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Autore: ALECTREES_7    31/03/2014    1 recensioni
"Il tributo femmina del Distretto 7 quest'anno è ..."
" Johanna Mason "
Nell'istante in cui sento chi è la sventurata di quest'anno mi viene in mente solo una parola in mente:
VAFFANCULO !
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blight, Johanna Mason, Tributi edizioni passate, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Chiusa nella stanza, fra quelle pareti di marmo bianco e verde, osservo intontita la pesante porta di quercia , gli stucchi e gli affreschi che decorano la stanza. Sarebbe un posto carino dove prendere un tè o passare del tempo, ma data la funzione di questo luogo, il tè è l'ultimo dei miei pensieri. Bussano alla porta e la mia famiglia irrompe nella stanza. Ciascuno di loro ha un'espressione che tradisce un'emozione diversa: ci sono gli occhi disperati di mio padre, gli occhi marrone ambrato di mia madre , sgomenti per quello a cui hanno assistito, i volti spaventati e rigati dalle lacrime delle mie sorelline e le pianto isterico di Ebry, il mio fratellino minore, che,a 4 anni, si vede portare via la sorella maggiore,alla quale è molto legato, da Capitol City per vederla gettata in una cazzo di arena sperduta in chissà quale cazzo di posto per uccidersi con altre 23 persone. Bhe, direi che il pianto isterico ci sta tutto. Il tempo scorre in fretta, così mio padre mi si avvicina e mi porge uno strano oggetto. E’ uno strano ciondolo d’argento con una scure in oro al centro -“ un portafortuna”- dice mio padre –“ ogni Mason ne riceve uno, starà a te poi tramandarlo ai tuoi figli”-. “ Grazie”- rispondo. “ Piccola mia, devi ricordare che qualunque cosa accada tu non devi ... “ forse non saprò mai come finisce questa frase, perché uno dei pacificatori irrompe nella stanza dicendo “ Tempo scaduto,fuori tutti ora !”. Faccio in tempo ad abbracciarli tutti un’ultima volta prima che il pacificatore gli spinga tutti fuori e si richiuda la porta dietro . Aspetto un altro pacificatore che mi scorterà al treno , quando la porta si apre e Razaar si fionda dentro e mi stringe , baciandomi dolcemente. Scoppio in lacrime, stavolta vere, per sfogare le mille emozioni che mi palpitano nel cuore. Razaar mi culla dolcemente, sussurrandomi all’orecchio –“ Tu tornerai,devi farlo, o io non avrò più pace “- “ Saremo in 24 dentro quell’arena Razaar, 6 di noi addestrati ad uccidere sin da quando erano bambini, pensi veramente che io possa avere qualche possibilità di tornare?!” – “Si, se trovi una scure nella Cornucopia.”-. Detto questo mi impedisce di replicare baciandomi appassionatamente sulle labbra. Un altro pacificatore entra e, senza troppe carinerie, stacca e porta via Razaar da me. La porta si richiude di scatto, e io ne approfitto per respirare un po’. Non molto però, perché Eris entra trotterellando nella stanza e mi invita ad uscire e salire sul treno che mi porterà dritto a Capitol City……….. e verso il mio funerale. Ci vuole un giorno e mezzo per raggiungere Capitol City, il tutto solo per vedere un branco di uomini e donne ( o forse dovrei dire pagliacci imparruccati ) smaniare per toccare i tributi e iniziare a fare scommesse e/o apprezzamenti sulle caratteristiche dell’uno o dell’altro tributo. Poco dopo ci sottopongo ad un’ennesima seduta di trattamenti estetici: ogni tributo viene come rimesso a nuovo dagli assistenti degli stilisti degli hunger games , il che, per me, si traduce in: depilazione del corpo, delle sopracciglia e taglio delle doppie punte, lavaggio dei capelli, trucco del viso e oliatura della pelle e, ovviamente, rimozione di qualunque taglietto,cicatrice,bruciatura o imperfezione del mio corpo. Alla fine del trattamento paio come appena nata.. Poco dopo vengo condotta in una stanza separata, dove mi attende la mia stilista. Appena la vedo mi sento male, non per come è vestita, per essere una stilista di Capital city è vestita anche in modo troppo sobrio, ma per come vuole vestire me! Silvis Lendrac è, a mio avviso, la più grande idiota di Capital city !Per colpa sua sono anni che i nostri tributi si vestono da alberi alla parata dei tributi che, per la cronaca, è fra un’ora. “Allora cara!” esclama, “non sei eccitata all’idea di partecipare agli hunger games?” eccone un’altra come Eris. Certo che non sono contenta, chi lo sarebbe! Tantomeno lo sono io che dovrò indossare quell’assurdo abito da albero che mi vuole fare mettere ad ogni costo! Non sono mai stata molto loquace, quindi il nostro dialogo si interrompe qui. Non so come riesce a farmi indossare il vestito ma, almeno quest’anno, mi è andata bene. In confronto ai pini dell’anno scorso, questi costumi da alberi di pesco( con tanto di fiori e foglioline) sono meravigliosi. Arriva l’ora della Parata, ed io e Lee Seng saliamo sul nostro carro, che è il settimo ad uscire. Percorriamo tutto l’anfiteatro cittadino, raggiungendo la piazza sopra la quale si trova il pulpito del presidente Snow. Durante il tragitto mi accorgo che gli occhi di tutti i capitolini sono posati sui tributi dei distretti 1,2,4,5,8,10,11 e sulla femmina del 12 e, naturalmente, sul mio compagno di distretto,che li saluta con la mano atteggiandosi a divo della folla. Come mi aspettavo, nessuno posa il proprio sguardo su di me, e questo mi rallegra. Se non mi considerano i capitolini, forse non mi considereranno nemmeno i tributi, e questo mi permetterà di sopravvivere parecchio. Snow tiene il suo discorso, blaterando del ringraziamento che Capital city fa al coraggio,all’onore e al sacrificio dei tributi,e poi congeda tutti. Rientriamo nei nostri alloggi, anche se devo sorbirmi per tutto il viaggio in ascensore fino al settimo piano Lee e il nostro mentore, Blight, parlare di quanto sia stata bella la parata e su quanti sponsor sicuri possiamo contare, e corro velocemente in camera mia, mi butto sul letto e inizio a singhiozzare: mi manca la mia famiglia, mi manca il mio fidanzato, mi manca la mia casa con le cime dei suoi alberi e, sopratutto , non voglio essere qui! Eris bussa alla mia porta ricordandomi che domani devo alzarmi presto perché ci sono gli allenamenti. Per tutta risposta, io fracasso un vaso di fiori , che era sul comodino, contro la porta.
  
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