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Autore: lilyhachi    31/03/2014    6 recensioni
(Stydia; ispirata ad una puntata di Supernatural)
Perché dormiva nello stesso letto di Stiles Stilinski? Perché sembrava una cosa normale?
Stiles si era mostrato calmo, come se la cosa non lo turbasse minimamente ma come se si trattasse di una scena spontanea e quasi naturale. Era lei ad essere sconvolta e non era assolutamente normale. Se la scena fosse stata reale, Stiles avrebbe indubbiamente dato di matto o si sarebbe mostrato in qualche modo nervoso, e invece no. Cosa diamine stava accadendo nella sua testa?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Since the third grade'
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V

 
I was jelous of Stiles Stilinski

 
“Keep my eyes open. My lips sealed. My heart closed and my eyes peeled.
Welcome to the inner workings of my mind, so dark and foul I can't disguise.
Nights like this I become afraid of the darkness in my heart”.
 
Lydia non si era per nulla accorta del modo quasi barbaro in cui stava martoriando quei grissini, sbriciolandoli e facendosi forza per non alzare lo sguardo verso quella direzione a lei proibita. Non osava voltarsi, perché sapeva che se l’avesse fatto, probabilmente tutto il suo vassoio del pranzo sarebbe stato beatamente disintegrato davanti ad Allison e Isaac. Lydia si sentiva come una ragazzina di dodici anni che scopriva i sentimenti, e la gelosia non era mai rientrato fra i suoi preferiti. Erano ben poche le volte che aveva provato gelosia nei confronti di un ragazzo ma era stato in qualche modo sopportabile, pur essendo doloroso, come nel caso di Jackson e il suo avvicinamento ad Allison.
Quando frequentava le scuole medie, era stata gelosa di Aaron Haufmann, il ragazzo più popolare della scuola, con tante oche che gli ronzavano attorno.
Lydia aveva sentito le tipiche farfalle nello stomaco e il sangue ribollirle nelle vene, a causa del fastidio provocato da quella vista irritante ma non si era scomposta.
Perché Lydia Martin riusciva sempre a mantenere un comportamento impeccabile, pur essendo una ragazzina e mentre le sue compagne cercavano in tutti i modi di attirare l’attenzione di Aaron, lei faceva semplicemente finta che non esistesse.
Fu quella finta indifferenza che portò Aaron di fronte a lei una mattina come tante, con un sorriso dolce sulle labbra e un invito ad uscire durante il week-end.
La verità era che Lydia non aveva mai cacciato le unghie per conquistare qualcuno, le bastava fingere disinteresse e otteneva immediatamente ciò che voleva.
Ad un tratto, quel pensiero fu come un’illuminazione.
Nella lista dei vari motivi per cui non poteva stare insieme a Stiles, quest’ultimo superava indubbiamente tutti gli altri, occupando il primo posto.
Stiles Stilinski era diverso, non era un allocco come gli altri, pronto a trattarla come il prossimo trofeo da vincere e mettere in bella mostra con il resto dei suoi amici. Proprio per quel motivo, Lydia avrebbe dovuto fare qualcosa di più per averlo, alzarsi e prenderlo come aveva fatto quella ragazza che ora gli stava avvinghiata addosso. Solo che Lydia Martin non faceva il filo ai ragazzi, erano loro a farlo a lei, e pur ammettendo ciò a sé stessa, non sarebbe mai riuscita a comportarsi diversamente. Lei non meritava Stiles, perché non era capace di combattere per stare con lui.
Istintivamente alzò gli occhi verso di lui e dovette subito riportarli su quel pranzo che non aveva neanche sfiorato, poiché la sua fame era completamente scemata.
La ragazza in questione, sembrava si chiamasse Kristen, era di media altezza, con i capelli biondi che ricadevano in boccoli perfetti e ordinati lungo le spalle.
Era bella, su quello Lydia non poteva permettersi di dare giudizi, e soprattutto sembrava una ragazza molto allegra e dolce. Giocava con le dita di Stiles intrecciandole alle sue, e ogni tanto passava a scompigliargli i capelli, scoppiando a ridere. Quella mattina, dopo averli salutati frettolosamente per correre al tavolo con Allison, li aveva sentiti parlare di Guerre Stellari e forse quella era soltanto una delle tante cose che potevano avere in comune.
Scott era seduto insieme a loro e sembrava stesse facendo conoscenza con Kristen. Lei si era limitata a rivolgerle un sorriso tirato, presentandosi senza troppe cerimonie, per poi precipitarsi di Allison, fingendo di dover terminare gli esercizi di matematica. Quando Isaac si era unito al loro tavolo, Lydia aveva finto di non notare lo sguardo perplesso che il ragazzo aveva rivolto alla sua amica, come se sospettasse qualcosa.
“Kristen non sembra male”, esclamò ad un tratto Isaac, rivolgendosi ad Allison.
“Sì, sembra simpatica”, rispose Allison, senza scomporsi più di tanto.
“Già, anche Jennifer non sembrava male”, sbottò Lydia, alzando gli occhi per rivolgere un’occhiata sarcastica ad entrambi, che si guardarono spaesati.
Quando Scott, accompagnato da Stiles e Kristen, si avvicinò al tavolo, Lydia pregò di poter sprofondare nel pavimento o almeno diventare invisibile all’istante.
“Lydia, non dovevi fare matematica?”, domandò Stiles con un sopracciglio alzato, notando che la ragazza non stava svolgendo alcun compito.
“Ho già finito”, rispose subito lei, senza dare cenni di cedimento.
“Ah, giusto…”, esclamò lui con un sorriso. “Dimenticavo che sto parlando con il genio che un giorno vincerà la medaglia Fitz per la matematica”.
“Non sapevo si vincesse la medaglia Fitz per la matematica”, intervenne la nuova arrivata, voltandosi verso Stiles mentre gli stava così vicina da poterlo stringere.
“Io pensavo si vincesse il premio Nobel, invece no”, concluse Stiles, abbassando lo sguardo.
Lydia desiderò davvero sparire, mentre un vento gelido la colpiva in pieno viso, come se tanti piccoli aghi le stessero trapassando il petto, al ricordo che Stiles aveva portato con quella frase apparentemente normale. Rammentò quel ballo, il suo accompagnatore che all’inizio non voleva neanche avere davanti ai piedi e le parole che Stiles aveva pronunciato, permettendo a Lydia di guardarlo…forse per la prima volta in vita sua.
“Lydia, sono pazzo di te dalle elementari e so che da qualche parte dietro quella ruvida corteccia senza vita, c’è un’anima umana. E penso di essere l’unico a sapere che tu sei molto intelligente e che quando smetterai di fingerti un’oca, probabilmente scriverai un geniale teorema matematico e vincerai un bel premio Nobel”.
In quel momento, e udendo quelle parole cariche di un’ammirazione che mai avrebbe pensato di vedere da parte di qualcuno, Lydia notò Stiles per la prima volta.
Ricordò il sorriso che Stiles aveva fatto nascere sulle sue labbra rosse, e il senso di pienezza che aveva provato, per poi correggerlo con una nota maliziosa nella voce su come avrebbe vinto una bella medaglia Fitz, e non un premio Nobel.
Lydia non poteva proprio sopportare altro, e fu infinitamente grata alla sua migliore amica, quando si alzò, dicendo che dovevano fare una commissione.
Mentre procedeva a passo svelto verso l’uscita, Lydia tentò con forza di non voltarsi ma non ce la fece, e suoi occhi incrociarono quelli di Stiles per mezzo secondo, prima che quest’ultimo venisse distratto dalla ragazza accanto a lui.
 
“Amico, tutto ok?”, Stiles smise di guardare il vuoto, osservando Scott.
“Sì, tutto bene”, rispose, scrollando le spalle e rigirandosi la penna fra le dita.
Scott chiuse il libro di storia e incrociò le braccia sul tavolo, guardando il suo amico con più attenzione e rivolgendogli una delle sue espressioni tipiche.
Stiles sbuffò, maledicendo Scott e i suoi stupidi sensi da licantropo che gli permettevano di capire con una certa facilità quando Stiles gli stava raccontando una bugia vera e propria. Lo avrebbe pestato solo per quello, peccato che non se la sarebbe vista bene.
“Avanti, spara”, lo incitò Scott, in attesa che il suo amico si facesse coraggio.
“Si tratta di Lydia”, ammise il ragazzo, ricordando ancora quella sera in cui si era presentata alla sua porta con lo sguardo di chi stava per confessare il più grande dei segreti. “E’ strana da parecchio…da quando si è risvegliata, qualcosa non va in lei”.
“Cosa intendi?”, chiese Scott, fingendo di non aver notato nulla in Lydia e soprattutto di non sapere…perché Scott sapeva, semplicemente aveva origliato una conversazione privata fra lei ed Allison, e se Lydia lo avesse scoperto, lui sarebbe finito sulla forca.
“Non ne ho idea”, esclamò Stiles, abbandonandosi con la schiena sulla sedia girevole della sua camera. “Sento solo che c’è qualcosa che non torna. L’altra sera è venuta da me, poco prima che uscissi con Kristen…sembrava volesse dirmi qualcosa, ma non appena le ho detto che avevo un appuntamento è fuggita via, senza darmi spiegazioni”.
“Cosa poteva volere da te?”, domandò il ragazzo, continuando nel suo teatrino della finta ingenuità, sperando che Stiles non ci facesse caso.
“Non lo so”, confessò lui, massaggiandosi il collo con la mano. “Da allora è stranamente distante, mi evita, mi saluta appena…come se le avessi fatto qualcosa”.
“Stiles”, cominciò Scott, grattandosi il capo. “Esiste una soluzione a questo problema”.
Il figlio dello Sceriffo rizzò immediatamente le orecchie, pronto ad ascoltare la soluzione illuminante che Scott sembrava intenzionato a proporgli. Tuttavia, Stiles aveva completamente dimenticato con chi stava parlando e quando Scott parlò, si diede dell’idiota.
“Parla con lei!”, quasi urlò Scott, allargando le braccia e beccandosi uno sguardo truce.
“Cosa posso dirle?”, domandò Stiles, la cui attenzione venne attirata dal suo del cellulare, che afferrò immediatamente con la speranza che fosse Lydia.
“E’ Kristen?”,chiese Scott, sapendo che quella ragazza si scambiava messaggi con il suo migliore amico ormai da giorni…solo che il suo atteggiamento la diceva lunga. Era evidente quando Stiles stesse bene in sua compagnia, ma non come desiderava.
“Sì”, rispose Stiles con voce atona, ignorando il messaggio, troppo preso da altro.
“State insieme o no?”.
Stavano insieme o no? A dirla tutta, Stiles non aveva una risposta precisa a quella domanda. Kristen era bella, dolce, simpatica, intelligente: la ragazza perfetta e anche un po’ nerd proprio come lui. Erano amici e non gli dispiaceva passare il tempo insieme a lei.
C’era solo un piccolo difetto in quella ragazza che Stiles proprio non riusciva ad ignorare.
Era come un piccolo ronzio basso che poteva anche essere ignorato se non si prestava troppa attenzione.
Era come un leggero prurito alla guancia che poteva essere dissolto passandoci leggermente la mano sopra.
Era come un’ondata di freddo che ti portava a maledire l’inverno e le sue giornate.
Era un problema che poteva essere risolto tranquillamente da chiunque, ma non da Stiles: Kristen Grammes non era Lydia Martin.
Quello non era esattamente il pensiero adatto a qualcuno intenzionato a voltare pagina, dimenticando la ragazza che aveva considerato come l’amore della sua vita già dalla terza elementare. Tuttavia, ogni volta che guardava il volto niveo e dolce di Kristen, Stiles non poteva fare a meno di pensare a Lydia. Se la ragazza non fosse stata così strana con lui, forse sarebbe stato più facile ma non lo era…con Lydia non lo era mai, e Stiles sapeva perché.
Non era facile seppellire un sentimento, soprattutto quando quest’ultimo era vivo e pulsante dentro di lui, come se vivesse di vita propria…il suo amore per lei andava di pari passo con il battito del suo cuore, e Stiles non riusciva a farne a meno.
 
“Come hai fatto a conquistare la mamma?”.
La domanda di Claudia fece sorridere dolcemente il suo papà, che prima di rispondere rivolse uno sguardo complice a Lydia che stava poggiando i piatti sul tavolo, e non rispose, nascondendo un ghigno all’angolo delle labbra, mettendosi in ascolto.
“Non è stato per niente facile, sai”, rispose Stiles, prendendo la bambina per una mano e facendola accomodare sulla sedia, mentre anche lui prendeva posto accanto a lei.
“Scommetto che non le piacevi”, esclamò Claudia con una convinzione che fece ridere Lydia, mentre Stiles spostava lo sguardo fra entrambe, piuttosto infastidito.
“Per niente! Lei mi adorava, solo che faceva fatica ad ammettere la mia magnificenza”, rispose il ragazzo, assumendo una certa aria di superiorità.
“Cosa?”, domandò Lydia, lanciandogli uno straccio della cucina dritto in testa.
“Ammettilo, Lydia”, continuò lui, mentre Claudia scoppiava a ridere. “Claudia, tua madre non faceva che stare con degli imbecilli ed era troppo orgogliosa per ammettere a sé stessa quanto fosse praticamente pazza di me…come darle torto, ero il massimo”.
“Non ci credo proprio”, ribatté la bambina con lo sguardo crucciato e per nulla convinto.
“Fai bene, tesoro”, asserì Lydia, avvicinandosi e poggiando la mano sulla bocca di Stiles prima che potesse continuare. “Tuo padre era un imbranato colossale”.
“Non è assolutamente vero”, ribatté Stiles, liberandosi dalla presa di lei. “Ci sapevo fare benissimo. Infatti, la tua mamma aveva bisogno di vedermi con un’altra per tirare fuori le unghie. Non poteva sopportare il pensiero di sapermi fra le braccia di un’altra”.
 
“Lydia!”, Allison la chiamò, continuando a guidare.
La ragazza si riscosse subito, abbandonando quel sogno ad occhi aperti che aveva appena fatto. Non era la prima volta che capitava. Da quando si era risvegliata aveva sognato diverse volte stralci di quella vita che non aveva potuto scoprire a pieno, come fosse un film che si svolgeva davanti ai suoi occhi, una vita immaginaria nella quale rifugiarsi.
“Andrò dritta al punto”, continuò Allison, beccandosi un’occhiataccia. “Sei gelosa”.
Lydia rise, pensando stupidamente che la sua risata sarebbe risultata naturale; invece, lo sguardo di Allison stava ad indicare tutt’altro. Lydia era nervosa, ed era stata stupida a sperare che la sua migliore amica non ci facesse caso.
“Potresti smettere di comportarti come se la cosa non ti scalfisse?”, domandò Allison con voce esasperata, come se non ne potesse più del comportamento infantile di Lydia. “Ti ho vista, ok? La tua espressione non era per nulla indifferente, Lydia…e devi smettere di fingere con me. Sono io Allison, la tua migliore amica, quindi parla con me, ti prego”.
Lydia non incrociò lo sguardo di Allison, rimase immobile a fissare la strada davanti a loro con le labbra sigillate e il cuore altrettanto chiuso, mentre tentava di mettere insieme qualche parola adatta a descrivere lo stato d’animo in cui si trovava in quel momento.
Perché era così difficile per lei aprire il proprio cuore?
Forse perché non voleva che finisse come con Jackson, non voleva che anche Stiles andasse via a mille miglia lontano da lei…non l’avrebbe sopportato. Tanto valeva tutelarsi già da subito, per cercare in qualche modo di mediare quella sensazione paragonabile ad una piccola spina conficcata nel cuore. Poteva andare bene, poteva restare lì senza farle poi tanto male…Lydia era abbastanza forte da sopportare, a meno che quella spina non le avesse provocato infezione.
Fece un respiro profondo e prese a torturarsi le mani.
“Gelosa o meno, non c’è molto da dire”, esclamò lei, mantenendo la calma e respirando a pieni polmoni per non scoppiare. “Stiles ha trovato qualcuno, quindi va bene così”.
“Va bene così?”, ripeté Allison con un sorriso sardonico in viso. “Seriamente?”.
No, non andava bene per niente…e Lydia lo sapeva. Fu proprio con quella piccolissima spinta da parte della sua migliore amica che Lydia crollò in mille pezzi.
“Non va bene, ok?”, sbottò improvvisamente, alzando la voce come non aveva mai fatto, neanche stesse utilizzando il suo urlo da banshee. “Non va bene per niente, perché non poteva essere tutto più semplice? Non potevo perdere la testa per un altro palestrato, no. Dovevo perderla per Stiles e tutto per colpa di uno stupido mostro appartenente a qualche setta satanica e un sogno senza senso dove la mia vita era così dolce e perfetta insieme a Stiles da farmi venire le carie. Doveva essere tutto così complicato e perché? Perché io sono emozionalmente costipata e preferisco fare finta di niente, piuttosto che ammettere la mia gelosia nei confronti di Stiles…Stiles Stilinski, lo sfigato che avevo sempre odiato”.
Lydia chiuse gli occhi e respirò, mentre Allison alternava lo sguardo sconvolto fra lei e la strada, realizzando tutto ciò che aveva appena udito.
Dal canto suo, Allison non poteva credere che quel fiume di parole fosse uscito dalla bocca di Lydia. La sua amica non era mai stata un tipo da grandi chiacchierate e grandi sfoghi come quello, eppure era appena accaduto: Lydia aveva urlato tutto quello che pensava e se avesse potuto aggiungerci anche uno dei suoi urli tipici forse l’avrebbe fatto ma non voleva spaccarle i timpani.
Mentre Allison la osservava basita, Lydia continuava a respirare, realizzando ciò che aveva confessato…come se fosse davanti ad un tribunale e avesse appena ammesso davanti a tutti di aver commesso il più terribile dei crimini. Sgranò gli occhi e fissò Allison.
La ragazza le sorrise in risposta, come ad intimarle di stare calma.
“Va tutto bene, Lydia”, disse con voce dolce e apprensiva.
Ma non andava tutto bene, o almeno non per Lydia, che si portò una mano alla fronte, cercando di riprendersi in qualche modo. Era strano svuotarsi di certi pensieri. Era stato liberatorio, come tutte le volte che aveva urlato, ma in quel preciso istante, non c’era nessuna soluzione all’orizzonte da carpire. C’era soltanto lei, con tanti ronzii nella testa e un grandissimo vuoto nel cuore che forse non avrebbe mai colmato.
Era gelosa di Stiles Stilinski e non credeva avrebbe mai detto una frase simile.
 
 
Angolo dell’autrice
 
Salve a tutti! Eccomi con il penultimo capitolo (questa volta per davvero!).
Sono riuscita a finirlo giusto in tempo per pubblicarlo, e spero tanto che vi piaccia. Come sapete la storia sta per giungere la termine e spero che sarete soddisfatti. Qui vediamo ancora un po’ i sentimenti sia di Lydia che di Stiles…forse Lydia è risultata un po’ OOC, soprattutto quando si sfoga con Allison. So che non è molto da lei e mi scuso in anticipo, ma credo che ogni personaggio (anche il più scontroso) può crollare ogni tanto, come ha fatto Lydia. E’ stato un po’ strano farla confrontare con la gelosia, ma resto convinta del fatto che Lydia gelosa nella serie sarebbe uno spettacolo…cioè io morirei dal ridere, perché per come è complessa e orgogliosa, sarebbe incredibile. Prima di salutarvi, voglio ringraziarvi di vero cuore per le aggiunte a seguite/preferite/ricordate e soprattutto per le meravigliose recensioni che ho ricevuto allo scorso capitolo (alle quale risponderò prestissimo!), sono davvero andata in brodo di giuggiole, ancora fatico a crederci, siete dei tesori <3
Direi che ho smesso di scocciarvi, fatemi sapere cosa ve pare con un commento anche piccino piccino oppure siete sempre liberi di lanciarmi ciabatte e quant’altro!
Al prossimo capitolo, un abbraccio :)

 

   
 
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