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Autore: ToscaSam    31/03/2014    1 recensioni
un futuro lontano, due famiglie di ricercati. Da che parte sta la giustizia vera?
Una vita trascorsa a nascondersi sta per essere messa a repentaglio da Konoha, acerrima nemica dei nukenin da sempre.
Genere: Angst, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hidan, Itachi, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Dopo la serie
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Prima di cominciare questa fan fiction debbo ai lettori alcune spiegazioni.
I personaggi che compaiono qui sono per la maggior parte original character, dunque vi prego di leggere questi brevi specchietti che farò di loro, per rendervi comprensibile la lettura dei capitoli.
È una fan fiction scritta per una mia grande amica, ossia l’inventrice del personaggio di Ryoko e tutto quello che la riguarda.
È ambientata in un futuro non bene definito, molto dopo tutto quello che accade ora nel manga e con ogni probabilità anche molto differente.
Si presuppone che Itachi non sia morto (quindi perdonate l’ooc e la totale distanza dalla trama reale del manga).

 
Sama: fisicamente molto bassa, capelli corti e castani, occhi scuri e il volto ricoperto da un mare di lentiggini.
I genitori di Sama erano due ufficiali del kazekage padre di Gaara, tuttavia si opposero fortemente al'idea del kazekage di impiantare nel suo figlio più piccolo l'ichibi. I contrasti dettero fastidio al Kazekage che li fece assassinare in una missione.
Sama aveva circa 5 anni e da allora divenne una emarginata e cominciò a maturare idee ribelli contro i Kazekage, assassino dei suoi genitori. Era odiata da tutti, che la vedevano come un'erbaccia da estirpare. Il Kage subiva continui attentati dalla piccola che era diventata rabbiosa e selvaggia. Quando ebbe circa 12 anni e si diplomò all'accademia ninja, divenendo così una genin, il Kazekage affidò alla sua squadra una missione che aveva il secondo fine di farla morire (al prezzo di uccidere anche gli altri due ragazzi).
Una banda di mercenari li aspettava ai confini della città, dove comincia la foresta: i compagni di Sama fuggirono a gambe levate mentre lei provò a combattere ma venne praticamente fracassata.
La lasciarono moribonda sul ciglio della foresta e lì incontrò Hidan, che passeggiava mentre aspettava Kakuzu che era andato a vendere un cadavere.
Chissà perché, quando lei lo vide e gli disse con un filo di voce "ehi tizio! aiutami!" lui decise di aiutarla davvero e la tramutò in una jashinista. Da allora si è allenata duramente ed è riuscita a raggiungere un livello di combattimento piuttosto elevato, tanto che si guadagnò l’accesso all’Akatsuki.
La sua compagna di squadra fu Ryoko, che col tempo divenne anche la sua migliore amica.
 
Ryoko: di aspetto selvaggio e minaccioso, tuttavia molto affascinante: capelli lunghi, rossi e costantemente spettinati. Occhi verdi bottiglia. Dentro di lei fu impiantato un demone di nome Gin, demone del ghiaccio, assetato di sangue, che costantemente desidera fuggire dal corpo della ragazza per essere libero. Quando Ryoko viene posseuta da Gin assume un aspetto diverso: il corpo le diventa bianco come il ghiaccio e righe feline come quelle di una tigre le coprono gli avambracci e la faccia. Gli occhi diventano quelli di Gin: iride gialla e sclera nera.
Ryoko proveniva da Kiri e porterà sempre nel cuore il freddo e la nebbia di quel luogo. È un personaggio perennemente in lotta con se stessa, combattuta fra l’amore per le persone a lei vicine e la sua indole sanguinaria.
Venne assunta nell’Akatsuki come compagna di squadra di Sama. Dopo una fredda tolleranza riuscì ad aprirsi con lei e a diventare la sua migliore amica.
 
Sayuri: ex compagna di Akatsuki delle due. Erano molto amiche, ma Sayuri ha sempre mostrato una devozione per l’organizzazione più che per l’amicizia. Di aspetto simile a Zetsu, visto che è la sua creazione al femminile.
 
Spero che questa storia possa interessarvi e che non la troviate ridicola. Personalmente non riesco mai a leggere fan fiction con original character (perché purtroppo finisco solo per criticare senza ammettere che ognuno ha il diritto di creare personaggi a suo piacimento e di fargli fare ciò che vuole ;D). Spero invece che voi siate dei lettori più ragionevoli di me e che possiate giudicare la storia senza le mie “lenti deformanti”. Apprezzate semplicemente la scrittura, se ciò che racconto vi irrita (speriamo che almeno quella sia accettabile!)
Buona lettura e ancora grazie!

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Era il sole di una mattina d’estate, splendente ma non troppo caldo: giugno si levava alto nel cielo e risplendeva sui cieli che per qualche settimana sarebbero stati suoi.
Le foreste di conifere erano verdi e rigogliose, ma per quanto magnifiche e accoglienti potevano nascondere nel loro ventre anche i segreti più indesiderati.
Sama correva fra gli alberi, guizzando fra i tronchi come un pesciolino in una giungla di alghe: si sentiva a casa sua, sapeva benissimo come muoversi e dove andare. Era certa che se l’avessero bendata avrebbe potuto ritrovare in ogni caso la strada di casa sua.
Oltre al grande senso di orientamento derivato da una vita vissuta in incognito, fatta di nascondigli e di ombre, dove farsi vedere dalla gente era il più grande crimine che si potesse commettere, Sama era guidata anche da un altro istinto: l’istinto materno vince qualsiasi altra preoccupazione e volge sempre alla protezione dei figli che si sono formati nel grembo.
Sama correva proprio con loro impressi nella mente e stringeva in una mano un foglio di carta, ormai spiegazzato.
 
L’entrata della sua casa si trovava, anch’essa, nascosta; in una piccola radura, come una pausa che la foresta si era presa per respirare, si trovava un piccolo ruscello affiancato da un cumulo di rocce che formava una non troppo elevata altura. Dietro a uno di quei sassi, nascosta da una cascata di edera, si trovava la porta di accesso alla casa di Sama.
Una volta giunta nella radura, la giovane donna si fermò, si accasciò sul ruscello e ponendo le mani a coppa, si fece cadere un po’ d’acqua sul viso e sui vestiti.
Prese un bel respiro e quando si sentì pronta mise come maschera un grazioso sorriso che non tradiva false emozioni.
Si scrutò bene intorno, poi si avvicinò all’edera, scansò i rami sicuri e trovò la porticina di legno dentro la quale si trovava la sua famiglia.
Bussò.
-Sono io – Disse sperando che la sua voce non risultasse troppo preoccupata.
-Sama! Mi stavo iniziando a spaventare! – Hidan.
Un grande sollievo pervase l’animo della ragazza e il suo sorriso si fece un po’ meno forzato.
Con uno scricchiolio la porta si aprì mostrando colui che aveva parlato: Hidan, alto, muscoloso, bello, la scrutò a fondo, la fece entrare, poi sentenziò:
-Che diavolo è successo?!-
-Niente … -
-Non dirmi “niente”, cazzo, lo vedo lontano un chilometro che c’è qualcosa! –
-Sensei … - lo sguardo di Sama era assai preoccupato, ma appariva come una preghiera di non indagare oltre per il momento.
Con un lieve scalpitare di passi e allegri schiamazzi come “è la mamma!” “la mamma è tornata!”, comparvero dal corridoio due adorabili creature: una sembrava una bambola di porcellana, era una cosina minuta ricoperta da fluenti boccoli castani; l’altro era un adorabile esserino  con un paio di occhi grandi e marroni incorniciati da un mare di lentiggini.
-Mamma! Dove sei stata?! Sono tre giorni che non ci sei!-
-Johna! Te l’ho detto mille volte che era andata in missione, ed era una missione molto importante!- La zittì Hidan, con sguardo severo, al quale la figlia rispose con una linguaccia e andò a sistemarsi fra le braccia della mamma.
- Non fare la linguaccia a tuo padre, Johna … -
- Lui dice sempre le parolacce … -
- E tu non prendere esempio!-

Disse Sama cui si dipinse sulle labbra una smorfia sarcastica e lanciò un’occhiata a Hidan, alzando un sopracciglio.

- Hishima, tu cos’hai fatto in questi giorni, tesoro? –
- Ho imparato un po’ a maneggiare la falce … -
- Davvero? Ma allora sei stato bravissimo!-
- No! Non è vero! A Hishima non riesce per niente usare la falce! A me invece si! – interruppe Johna agitando le piccole braccia per additare il fratello.
- Johna! – Sama la guardò male, poi le diede un buffetto sul piccolo naso.
Il ragazzino con i capelli argentei si discolpò con un’alzata di spalle:
- Se avessi avuto una spada ti avrei battuto cento volte – I piccoli battibecchi durarono ancora un pochino, poi Hidan, molto preoccupato dall’aria con cui Sama era ritornata, decise di mandarli via dicendo che dovevano parlare di cose importanti.

-Finalmente un po’ di pace … - sospirò il jashinista. – I tuoi figli sono davvero della pesti … -
-Mi domando perché, visto che sono anche i  tuoi figli … - Rispose Sama con un sorriso. La gioia nella stanza si congelò subito e Sama non poté più trattenere il suo viso dal sembrare preoccupato, quale era.
-Coraggio, sputa il rospo – Disse Hidan aprendo le braccia per accogliere la compagna nel più apprezzato conforto.
Sama vi si gettò come un uccellino spaventato e gridò:
- Sensei! Ci hanno trovati, ci hanno trovati, tutti quanti! Non possiamo più stare qui! Non ce ne siamo minimamente accorti, come diavolo è possibile?! Nessuno conosce questo posto! Nessuno!-
- Come fai a dirlo?! – Disse Hidan accarezzandole i capelli castani, mentre lei affondava il volto nel suo petto.
Sama singhiozzò:
- Hanno tappezzato tutti i confini della foresta con dei fogli da ricercati … - Disse Sama indicando il foglio di carta spiegazzato che aveva sempre in una mano.
-… Ma che gli è preso? Era dai tempi dell’Akatsuki che alla gente non glie ne fregava più niente di noi quattro gatti rimasti … -
- Non mi preoccupa il fatto di essere una ricercata, lo sono stata per tutta la vita, diamine! – Sama spiegò il foglio e lo mostrò al compagno: c’erano le foto di lei, di Hidan … e dei suoi figli.
Erano fotografie prese all’aria aperta, in un momento in cui i bambini giocavano felici appena fuori da casa loro. Qualcuno doveva aver fatto quelle fotografie. Ora tutti, o almeno le autorità più importanti, sapevano del loro rifugio.
Hidan, sconvolto, lesse a voce alta:
- “Ricercati vivi o morti. Ricompensa di 3 milioni di ryo per ciascun adulto, 5 milioni per i bambini, 20 milioni per tutta un’unità familiare. Le accuse mosse sono quelle di: omicidio, aggregazione ad organizzazioni illegali, atti violenti di ogni genere, furto, reati di qualsiasi tipo contro gli stati. In caso di ricercati immortali, i loro corpi verranno spezzati e separatamente seppelliti in luoghi segreti e lontanissimi così da risultare effettivamente morti. Si fa appello a tutta la buona volontà dei cittadini” … - Sama si strinse a lui ancora più forte e disse, senza fiato:
- Non è finita qui … pesca nel mio zaino un altro foglio, simile a quello che hai in mano – Hidan fece quanto richiesto e spiegò il foglio:
- Oh, perfetto ….. – Disse con sarcasmo storcendo la bocca.
Sul foglio, con le stesse premesse scritte, vi erano le foto di Ryoko, Itachi e dei loro figli: Raijin e Fujin.
  
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