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Autore: memi    07/07/2008    4 recensioni
L’albero era sempre quello, sempre lo stesso.
Avrebbe potuto riconoscerlo tra mille, in una foresta incontaminata o in un giardino multietnico. Non importava. Davvero, non sarebbe importato.
Se anche fosse stato reciso, smorzato dalla furia umana, lei avrebbe saputo ritrovarlo ugualmente. Per la strana legge per cui le cose importanti, quelle veramente importanti, sono sempre dove le lasci l’ultima volta. E lei ci credeva, ci credeva sul serio a quelle sciocchezze, perché a volte, la notte, erano l’unico appiglio a mantenerla sveglia [viva].

Quanto può essere importante, una data?
Sakura 'n' Ino friendship.
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Under the tree

(At your side.)

 

 

L’albero era sempre quello, sempre lo stesso.

Avrebbe potuto riconoscerlo tra mille, in una foresta incontaminata o in un giardino multietnico. Non importava. Davvero, non sarebbe importato.

Se anche fosse stato reciso, smorzato dalla furia umana, lei avrebbe saputo ritrovarlo ugualmente. Per la strana legge per cui le cose importanti, quelle veramente importanti, sono sempre dove le lasci l’ultima volta. E lei ci credeva, ci credeva sul serio a quelle sciocchezze, perché a volte, la notte, erano l’unico appiglio a mantenerla sveglia [viva].

Appoggiò una mano curata sul tronco, riscoprendola pallida, troppo pallida rispetto al marrone del tronco. Era perché aveva bisogno di più sole. Nulla di allarmante, comunque.

La corteccia al tatto lasciava una strana sensazione. Ruvido e…scartavetrato. Com’era possibile poi?

Si ammonì mentalmente, scuotendo la testa e lasciandosi sfuggire un sorriso stanco sulle labbra carminio.

-Stai diventando vecchia, mia cara.-

Alzò lo sguardo e si stupì di come le fronde sembrassero quasi palpabili.

Lo ricordava forse più alto, stranamente. Avrebbe dovuto ritrovarlo e non ricordarlo più alto, no? Molto più in alto dell’ultima volta, perché gli alberi non rimpiccioliscono giusto?

Ma forse, soltanto, era lei ad essere cresciuta. E ad essere anche cambiata? Chissà…

Era in ritardo di almeno venti minuti, come al solito. La lezione di far attendere per essere più ricercata l’aveva imparata a pennello e, talvolta, persino insegnata. Eppure avrebbe dovuto saperlo che quelle cose, valevano solo per gli uomini (avrebbe dovuto, avrebbe proprio dovuto visto che ne era la predicatrice).

Ma era fatta così, in fin dei conti, nevvero?

Lei sorrise, sotto quel rovere, in quell’assolato pomeriggio estivo (caldo, ancora una volta).

Non sarebbe cambiata mai, mai e poi mai.

 

 

#

 

When the daylight's gone and you're on your own
And you need a friend just to be around
I will comfort you, I will take your hand
And I'll pull you through, I will understand
And you know that

 

#

 

 

“Ieri ho studiato tutto il pomeriggio, perciò è andato bene. È andato bene sicuro.”

Lo sguardo è fisso, deciso come quello di un ninja prima di andare a combattere.

Lei la osserva in silenzio, fedelmente al suo fianco, incapace di disturbare il rassicurante vociare della compagna. Senza sapere bene come distogliere gli occhi da quelle pozze azzurro sbiadito, insicura se esserne effettivamente capace o meno. Indecisa se volerlo distogliere davvero, lo sguardo. Perché è tutto lì il punto, e certe cose sono troppo complicate per comprenderle appieno. Ma lei non è geniale, lei non è brava a capire le cose e per quanto ne sa, quel cuore piccino può battere più forte anche per un capriccio, soltanto per un banale capriccio.

“Tu, Sakura? Anche tu hai studiato tutto il giorno ieri, no?”

Poi all’improvviso, eccola nel bel mezzo della discussione. Il riflesso del proprio volto rispecchiato dall’azzurro dei suoi occhi. E stavolta è difficile riuscire a decifrare il fremito che la percuote, mentre si accorge di essere [non essere] lei [più] il fulcro del discorso adesso [invisibile].

“Sì.”

Lei le afferra la mano, con semplicità, un gesto complice, affettuoso, che la fa arrossire suo malgrado.

“Perciò sarà andato bene ad entrambe. Per forza.” E scrolla le spalle esili, come è abituata a fare, i capelli dorati che oscillano dalla coda, e lei si accorge che ha un suono diverso, rassicurante, detto da lei.

“Hai ragione tu, Ino.”

Per forza. Così. Per forza.

Perché la mano è ancora lì, appoggiata sulla sua, nonostante il caldo insopportabile appena mitigato dall’ombra proiettata dalla fronda.

È ancora lì e lo sanno entrambe, lo sanno bene che ci rimarrà.

 

 

#

 

I'll be at your side, there's no need to worry
Together we'll survive through the haste and hurry
I'll be at your side
If you feel like you're alone and you've nowhere to turn
I'll be at your side

 

#

 

 

Era in ritardo. Come al solito. Eppure, allo stesso tempo ed in egual misura, peggio del solito.

Ma c’era una spiegazione. Una di quelle plausibili, concrete e veritiere, diversa da quelle campate per aria che era solita tirare in ballo all’ultimo secondo per avere salva la faccia. Stavolta c’era per davvero una scusa.

Colpa dell’Hokage (no, non era una balla), che l’aveva voluta per forza vedere a dieci minuti dal fatidico incontro. E per discutere cosa, poi? Di un errore, di uno stupido errore.

Insomma non era né la prima né l’ultima ad aver sbagliato eppure sembrava che fossero tutti decisi a rivalersi su di lei. Come se non si sentisse già in colpa abbastanza (ma ovviamente questo non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura perché era fatta così, prendere o lasciare).

Avrebbe voluto controllare un orologio e capire di quanto tempo era effettivamente in ritardo, però al momento non disponeva di alcuno strumento in grado di riferirle l’ora, perciò l’unica cosa che le rimaneva da fare era correre.

Lei era ancora lì? La stava aspettando? Se l’era…ricordato?

Era sciocco avere tutti quei dubbi, lo sapeva, tuttavia era più forte del suo volere. La paura di ritrovarsi da sola, di scoprire che… Bruciava. Bruciava terribilmente e, sul serio, odiosamente. Irrazionale, come ogni altra paura.

Tuttavia adesso proprio non aveva il tempo per perdersi in simili cose. Doveva soltanto correre, respirare e correre, senza sapere di preciso perché quel maledetto appuntamento fosse diventato all’improvviso tanto importante. O forse lo era sempre stato, solo che lei con i suoi occhi spenti non aveva voluto vederlo.

-Stai diventando rammollita, Ino.-

Si ammonì mentalmente, picchiandosi il capo con il pugno della mano destra nella corsa e mostrando la lingua ad un invisibile interlocutore.

E nell’impegnarsi tanto in tutte quelle piccole attività, non si era neppure accorta di essere arrivata.

Ma il rovere era lì, imponente e statuario, talmente tanto che le venne spontaneo rallentare il passo fino quasi a fermarsi.

Lei era lì, all’ombra del fogliame, la schiena in linea con il tronco e gli occhi di foglia puntati verso di lei.

“Ciao, Ino.” Lei sorrise e, all’improvviso, la paura era scomparsa, dissolta nel tempo e nello spazio (era mai esistita?).

Avanzò, piano e con quella grazia acquisita nel tempo, sforzandosi di [non] apparire [essere] matura ed elegante [emozionata].

“Ciao, Sakura.”

 

 

#

 

If life's standing still and your soul's confused
And you cannot find what road to choose
If you make mistakes (make mistakes)
You can't let me down (let me down)
I will still believe (still believe)
I will turn around
And you know that

 

#

 

 

Si sono incontrate all’ombra del solito albero, il prato di fiori che incontaminato si estende bellissimo dinanzi ai loro occhi sognanti.

Lei sta canticchiando qualcosa d’incomprensibile, ma guardando i suoi occhi di foglia non è difficile capire che è felice. Almeno, non lo è per lei. Lei che la conosce persino meglio di quanto conosca se stessa.

L’aria è fresca, pizzica sui volti ancora arrossati dalla calura estiva.

“A che pensi, Ino?” Poi è lei a scacciare per prima il silenzio.

Si volta, una ruga d’espressione a delimitare la fronte nivea.

“Oggi è sei.”

L’altra annuisce, perplessa, ma non la interrompe, decisa a lasciarla continuare.

“I numeri pari mi portano sfortuna.”

Conclude infine la frase la biondina, sbuffando contrariata quando la solita ciocca ribelle ne approfitta per profilarsi davanti agli occhi.

“Davvero, Ino?”

L’altra sembra stupita e non si preoccupa di nasconderlo.

D’altronde, che motivo avrebbe di farlo?

Le amiche non si nascondono mai, mai niente.

“Sì, davvero.”

“Però il mese è dispari, no? Voglio dire, è luglio, quindi è sette. Oggi è sei, sette.”

L’altra vi pensa su, per un istante, prima di annuire con un sorriso.

“Hai ragione, Sakura. Non ci avevo pensato.”

Concede, prima di ritornare a concentrarsi su quegli odiosi esercizi di matematica.

 

 

#

 

I'll be at your side, there's no need to worry
Together we'll survive through the haste and hurry
I'll be at your side
If you feel like you're alone and you've nowhere to turn
I'll be at your side

 

#

 

 

“Sei in ritardo.” La voce di Sakura si colorò di un finto risentimento mentre la sgridava, come se non sapesse anche Ino che era soltanto un modo come un altro per lacerare il silenzio.

“Sono una donna di mondo, io, mica come te Fronte Spaziosa!” Sbuffò l’altra, aderendo al tacito patto imposto dalla rosa. “E comunque non è colpa mia se Tsunade ha voluto vedermi giusto dieci minuti prima dall’appuntamento!”

Il volto dell’altra assunse un’espressione stupita, quasi basita nel guardarla. “Davvero? E come mai?”

Ino rimase per un istante ad osservarla, di sottecchi, sorpresa nel notare che certe cose non erano ancora cambiate. Come il modo buffo in cui Sakura corrucciava la fronte, facendo increspare le sopracciglia assurde, di quell’assurdo colore. E forse, chissà, anche da vecchia decrepita sarebbe stata in grado di farlo.

“Umpf, ma niente! Sciocchezze!” Liquidò tuttavia la questione la Yamanaka in un batter di ciglia, per nulla intenzionata a rimuginare sulla faccenda.

“Sempre per Choji?” Insistette però Sakura, sussurrando l’ultimo nome quasi fosse stata una bestemmia.

La bionda sussultò, appena, all’udire quel nome, il nome del suo secondo compagno di team.

Choji.

Già.

-Avrei dovuto aspettare, non avrei dovuto costringerlo a seguirmi. Non avrei dovuto…metterlo in pericolo.-

Ma contrariamente ai suoi pensieri, contrariamente a quanto fatto o dichiarato fino a quel momento (era solo uno sbaglio, che poteva farci? Capitava a tutti di sbagliare, no? Beh, era successo a lei, fine della storia), stavolta Ino non discostò lo sguardo dal verde di lei.

“Ha davvero così tanta importanza per te saperlo, Sakura?”

Una folata di vento improvvisa scosse le foglie, creando una malinconica nenia, mentre il verde si confondeva con l’azzurro, ancora.

E ancora, ancora, per chissà quante altre volte ancora.

 

 

#

 

I'll be at your side
I'll be at your side
You know that

 

#

 

 

“Ino?”

Sakura la guarda, quasi timorosa di parlare.

L’altra sbuffa, fingendosi seccata.

“Che c’è?”

“Niente, è solo che…” Sakura deglutisce, insicura sulle parole da utilizzare, ma poi alza lo sguardo, ferma. “Mi stavo chiedendo, ecco, perché ti sei arrabbiata tanto a- all’accademia.”

Ino alza la testa dal libro d’amore che sta leggendo, o per meglio dire sfogliando, catturando il verde foglia dell’amica.

“Sono solo delle stupide oche senza cervello!” Sbuffa quindi, impaziente. “Appena passa un bel ragazzo, vanno in delirio! Come se lui le guardasse davvero, figuriamoci!”

L’Haruno abbassa la testa, visibilmente scossa. “Parli di S- Sasuke?”

“Ovvio.” Poi la guarda obliqua, in tralice. “Non dirmi che piace anche a te!”

Sakura arrossisce di botto, sentendosi tirare in ballo tanto indecorosamente.

“N- No. E a te?” Azzarda, alzando di nuovo lo sguardo in quello dell’amica.

Ino stringe gli occhi, abbozzando un’espressione scocciata degna di Shikamaru.

“Ma no, figurati!”

“Ah.” E il sollievo è palpabile come l’aria, come l’erbetta sotto di loro, mentre Sakura sorride senza alcun motivo apparente. “Ino?” La chiama di nuovo quando l’altra ritorna a scartocciare le pagine del romanzo.

“Sì?” Non alza neppure lo sguardo, la biondina, sicura che sia una sciocchezza.

“Mi… Mi prometti che non litigheremo mai, p- per un ragazzo?”

Ino non può più tenere il capo chino e pensare a quello stupido libro, perché la domanda di Sakura è importante.

È venale.

“Certo Sakura, te lo prometto.”

 

 

#

 

I'll be at your side, there's no need to worry
Together we'll survive through the haste and hurry
I'll be at your side
If you feel like you're alone, you've got somewhere to go
'Cos I'm right there
I'll be at your side, I'll be right there for you
(Together we'll survive) through the haste and hurry
I'll be at your side
If you feel like you're alone, you've got somewhere to go
'Cos I'm at your side, yeah

 

#

 

 

Ino si voltò e Sakura non poteva saperlo che era solo una scusa per non dover affogare in quegli occhi.

“Ino, aspetta!” La richiamò, quasi impaurita dal pensiero che lei potesse andarsene.

“Che c’è?” Alzò un sopracciglio l’altra, girando il capo per poter intravederne i lineamenti gentili.

Sakura respirò, chiudendo gli occhi ed assaporando la brezza di vento, prima di riaprirli e colpire le iridi dell’altra con le proprie.

“Non l’hai fatto per me, vero?”

E la domanda valeva più di mille altre parole, di tutte quelle che non erano state mai in grado di dirsi e di quelle che a modo loro si erano dette.

Ino si voltò del tutto, sorridendo in modo così lieve da sembrare una smorfia, mentre lo sguardo cadeva sul tronco del rovere alle spalle di Sakura.

“Avrei mai potuto mettere in pericolo uno dei miei compagni di squadra solo per te, Sakura?” C’era ironia nella sua voce e…una punta indistinta di qualcos’altro.

L’Haruno abbassò lo sguardo, incapace di riuscire a nascondere la propria delusione.

“Pensavo che…”

“Sasuke?” L’anticipò l’altra, ancora quel miscuglio indefinito nel tono.

Sakura sospirò, torturando il vestito rosso. “Sì.”

“Beh, ti sei sbagliata. Non avrei mai fatto una cosa del genere soltanto perché qualche idiota ha detto di aver visto Sasuke qui da qualche parte. Non mi chiamo mica Naruto, io!” Ino alzò gli occhi al cielo, improvvisandosi attrice di tragedie, tuttavia sollevando lo sguardo Sakura si accorse che qualcosa non quadrava.

Ino non la stava guardando. Nemmeno per sbaglio. Neppure per una sola volta.

“Certo, Ino.” E allora sorrise, nonostante il tono tagliente che avevano le parole dell’altra, riconoscendo infine quel qualcos’altro.

-È come allora. Ino… Non hai mai smesso di proteggermi vero?-

Avrebbe voluto essere in grado di dirle a voce quelle cose, di poterle chiedere direttamente a lei. Ma Sakura non era mai stata brava con le parole, o con le domande. Non era mai stata geniale, né sapeva capire le cose.

Certe cose non cambiano davvero mai.

“E adesso che fai lì impalata? Me lo offri o no questo gelato?” La voce fintamente seccata di Ino la riscosse dai suoi pensieri, accogliendola nella realtà.

Sakura alzò lo sguardo e nonostante tutto, nonostante gli anni e il tempo perso (e il tempo passato a fingere di odiarsi, più tutto quello trascorso in quello stupido orgoglio), le sorrise. Come faceva a quei tempi, quando il cielo era ancora così azzurro e le foglie sempre così verdi. Di nuovo sotto a quell’albero, specchio di un’antica amicizia.

“Credo proprio che tocchi a te, sai, Scrofa?” Ribatté, raggiungendola con poche falcate, sghignazzando poi quando l’altra la guardò scandalizzata.

“Non dire cretinate, Fronte Spaziosa!”

“Tirata.”

“Tirchia!”

“È la stessa cosa.”

“Smettila di fare la saputella, mi innervosisce!”

“E tu non ascoltarmi, allora.”

“Ma chi ti ascolta! Tsk. Figuriamoci.”

“Ino?”

“Che vuoi adesso?”

“Il gelato. Fragola, vero?”

Appeso al muro della camera di Ino, intanto, il solito calendario paesaggistico mostrava cerchiato un numero, ad un mese specifico.

Sei, sette.

Oggi.

 

 

#

 

I'll be right there for you
I'll be right there for you, yeah
I'm right at your side

 

#

 

 

“Hai saputo che è successo?”

La brunetta la raggiunge trafelata, quasi allarmata.

“No. Cosa?” S’incuriosisce Sakura, dimenticandosi per un istante degli esercizi che stava svolgendo per concentrare le proprie attenzioni sull’altra.

“Ino Yamanaka sta litigando con certe ragazze!”

Sakura si alza di scatto, impallidendo. “Cosa? E… E perché?”

L’altra si china verso di lei, pronta a spifferare un segreto.

“Ecco, non dovrei dirtelo, ma quelle ragazze stavano parlando male di una tale Sakura Haruno. Dicevano che i suoi capelli erano assurdi e che era stupida, ma Ino le ha sentite e per questo, sai…”

La ragazzina scrolla le spalle, gettandole un’altra rapida occhiata prima di correre via ad informare presumibilmente qualcun altro.

E Sakura rimane lì, con il cuore in gola e le lacrime agli occhi.

La mano di Ino è ancora lì, sulla sua, anche adesso che non c’è concretamente più.

Un sorriso, semplice, e poche parole sussurrate al silenzio, lasciate a disperdersi nell’aria viziata della classe.

“Grazie, Ino.”

 

 

 

 

 

[Disclaimer: Naruto © Kishimoto. “At your side” © The Corrs.]

 

 

 

N/A

Sakura ‘n’ Ino friendship. Spero sia di vostro gradimento! ^-^ Per quanto mi riguarda, premetto che doveva arrivare ieri, ma ahimè non avevo il computer a disposizione e così la posto solo oggi.

È la prima volta che tratto di questo topic, per quanto continui a ciarlare e ciarlare sulla loro amicizia. Ragion per cui, mi farebbe immensamente piacere sapere cosa ne pensaste. Ancor di più, per la dedica che sto per fare.

Ma prima di passare a questo, voglio fare delle piccole postille riguardo alla storia.

Dunque, prima di tutto i tempi verbali. Il passato è il presente, e il presente è il passato. Ovvero, a sinistra sono descritti i momenti “attuali” e a destra quelli passati, di quando andavano ancora all’accademia. Spero si sia capito, ho utilizzato apposta tempi verbali e incolonnamento diverso. Ho preferito non abusare del corsivo per non sovraccaricare troppo la narrazione.

La canzone. Credo sia semplicemente stupenda. Se avete modo, ascoltatela e, se potete, cercate la traduzione del testo. Vi dico che è fantastica, tanto più che rientra nella mia dedica.

Per finire, un grazie come sempre va a quanti di voi recensiranno, commenteranno o metteranno (se lo faranno) tra i preferiti questa storia. Thanks! Sul serio, è importante per me.

Quindi…

Spazio dedica Dedico questa storia alla mia Sae, la mia best, la migliore che ci sia. La persona che straordinariamente mi sta vicino ogni giorno, la cui mano è sempre sulla mia nonostante la distanza, colei che riesce ad essermi affianco anche quando, motivo cellulari, non riusciamo a sentirci. Ti voglio bene, sorellina mia. Per tutti i “sei del mondo”, senza i quali ormai non sapremmo più vivere! U.U E grazie, infinite grazie per il regalo hyugacestoso che mi hai fatto. Che dire: un sogno che si realizza! *-* Sei fantastica, sei la mia Taichi preferita, o meglio, l’unica. Spero di saper essere sempre un buon Yamato, per te (no, non è un messaggio criptato! XD). E la canzone, “At your Side”, è tutta per te, perché è quello che penso e perché, devi saperlo, io ci sono, sempre e comunque.

So, at the next! ^-^ Sto diventando poliglotta, sopportatemi!

Baci.

Memi J

 

  
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