterica mista ad un pianto. Lo fa sempre quando è nervoso o tanto triste, anche se poche volte l'ho visto così. Sorrido per quella sua caratteristica che ora mi sembra così buffa.
-Dov'è?- chiede lui  tra un singhiozzo e una risatina.
-Al cimitero di Westbrook, è poco più avanti dell'ngresso.- quanto amo la voce di mia madre. Rimpiango di non averglielo detto un'infinità di volte.
Liam ringrazia educatamente, poi corre verso il cimitero, con l'aria che lo punge come tanti minuscoli aghi.
Arriva davanti alla mia lapide e si niginocchia piangendo. Mette una mano sulla mia foto mentre si sforza di placare i singhiozzi.
-Mi.. mi dispiace..- tira su col naso.
-Tennie, amore, io ti amo, l'ho sempre fatto e non smetterò mai di farlo. E'.. è stata colpa mia, non dovevo dirti quelle cose ma sarei dvuto stare con te, magari ora saresti qui. Spero che potrai perdonarmi..- piange ancora, mettendosi una mano sul cuore.
No, tutto quello che voglio è che non si assuma la responsabilità della mia morte.
-Ti prego..- sussurra.
Istintivamente porto una mano sulla sua spalla, consapevole che non saprà mai che sono qui, e ci sarò sempre.
Ma, con mia grande sorpresa, si gira nella mia direzione, come se si fosse accorto del contatto.
Quegli occhi gonfi, che ora scrutano il nulla perché non può vedermi. 
In questo momento, giuro, darei qualsiasi cosa pur di passare ancora un secondo di più con lui. Giusto il tempo do dorgli che ci sono e che ci sarò, nel bene e nel male, che non è affatto colpa sua se è finita così e che se è andata in questo modo è perché era già stato prestabilito, che non avrebbe potuto fare niente comunque. Vorrei solo poterlo stringere per l'ultima volta, baciarlo per l'ultima volta, drgli che gli anni passati con lui sono stati i più belli della mia vita, che, nel suo piccolo, è riuscito a darmi tutto quello di cui avevo bisogno, e che lo amo, più di ogni altra cosa al mondo.
Sospira e si rigira verso la tomba piena di fiori e lettere che non potrò mai leggere.
-Non ti ho portato nemmeno una rosa, quelle che ti piacciono tanto. Che stupido.- ride di nuovo.
Si mette le mani davanti al viso e ricomincia a piangere più forte. 
-Giuro che verrò qui ogni giorno, con un fiore diverso ogni volta. Sorriderò pensandoti perché so che è quello che hai sempre voluto. Ti racconterò della mia giornata, ti parlerò di tutto quello che mi passa per la testa. Ti leggerò poesie, ti racconterò storie, come quando non riuscivi a dormire e mi pregavi di farlo. Passerò ore, pomeriggi, qui con te. Ti amo Tennie, per sempre.- singhiozza.
Assorbo quelle con tutta me stessa, o quello che ne resta. 
Poggio una mano sulla sua schiena e chiudo gli occhi, assaporando tutto quello che sembra l'ultimo contatto tra di noi.






Spazio autrice: Hola! Questo è il primo one-shot che scrivo e spero vi piaccia. Ne ho già in mente altri che scriverò il prima possibile. Che dire di altro? Recensite e fatemi sapere se vi piace e passate da 'So far, so good', se vi va.
Alla prossima <3
Un bacio .xx
  
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