Buonasera
a tutti! Voglio approfittare di questo spazio per ringraziare chi ha
lasciato i
commenti ai capitoli precedenti! Grazie Grazie Grazie! Sono davvero
parole le
vostre che scaldano il cuore e mi invogliano a scrivere sempre meglio!
E
mi sento molto colpevole per essermene dimenticata fino a oggi ma non
è mai
troppo tardi per rimediare: ringrazio la mia carissima e storica beta
reader,
Yuki Delleran, per avermi impedito di pubblicare strafalcioni
grammaticali da
fustigazione perenne all’Accademia della Crusca!
E
ora, buona lettura!
Adri
CAPITOLO
5
Elsa
si strofinò la pelle con un panno bagnato di acqua tiepida
fino ad arrossarla,
nell’attesa che l’acqua sulla stufa si scaldasse a
sufficienza per poterla
versare nella vasca. Voleva togliere via ogni più piccolo
segno del passaggio
del verme su di sé.
Ancora
non riusciva a capacitarsi del fatto che fosse successo davvero!
Perché
era dovuto capitare proprio a lei? Come avrebbe voluto cancellare con
un colpo
di spugna … tutto! Quello che aveva subito, il ricordo di
quel matrimonio da
incubo, cancellare lo stesso Hans dalla faccia della terra!
E
invece no, il verme stava là fuori, nel suo letto, tutto
bello soddisfatto,
mentre lei sarebbe dovuta uscire da lì prima o poi!
“Dai
acqua, sbrigati a scaldarti!” .
Se
soltanto il verme si fosse accontentato di tormentarla quella volta
soltanto!
Invece no, voleva fare … quella
cosa
di nuovo!?
Elsa
non era sicura di riuscire a guardare in faccia Hans senza sprofondare
nella
vergogna, figuriamoci riuscire a farsi toccare di nuovo da quel
maledetto senza
essere sopraffatta da conati di vomito. E poi non doveva sottovalutare
il fatto
che più il verme se la portava a letto e più
aumentavano le probabilità che lei
restasse …
Elsa
si immobilizzò all’istante, improvvisamente
consapevole.
No
… NO!
Portare
dentro di sé il figlio di una violenza, il figlio di Hans!
Sarebbe morta
piuttosto!
Adorava
i bambini, davvero, ma quel bambino
…
sarebbe stato la materializzazione di un incubo. Se si imponeva di
pensare all’eventualità
di una gravidanza, provava solo il panico di una preda chiusa in
trappola e
pronta a ricevere il colpo di grazia.
Ah,
quel dannato
contratto! Se solo non fosse
mai stato scritto non si sarebbe mai trovata in quella situazione!
Un
nuovo fremito d’orrore la scosse con la forza di una
secchiata di acqua diaccia
in pieno volto. Invece era solo la temperatura della stanza che, di
nuovo,
precipitava inesorabilmente sotto lo zero.
Il
contratto! Che cosa prevedeva il contratto nel caso di nascita di un
figlio di
Hans? Nulla, assolutamente nulla.
Era
stato scritto nero su bianco che, in caso di sua prematura morte,
sarebbe stato
il primogenito di Anna ad ereditare il trono, ma era scontato senza
alcuna
ombra di dubbio che il figlio della regina avesse la precedenza
nell’ereditare
il trono. Anche fosse stato messo per iscritto, nessun contratto
avrebbe potuto
annullare il diritto di primogenitura.
Messa
così la situazione, se Elsa avesse partorito un figlio di
Hans e dopo le fosse successo
qualcosa …
La
donna era sicura, nel contratto non c’era alcun riferimento
su a chi sarebbe spettata
la cura di suo figlio in caso di morte prematura, ed era più
che ovvio che tale
compito sarebbe ricaduto sul padre della creatura! E perché
avrebbe dovuto
pensarci, lei non aveva certo
creduto
di rimanere coinvolta nei preamboli necessari per farne uno!
Ma
il verme doveva saperlo di sicuro. Per la seconda volta quella notte,
il
dannato contratto prematrimoniale le si era ritorto contro: in caso di
sua
precoce dipartita e con suo figlio erede al trono, Hans sarebbe
diventato
reggente di Arendelle per conto del figlio almeno fino al compimento
della sua
maggiore età! Avrebbe ottenuto ciò che aveva
sempre voluto, la vita di Elsa
sarebbe stata nuovamente in pericolo e, come se non bastasse, sua
sorella Anna
si sarebbe ritrovata a sottostare ai comandi di quel maledetto per il
resto
della sua vita!
“No,
acqua, ti prego, non gelare proprio adesso!” ma Elsa non
poteva farci niente,
la superficie del pentolone dove stava scaldando l’acqua
divenne dura e liscia
come uno specchio.
“Niente
emozioni, niente emozioni, niente emozioni!” ma la brina
stava cominciando ad
attaccarsi sulle pareti della stanza.
Che
cosa poteva fare per togliersi dai guai!?
Non
se ne rese conto subito, ma presto avvertì una sensazione
fastidiosa scendere
lungo le cosce. Ghiaccio.
Ciò
che il verme le aveva imposto di ricevere dentro di sé
usciva ora da lei in un
rivolo di giaccio gelatinoso. Elsa fu disgustata da tale vista e prese
a
strofinare via quello schifo con la pezzuola, vigorosamente,
desiderando ora
più che mai sprofondare nella calda acqua della vasca per
tornare di nuovo
pura!
Lavò
via con cura ogni singola goccia cristallizzata di schifo,
e una parte della sua mente realizzò che, ghiacciata
com’era, era impossibile che una cosa così
innaturale potesse …
L’acqua
sul braciere tornò all’istante al suo stato
liquido. Sì, realizzò
improvvisamente la regina, era impossibile concepire in quelle
condizioni!
Sì
sentì liberata di un peso, e flebili onde di vapore acqueo
iniziarono a
risalire dalla pentola. Elsa non attese un minuto di più,
versò l’acqua nella
vasca ed vi entrò dentro. L’acqua era appena
tiepida ma ad Elsa non importava,
e vi si immerse completamente, desiderosa di tornare pulita.
Avvertiva
una cupa soddisfazione all’idea di aver mandato
all’aria i piani del principe.
Il verme avrebbe potuto forzarla alle sue voglie tutte le volte che
voleva ma
lei non gli avrebbe mai dato
ciò che
bramava sul serio. Avrebbe sopportato le sue disgustose carezze come
avevano
fatto in passato le nobili che non avevano potuto avere il privilegio
di
scegliere l’uomo da sposare, se questo significava fare il
bene del proprio
regno. Non doveva perdere di vista l’obiettivo: doveva
portare Arendelle fuori
dalle difficoltà che era stata chiamata ad affrontare e
avrebbe tenuto stretta
la magra consolazione di rompere le uova nel paniere al bellimbusto che
probabilmente stava sperando di poter cantare vittoria alla notizia che
diventerà papà.
Una notizia che non riceverà
mai.
Uscendo
dalla vasca provò un ulteriore moto di fastidio nei
confronti del fresco
marito: il suo livello di cinismo era senza limiti se davvero avrebbe
messo in
mezzo un bimbo innocente pur di sedere sul trono di Arendelle da solo!
Una
volta asciugata sentì di aver ripreso il controllo
abbastanza da poter tornare
nella sua stanza. Avrebbe dovuto dividere il letto con il verme e
cercare di
addormentarsi a pochi centimetri dal suo fianco, ma era nulla in
confronto a
quello che aveva dovuto subire … avrebbe sopportato anche
questo.
***
Elsa
avanzò verso la sua parte di letto senza fare rumore e si
sdraiò il più lontano
possibile e con cautela per non svegliare il verme che dormiva. Non si
trattava
della premura di non disturbare il suo riposo, naturalmente, a muoverla
era piuttosto
il desiderio di non aver più a che fare con lui fino
all’indomani (avrebbe
preferito fino al giorno del “mai più”,
ma ciò non era possibile).
Hans,
per contro, fingeva di dormire e non si mosse al frusciare delle
coperte che lo
informavano dell’arrivo della donna. Nemmeno lui voleva
affrontare di nuovo il
suo sguardo accusatore.
Buffo,
era stato sul punto di ucciderla con la sua spada, e si sentiva a
disagio per
quello che era appena successo. Ma a pensarci bene, non era poi
così strano.
Quattro
anni prima, quando era arrivato per la prima volta ad Arendelle, non
aveva
conosciuto davvero la regina e la principessa. Non erano persone, erano
obiettivi. Aveva visto in Anna il mezzo per ottenere Arendelle e in
Elsa l’ostacolo
che si frapponeva tra lui e la sua meta. Di fatto poi, non aveva dovuto
fare
granché: far innamorare di sé quella una
ragazzina era stato così facile che
l’aveva considerata una scioccherella non degna di stima,
mentre Elsa, quando
stava per ucciderla, era di spalle, quindi non
era una persona. Aveva visto la sua espressione distrutta
quando le aveva
mentito dicendo che sua sorella era morta a causa sua, eppure non si
era
sentito in colpa. Sarà stato il desiderio di trovare un
sistema per far cessare
la tormenta di neve, sarà stato il fastidio
di saperla così affezionata alla sorella, e da Anna
così fermamente ricambiata
nell’affetto, che aveva considerato quella menzogna una sorta
di inspiegabile rivalsa. Dopotutto,
nemmeno gli zotici
pastori si commuovono alla vista dello sguardo atterrito degli
agnellini al
macello, doveva mostrare un cuore tenero proprio lui, che aveva
ricevuto un
addestramento militare?
Invece
ora …
Se
solo la regina avesse continuato a mantenere la sua freddezza e avesse
agito solo
con ostilità nei suoi confronti, sarebbe stato facile
possederla senza tanti
problemi.
Invece
… quell’espressione dietro la maschera della
rabbia, lui l’aveva vista. Era
un’espressione che lo aveva indotto a un desiderio di
protezione, e non era
stato affatto piacevole constatare che era da lui stesso che Elsa
doveva essere
protetta. Aveva visto il dolore, ed era consapevole di essere stato lui
a
provocarlo.
No,
non ci teneva ad avere a che fare con lei troppo presto.
Ad
essere onesti, non avrebbe nemmeno messo piede ad Arendelle, se solo
non fosse
stato costretto. Invece avrebbe ancora dovuto tormentare la regina
– e se
stesso - per tutto
il tempo che sarebbe
stato necessario.
Ne
andava della sua vita.