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Autore: Nane_Scrive    31/03/2014    0 recensioni
Questo elaborato è stato scritto per un concorso per la PREVENZIONI AI TUMORI raccontando la storia di mio nonno.
Mi manca tantissimo spero vi piaccia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché un capitolo della tua vita non potrà mai essere dimenticato...



 
Caro diario,
oggi ti scrivo perché desidero raccontarti di una persona solare, con una forza di volontà fuori dal comune, di una persona che amava i suoi nipoti più della sua stessa vita.
La sua stessa vita che è stata piena di brutte notizie e dispiaceri.
Tutto inizia intorno al 1998/99 quando un malore improvviso comportò la partenza verso il Nord. Visita dopo visita gli hanno diagnosticato un TUMORE alla Prostata. L’operazione è andata bene perché lui aveva una grande volontà.
Gli anni passarono ma anche la sua età avanzava.
Estate 2004. Era diventato di nuovo nonno di due nipoti maschi, uno del quale porta il suo meraviglioso nome. Lui era felicissimo.
La felicità di quest’uomo scompari però nel giro di pochi giorni, quando molto spesso doveva recarsi all’ospedale a causa delle stupide emorragie.
Anno 2005. L’anno più brutto per la sua vita.
Come  consuetudine passò più tempo all’ospedale che insieme alla sua famiglia. Sempre a causa dell’emorragia e lo stesso anno i dottori del reparto di Urologia, dopo varie TAC e risonanze gli comunicarono che la sua vescica doveva essere esportata; la TAC  non fu letta e fu riferita la stupida frase “ LEGGERA COMPRESSIONE AL FEGATO”.
Prima di confermare l’operazione ha voluto sapere i pareri dei sui quattro figli, tre dei quali erano a favore dell’operazione, mentre l’altro non voleva dicendogli “Papà perché devi esportarti la vescica qui, possiamo partire, andiamo al Nord e vediamo cosa possono fare loro”, ma quel   sant’ uomo gli ha risposto “ Vorrei partire, ma il dolore è troppo non riesco a poter sopportare un viaggio, scusami, ti prego capiscimi”.
I giorni passavano si stava avvicinando quel 28 Giugno 2005 giorno della sua operazione, quel suo figlio a causa del lavoro non era potuto andarlo trovare per due sere di seguito e lui lo chiamò e gli disse “Figlio mio, ti sei arrabbiato con me, vero? Perché non sei passato?” ma infondo possiamo capirlo aveva paura che suo figlio non accettava la sua scelta.
28 Giugno 2005. Tutti i suoi figli con i rispettivi compagni e sua moglie erano dietro quella porta che conduceva in sala operatoria, mentre i suoi quattro nipoti erano a casa in attesa di notizie, poiché erano piccoli per i loro rispettivi anni, 10, 5 e due di 1anno.
All’ospedale l’ansia  e la paura erano in continuo aumento ma dopo circa 4 ore di intervento il dottore usci “L’operazione è andata bene, aveva una vescica più piccola di un ragazzo di 10 anni, durante l’intervento ha perso molto sangue quindi lo porteremo in riabilitazione e gli faremo la trasfusione”.
Questo significa sangue nuovo in un corpo con un intervento alle spalle, con un fegato compresso, lasciato trascurato.
Arrivo il giorno che quell’uomo uscì e andò a casa, ma durante quel mese andava sempre a peggiorare, non riusciva più a camminare per uscire un po’ fuori dovevano metterlo nella sedia a rotelle.
I dolori gli aumentavano sempre, sempre di più, nessuno sapeva a cosa erano causati. Un altro viaggio all’ospedale, nuovi controlli, nuova TAC.
2 Agosto 2005. Come sempre all’ospedale c’era sua moglie che era stata chiamata dal Primario del reparto che stava per darle la notizia “Signora, suo marito ha un TUMORE al FEGATO GALOPPANTE di 9 cm”.
Una botta al cuore per quella povera persona. Chiama i suoi figli e li avvisa e dopo neanche un’ora erano tutti lì da suo padre.
4 Agosto 2005. Il giorno prima del suo compleanno, il giorno prima dei suoi 69 anni, i suoi figli gli avevano preparato la torta, perché loro sapevano che quello era il suo ultimo compleanno.
I dottori che erano di turno in quella mattina lo visitarono, ma lui, con la parola sempre pronta, gli chiese se poteva uscire, visto che  si sentiva un po’ meglio, e anche perché voleva festeggiare il suo compleanno insieme ai suoi figli e nipoti, dopo circa mezz’ora gli consegnarono i fogli per le dimissioni.
5 Agosto 2005. Come sempre in quel lettino quel signore ebbe un po’ di forza per soffiare sulle sue ultime candele. Era sempre stanco, ma lui non sapeva, nessuno voleva dirgli che entro un mese avrebbe abbracciato la sua dolce madre al quale chiedeva sempre la forza di resistere quando i dolori aumentavano.
I giorni passavano, lui era sempre circondato dai  suoi nipoti e dai suoi figli.
Iniziò a non parlare più con il passare dei giorni finche non si arrivo a quel 17 Agosto 2005.
Dopo pranzo, sua nipote di 10 anni gli lascio un bacio sulla fronte e si andò a mettere a letto nella stanza affianco alla sua, era stanca, vedeva suo nonno soffrire senza sapere ciò che aveva. Sentiva dalle voci piene di panico e fu svegliata tristemente dal padre “ Tesoro, svegliati nonno sta male vai dalla zia”. Una pugnalata al cuore, insomma anche se era considerata una bambina si immaginava qualcosa.
Durante quel pomeriggio quella bambina vide un via vai di gente da casa dei suoi nonni, senza che nessuno le desse notizie, ma ad un certo punto arrivo la madre e se la strinse a se e le sussurrò all’orecchio “Vita mia, il nonno ha una brutta malattia al fegato che sta facendo morire a poco a poco.” Quella frase troppo pesante per una bambina di 10 anni da capire.
Usci fuori per poter andare da suo nonno, ma  vide una dottoressa uscire da casa e gli chiese  come stava lei la guardo e l’accarezzo la guancia e le rispose “ Piccola, il tuo nonnino tra poco andrà lassù da Gesù”. Un trauma per quella bambina. Sembrava che il mondo gli fosse caduto addosso.
Quella bambina che stava sempre vicino il suo nonnino gli diceva che gli voleva bene e lui ogni volta gli stringeva la mano e gli scendevano le lacrime dagli occhi.
06 Settembre 2005. Giornata cupa, giornata stanca, giornata strana.
Erano verso le due e mezza di pomeriggio e quella bambina saluto a suo nonno dicendogli sempre “Ti voglio bene nonnino ricordatelo sempre” come sempre dal suo volto scesero le lacrime.
La bambina andò dalla zia, che era nella casa vicino, ma ad un certo punto si sentirono delle grida, e fu allora lì che la bambina capì che suo nonno non c’era più.
Fu allora che capì che mio nonno non c’era più, mio nonno mi aveva lasciata.
Ebbene si mio nonno, sono io quella bambina di dieci anni.
Sono io quella bambina che 8 anni fa ha perso il nonno per dei sbagli fatti da medici. Quel giorno quando gli hanno fatto la prima Tac, dovevano leggere attentamente a ciò che c’era scritto.
Ero piccola otto anni fa per capire ciò che stava succedendo, ma con il passare del tempo posso dire solamente che la morte di alcune persone è anche causata per colpa della mala sanità italiana in primis.
E’ vero si, aveva un tumore, ma se non veniva operato, cosa succedeva?
Era ancora qui dopo 8 anni?
Nessuno ormai può rispondere a queste domande
Adesso caro diario ti saluto.
È stato bello raccontarti di mio nonno, anche perché è un capitolo della mia vita mai chiuso, resterà sempre nei miei ricordi.
Con affetto,
 
Valentina


 
Spazio autrice.

Ciao a tutti, ogni tanto mi faccio viva lo so scusatemi.
Questa OS non è una vera e propria Os ma un tema sulla prenvenzione ai tumori.
Sabato una mia prof è venuta in classe dicendo che oggi dovevamo fare questo tema,
così quale racconto meglio della mia storia o meglio della mia esperienza
avuta con mio nonno?
Fatemi sapere i vostri pareri

Vale



 
  
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