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Autore: Sama_013    31/03/2014    0 recensioni
A volte la vita non fa altro che portarti a delle scelte e a volte quelle scelte potranno essere pericolose, rischiose, dolorose. Arrivi a un certo punto della tua vita che dovrai scegliere e in quel momento non desidererai altro che cadere nel baratro da sola senza scegliere, senza rimpiangere di averli amati entrambi. Nella mia vita fino ad ora non ho fatto altro che mantenere segreti e a volte posso solo pensare che anche la mia vita è una bugia come tutte quelle altre menzogne che ho raccontato per nascondermi. E la scelta più difficile che può farti la vita è scegliere tra chi amare. Chi odiare. Chi voler bene. E a chi mentire. E quando quelle due scelte sono due persone che fino a quel momento non ti hanno fatto altro che ridere, piangere, fatto sentire amata, tradita, e sofferente l’unica scelta che puoi fare in quel momento è quella di non commettere più sbagli. Così chiudi gli occhi e pensi che a volte, a un certo punto della tua vita dovrai scegliere, e quella scelta non farà altro che renderti la vita peggio di come era prima.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo
 4

Dopo mezz’ora di pianti, Madison era ancora lì. Era stata lì con me il più del dovuto.
Avevamo passato la mattinata a raccontarci storie, a ridere e a parlare di quanti giorni mancavano all’inizio della scuola, e pensai che la scuola si sarebbe aperta esattamente due giorni dopo il mio rientro a casa, e al mio rientro a casa mancavano ancora quattro giorni.
Speravo solo di passarli così come l’avevo passata quella mattina: a piangere, a ridere e ad amare gli abbracci della mia migliore amica.
Erano appena le due quando Madison si alzò di colpo, prendendo il suo cellulare –Dove vai?- domandai, alzandomi appena dal letto
–Vado a chiamare mia madre per dirle che pranzerò qui. Non voglio lasciarti sola.- mi scappò un dolce sorriso, ma non volevo esserle di peso
–Madison, se vuoi puoi andare, dico davvero. La signora Gray (mi faceva ancora effetto chiamarla mamma) arriverà tra meno di un’ora. Posso farcela.-
mi sforzai di sorridere come meglio potei, per convincerla che sarebbe andato tutto bene, anche senza di lei.
Si appoggiò alla porta con il suo Iphone ancora in mano e, aggiustandosi una ciocca rossa dietro l’orecchio, disse:
-Jenna, sono stata tre interi mesi senza di te. Ho praticamente passato una delle peggiori estati della mia vita. E ora che sei qui, sveglia, mi stai chiedendo di andarmene tranquillamente a casa mentre tu sei qui con una commozione celebrale e un figo del genere di dottore? No, non ci siamo Gray. Non ti sbarazzerai di me così facilmente.- mi fece l’occhiolino e sorrise appena da farmi capire che si, aveva ragione. E io l’adoravo per questo.
Non mi importava se erano passate solo sei ore da quando l’avevo conosciuta, già capivo da quel poco tempo insieme che quei tre mesi non avevano reso solo la mia vita un inferno, ma anche la sua, come quella di mio fratello o di mia madre.
E io volevo semplicemente cercare di riparare quel tempo perso. Iniziando da Madison.

Mentre pensavo a come in quei tre giorni non avevo fatto altro che chiamare mia “madre” signora Gray, quindi trattandola da schifo, Madison tornò dalla sua chiamata di dieci secondi. –Wow! Parlate così in fretta tu e tua madre?- domandai sorridente.
–Non le ho nemmeno dato il tempo di parlare. Le ho semplicemente detto che restavo in ospedale con te. Poi ha aggiunto che più tardi verrà anche lei a farti una visita.- si accomodò sul mio letto, mettendosi accanto a me e tenendomi stretta a se. –Sono così stanca..-
disse, chiudendo gli occhi e cercando di dormire, ma il dottor Harper entrò trionfante con un vassoio pieno zeppo di: minestra calda, un panino, del pollo e dell’insalata e della frutta. –Si mangia!- urlò appena varcata la porta.
Poi si accorse di Madison che si era alzata impaurita da quel frastuono e lui divenne timidamente silenzioso. Poi aggiunse
–Oh, non sapevo stessi dormendo. Mi dispiace.- sorrise e anche a lei le si sciolse il cuore. Il suo sorriso era magnifico.
–Jenna, io.. scendo un secondo sotto. Vado a prendere qualcosa da mangiare.- mi sorrise e mi fece l’occhiolino, e quel gesto voleva dire semplicemente una cosa: “Per questa volta te lo lascio tutto per te.” Diamine, mi faceva impazzire quella ragazza!
–Allora- iniziò, il dottor Harper posando il vassoio sulle sue ginocchia appena ebbe preso posto sulla sedia blu –come ti sembra Madison? Ti ha.. già detto tutto? Di voi, intendo.- i suoi occhi neri mi scrutavano attentamente e il suo sorriso non evitava mai di essere perfetto.
–Si. E’ la mia migliore amica. E’.. unica.- distolsi lo sguardo imbarazzata e sorrisi al ricordo di quella mattina
–E’ una brava ragazza, sai? E’ stata qui ogni giorno insieme a tua madre. Non si staccava mai da te. Si metteva lì, accanto a te come poco fa e ti parlava, non finendola mai. Non ho idea di cosa ti diceva, ma alcune volte la vidi piangere. Deve tenerci davvero tanto a te, Jenna.-
ancora una volta, mi prese la mano e me la strinse appena. Era calda e affettuosa. I suoi polpastrelli ruvidi disegnavano cerci invisibili sul dorso della mia mano, mentre con l’altra mi massaggiava la caviglia ancora sofferente.
Gli sorrisi e distolsi lo sguardo, perché quella scena era davvero imbarazzante. Appena girai lo sguardo vidi Madison arrivare e, quando mi vide, cominciò a sorridere e a cambiare strada, voltandosi e lasciandomi ancora del tempo con lui.
Non so perché faceva così, ma per quanto potesse essere bello, non ero attratta da Ryan. Aveva venticinque anni e, per quanto ne sapevo, poteva anche essere fidanzato, e chi lo sa, anche sposato, anche se la fede non ce l’aveva, ma forse, essendo medico, doveva toglierla nelle ore di lavoro.
Chi lo sa. Ma poco mi importava. –Prima di mangiare, mica ti dispiace se controllo un po’ le tue caviglie?- domandò gentilmente.
Annuii e lui depose sul comò il vassoio. Tolse la coperta e sollevò fino al ginocchio il pantalone.
Avevo ancora la stretta fascia al piede sinistro e il gesso a quello destro, ma disse che la fascia avrebbero potuto togliermela anche ora, insieme al gesso dell’altro piede, però avrei dovuto aspettare ancora un po’ per poter camminare come “un tempo”.
Così prese una forbice e mi tagliò la fascia e tolse il gesso. –Bene, allora io vado a buttare questi. Credo che ci vediamo stasera.-
poggiò un secondo a terra i pezzi del gesso e le bende della fascia e venne verso di me, baciandomi sulla fronte. –Grazie, per tutto.-
dissi e questa volta, quando arrossii imbarazzata, gli sorrisi e lo guardai negli occhi –E’ il mio dovere.- camminò all’indietro, restando a guardarmi per tutto il tragitto fino alla porta, senza evitare di sorridermi e di farmi impazzire. Appena uscì dalla porta, realizzai una cosa: Si, lui mi piaceva.

Un quarto d’ora dopo, mentre ero intenta a finire la minestra e a sgranocchiare il panino, Madison tornò con un pacco di patatine e uno sguardo sospetto, fin troppo sospetto. –Ti ha baciata?- domandò immediatamente, sgranocchiando una patatina e guardandomi vigile.
–No.- urlai ridendo e imbarazzata. –Ok, ma ti piace.- disse, sprofondando nella sedia blu li accanto. –Come no. E’ ovvio che non mi piace.-
mentii, e lei mi guardò inarcando un sopracciglio, facendomi capire che con lei non attaccava. Diamine, era così evidente che mi piaceva il mio dottore?
–Jenna, ho visto le tue occhiate quando “casualmente” cadono su di lui. Lo guardi come se non vedessi l’ora di saltargli addosso e di strappargli quel camice da dottorino.- aggiunse senza battere ciglio, e infatti lei aveva ragione.
Ma non volevo darlo a vedere, era semplicemente una piccola e minuscola cotta, niente di più, niente di meno.
–Allora, quant’è che ti dimetteranno?- domandò cambiando argomento, perché aveva notato quanto mi sentissi in imbarazzo
–Tra poco o più di quattro giorni, anche di meno credo.- ormai ero totalmente guarita, se escludiamo il vuoto di memoria e il recupero lento delle mie gambe per poter camminare. Madison sobbalzò un attimo quando la vibrazione del suo cellulare irruppe quel imbarazzante silenzio.
Prese il cellulare e lesse il messaggio che le era arrivato. Sul suo viso si disegnò un dolce sorriso, i suoi occhi erano lucidi e le sue guance si colorarono subito di rosso. Per i minuti che vennero poi a seguire, Madison non si era staccata nemmeno un secondo dal cellulare.
Continuava a scrivere e ad arrossire, senza nemmeno prendere un argomento a caso per poter parlare con me.
Semplicemente era che mi stavo annoiando senza quella lei di poche ore prima. –Con chi stai messaggiando?- chiesi, spezzando quella barriera di silenzio che si era creata tra di noi. Ci guardammo, e pensai che gliel’avevo chiesto come se ci conoscessimo da anni (cosa vera, tranne per il fatto che per me, la mia vita, era cominciata poco o più di qualche giorno fa) e lei non esitò a confidarmi tutto. Beh, non proprio tutto
–Oddio, scusami Jè. E’ solo un ragazzo. Non fa altro che mandarmi messaggi e corteggiarmi; si è messo in testa di mettersi con me, solo che… io non posso.- abbassò lo sguardo, triste, forse perché avevo toccato un tasto troppo debole, ma approfondii comunque l’argomento, giusto per poter parlare un po’ –Perché non puoi? Oddio, è brutto?!- domandai sperando di farla sorridere.
Accennò ad un lieve sorriso e mi guardò strano, come se si sentisse ferita per qualcosa. –Magari lo fosse..-
distolse nuovamente lo sguardo e si alzò, avvicinandosi alla porta –Vado a prendermi da bere, vuoi qualcosa?- mi domandò
–No, tranquilla.- le rivolsi un sorriso incoraggiante e, appena lei mi ebbe risposto con uno in grado di coprire quanto in realtà stesse male, si allontanò via, mentre io con lo sguardo la seguivo fino a quando non scomparve completamente dalla mia visuale.
Forse avevo davvero sbagliato a toccare quell’argomento, ma in realtà volevo semplicemente che me ne parlasse, da amica.
–Eccomi, eccomi, eccomi.- urlò elettrizzata la signora Gray, cioè volevo dire, mia madre, varcando la soglia ed entrando nella mia stanza, saltellando e ciondolando delle buste. –Mamma!- urlai, felice di vedere qualcuno con cui poter stare insieme a parlare e magari ricordare.
Mia madre rimase lì, immobile davanti al mio letto, tenendo ancora strette tra le dita buste piene di qualcosa che sembravano vestiti, guardandomi sbalordita e allo stesso tempo incredibilmente felice. –Credo di non aver capit… O MIO DIO! Ti sei ricordata tutto!!!-
urlò ancora più elettrizzata di prima, riprendendo a saltellare come una bambina di cinque anni, correndo in corridoio urlando “Dottor Harper!”, senza nemmeno darmi il tempo di dirle semplicemente che avevo detto mamma solo per farla contenta, non perché mi ero improvvisamente ricordata tutto al sol guardare lei al centro della mia stanza con mezzo negozio formato busta.
Mia madre ritorno da me di corsa mentre Ryan, cioè il dottore, la seguiva a passo svelto. –Jenna?-
domandò, sperando che gli dessi la risposta che entrambi stavano aspettando.
–Mamma, non mi sono ricordata nulla. Ti ho semplicemente chiamata “mamma” perché… lo sei.- lei venne verso di me intenerita dalle mie parole
–Oh Jenna.- sorrise addolcita e mi strinse in un forte abbraccio. –Vi lascio sole.- il dottor Harper mi lanciò una profonda occhiata, addolcendola con un sorriso. Abbassò il capo, e prima che potesse varcare la porta, si girò verso di me e mosse le labbra componendo le parole: ci vediamo dopo, senza pronunciarle, per non rovinare il dolce, interminabile momento tra me e mia madre. –Allora Jenna-
iniziò mia madre appena il dottor Harper scomparve nei corridoi -ti ho comprato qualche vestito nuovo, così che tu possa indossarli quando tornerai a casa.- disse sorridente –Mamma, posso farti una domanda?- lei annuì silenziosamente –Sei mai tornata a casa da quando mi sono svegliata?-
per un attimo non seppe cosa dire, poi riprese fiato e disse –Come potrei, Jenna? Non posso lasciarti qui.. da sola.-
prese le mie mani e me le strinse, ricordandomi il gesto solito di Ryan –Mamma, non voglio sentirmi in colpa per questo. Tornerò tra meno di tre giorni a casa, posso farcela senza di te. Non.. non voglio dire di non volerti qui con me, è solo che vorrei che stessi un po’ più tempo a casa e ti prendessi cura anche di Ben. Fammi solo questo favore. Prometto che appena tornerò a casa, passeremo un sacco di tempo insieme.-
le porsi la mano e lei me la strinse con poca convinzione –Ne sei sicura Jenna?- strinse gli occhi –Mamma, starò bene.-
distolse lo sguardo e sciolse la mano dalla mia. –Va bene- si sforzò di sorridere e chinandosi su di me, mi lasciò un leggero bacio sulla fronte.
Andò silenziosamente verso la porta ed esitò un attimo prima di varcarla –Mamma, ti prometto di essere quella figlia. Dammi solo questi quattro giorni per.. raccogliere le idee. – sperai di convincerla che sarebbe andato tutto bene e il mio sorriso, la spinse a sorridere a sua volta.
–Ci vediamo tra quattro giorni, allora.- raccolse le buste e se ne andò via.
Nonostante avevo deciso fosse la cosa giusta lasciare quei quattro giorni per far riposare entrambe, mi sentivo incredibilmente in colpa.
Però mi convinsi semplicemente che stavo facendo la cosa giusta, e che appena tornata avrei fatto il possibile per ricordare e per renderla felice.

Dopo che Madison fu tornata, non toccai più l’argomento Ragazzo messaggio, così mi ero semplicemente limitata a chiederle cosa avremmo fatto ora che sarei tornata a casa.
Pensammo ad organizzare qualche festa, un pic nic, una lunga passeggiata sulla spiaggia, qualsiasi cosa per aiutarmi a sentirmi libera.
Lei mi stava aiutando davvero ad essere quella che volevo essere. Perché io semplicemente volevo ricordare, ma ci sarebbe voluto del tempo così, per il momento, volevo solo uscire illesa da quella prigione e sentirmi me stessa, priva di conoscenza, ma con la voglia di ricominciare tutto dall’inizio










Allooooooora buonasera *-* scusatemi
per il tempo, ma ho avuto un sacco di impegni 
e ho dovuto sempre rimandare, però, in compenso
ho un sacco di nuovissime idee per il prossimo capitolo.
Per ora spero vi guastiate questa e, speriamo, in recensioni. 
Vorrei almeno avere qualche vostra opinione,
che sia negativa o positiva u.u Beh allora, alla prossima
Ciaoooo <3.
  
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