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Autore: Mel94    30/03/2014    1 recensioni
Sentii le sue dita sfiorarmi dolcemente la guancia come per asciugarla. Schiusi appena gli occhi e notai la vicinanza tra di noi. Avevo all'altezza degli occhi la sua clavicola profonda e scolpita. Non riuscivo a guardare in alto, sarebbe stato troppo imbarazzante e doloroso come ultimo ricordo.
Tirò su anche l'altra mano e premurosamente, con entrambe, mi prese il viso in una stretta delicata ma decisa. Sentivo il cuore andare a mille. Tenevo gli occhi chiusi. Il suo tocco sulla mia pelle, aveva scatenato un effetto men meno che aspettato. Ero tutta elettrizzata, ma le gambe iniziavano a cedere. Mi tirò verso di sé e sentii il suo viso farsi sempre più vicino. Strinsi leggermente le labbra, perché non sapevo cosa aspettarmi. Tenevo i pugni stretti , premuti sulle cosce e poi....le sue labbra si posarono soffici e calde ....
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Taemin
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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IN FRONT OF YOU…

Ormai erano le 5 di pomeriggio e decisi che non sarebbe stata una brutta idea farmi un giro nei dintorni di Gangnam e soprattutto nei dintorni dell’sm. Giusto per vedere se riuscivo almeno a vedere qualche idol. In fin dei conti continuavo ad essere una semplice fan e il fatto di poter chattare con gli exo e Taemin, non influenzava affatto il mio amore da ammiratrice per tutti loro. Anche perché volevo vedere almeno un’altra volta gli SHINee prima di partire.
Il coraggio di chiedere a Taemin di darmi una mano e farmi questo bellissimo piacere non ce l’avevo e non mi sembrava assolutamente il caso. Quindi optai per fare come tutte le altre fan.

Mi misi in marcia verso la metro. Ormai non avevo nemmeno più bisogno di portare con me la cartina. Mi bastava dare un’occhiata lì sul momento quale linea prendere, senza dovermi prima studiare la strada.
Dopo circa una 40 di minuti ero all’uscita 13 di Cheongdam.
Mi diressi verso l’SM e ci arrivai dopo pochi minuti di camminata. C’era poca gente ad aspettare fuori e anche poche macchine parcheggiate. Conclusi che probabilmente non c’era nessuno dentro e decisi di fare continuare la mia passeggiata andando verso la Cube. Mi fermai al CubeCafè e mi sedetti su uno di quei piccoli tavoli singoli, per i disperati e foreveralone come me.Iniziai a pensare a cosa volevo prendere. Poi il cellulare vibrò.

(T)- Che fai di bello? Finito di mangiare? Kkk

Non ci potevo credere. Continuava a parlare con me. E continuava a prendermi in giro! “Hey, guarda che non mi conosci nemmeno da un giorno” avrei detto se fossi stata coerente. Ma era Taemin, ed ero più che felice che scherzasse con me.

(N)-Si. Sono al Cubecafè adesso.

Non trovavo motivi per cui non avrei dovuto dirglielo. Avrebbe anche potuto pensare che l’avessi fatto un po’ apposta, ma tanto valeva sapesse la verità e che ero fan anche di altri gruppi di altre agenzie.

(T)- Veramente??
-Stai aspettando qualcuno o sei lì di passaggio?

(N)- Volevo solo farmi un giro da queste parti. E il Cubecafè è l’unico posto che conosco abbastanza bene nei dintorni. Oggi non ho voglia di perdermi… :P

(T)-Ti farai anche un giro qui all’sm?

Cos’erano tutte queste domande. Gli dava fastidio fossi alla Cube ??
(N)-In realtà ci sono già stata prima
- Ho visto che c’era poca gente e poche macchine fuori e ho pensato che probabilmente non c’è nessuno e sono venuta qui.

Risposi io il più onestamente possibile. Anche perché, in effetti era andata proprio così.

(T)-Io sto per andare via.

Non capivo. Cosa intendeva con quell’affermazione? Capivo che era sottinteso che in fin dei conti qualcuno c’era dentro all’sm, ma avrebbe potuto anche specificare con un “Bhe in realtà ci siamo noi” o in qualunque altro modo. E invece se ne era venuto fuori con questo “io sto per andare via”.
Pochi secondi dopo arrivò un altro suo messaggio.

(T)- Bhe ecco, non dico che possiamo incontraci, sarebbe parecchio complicato…
-ma…posso almeno vederti?

Ero sconvolta. Cosa significava posso vederti? Stava cercando in qualche modo di verificare che tipo di ragazza ero. Era così superficiale? Non gli bastava parlare con me?

(N)-Vuoi veramente? Perché?

(T)-Bhe, mi piace sapere con chi sto parlando. Molto raramente chatto con persone che non conosco. Preferisco sapere chi c’è dall’altra parte.
- Inoltre sarebbe anche un modo per te per verificare che sono veramente io. Non sono stupido, so che dubiti. Tante persone fanno finta di essere me.

Ero parecchio perplessa, ma in fin dei conti, sembrava sincero.

(N)-Ho anche delle foto su kakaostory. Non puoi dire che non sai proprio chi sono

(T)-Mi prendi in giro! Si intravvede si e no qualche pezzo del tuo viso.
-Sono solo curioso di sapere chi è la persona con cui sto parlando. Tutto qui.

Non sapevo cosa rispondere. Sinceramente era più un fatto che mi vergognavo. Non ero una modella e non so cosa lui si potesse aspettare da a me o meglio da “un’occidentale”.
Vedendo che non rispondevo continuò ad insistere.

(T)- Jongin ti conosce. Non è giusto così.

In effetti aveva ragione. Non era giusto nei suoi confronti. Alla fine cedetti e gli dissi che andava bene.
Prima di partire mi feci fare un milkshake. Mi avviai velocemente, visto che se doveva andare via, non sarebbe stato lì ad aspettare me. Arrivata lì trovai fortunatamente un wireless libero e gli faci sapere che ero lì. Si scusò e mi disse che avrei dovuto aspettare un pochino. Li avevano trattenuti e non potevano fare altrimenti.

(N)- Va bene. Aspetto nel parco qui davanti.

(T)- Quando sto per uscire ti faccio sapere.

Andai a sedermi su una delle panchine del parco. Guardavo mentre dei tizzi super palestrati, facevano esercizi sugli attrezzi messi a disposizione nel parco. Là era molto comune trovare queste palestre pubbliche nei parchi delle città.
Il cellulare vibrò:

(T)- Sto scendendo.




Alzai gli occhi verso l’edificio e vidi l’ascensore che scendeva con dentro 5 ragazzi che scherzavano tra di loro. Uno di loro però, era più concentrato e chino sul suo cellulare aspettando una risposta.
Iniziai ad agitarmi. Mi tirai su velocemente, rischiando di buttare per terra il milkshake che avevo appoggiato vicino a me. Lo presi praticamente al volo alla matrix. Le altre fan si iniziavano ad alterare intorno alla van nera parcheggiata proprio di fronte.
Feci per attraversare, ma una macchina mi tagliò la strada. A quel punto mi bloccai. Un piede sul marciapiede l’altro sulla strada.
Forse era stato un segno? Forse non dovevo avvicinarmi più di così? Forse dovevo vederlo da qui, da lontano…

Rimasi lì. Immobile. Guardando per terra, cercando di mettere in ordine i miei pensieri. Infine decisi che rimanere dove ero, era la cosa migliore. E inoltre era anche un modo per distinguermi dalla massa.

(T)-Come faccio a riconoscerti? Sei tra le fans qui davanti?

(N)- Guarda di fronte a te – fu la mia unica risposta.

Pochi secondi dopo la porta si aprì. Onew e Minho uscirono per primi. Onew era inutile descriverlo. Portava gli occhiali da sole e cercava di coprirsi parte della faccia con una mano. Indossava una canottiera scollatissima che gli scopriva gran parte del petto, dei normalissimi jeans e scarpe da tennis. Minho invece era tutto precisino: anche lui occhiali da sole, ma indossava una camicia blu sbottonata sul collo, skinny jeans scuri e scarpe nere.
Dietro a loro c’era Key, più sobrio del solito. Portava un berretto della NY bianco, una maglietta rosa larghissima che gli arrivava praticamente fino alle ginocchia, skinny jeans e delle adidas.
Tutti e tre si precipitarono dentro la van.

Poi da dietro l’angolo prima della porta, spuntò lui. Lo sguardo un po’ confuso mentre probabilmente leggeva il mio ultimo messaggio.
Fece il suo primo passo fuori dalla porta e guardò in avanti, ma troppo vicino a se…

Ero pietrificata. Lo fissavo intensamente, come mai prima avevo fatto con nessuno. Non saprei nemmeno immaginare che espressione potessi avere in quel momento. Sapevo solo che provavo una grande felicità e tristezza allo stesso tempo. Per un secondo presi in considerazione la possibilità di scappare via, visto che ancora non mi aveva notata. Stavo per indietreggiare quando alzò lo sguardo.




Mi guardò nel modo più profondo e sorpreso che potesse avere. Gli si leggeva in faccia la soddisfazione di avermi trovata.
I nostri sguardi si incrociarono . Desiderai che in quel momento il tempo si fermasse per sempre. Dentro di me sentivo più di un miliardo di sentimenti prendere il sopravvento l’uno sull’altro. Non sapevo cosa provare. Non sapevo quale fosse il sentimento giusto da provare in quel momento.

Ero sicura avrebbe tolto subito lo sguardo dopo avermi vista e fare finta di niente , continuando per la sua strada verso la van evitando così ogni sospetto dalle altre fan e gli altri.
Invece si fermò di colpo e rimase lì fermo a guardare verso di me,scrutando ogni mio particolare.
Avrei voluto salutarlo, sorridergli e dirgli: “Hey ciao! Sono io!”. Ma sapevo di non poterlo fare e mi limitai quindi a fare un piccolo cenno con la mano solo per fargli capire che ci aveva preso.

Ormai a quel punto le lacrime si facevano avanti, ma non avevo intenzione di farle sfuggire. Non davanti a lui. Sarei sembrata patetica. Tirai su il cellulare per coprimi la faccia e ne approfittai per immortalare quel istante indimenticabile, di lui che guardava me non per caso, ma perché sapeva chi ero.

Le fan urlavano il suo nome. Ma lui continuava a stare lì, immobile.
Arrivò poi Jonghyun da dietro: maglietta nera, skinny e scarpe della nike. Indossava, inoltre un berretto bianco che gli tenevano i capelli argento all’indietro. Gli occhiali da sole erano in mancabili anche per lui.
Senza pensarci due volte, giocoso si appoggio con le mani sulle spalle di Taemin, trascinandoselo via dentro la van insieme agli altri.
Misi giù il cellulare e asciugai velocemente una lacrima che era fuggita. Rimasi lì a guardare mentre la van faceva retromarcia per uscire dal parcheggio. I vetri erano oscurati, ma ero sicura di aver intravvisto da dentro, un’ombra che mi salutava con la mano prima che la macchina andasse via.

Guardai il cellulare ancora sconcertata. Avrei conservato quell’immagine per tutta la vita. Per ricordare che almeno una volta nella vita mi ero scambiata uno sguardo d’intesa con la persona a cui più tenevo al mondo.
  
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