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Autore: difficileignorarti    31/03/2014    3 recensioni
Una brutta situazione da lasciarsi alle spalle.
Due ragazzi apparentemente soli.
Lo zampino di qualcuno a loro vicino.
Una storia d'amore.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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12.






 








Non voglio dare l’impressione di uno completamente ossessionato dalla sua quasi ragazza, ma io lo sono veramente.

Da quando è tornata a New York ci sentiamo praticamente tutti giorni, non riesco a non scriverle, a non chiamarla via Skype; e io non riesco a smettere di sorridere e di fantasticare su una nostra futura vita insieme.

Penso di essere veramente fuso.

Ho sfogliato ogni pagina internet possibile immaginabile per trovare e leggere gli articoli che Ivy ha scritto e che scrive, anche se la moda non è il mio campo e, sinceramente, nemmeno mi interessa; insomma, non ai livelli di mio fratello.

Ma non ho messo sottosopra internet solo per gli articoli, ma ho anche cercato qualche sua foto, qualche informazione in più su di lei che non mi ha ancora dato.

Non volevo mettere il naso nei suoi affari, ma io ero, e sono, avido di informazioni.

Il problema è che di informazioni su di lei non ce ne sono; a parte che suo padre era un Marines e che è morto molti anni fa, quando lei era ancora una bambina.

Osservo i due biglietti aerei al mio fianco e sorrido; le farò una sorpresa e la raggiungerò a New York.

Sono proprio curioso di sapere quale sarà a sua reazione, se sarà contenta proprio come lo sono io.

“Tom sei proprio sicuro di andare?” la voce di Bill mi arriva alle orecchie, seria e preoccupata.

Alzo lo sguardo su di lui, e non lo vedo poi così contento; non come immaginavo.

“Perché questa domanda, Bill?” chiedo stranito, alzandomi e avvicinandomi a lui. “Tra qualche giorno è San Valentino, che senso ha rimanere qui quando lei è a New York? E poi non posso voler passare un po’ di tempo con Ivy?” mormoro, non riuscendo a capire lo strano ed improvviso cambiamento di mio fratello.

“Non sto dicendo questo, Tom” mormora. “Mi preoccupa il fatto che siete stati troppo frettolosi a buttarvi in questa relazione e io non voglio vederti soffrire di nuovo, come è successo con Briana” faccio una smorfia e comincio a ridacchiare nervosamente.

“Non ti capisco, Bill” sbotto. “David non ha fatto una piega, ha accettato questa “storia” e tu, che mi hai sempre sostenuto, che mi hai spinto ad avvicinarmi a lei, adesso ti stai rimangiando tutto? E non paragonare mai più Ivy a quel mostro della mia ex, non farlo più!” grido, puntandogli un dito contro.

Lo vedo sgranare gli occhi, ma sa benissimo di aver toccato un tasto che non avrebbe dovuto toccare.

“Tom, calmati, per favore, non intendevo dire questo” soffia a voce bassa. “Ivy non è Briana, lo so bene, ma io ho visto quello sguardo serio e penetrante che avevi quando mi hai detto che volevi lei, e ho semplicemente paura che siete partiti in quinta e sono dell’idea che rovinerete tutto” aggiunge, mentre io mi ritrovo a scuotere la testa, non molto d’accordo. “Mi hai detto che avreste fatto un passo alla volta, ma tu stai andando da lei, con chi sa quale idea in testa, per San Valentino, e lei non è nemmeno la tua ragazza” conclude, nemmeno molto sicuro.

“È la mia pseudo ragazza, si, e voglio stare con lei per questo fine settimana, che ci sia o no San Valentino in mezzo, Bill” sbotto, incenerendolo con lo sguardo, prima di afferrare il borsone contenente qualche cambio e un piccolo pensiero che le ho comprato. “Ha mandato all’aria tutti i gossip che si erano creati intorno a noi, io non mi preoccupo come stai facendo tu, so che questa è la volta buona” mormoro seriamente. “Qui quello frettoloso sono io, non lei, perché quella che era una sbandata si sta trasformando in un sentimento vero e puro, e non voglio perdere un ulteriore secondo della mia vita così, voglio stare con Ivy, voglio avere una relazione e un futuro con lei” mi infilo il cellulare in tasca, prima di posare di nuovo lo sguardo su di lui. “Andrò a New York da Ivy, con la tua benedizione o meno, Bill” sbotto prima di uscire di casa per dirigermi al LAX.
 

*****

 
Bill mi ha telefonato in preda ad una crisi isterica che, tra l’altro, mi ha fatto venire il mal di testa, informandomi che Tom sta venendo qui, per farmi una sorpresa.

Rovinata, oserei dire.

Dirigersi all’aeroporto internazionale Kennedy non è impegnativo, a meno che non sia orario di punta, con un traffico assurdo e la pioggia battente; proprio come ora.

Avevamo deciso di fare le cose con calma, senza fretta, e ora lui viene qui, e sentendo le parole di Bill, per trascorrere, chissà come, il San Valentino.

Non che questo mi dispiaccia, ma Tom ha già inserito la quinta, mentre io non ho ancora messo in moto il motore; non è facile avere una relazione, tanto meno una a distanza, e facendo le cose in fretta e furia non porta davvero a niente; è come buttarsi nel vuoto e distruggersi.

E io non voglio cadere e nemmeno farmi male; voglio vivere questa relazione con lui nel modo più sereno e tranquillo possibile, perché possiamo viverla in questo modo; il mio compito, ora, è farglielo capire.

E probabilmente non sarà facile e forse finirà male.

Nei giorni scorsi ci siamo scritti, ci siamo visti su Skype e ci siamo raccontati un po’ la nostra vita; ho omesso molte cose importanti che riguardano la mia: non gli ho raccontato di mio padre e nemmeno del non-rapporto con mia madre.

Ho scoperto che si è sposata nuovamente con uno più grande di lei di quasi vent’anni e che ha già due figli, e ora vive a Los Angeles, proprio dove l’ho incontrata.

Scuoto la testa, rassegnata già da molti anni sul problema “mamma” e mi tiro su il cappuccio, prima di scendere dalla macchina per aspettare Tom.

Penso di non essere mentalmente pronta per vederlo ed affrontarlo.

C’è tantissima gente che parte e altrettanta che arriva a la Grande Mela.

Il cuore comincia a battermi forte, improvvisamente, e lo vedo uscire, un po’ spaesato e colpito dal freddo newyorkese; vedo il suo sguardo vagare per un po’, cercando un taxi, forse, e non appena incrocia il mio sguardo sobbalza sul posto, sgranando gli occhi.

Si avvicina titubante, ma un sorrisino dolce incornicia il suo volto, e non appena si trova di fronte a me, mi lascio baciare teneramente, come solo lui sa fare.

“Cosa ci fai qui?” mi chiede poco dopo, ma prima di rispondere lo invito a salire in macchina.

Rabbrividisco e cerco di scaldarmi; anche lui, capendomi, allunga le mani e mi stringe, posando delicati baci sulla mia tempia.

“Tuo fratello mi ha telefonato prima, mentre ero nel bel mezzo di una riunione” mormoro, rimettendomi nel traffico. “Mi fa piacere averti qui, ma perché non me l’hai detto?” chiedo, cercando di non essere troppo severa.

“Bill ti ha telefonato? Fantastico!” si lamenta alzando la voce. “Volevo farti una sorpresa, passare un po’ di tempo con te” mormora poi, tornando ad un tono normale, con sfumature dolci.

Mi fermo ad un semaforo, sorrido teneramente e butto lo sguardo fuori dal finestrino.

“E guarda caso domani è San Valentino” mormoro di rimando, portando lo sguardo su di lui che abbassa lo sguardo imbarazzato. “È un gesto molto carino, Tom, ma ti ricordi cosa ci siamo detti a Los Angeles?” chiedo, e riparto. “Fare le cose con calma, conoscerci meglio, e tu hai detto di non voler ripetere lo stesso errore, già commesso una volta” continuo, riprendendo fiato. “Lo stai rifacendo, ci stai ricascando, lo sai?” gli chiedo, parcheggiando sotto casa. “Vieni, ne parliamo dentro al caldo” aggiungo, uscendo frettolosamente dall’abitacolo, imitata da lui.

Ci ritroviamo bagnati fradici, davanti alla porta d’entrata, intenti a scrollarci di dosso un po’ di acqua.

Romeo mi viene incontro, non appena mettiamo piede in casa, e contento di vedermi, comincia a girarmi attorno, in cerca di coccole, snobbando allegramente Tom.

“Benvenuto nel mio appartamento” mormoro, voltandomi verso di lui, che si guarda intorno incuriosito e con il sorriso sulle labbra.

“Mi piace” commenta, fermando lo sguardo su di me, facendomi venire i brividi. “Hai detto che sto commettendo lo stesso errore, ma non mi sembra, perché so che tu sei quella giusta per me, Ivy, quindi non sono della stessa idea” abbasso lo sguardo, improvvisamente imbarazzata dalle sue parole.

Mi torturo le mani e mi avvicino a lui.

“Tom, è sbagliato” comincio, asciugando alcune gocce di pioggia che si erano posate sui suoi capelli. “Sono contenta che mi consideri la donna giusta per te, ma perché correre?” gli chiedo, mentre i nostri sguardi si incollano.

Non mi risponde, si limita a stringermi il viso e baciarmi dolcemente.

È così bello sentire le sue labbra sulle mie, così morbide e perfette, ma mi ritrovo a corrugare la fronte e mi distacco da lui e dal bacio, lasciandolo stranito.

Ci stai ripensando, Ivy?” mi chiede con il terrore e la paura negli occhi.

Abbasso lo sguardo mordendomi il labbro inferiore, ma sento subito dopo le sue dita sotto al mento, cercando di convincermi ad alzarlo nuovamente su di lui.

“La verità” mormora.

“Non ci ho ripensato, Tom” ammetto sincera. “Voglio provarci davvero con te, ma voglio anche metterti un freno, perché stai correndo troppo” porto le mani sul suo petto marmoreo, e mi ritrovo a fare pensieri non del tutto casti; riprenditi, Davis.

“Sto correndo troppo perché sono corso da te? Corro troppo se ti dico che la sbandata che mi ero preso per te si è trasformata in un sentimento puro? Ivy, cosa devo fare per dimostrare quanto ci tengo a te, e che anche se stiamo correndo niente andrà male?” vorrei piangere improvvisamente.

Nessuno e ripeto, nessuno mi ha mai detto delle parole così dolci.

O probabilmente quel qualcuno non era Tom Kaulitz, il ragazzo di cui mi sono innamorata.

“Non so cosa risponderti adesso” ammetto imbarazzata, facendolo ridacchiare piano. “Sai, è estremamente dolce da parte tua dirmi queste cose, mi riempiono il cuore di gioia” sorrido apertamente, lasciandogli un bacio soffice all’angolo della bocca. “Niente andrà male? Sei sicuro?” gli chiedo.

Mi sorride intenerito, accarezzandomi una guancia.

“Non potrei mai permetterlo” soffia, prima di baciarmi di nuovo, e mi lascio andare, perché altro non posso fare, ormai è solo questo che voglio fare: baciarlo e lasciarmi baciare.

Romeo mi striscia nelle gambe, attirando la mia attenzione, interrompendo, però, il nostro bacio.

Sento Tom ridere divertito, mentre imbarazzata osservo il mio gatto, che mi fissa e sembra voglia dirmi “chi è questo essere a cui stai dedicando tutte queste attenzioni? Sono io qui il cocco di casa, io mi merito le tue attenzioni!”.

Mi piego sulle ginocchia, donandogli un po’ del mio amore, prontamente ricambiato dalle sue fusa.

“Ti ho portato una piccola cosa” alzo lo sguardo su di lui e tra le sue mani noto una scatola rossa, ben infiocchettata e mentre mi rimetto in piedi noto la scritta sopra di essa: Cartier.

Deglutisco pesantemente, osservando Tom negli occhi, che mi invita ad aprirla.

Una volta aperta mi sento vacillare e devo aggrapparmi al braccio di Tom per non cadere, come una pera cotta, sul pavimento.

Quello all’interno non è un semplice anello, ma è assurdo da quanto è bello; è un Trinity, tre anelli in uno.
 
L’oro rosa per l’amore, l’oro gialle per la fedeltà e l’oro bianco per l’amicizia.

Non ricordo chi mi ha detto questa cosa, ma questo anello è diverso, è persino in ceramica nera; ma è estremamente meraviglioso.

“Ti piace?” mi chiede preoccupato. “Ero a fare un giro a Rodeo Drive e l’ho visto, e ho pensato a te, pensando che sia perfetto, raffinato come te” deglutisco di nuovo, mentre lui me lo infila al dito. “Così la gente, guardandoti, capisce che sei impegnata” aggiunge, posandomi un bacio sulla mano.

“Tom” mormoro in panico, osservandomi con questa meraviglia addosso. “Non stiamo nemmeno insieme ufficialmente, non è esagerato questo anello?” chiedo, corrugando la fronte.

Esagerato e frettoloso.

“Devo chiedertelo di essere la mia ragazza? Ivy, non era scontato dopo tutto quello che ci siamo detti in questi giorni?” mi chiede, mentre gli do le spalle, sentendomi confusa. “Perché aspettare ancora?”

E li mi illumino improvvisamente.

“Stai scappando Tom” mormoro. “Tu non vuoi aspettare, tu non vuoi rimanere da solo ancora a lungo!” sbotto voltandomi e incenerendolo. “Stai scappando dalla tua vecchia relazione, Tom” sgrano gli occhi.  “Sei rimasto così scottato che per paura di perdere anche me, mi regali un anello da chissà quale valore! Ti rendi conto?” gli chiedo mentre abbassa lo sguardo. "Io non voglio essere un rimpiazzo! Io voglio essere l'unica!" grido.

“Sto scappando da quello che ho avuto con Briana, si è vero! Ma perché voglio avere di più con te! Magari ho esagerato con l’anello, Ivy...” mi viene da ridere istericamente.

“Esagerato? Tom un anello si da per un fidanzamento non perché vuoi avere una relazione! E nemmeno così all’inizio!” sbotto togliendomelo e lo lascio nelle sue mani. “Non posso accettarlo, è troppo prematuro” mormoro, sentendo gli occhi pizzicare, prima di voltargli nuovamente le spalle.

“Ivy…” lo sento dietro me, sento la sua presenza e il suo calore.

“Se sei venuto qui per darmi questo e per festeggiare la giornata di domani, bè, puoi anche tornartene a casa” soffio. “Mi hai sconvolto, ho le idee confuse e non riesco a dirti niente” mormoro, e sento la sua testa sulla mia spalla, ma sento anche il suo respiro pesante, segno di un pianto trattenuto.

“Non farmi questo, Ivy” lo sento sussurrare, mentre lo sento stringermi da dietro. “Ti prego, fai come se non ti avessi mai regalato questo anello, per favore, non mandarmi a casa, non rifiutarmi, non lasciarmi solo anche tu, ti prego” percepisco la sua paura, e non riesco più a trattenermi, scoppiando a piangere.

“Non ti sto lasciando, Tom, ti sto chiedendo un po’ di tempo per mettere chiarezza tra i miei pensieri” mormoro.

Mi giro verso di lui e non appena ci guardiamo negli occhi, colmi di lacrime, ci lasciamo andare in un altro bacio, più passionale di quelli precedenti; uno di quelli che ti fa perdere tutto il fiato.

“Ti aspetterò per sempre, Blue” mormora, distaccandosi e afferrando la sua roba, prima di uscire da casa mia e lasciarmi sola.

Mi lascio scivolare sulle ginocchia e continuo a piangere, disperata.

Non doveva andare così, non doveva.

Quanto è difficile ignorarti solo io lo so,
sono all’inferno e tu sei un angelo al citofono
mentre è arrivato settembre dentro casa mia
non riesco a trovare più niente che fa al caso mio

Se c’è una faccia che scappa non è la mia
fuggire per il freddo non fa più per me,
la soluzione migliore sarebbe andare via
e invece resto qui all’inferno a ricordarmi che
Siamo, sono, la realtà è che tu per me sei l’unica
vieni da me, lo prometto questa volta  è l’ultima
sono solo, preso da me stesso e dalla musica
vieni da me e da domani non chiamarmi più


**********



 
Okay c.c non ve lo aspettavate vero? In realtà nemmeno io, ma il mio cervello ha partorito qualcosa di diverso da quello che avevo in mente.
Vorrei anche avvertirvi che mancano pochi capitoli (3 in tutto) alla fine di questa storia.
Come sempre gradirei sapere cosa ne pensate (questo giro accetto anche insulti e minacce, lol) e se volete potete aggiungere come vi immaginate il finale, o comunque quello che potrebbe succedere nei prossimi capitoli.
Okay, me ne vado, ma spero che vi sia piaciuto.
Un bacio e un abbraccio

Montii.
   
 
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