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Autore: NeverMe    01/04/2014    2 recensioni
Ambientata dopo il finale della seconda stagione, visto che la terza non è sicura devo trovare un modo di colmare il vuoto...
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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"Buongiorno Vantina!"
"Buongiorno Claudia, ha chiamato il signor Mauri, ha detto che oggi non potrà venire all'appuntamento."
Claudia sospirò "E' un tipico caso di resistenza. Mauri non vuole parlare dei propri problemi, richiamalo e digli che ci vediamo domani. Non possiamo mollare la terapia proprio ora."
Entrò nel suo ufficio, buttò la borsa in un angolo e si sedette sul divano, aveva un'ora libera.
Se l'avesse saputo prima sarebbe rimasta insieme a Gabriel, nel loro letto...

"Devo andare" riuscì a dire Claudia staccandosi dal bacio.
Le lenzuola frusciavano sopra i loro corpi, che si muovevano l'uno sull'altro.
"Mmh..." assentì Gabriel continuando a tempestarle le labbra di baci.
"Davvero!" rise lei.
Gabriel sorrise e la guardò con gli occhi luminosi "La commissione può aspettare, ma i tuoi pazienti no?"
"Hai ragione, non è equo..." gli rispose mettendosi a cavalcioni sopra di lui, avvicinò il proprio viso a quello di Gabriel, che aveva già gli occhi chiusi in attesa di un bacio. Strusciò il naso contro il suo "... ma così è la vita." Concluse sorridente.
Gabriel la guardò con il broncio di un bambino a cui erano state rubate le caramelle, scosse la testa e tornò a sorriderle. L'abbracciò "E va bene..."
Claudia si accoccolò tra le sue braccia, assaporando il calore del mattino e il suo profumo, le coperte leggere sopra di loro, non sarebbe mai andata via se avesse potuto...


"Carino."
Il fiato morì in gola. Non voleva voltarsi, non voleva vedere. Non fu necessario.
Serventi andò a sedersi sulla poltrona davanti a lei, col suo sorriso vuoto.
"Allora Dottoressa" si appoggiò il bastone sulle ginocchia "mi dica, secondo lei qual è il mio problema? Dopo quello che ha visto crede ancora che siamo una manica di pazzi?"
Avrebbe voluto rispondergli qualcosa, qualunque cosa, avrebbe voluto reagire, ma lui non le diede il tempo di pensare.
Serventi si alzò e andò ad inginocchiarsi di fronte a lei "Tu lo sai che lui è l'eletto vero? E' la sua natura, il suo destino."
Claudia sospirò "I geni non sono il destino."
L'uomo la guardò interrogativo.
"Di solito per natura si intendono i geni. Ad uno stesso genotipo possono corrispondere fenotipi diversi. Non importa quale sia il suo DNA, la sua espressione dipende dall'ambiente."
"Continua..."
"Io sono l'ambiente che silenzia il lato oscuro di Gabriel."
Le labbra di Serventi si inclinarono verso l'alto "La genetica come chiave di lettura ai fenomeni paranormali, affascinante." Si alzò con l'ausilio del bastone e andò alle sue spalle. Claudia lo sentiva camminare avanti e indetro, avanti e indietro. Non ne poteva più di quel falso silenzio, la stava facendo impazzire. Sentì i propri occhi inumidirsi, avrebbe voluto gridargli di andarsene.
"Se tu sei l'ambiente che potrà salvare Gabriel, quale sarà la salvezza di tuo figlio?"
Il cuore di Claudia prese martellarle in petto, come se volesse romperle le costole, all'improvviso era tutto confuso. Lui sapeva del bambino, il suo piccolo era in pericolo, lui non si sarebbe fatto scrupoli a fargli del male e lei non poteva fare niente per proteggerlo.
Si voltò lentamente verso Serventi, sapeva di avere il terrore negli occhi e sapeva che lui l'avrebbe colto immediatamente.
Infatti l'uomo sorrise soddisfatto "Se non volevi che lo scoprissi forse avresti dovuto evitare di accarezzarti la pancia tutto il tempo."
Claudia abbassò lo sguardo, si rese conto solo allora di non aver mai tolto la mano dal proprio ventre.
"L'istinto di protezione ti sarà utilie se vuoi che tuo figlio diventi un uomo. Stai tranquilla, non sono io la minaccia, a me potrebbe anche fare comodo il figlio dell'Eletto... non è di me che ti devi preoccupare." Guardò fuori dalla finestra. "L'Ordine non sarà felice della notizia, però. Sono preoccupati dai poteri di Gabriel, quel bambino potrebbe averne tanti di più. Per loro è meglio non rischiare. Capisci cosa intendo?"
Capiva cosa intendeva. Non si sarebbero fatti scrupoli ad uccidere una creatura innocente se li avesse anche solo lontanamente sfiorati l'idea che potesse essere una minaccia. Si portò una mano sulle labbra, la testa le girava, le sembrava di aver smesso di respirare, era tutto confuso, il cuore le martellava il petto.
"Ora spiegami come potrebbe Gabriel evitare di reagire all'attacco."
La gola le bruciava, era tutto confuso.
"Lui reagirà. Tu non potrai fare niente per impedirglielo. Sarai tu, sarete voi, il motivo per cui tornerà ad essere quello che è." Si diresse verso la porta, appoggiò una mano alla maniglia. "E questa volta non tornerà indietro."

  
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