Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: ANormalGirl    30/03/2014    4 recensioni
Lei è una ragazza comune, introversa e chiusa in se stessa. Preferisce un paio di Converse ad un paio di tacchi. L'amore per lei non ha forma, non ha colore; lei l'amore non lo ha mai provato sulla sua pelle e crede che mai lo proverà ma lei non sa. Lei non sa che nella sua vita sta per arrivare un ragazzo che scioglierà il ghiaccio su quel cuore, che le farà scoprire chi è veramente e che la farà innamorare, ma per davvero.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jamie Campbell Bower, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"La vipera sarà già a casa?" mi chiede Jess trattenendo una risata.
Percorriamo il breve giardinetto colmo di fiori e ci fermiamo davanti al portone nero; la mia amica preme il campanello per diversi secondi prima che la voce stridula della nostra coinquilina si diffonda nell'aria.
La serratura scatta e Jess spinge la pesante porta entrando seguita da me; le scale di legno bianco con la moquette rossa davanti a noi sono illuminate dalla debole luce del sole che filtra dal lucernario dell'ultimo piano. Sento il legno scricchiolare sotto i miei piedi a ogni passo che faccio.
"Salve!" esclama allegramente Jessica 
"Buona pomeriggio signorine!" ci salutano all'unisono la signora Willson e la signora Hood del primo piano quando ci vedono passare; sono sempre sul pianerottolo a spettegolare.
Salgo l'ultima rampa di scale e finalmente vedo la porta bianca con  il grosso 23 d'oro brillare.
"Ho bisogno di una doccia" dico chiudendo la porta dietro di me; getto le chiavi nel grande piatto in cristallo sul basso mobiletto di legno all'entrata e appoggiandomi alla porta mi sfilo le Converse.
"Allora ti sei decisa a lavarti" sento dirmi da una voce stridula; alzo lo sguardo e dal lungo corridoio la vedo avanzare verso di noi. Indossa un'accappatoio rosa, è a piedi nudi e cammina come fosse una papera: credo per via del rosso smalto appena steso.
"Paris!" l'ammonisce Jess andando in cucina seguita da lei.
Alzo gli occhi al cielo e mi aggrego alle altre; apro il frigorifero per prendere una Cola ma Paris mi scansa con prepotenza ed estrae un bicchiere alto e stretto con uno strano liquido denso e verde.
"E' uno dei tuoi tanti intrugli?" chiedo sorridendo acida, prendo la bottiglietta in vetro e la stappo bevendo un lungo sorso.
"Fa bene alla pelle" mi informa lei  con un tono di voce irritato, mi parla come se fossi una stupida.
Paris ha quasi vent'anni, ma si comporta come una bambina sotto alcuni aspetti; proviene da una famiglia ricca e lavora part-time per una agenzia di modelle.
E' stata abituata fin da piccola ad avere tutto ciò che voleva, vestiti, trucchi, gioielli. Non si accontenta nemmeno di un solo ragazzo, lei preferisce "sperimentare". E' alta, bionda con due grossi occhi azzurri, sicura di se, sexy, ha molti amici ma è una grande stronza.
"Ricordati il pranzo con Jeremy e Jamie" mi ricorda Jess aprendo il portatile bianco sul bancone della cucina.
"Come? Un ragazzo?" mi guarda divertita Paris.
"Finiscila" dico irritata. Poso la Cola e a passi pesanti mi avvio lungo il corridoio raggiungendo il bagno.
L'acqua tiepida scorre lungo il mio corpo lavando via tutto lo stress e la tensione; passo le mani coperte di shampoo tra i lunghi capelli insaponandoli per bene per poi infilarmi sotto al getto d'acqua gettando la testa all'indietro e chiudendo i miei occhi. Adoro farmi la doccia, sentire l'acqua sulla mia pelle ma nello stesso tempo credo sia la cosa peggiore; è come una macchina che ti riporta indietro nel tempo, che ti fa rivivere quei ricordi che vorresti sparissero per sempre ed è proprio quello che sta facendo a me in questo istante: il ballo studentesco, Jess che balla con il suo cavaliere ed io seduta al tavolo che mi guardo attorno cercando qualcuno con cui scambiare qualche parola,sola, sforzando un sorriso...
La voce sommessa di Paris mi riporta alla realtà; mi sciacquo il viso per poi spegnere l'acqua e afferrare il mio accappatoio, passo la mano sul vetro appannato e mi guardo per qualche secondo. La ragazza che sto guardando sorride ma so che non è felice, so che le manca qualcosa, ma cosa?
Avvolgo i capelli in un asciugamano ed esco da li venendo travolta dalla fresca aria che esce dal condizionatore.
"Skye, tesoro, puoi portarmi la lima delle unghie? E' nel mobile del bagno" mi urla Paris dal soggiorno, alzo gli occhi al cielo e ritorno dentro venendo avvolta questa volta da una nube di vapore.
Esisto solo quando le faccio comodo.

"Alexie io vado" dico afferrando la mia borsa.
"Certo, ci vediamo lunedì" mi sorride per poi correre ad un tavolo tenendo il vassoio su una mano, mi chiedo come ci riesca; io sono così maldestra e distratta che hanno preferito mettermi dietro ad una cassa ma in fin dei conti poco m'importa.
Indosso gli occhiali da sole e spingo la porta per uscire dal locale; è l'ora di pranzo e moltissime persone sono per le vie della città, i locali e i bar sono colmi di gente affamata. Dopo alcuni minuti a farmi largo tra la folla, arrivo davanti al Red One e fuori, vicino all'entrata vedo Jessica con accanto un ragazzo, probabilmente Jeremy. E' molto alto, il fisico è slanciato, abbastanza muscoloso e anche da questa distanza posso notare i capelli scuri. Jessica aveva ragione, sono fantastici.
"Eccoti!" esclama lei abbracciandomi, le sorrido e poi mi soffermo a guardare il ragazzo che mi sorride allegro.
"Tu devi essere Skye, piace Jeremy" mi allunga la mano ed io l'afferro presentandomi.
"Entriamo?" continua lui indicando la porta di vetri neri in contrasto con il tappetto rosso fuoco con stampato il nome del locale a caratteri cubitali.
"Non c'è il tuo amico?" chiede Jess guardandolo perplesso 
"Arriva in ritardo" sospira lui guardandoci quasi scusandosi,faccio spallucce ed entro nel locale. All'entrata un signore vestito in giacca e cravatta ci accoglie calorosamente; le pareti sono scure e tutto il resto, tovaglie, lampade, tappeti sono rossi.
"O'Kelly" sento dire dal ragazzo della mia amica al signore che,molto gentilmente, ci fa strada fino al nostro tavolo; il locale pian piano comincia ad affollarsi di persone ma del suo amico nemmeno l'ombra.
"Allora Skye, Jess mi ha parlato moltissimo di te." mi sorride bevendo un sorso d'acqua
"A si? Bene,anche lei mi ha parlato molto di te. Non faceva altro che dirmi di quanto fossero fantastici i tuoi capelli" lancio uno sguardo d'approvazione a Jessica che ricambia stringendo il braccio di Jeremy.
"Quindi sei irlandese?" gli chiedo giocherellando con il tovagliolo. Jeremy sta per rispondere ma lo vedo alzare lo sguardo e sventolare la sua mano.
"Ci sono!" sento urlare alle mie spalle, questa voce...questa voce io l'ho già sentita. Mi volto per vedere meglio e verso di noi sta venendo quello strano ragazzo biondo che l'altro giorno mi ha rovesciato la sua aranciata addosso.
Mi faccio piccola scivolando sulla sedia verso il basso cercando di nascondermi.
"Scusate il ritardo ma ho avuto un po' da fare" la sua voce va in calare così giro il capo lentamente e lo vedo fissarmi divertito.
"Deve essere il destino" mi sorride beffardo sedendosi davanti a me; Jess e Jeremy ci guardando perplessi ed io sento le guance avvampare per l'imbarazzo. Destino? Credo c'entri di più la sfortuna!
"Vi conoscete?" chiede sorpreso il fidanzato della mia amica.
"Si" risponde Jamie 
"No" esclamo in contemporanea con lui. Lo fulmino con lo sguardo e lui maliziosamente si passa la lingua sulle labbra.
"Si o no?" mi chiede curiosa Jessica dandomi una gomitata, alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
"Mi ha rovesciato la sua bevanda sulle gambe" dico con un tono non curante.
"Ho cercato anche di instaurare una conversazione con lei ma nulla da fare. Ha davvero un pessimo carattere." s' intromette Jamie trattenendo una risata.
"Non ho un pessimo carattere" replico con il sangue che ribolle nelle vene; come si permette di dire una cosa del genere? Nemmeno mi conosce. E' come tutti gli altri, giudica senza davvero sapere con chi sta parlando, guarda solo l'apparenza.
La mia mente è occupata da così tanti pensieri che le loro voci sono lontane e distaccate; riesco a cogliere solo ogni tanto qualche parola e torno alla realtà solo quando uno di loro mi rivolge una domanda. Non sono mai stata brava a parlare con le persone, forse  mi riusciva meglio ascoltarle o forse nemmeno quello.
Forse penso di non essere brava a parlare perchè nessuno mi ha mai ascoltato veramente, perchè quasi nessuno è stato mai interesso a ciò che dicevo.
L'orologio che lampeggia sullo schermo del cellulare segna le 14.15; sono passate circa due ore da quando siamo entrate qua dentro; Jamie continua a raccontare i suoi aneddoti mentre gli altri ridono divertendosi, Jess ogni tanto mi guarda sorridendomi ed io fingo ricambiando con il sorriso più bello e felice che posso fare.
Mi sono sempre sentita sola anche quando stavo in mezzo a tante persone.
"Scusate, ma io ora devo proprio andare" dico posando il tovagliolo sul tavolo, mi alzo dalla sedia e afferro la mia borsa. 
"Come di già?" esclama sorpreso il biondo alzando lo sguardo fino ad incontrare il mio.
"Si, scusate ma non mi sento molto bene. Credo sia meglio che vada a casa." sorrido imbarazzata.
"Skye vuoi che venga con te?" mi chiede premurosa la mia amica.
"No tranquilla. Alla prossima" poso venti sterline sul tavolo e mi incammino verso l'uscita salutando il signore che gentilmente mi apre la porta da dove sono entrata.
Mi sento così stupida per aver abbandonato il pranzo ma sono fatta così: reagisco d'impulso.
So di non essere così; so che la ragazza che è appena scappata da un normale pranzo tra amici non è la vera me ma col passare del tempo mi sono rinchiusa in un guscio dal quale a fatica riesco uscirne. 


 

  
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