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Autore: Shine_    01/04/2014    14 recensioni
[X parte Car Wash; Ziam]
- Lo fa per te, Zayn.- arrossì leggermente e tenne il labbro stretto tra i denti, sentendola aggiungere: - Perché è completamente impazzito per te e sei la cosa migliore che potesse capitargli in questo periodo. Non potremo mai ringraziarti per tutto quello che stai facendo per lui e..-
- Ma io non sto facendo assolutamente nulla.- bisbigliò, le guance rossicce per l’imbarazzo quando si sentì nuovamente ripetere: - Lo stai amando, ed è la cosa più importante di tutte.-
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Car wash e seguiti'
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This is it, the apocalypse

 

 

 

 

 

 

{Ad Amy come regalo per il suo compleanno, in ritardo ovviamente;

a Beta perché, dhasjd, è adorabile e le voglio tanto beeene;

a Daniel che ha letto in pochi giorni non so quante storie;

alla Gre che non mi lascia mai sola un secondo

E a tutti quelli che mi aspettano con pazienza.

Grazie.

 

 

 

 

«So far away, I wish you were here
Before it's too late this could all disappear
Before the doors close, and it comes to an end
With you by my side I will fight and defend»

- Keep holding on, Avril Lavigne

 

 

 

 

 

 

Restò in silenzio per qualche minuto e poi sussurrò: - Puoi metterti i miei vestiti?-

- La giacca con scritto dietro il tuo nome.- annuì rigirandosi per avvolgere un braccio attorno alla sua vita e lo baciò dolcemente ripetendo: - Ti amo.-

[I’ll be there for you]

 

 

 

 

 

 

 

 

Zayn aveva accettato la proposta di Liam a fermarsi a casa sua per la notte, si erano fatti una doccia assieme e ora stava seduto a gambe incrociate nel letto del maggiore. Teneva un libro sulle ginocchia per poter avere un piano più o meno rigido e continuare il suo disegno; non era nulla di particolarmente difficile, solo il viso rilassato del castano mentre dormiva contro di lui.

L’aveva sentito mugugnare nel sonno, di tanto in tanto, ripetendo il suo nome e lui aveva capito che per calmarlo bastava solamente passare le dita della mano libera tra i suoi capelli.

Il disegno era ormai quasi completato, stava apportando le ultime modifiche, quando sentì la porta aprirsi e, sollevando lo sguardo, vide Ruth entrare nella stanza e sedersi alla fine del letto.

- Come stai, Zayn?- s’informò dopo qualche minuto, non sorprendendolo affatto ed ottenendo solo un’alzata di spalle e un: - Lui è qui, m’importa solo di questo.-

Quando la sentì dire: - Ci ha fatto prendere un bello spavento quell’idiota, eh?- annuì con decisione, rigirandosi la matita tra le dita.

- L’altra notte ho sognato che non ce la faceva.- confessò, tenendo gli occhi puntati sul viso del castano che si spingeva contro la propria gamba; infilò le dita tra i suoi capelli quando vide la stessa smorfia sulle labbra e gli venne quasi da piangere quando lo sentì ripetere il suo nome mentre stringeva la stoffa dei pantaloni della tuta che gli aveva prestato.

Riportò velocemente l’attenzione su Ruth quando le sentì dire: - Fa così da giorni, da quando è tornato.-, inarcò un sopracciglio per farla continuare e quella aggiunse: - La prima notte l’ho sentito gridare e quando son venuta di qui era in lacrime, ripeteva solo un nome e non l’ho mai visto così.-

S’indicò con un dito e chiese timidamente: - Il mio nome?- vedendola annuire con un’espressione seria.

- Sembra così forte, Zayn. Ma in realtà è ancora il mio fratellino che aveva incubi e veniva a piangere nel mio letto.-

Non riuscì a trattenere il sorriso, immaginandosi un Liam più piccolo che si lamentava per gli incubi e si nascondeva tra le braccia della sorella poco più grande.

- Stanotte ci sarò io.- mormorò, passando le dita sulla mascella contratta del castano e vedendolo rilassarsi lentamente. - Lui ha fatto tanto, troppo, per me. Ed ora ci sono io per lui, non gli succederà mai più nulla.-

- Lo fa per te, Zayn.- arrossì leggermente e tenne il labbro stretto tra i denti, sentendola aggiungere: - Perché è completamente impazzito per te e sei la cosa migliore che potesse capitargli in questo periodo. Non potremo mai ringraziarti per tutto quello che stai facendo per lui e..-

- Ma io non sto facendo assolutamente nulla.- bisbigliò, le guance rossicce per l’imbarazzo quando si sentì nuovamente ripetere: - Lo stai amando, ed è la cosa più importante di tutte.-

Restarono in silenzio per almeno dieci minuti, lui che definiva la voglia sul collo di Liam e Ruth che spostava lo sguardo da uno all’altro con un sorriso sempre più grande.

Puntarono entrambi lo sguardo sul castano nel momento in cui sbadigliò e si stiracchiò, il braccio ingessato fermo sul petto, e non riuscirono a trattenere la risata per l’espressione spaesata e il suo guardare insistentemente la ragazza bionda chiedendo: - Che ci fai qui?-

- Era solo venuta a controllarti, Leeyum.- ridacchiò il moretto, scompigliandogli i capelli ricci e vedendolo piegare le labbra in un broncio.

Scoppiò nuovamente a ridere quando sentì Ruth dire: - E ora me ne vado, contento? Volevo solo assicurarmi che non avessi fatto qualcosa al povero Zayn.-

La seguì con lo sguardo mentre usciva dalla stanza per poi fare un verso sorpreso al: - Stai disegnando?- del ragazzo sdraiato accanto a lui. Spinse velocemente il libro e il disegno contro il proprio petto per poi sbuffare e mostrarglielo, mugugnando: - Non è venuto nemmeno bene.-

Continuò a studiare i movimenti del ragazzo che si metteva seduto, la schiena contro la testata del letto e le dita strette sul foglio, ed arrossì quando vide quelle labbra aprirsi in un sorriso enorme.

- Sono io.- annuì, nonostante non ci fosse bisogno di una risposta, e si mordicchiò l’interno della guancia, sempre più nervoso. Cercò di mantenere il contatto visivo quando Liam sollevò lo sguardo, quegli occhi erano così marroni e lui ci sprofondava dentro ogni volta, e incassò la testa nelle spalle sentendolo borbottare: - Smettila di dire che quel che fai è brutto.-

- Ma.. ma è vero.. io.. quel disegno non.. - iniziò a farfugliare, aggrottando le sopracciglia e incrociando quasi gli occhi per guardare il viso del ragazzo che si avvicinava sempre più. -.. e poi tu.. tu sei.. sei molto più.. ecco.. non è.. realistico tu.. tu sei molto più..-

Lo fissò confuso quando scoppiò a ridere, quella risata che formava delle rughette attorno ai suoi occhi e lo rendeva ancora più adorabile, per poi arrossire di colpo sentendolo dire: - Non riesco a ragionare se mi sei troppo vicino.-

- C-Come?- balbettò col cuore a mille, spostando lo sguardo su tutto il viso del castano per non doversi concentrare sugli occhi.

- Me lo ripetevi sempre prima, ricordi? A casa di Louis la prima volta, dopo la partita e poi..-

- Ma è vero!- esclamò, mettendosi sulla difensiva. - Non riesco a ragionare se tu mi stai così vicino, figurati dirti una frase corretta che..-

- Ora lo stai facendo.- sentì bisbigliare contro il suo orecchio, con un tono di voce che non avrebbe dovuto essere così seducente. - E, Dio, arrossisci ancora. Sei meraviglioso.-

Zayn sbuffò e puntò lo sguardo sui suoi piedi coperti dalle calze del maggiore, per poi dire velocemente: - Non credo ci sia una soluzione per quello. Ti diverti a mettermi in situazioni imbarazzanti.-

Si aspettava di tutto dall’altro ragazzo ma non il suo movimento repentino, il suo mettersi a cavalcioni sopra di lui e incollare le labbra alle sue, intrappolandolo tra la testata del letto e il suo corpo.

Appoggiò una mano sul suo braccio ingessato, mentre con le dita dell’altra mano stringeva la sua maglia, e ricambiò il bacio per poi arrossire quando sentì il “ti amo” contro le labbra.

Sentì la bocca del ventenne scorrere lungo il proprio collo, che allungò per lasciargli più pelle a disposizione, e ridacchiò contro di lui sentendo la sua mano fredda sotto la maglia.

Fu costretto a guardarlo negli occhi, quando appoggiò il palmo sulla guancia bollente, e strinse i denti sulla lingua per vincere l’imbarazzo e ricambiare lo sguardo mentre lo sentiva ripetere: - Ti amo.-

- Non sono ancora abituato a sentirtelo dire.- confessò con le guance rosso peperone, cercando di non arrendersi di fronte a quei pozzi scuri che non si erano ancora concentrati su altro. - Avevo già fatto i miei calcoli.- continuò, per non restare in silenzio di fronte a lui. - Se con Danielle ci avevi messo un anno e mezzo, speravo di sentirtelo dire dopo due anni.. sempre se stavamo ancora insieme. Non avevo calcolato una rottura.- iniziò a farfugliare, sentendosi sempre più piccolo e stupido di fronte al maggiore che lo fissava solamente.

- Leeyum?- lo chiamò, cercando di togliersi di dosso quell’improvvisa sensazione di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato.

Spalancò gli occhi sorpreso quando lo vide sporgersi verso di lui, rabbrividì appena sentendo le sue labbra sfiorargli l’orecchio e non riuscì a trattenere il gemito e il rossore che si espanse su tutto il viso quando glielo morse.

Cercò di riprendersi, le guance gli stavano andando a fuoco e si sentiva ancora più agitato dell’ultima volta in cui era stato all’autolavaggio, ma si bloccò quando sentì il sussurro di Liam.

- Ti amo, stupido idiota.- restò immobile, stringendo le dita sul braccio ingessato del ragazzo, e chiuse gli occhi con un sorriso sempre più innamorato mentre l’altro gli diceva: - Ti amo più di quanto ho amato Danielle, più di quanto amerò qualcun altro. Mi hai preso quand’ero distrutto e mi hai tenuto stretto a te. Mi hai insegnato a credere ancora in un sogno e non sembri renderti conto di quanto tutto questo sia importante per me. Ti amo, Zayn Malik, e puoi star certo che questo non cambierà mai. Ti amo, ti amo e ti amo. Sono disposto a star sveglio tutta la notte e ripetertelo mentre dormi, a continuare a dirtelo la mattina dopo quando ti sveglierai. Sono pronto a dirtelo quando starai male, quando ti sembrerà di essere rimasto solo e senza nessuno. Perché ci sarò io, sarò qui per te e per nessun altro.-

Lo sentì staccarsi e aprì gli occhi, incastrandoli nei suoi, perdendosi completamente nel suo sorriso luminoso. Era così bello, non poteva credere che dopo tre anni fosse riuscito ad ottenerlo.

Il Liam dell’autolavaggio era suo, solo suo, e lo amava. Era il suo ragazzo e lo amava. Non poteva davvero esistere una persona più fortunata di lui.

- E ora..- seguì con lo sguardo la mano del maggiore che riprendeva il disegno e glielo mostrava con un sorriso. -.. questo sono io quindi posso tenerlo?-

- Ma.. ma non è nemmeno fatto bene.- si lamentò, cercando di riprenderlo ma fallendo miseramente quando lo spostò dietro la sua schiena. - Non sto scherzando, Liam. Non avevo un piano comodo e ci son degli errori odiosi lì sopra e..-

- Non m’importa.- lo sentì intestardirsi, un’espressione decisa in viso che si sciolse subito in un sorriso mentre aggiungeva: - Per favore, scricciolo.-

Capì subito di non aver possibilità di fronte a lui, sbuffò ed annuì, aggiungendo: - Non so che ci trovi a collezionare tutti i miei schizzi.-

- Non capirai mai, amore mio.- si morse il labbro, arrossendo leggermente, e intrecciò le dita tra le sue ciocche di capelli mossi.

- Come stai, Leeyum?- s'informò, dopo qualche minuto in cui l'aveva osservato, vedendolo fare spallucce e sussurrare un: - Bene.- per nulla convinto.

Sospirò pesantemente, passando le dita tra le sue ciocche, e chiese in un bisbiglio: - Ancora quell'incubo?-

Restò immobile, tenendo gli occhi fissi nei suoi che sembravano studiarlo, e lo sentì dire, un filo di voce spezzata dal pianto imminente: - Due fari, tu a terra e io che ti fisso senza far nulla.-

- Liam, sai benissimo che non avresti mai..- cercò di farlo ragionare, vedendolo scuotere la testa e dire velocemente: - Ti ho quasi perso, Zayn. L'ho sentito che ti avrei perso. Non capisci, io.. io l'ho sentito. Mi è passato tutto davanti, ogni nostro momento e idiozia. E stavo perdendo tutto. Io..-

- Ma sono qui, Liam.- insistette il moro, stringendogli il mento tra le dita. - Mi vedi che sono qui ora e quelli sono solo incubi. Sono qui, amore.- bisbigliò, strofinando il pollice contro la sua mandibola. - Sono qui e non me ne vado, capito?-

Gli lasciò la presa solo quando lo vide annuire un po’ più deciso, s’inginocchiò di fronte a lui e spinse la fronte contro la sua ripetendo: - Ti amo, non mi succederà mai nulla finché avrò te.-

Piegò le labbra in un sorriso dolce, sentendo le mani del maggiore stringersi ai suoi fianchi, e lo guardò negli occhi, lasciando scorrere le dita lungo le sue guance.

- Amore mio.- ripeté come aveva fatto all’ospedale, percependo le dita di Liam tremare e stringerlo più forte. - Sono qui, mi hai protetto, non mi è successo nulla.-

- Non importa quel che dici ora, Zayn.- lo sentì dire all’improvviso, la voce debole e gli occhi lucidi. - Quando stanotte chiuderò gli occhi ci sarò di nuovo dentro, rivedrò di nuovo tutto e mi sentirò morire perché tu..- strinse le dita tra i suoi capelli, tirando con una certa forza per farlo smettere di parlare e sibilò: - Smettila di pensarci. Io sarò qui oggi, domani e tutte le volte in cui avrai bisogno di me.-

- Ma tu..- scosse la testa e strinse le dita tra i suoi capelli, spingendo i polpastrelli contro la sua cute e ribadendo: - Non devi pensarci.-

Gli lasciò un bacio sulla tempia, appoggiando la guancia contro i suoi capelli quando si nascose contro il suo petto, e iniziò a parlare dell’orso che gli aveva regalato e che continuava ad essere rapito dalla sorellina più piccola.

 

 

 

 

Avevano appena finito di cenare tutti assieme, si era trasferito con Liam in camera e l’aveva osservato mentre si sedeva a gambe incrociate sul letto, un libro sulle ginocchia e gli occhi concentrati sulle parole.

Non aveva aspettato oltre e si era posizionato alle sue spalle, aveva iniziato a lasciargli dei baci leggeri sul collo mentre con una mano gli accarezzava la schiena da sopra la maglia e l’aveva sentito rilassarsi sotto il suo tocco e abbandonarsi contro di lui.

- Mi dispiace di essere così, cucciolo.- l’aveva sentito dire in un bisbiglio. - L’idea di perderti mi terrorizza, quel giorno ho pensato di dover continuare senza te e quindi ora.. ora è difficile smettere di vederlo e di pensarci.-

Zayn lo ascoltò attentamente e poi strofinò il naso contro la sua pelle, ripetendo: - Sono qui, amore mio.-, passò la mano lungo il suo braccio e si appoggiò contro la testata del letto con la schiena mentre il maggiore si rilassava e si abbandonava contro il proprio petto.

- Come sono andati questi giorni a scuola?-

Si morse il labbro non appena sentì la domanda e fece spallucce, cercando di restare sul vago mentre rispondeva: - Sono passati nella noia.-

- Con quei tipi?- scosse la testa, appoggiando il mento sulla sua spalla ed allacciando le braccia attorno alla sua vita, e bisbigliò: - Non è successo nulla, non preoccuparti.-

Vide la smorfia sulle labbra del castano, chiaramente indeciso se credergli o meno, e lo strinse più forte con le labbra premute contro la sua pelle.

- Non mi hanno sfiorato nemmeno con un dito, forse qualche spintone ma niente di grave.- cercò di rassicurarlo, sentendolo irrigidirsi all'improvviso e sfiorandogli con le dita il gesso. - Domani esci con Danielle?- cambiò discorso, baciandogli dolcemente il segno che gli aveva lasciato sul collo.

- Non lo so, scricciolo. Non ho molta voglia di uscire con lei e festeggiare la nostra rinata amicizia.- annuì per fargli capire di essere attento e gli morse un orecchio, cercando di distrarlo da qualsiasi cosa stesse pensando.

- Non volevo obbligarti ad accettare.- sussurrò, sentendosi vagamente in colpa per l'umore del castano.

- Non è quello.- spinse la fronte contro la sua spalla, preparandosi al peggio quando quello sospirò e continuò: - È che lei è Danielle.-

Strizzò gli occhi, per non farsi vincere dalle lacrime, e sussurrò: - Tu sei ancora..-

- No!- esclamò di colpo Liam, spaventandolo quando si voltò verso di lui e appoggiò una mano sulla sua spalla. - Io amo te, Zayn. È solo che lei è stata importante, molto. E io ho paura di far soffrire troppe persone.-

Deglutì, cercando di sostenere il suo sguardo, e bisbigliò: - Perché dovrebbero soffrire tante persone?-

La risposta di Liam: - Non voglio farti soffrire perché non riesco a chiudere con un ricordo.- gli arrivò dritta al petto come un pugnale, mozzandogli il fiato ed inumidendogli gli occhi.

- Ma tu.. cioè.. io..- tentennò, non sapendo bene cosa dire e abbassando lo sguardo sconfitto.

- No, Zayn. Non ci provare. No.- piegò le labbra in una smorfia, stringendo i denti sull'interno delle guance, e sollevò lo sguardo chiedendo: - A fare cosa?-

- A chiuderti a riccio e pensare che ti ho riempito di stronzate.- lo sentì sibilare con un tono deciso. - Perché io amo te, non lei. Il fatto che non riesca a dimenticare i ricordi che abbiamo io e lei non c'entra nulla con noi due.-

- Forse me l'hai detto troppo presto quel ti..- fu costretto a bloccarsi, trovandosi le sue labbra contro e quello: - Smettila.- soffiato contro la sua bocca.

- Non mi rimangio quelle parole, sono solo per te.- lo sentì insistere, non riuscendo a sostenere per così tanto il suo sguardo. - Amore.- mugugnò qualcosa in risposta e nascose il viso contro il suo petto mentre gli stringeva la maglia tra le dita.

- È che lei è bellissima.- piagnucolò come un bambino, cercando rifugio tra le sue braccia. - Ed è simpatica, avete un passato importante alle spalle e Harry.. lui diceva sempre che non l'avresti mai dimenticata.-

Si morse forte il labbro, per non singhiozzare quando lo sentì ammettere: - Harry ha ragione.- e fece un verso strano, invitandolo a continuare.

- Non la dimenticherò, mai. È vero, lo ammetto.- strinse più forte le dita, osservando con gli occhi lucidi la firma in rosa che spiccava sul suo gesso. - Ma lei fa parte del mio passato, non posso continuare a vivere di ricordi. Ora ho te, Zayn. Sei il mio presente e io voglio te, amo te.-

- Ma lei è così..- cercò di dire, fissando torvo quello che gli aveva coperto la bocca con la mano libera e scuoteva la testa replicando: - Lei nulla, guardati ad uno specchio. Anzi, guardati con i miei occhi e probabilmente non capirai nemmeno un briciolo di quel che provo per te e di quello che vedo in te.-

Appoggiò le dita sulle sue, si liberò dalla mano e lo guardò, chiedendo con un filo di voce: - Come fai a vedere tutto quello in me? Come fai quando io mi sento così vuoto?-

- È successo e basta.- prese posto sulla sua gamba e si appoggiò con la guancia alla sua spalla, sentendolo continuare con: - Non so se ti farà piacere saperlo ma all'inizio mi avevi incuriosito perché avevi un colore degli occhi simile, li avete entrambi nocciola. E poi ho iniziato a vederti più spesso attorno, ho iniziato a desiderarti perché non eri affatto male, mi son fatto incantare dai tuoi occhi e ho capito che non c'era nulla di Danielle in te.-

- E cosa c'è in me?- insistette, chiudendo gli occhi e stringendogli la maglia tra le dita. - Cosa vedi in me, Leeyum?-

- Tutto, te l'ho detto al lunapark.- lo sentì dire in un sussurro. - In te vedo tutto e ti vedo ovunque.- non riuscì a trattenere il sorriso innamorato, ascoltando la frase, e si lasciò baciare ripetutamente una guancia.

- Ho un po' sonno, Leeyum.- bisbigliò all'improvviso, restando rannicchiato contro di lui e sorridendo come un completo idiota quando l'altro lo fece sdraiare nel suo letto, rimboccandogli le coperte. - Tu non dormi con me?- chiese con un tono di voce innocente, chiudendo gli occhi quando sentì le dita di Liam tra i suoi capelli.

Annuì, sentendolo dire: - Studio ancora un po' e poi ti seguo.- e si addormentò in poco tempo, le dita strette sulla sua maglia e il viso premuto contro la sua coscia.

 

 

 

 

 

Si svegliò di soprassalto quando sentì un grido mozzato, si mise velocemente a sedere e si voltò verso il ragazzo che respirava in modo affannato, nascondendo il viso contro le mani.

- Leeyum?- lo chiamò con la voce impastata dal sonno, stropicciandosi gli occhi e sbuffando internamente quando vide i numeri "02:30" sulla radiosveglia sul comodino. - Che succede? Ancora quell'incubo?- s'informò, passando una mano lungo tutta la sua schiena e sentendo la maglia umida per il sudore.

Si preoccupò notevolmente quando il castano non gli diede risposta, restando con i palmi premuti contro il viso e il corpo che continuava a tremare.

- Sono qui, amore.- bisbigliò, avvicinandosi a lui e avvolgendo le braccia attorno alla sua vita. - Non mi è successo nulla, sono qui e mi hai salvato.- continuò a parlare, stringendo le dita tra i capelli mossi del ragazzo e vedendolo nascondere subito il viso contro il proprio collo.

- È uno stupido incubo, sono solo stupidi incubi.- insistette, sentendolo respirare velocemente per poi prenderne altri più profondi come se cercasse di calmarsi. Appoggiò la guancia contro il suo capo e gli accarezzò dolcemente i capelli, sollevando solo per un secondo lo sguardo sulla porta e rassicurando Ruth con un sorriso.

- Non mi portano via da te, vuoi capirlo?- gli domandò con un tono di voce più leggero, quasi canzonatorio, stringendolo più forte quando sentì un grugnito misto a singhiozzo e lo vide tremare e avvolgere le mani nella sua maglia.

- Sono qui, Leeyum. Era uno stupido incubo. Io sono qui.- mugugnò, non sapendo che altro fare mentre il suo ragazzo si faceva prendere da quella che aveva tutta l'aria di essere una crisi.

Si fece improvvisamente attento quando lo sentì bisbigliare, con la voce spezzata dal pianto: - È stato..-

- Com'è stato? Cos'è successo?- insistette, tenendo le dita strette tra le sue ciocche.

- Tu.. era orrendo, Zay.- e Zayn giurò di aver sentito il cuore stringersi e fargli un male assurdo quando lo sentì singhiozzare e scoppiare a piangere.

- Liam, sono qui.- replicò, senza smettere di muovere le dita tra i suoi capelli ricci. - Calmati, cucciolo. Sono qui.-

Intrecciò le dita nelle sue ciocche, sentendo le sue stringersi alla maglia, e lo ascoltò mentre diceva: - Sei finito.. dall'altra parte della strada e io.. io sono venuto da te e.. e ho cercato di sollevarti ma.. ma eri così pallido e freddo e io non sapevo cosa fare. E poi mi hai detto che non mi saresti mancato perché ti ho solo preso in giro ed amo Danielle.-

- Ti sei fatto un po' influenzare dal discorso di ieri, eh?- cercò di metterla sul ridere, passando le mani sulla sua schiena per massaggiarla e farlo smettere di singhiozzare.

Sospirò di sollievo quando lo sentì ridacchiare, col respiro che man mano tornava regolare, e si sdraiò nuovamente nel letto, portandoselo dietro.

- Louis dice che Danielle è una strega..- riprese a parlare, massaggiandogli la cute con i polpastrelli. -..la prossima volta la sognerai versione cattiva di Biancaneve.-

Si sentì incredibilmente meglio quando Liam scoppiò a ridere, una di quelle che gli scaldavano il cuore e lo lasciavano con un sorriso specchio di quello del castano.

Le sue labbra arrivarono ad assumere un sorriso idiota quando lo sentì bisbigliare: - Ti amo.-

Lo tenne stretto tutto il tempo, guardandolo mentre aveva il viso poggiato contro il proprio petto e l'orecchio premuto contro il proprio cuore.

- Amore mio.- bisbigliò quando si fu addormentato. - Ci sono io ora, non devi aver paura di nulla.-

 

 

 

 

 

Quando la mattina dopo si svegliò, piegò le labbra in un sorriso ed allungò le braccia lasciandosi baciare il collo dal ragazzo sopra di lui.

- Buongiorno, amore.- mugugnò, intrecciando le dita dietro la sua nuca per tenerlo contro il proprio corpo; avvolse le gambe attorno alla sua vita e ridacchiò quando lo sentì dire: - Ora sei diventato una scimmietta?-

Scosse la testa, strofinando il capo contro la sua mandibola e bisbigliò: - Sono ancora il gattino che vuole le coccole del padrone.-

Si lasciò sfuggire dei mugolii felici, sentendo le dita del castano tra i capelli e le labbra sul collo, spostò una gamba, tenendo il piede contro il materasso, e notò subito Liam che poggiava il braccio ingessato sul ginocchio.

Aprì piano gli occhi, trattenendo il labbro inferiore tra i denti quando si specchiò in quei due pozzi marroni che lo fissavano con una sfumatura intensa di affetto ed amore; piegò il viso su un lato, premendo una guancia rossa contro il cuscino, e scoppiò a ridere quando sentì le dita del maggiore sui fianchi.

Iniziò fin da subito ad agitare le mani, cercando di stringere le dita attorno al polso del castano per fermare quella tortura, ma più passava il tempo più si scioglieva sotto di lui con le guance che gli facevano quasi male dalle risate e gli occhi che diventavano sempre più lucidi.

- Le-eyum.- mugugnò, riuscendo a fermargli il braccio non ingessato dopo almeno dieci minuti. - Ba-asta.. mi.. mi arrendo.. Leeyum.- ridacchiò, prendendo l’orlo della maglia e sollevandola per asciugarsi le lacrime che gli bagnavano le guance.

Continuò a muovere il tessuto sulla propria pelle, abbassando lo sguardo su quello che gli stava accarezzando l’addome con i polpastrelli, e inarcò un sopracciglio quando incrociò i suoi occhi.

Non appena lo sentì chiedere: - Il gattino ha fame?- con un tono di voce fin troppo malizioso, arrossì violentemente e riuscì a ribaltare le posizioni, tenendolo fermo con una mano sul braccio ingessato.

- È divertente, ora riesco a prenderlo più in fretta il controllo.- sussurrò tra sé e sé, stringendo le dita sul suo mento e scuotendogli la testa con un ghigno divertito sulle labbra.

Si sporse verso quello che lo fissava confuso, una traccia di rossore adorabile sulle guance, e premette le labbra contro le sue, chiudendo gli occhi e godendo di quella sensazione che gli faceva ancora attorcigliare le membra.

- Riesci ad accompagnarmi a scuola?- gli domandò mentre spostava la bocca lungo la sua mandibola, mordicchiandogli la pelle per sentire lo strato leggero di barba contro la guancia. - E voglio mettermi la tua giacca, quella con dietro il tuo cognome. Posso rubartela ancora? Mi piace avere qualcosa con il tuo cognome, mi piace far vedere a tutti che sono tuo.- continuò a parlare con un filo di voce, cercando di imprimergli quelle parole nella pelle.

- La visuale da qui è magnifica.- lo sentì dire, accompagnato da una mano che s’infilò sotto la maglia per accarezzargli la schiena. - Dobbiamo per forza alzarci dal letto?- non riuscì a trattenere la risatina e il sorriso enorme, sdraiandosi su di lui e tenendo le labbra contro la sua voglia scura sul collo.

- Non fare il pigrone, voglio andare a scuola oggi.- mugugnò, muovendosi su di lui per non pesargli eccessivamente sul braccio ingessato. - Porta il tuo ragazzo a scuola, Payne.- lo rimproverò, cercando di imitare il tono di voce del suo allenatore.

Scoppiò a ridere, sentendolo lamentarsi e grugnire, e scivolò accanto al suo corpo, per poi mettersi successivamente a sedere con le gambe incrociate.

- Dai, amore.- bisbigliò, muovendo le dita lungo la pelle del suo braccio fino a tracciare strani ghirigori sul fianco lasciato nudo dalla maglietta che si era leggermente sollevata nei movimenti. - Portami a scuola.- insistette, utilizzando un tono di voce dolce, mentre sbatteva le ciglia con gli occhi fissi nei suoi.

- E va bene!- lo sentì esclamare, guardandolo con un sorriso divertito mentre si alzava dal letto e andava a recuperare i suoi vestiti. - Andiamo in pullman e poi passo da Louis o Josh, magari faccio persino un salto al bar per vedere se posso fare qualcosa o devo stare a casa come un infortunato di guerra.-

Zayn si tirò su dal letto e lo raggiunse, tenne le braccia sul suo braccio ingessato mentre si sporgeva e schioccava un bacio sulla guancia del castano, sussurrando: - Sei un eroe, sei il mio eroe.-

Gli lasciò un altro bacio all’angolo della bocca, prese i vestiti che Liam teneva tra le mani e si chiuse in bagno per cambiarsi il più in fretta possibile.

 

 

 

 

 

Avevano fatto colazione assieme alla famiglia del castano, si era divertito a prendere in giro assieme a Ruth un Liam che non riusciva a mangiare quasi nulla senza lamentarsi del gesso d’intralcio, ed ora se ne stavano seduti sull’autobus a poche fermate dalla scuola.

- .. e se non prendo un buon voto non mi ci mandano in Irlanda con te.- si stava lamentando il più piccolo, giocando con le sue dita e tenendo le labbra piegate in un broncio. - Voglio venire ad Halloween con te, Leeyum. Ma quando si tratta della matematica o di materie scientifiche mi perdi completamente.-

Annuì lentamente quando lo sentì ripetere: - Sai che sono disponibile per darti tutte le ripetizioni gratuite.- a cui rispose nuovamente con: - Sai come sono finite le ultime ripetizioni che mi hai dato.-

- M’impegno solennemente a farti passare quello stupido test di matematica e scienze.-

Zayn annuì, per niente convinto della riuscita del piano, e piegò il viso su un lato per poggiare la guancia contro la sua spalla.

- Quel professore mi odia, Leeyum. No, non mi odia..- si corresse da solo, aggrottando le sopracciglia e continuando con: - Però è uno di quelli che chiedono troppo. E io della matematica non capisco nulla. Mi rende nervoso il non riuscire a finire un esercizio. Almeno Harry se la cava in quello e io..-

- E te la caverai anche tu, promesso.-

- Non dire idiozie, Leeyum.- borbottò, rigirandogli il palmo per percorrere con le dita tutti i suoi polpastrelli.

- Non dico stronzate, ti farò diventare un genio della matematica.- lo sentì insistere mentre lui era troppo impegnato a grattare appena la superficie del gesso su cui spiccava quella firma fin troppo visibile.

Arrossì di colpo, sentendo le labbra del castano sul collo e il suo: - Quanto sei geloso, gattino.- detto con un tono di voce roco e basso che lo fece rabbrividire da capo a piedi.

- Non sono geloso!- esclamò, punto sul vivo da quell’unica frase, per poi raddrizzarsi con la schiena e continuare con: - Solo che poteva scegliere un altro colore, è rosa!-

Incrociò le braccia al petto, con una smorfia sulle labbra, sentendolo scoppiare a ridere di gusto; si allontanò quasi dal suo corpo e puntò lo sguardo fuori dal finestrino, rendendosi conto che il tempo prima di raggiungere quell’inferno stava velocemente diminuendo.

- Ehi, Zay.- ignorò il tentativo dell’altro di chiamarlo, sentendosi sempre più stupido per essersela presa per nulla ma non trovando il coraggio di passare sopra all’orgoglio. - La vedi questa scritta?- puntò lo sguardo sulla firma in rosa che gli indicava il castano, percependo nuovamente quell’ondata di gelosia, e borbottò un: - Ti ho detto che si vede fin troppo bene.- con un’acidità nella voce che non era riuscito a trattenere.

- Sai che firma non riesci a vedere?- si morse il labbro, deciso ad ignorarlo di nuovo, ma sentì il suo nome sussurrato con così tanta dolcezza che gli si sciolse il cuore e fu costretto a voltarsi per guardarlo. Si lasciò prendere la mano e lo fissò curioso e confuso mentre se la appoggiava sul petto e diceva: - Sai cosa c’è scritto qui?-

Scosse la testa con un movimento lento, capendo solo a grandi linee dove volesse andare a parare, e arrossì quando lo sentì dire con un filo di voce: - Zayn Malik.-

Deglutì nervoso e continuò a guardarlo, cercando di non emozionarsi troppo di fronte a lui, mentre continuava con: - E sai perché è scritto qui dove solo io posso vederlo?-

Cercò di dire qualcosa, non trovando il tempo di far nulla perché riprese a parlare subito dopo dicendo: - Perché è più importante, perché questa persona è mia da difendere e proteggere, perché lo amo da impazzire e non voglio che gli succeda nulla di male.-

Restò in silenzio, boccheggiando appena senza riuscire a trovare la forza di parlare, e lo ascoltò con gli occhi lucidi mentre aggiungeva: - Ti basta? Ti basta tutto questo, Zayn? O vuoi sentirmi dire che muoio ogni notte? Che da qualche giorno a questa parte mi sento morire ogni notte perché non riesco a salvarti? Che mi son sentito morire quando quella macchina ha puntato contro di te? Tutto questo ti basta?-

Scosse la testa ed annuì insieme, non riuscendo a ragionare quando si specchiò in quegli occhi marroni fin troppo lucidi e pieni di lacrime. Si voltò con il busto verso di lui, liberando la mano che teneva ancora stretta al petto, spostandola contro la sua guancia ed obbligandolo a guardarlo.

- Ti amo.- bisbigliò, strofinando il pollice contro le sue guance  e rivolgendogli un accenno di sorriso. - Non voglio essere così geloso di lei, scusa. E non volevo farti dire quelle cose.- aggiunse, arrossendo per la vergogna e l’imbarazzo.

Tenne i palmi contro le sue guance, fissandolo intensamente negli occhi, e sentì il cuore scaldarsi quando vide le sue labbra piegarsi in un sorriso appena accennato.

- La prossima fermata è la nostra.- mugugnò, sentendo tutta l’allegria della mattina lasciare il posto alla solita tensione e preoccupazione.

Annuì velocemente quando lo sentì dire: - Andrà tutto bene, piccolo.- e si alzò, stringendogli la mano e preparandosi all’ennesima giornata di scuola.

 

 

 

 

 

 

 

Aveva salutato Liam di fretta, l’aveva seguito con lo sguardo mentre si allontanava dall’edificio e iniziava a parlare con Josh al telefono e poi aveva seguito Harry all’interno, notando fin da subito come quel solito gruppetto lo stesse studiando da lontano.

Le lezioni erano passate fin troppo lentamente, aveva passato la pausa pranzo lontano da tutti a fumare una sigaretta dietro l'altra mentre sentiva l'ansia solamente crescere. In quei giorni si sentiva troppo strano, persino quei tipi gli giravano alla larga; e tutto quello lo rendeva solamente ancora più nervoso. Ricordava benissimo com'era tornato a casa dopo essere stato ignorato per settimane. Sembravano provare il gusto quasi sadico di fargli intuire che molto presto avrebbero attaccato. E lui, nonostante la giornata in palestra, si sentiva ancora troppo debole per batterli o per tornare a casa intero.

Restò seduto su quel tavolo nel giardino della scuola, lo stesso che aveva dato origine all'amicizia tra lui ed Harry, e osservò in lontananza il gruppetto che lo fissava e parlava tra loro.

Sbuffò, prendendo una nuova boccata di fumo con le dita che gli tremavano dal nervoso e dalla paura; se lo sentiva che prima o poi sarebbe ricominciata ma non capiva perché aspettare tanto per farlo impazzire. Trovarsi coperto di lividi ora o dopo qualche giorno, non sarebbe cambiato nulla né a lui né a loro; quindi perché aspettare.

- Ehi, Zay.- spostò lo sguardo sulla ragazza che prendeva posto al proprio fianco e le rivolse un sorriso appena accennato. - Stai bene?-

Annuì, facendo spallucce, mentre vedeva il gruppetto rientrare e abbandonare sicuramente il progetto iniziale di prenderlo quand'era solo.

- Non mi sembra tu stia molto bene, Zayn.-

Spense la sigaretta contro il legno del tavolo ed ignorò i tentativi di Eleanor di farlo parlare, quando però tirò in ballo Danielle sentì la rabbia aumentare e saltò giù con un balzo, sibilando: - Non m'importa un cazzo di lei. Può anche scoparselo il grande amore della sua vita. Se lo può riprendere se lo vuole!-

- Hai litigato con Liam?-

Tenne le braccia rigide lungo i fianchi, sentendo il nervosismo salire alle stelle, e sbottò: - Non ho litigato con nessuno! E smettetela di mettere quella in mezzo! Non la sopporto e voi la nominate ogni fottuta volta! La mia vita non ruota attorno a quei due e alla loro cazzo di relazione storica!-

- Zayn?-

- E lasciami in pace!- esclamò, dandole le spalle e raggiungendo in poco tempo il bagno. Si chiuse dentro e si appoggiò con la schiena contro il muro, spinse i palmi contro le palpebre e cercò di calmarsi. Si sentiva sempre più stupido ad essere così nervoso, il clima in quella scuola stava diventando soffocante e la tensione lo faceva scattare per nulla. Non solo rischiava di tornare a casa pieno di lividi ma metteva anche a repentaglio tutte le amicizie e la sua relazione con Liam.

Si irrigidì quando sentì bussare alla porta e tornò a respirare normalmente riconoscendo la voce di Harry che lo chiamava.

- La Calder dice che sei impazzito. Va tutto bene? Dice che hai litigato con Liam.-

Imprecò tra i denti, trattenendosi dal gridare che non capiva niente nessuno, e aprì la porta, trovandosi davanti l'amico.

- Ho detto che non ho litigato con nessuno.- sibilò, puntando gli occhi nei suoi. - Con nessuno. Mi capite quando parlo? Non parlo una lingua diversa dalla vostra.-

- Liam ti ha dato yogurt scaduto per fare colazione? Sei di un acido assurdo.-

Lo spinse via con le mani sulle sue spalle, raggiunse i lavandini e si sciacquò il viso per calmarsi.

- Vuoi dirmi che succede? Se non è Liam, sono..- lo prese per il colletto della camicia e lo spinse contro la porta del bagno, ripetendo: - Ho detto che sto bene.-

- Mi hai fatto male, coglione!- lo sentì esclamare, lasciandolo e guardandolo mentre si massaggiava la nuca. - Ed ero qui solo per aiutarti! Ma tu non vuoi l'aiuto di nessuno. E allora arrangiati! Stronzo di un Malik.-

- Fottiti, Styles!- gli gridò dietro quando quello uscì al suono della campanella, tirò un calcio contro la porta e sentì la rabbia salire sempre più assieme alla voglia di tirare un pugno dritto in faccia a qualcuno.

 

 

 

 

Quando la giornata scolastica si concluse si sentiva solamente stanco, nervoso e con la voglia di sparire per sempre sotto le coperte col suo blocco da disegni. Fece la strada di ritorno a casa a piedi, non volendo proprio condividere l'autobus con l'amico o con qualsiasi altro essere umano.

Arrivò a casa dopo un'ora, trovandola fortunatamente vuota, e si chiuse in camera con i suoi fogli pieni d'abbozzi sulle gambe.

Aveva deciso di riprendere in mano il suo vecchio fumetto, il personaggio di Liam che aveva introdotto era una continua fonte d'ispirazione e lo faceva disegnare quasi con più grinta; la voglia di riprodurlo perfettamente su carta lo invogliava a dare sempre il massimo.

Più passava il tempo, più sentiva i componenti della famiglia rientrare e pregava che nessuno lo disturbasse.

Lanciò una veloce occhiata al cellulare per controllare l'ora e aggrottò la fronte, stranito, quando trovò fin troppi messaggi.

Sbloccò il telefono e lesse ogni sms di un Liam eccessivamente preoccupato, Harry si era incazzato nuovamente con Louis e Louis aveva riferito tutto a Liam; perché non volevano capirla che voleva restare solo?

Rispose con un semplice "scusa, non mi sento tanto bene" e quando lo inviò si sentì male all'idea che quella scusa poteva offendere l'altro ragazzo.

Ma infondo non era proprio una bugia, era davvero troppo nervoso ed era terrorizzato; si sentiva quasi un animale in gabbia, pronto a scattare per paura di essere distrutto.

Fissò il "posso chiamarti?" che Liam gli aveva mandato in risposta e fu tentato di scrivergli una balla sull'avere troppo sonno quando vide il suo nome illuminarsi sullo schermo. Prese un respiro profondo ed accettò la chiamata, sentendo lo stomaco attorcigliarsi tutto quando sentì il suo: - Ehi.- detto con un tono di voce quasi apatico.

- Liam.- sussurrò, come se il solo pronunciare il suo nome riuscisse a rimetterlo in sesto.

- Zayn.-

- Vuoi, uhm..tu..- cercò di dire, non sapendo bene dove andare a parare.

Fece uno strano verso, misto tra grugnito e borbottio, sentendolo dire: - Voglio che mi spieghi che ti sta succedendo.-

- Niente, Liam. Sono solo tanto stanco.-

- Stanco, certo.-

Annuì, cercando di non pensare troppo al fatto che il tono di voce del castano stesse rispecchiando il proprio.

- Se è per Danielle oggi non sono uscito con lei. Sono stato impegnato tra Josh, il bar e lo studio.-

Non appena sentì nuovamente quel nome sentì la rabbia ribollire dentro di lui, rabbia che lo fece sbottare all'improvviso con: - Ho detto che non me ne fotte un cazzo di lei! La volete capire?! Non m'importa niente di lei!-

Sentì il cuore incrinarsi quando Liam gli rispose: - So che non è per lei se stai così, Louis però dice che Harry l'ha nominata continuamente insultandola..e allora lui pensa che lei c'entri qualcosa.-

- Non c'entra lei.- ripeté con un tono più calmo, sperando di non dover più dare spiegazioni per il nervosismo che lo stava divorando vivo.

- Se è perché vuoi lasciarmi e non sai come dirmelo guarda che non mi offendo.-

Strabuzzò gli occhi, percependo una stretta al cuore dolorosa e una voglia di piangere e vomitare assieme, e poi scosse violentemente la testa, rispondendo un: - Ma che idee hai? Non voglio lasciarti.-

Restò in silenzio ad ascoltare il respiro del castano, sentendolo sospirare e dire: - In qualunque caso, quando vorrai parlarne sai dove trovarmi. Stammi bene, Zayn. Buonanotte.-

Fissò il cellulare con gli occhi lucidi, non capendo bene quel che era appena successo. Liam l'aveva lasciato? O lui aveva lasciato Liam? Perché si era comportato in quel modo? E perché nessuno riusciva più a capirlo?

Si lasciò cadere con la schiena contro il materasso e fissò il soffitto con gli occhi vacui e lucidi, il cellulare stretto tra le dita e brividi di freddo lungo tutto il corpo.

 

 

 

Quando la mattina dopo si svegliò era stanco, triste e voleva passare la giornata chiuso da qualche parte, possibilmente con il sorriso di Liam accanto. E invece doveva accontentarsi del disegno, che aveva concluso la notte prima, del suo super eroe che metteva KO i cattivi.

Sfiorò con cura il suo profilo, desiderando solo di tornare al giorno prima per poterlo avere al proprio fianco, e richiuse tutto nel suo cassetto per nulla convinto di riuscire a superare l'ennesima giornata scolastica.

Quando infatti raggiunse l’edificio scolastico, il cuore se lo sentiva in gola e le gambe gli sembravano quasi tremare; restò per un tempo spropositato davanti all’armadietto, non riuscendo a muoversi di un passo. Voleva tornare a casa, si sentiva crollare da un momento all’altro e aveva bisogno di restare da solo, aveva bisogno di Liam.

Prese il libro di matematica con le dita che gli tremavano dalla strana ansia che gli attorcigliava lo stomaco - voleva Liam, solo le sue braccia attorno al proprio corpo - e se lo strinse al petto, cercando di calmarsi e ripetersi che erano solo sue stupide sensazioni. Perché quel giorno doveva essere diverso dagli altri? Perché quella sensazione orrenda del sentirsi in trappola non voleva lasciarlo in pace?

Ignorò la campanella che iniziava a suonare, sentendo il baccano dei ragazzi che correvano nelle aule come un suono in lontananza, e piegò le labbra in una smorfia quando una spinta lo fece sbattere contro gli armadietti.

- Sempre in mezzo questo frocio.-

Strinse i pugni, sentendo il sangue affluire velocemente e la rabbia crescere dentro di lui, e prese un respiro, decidendo di ascoltare i consigli di Doniya e non rispondere alle provocazioni. Un suo solo passo falso e sarebbe tornato a casa con un occhio nero, se non peggio.

Chiuse l’armadietto con un movimento lento, prendendo i libri che gli servivano per la prima lezione, e s’incamminò nei corridoi quasi deserti, sentendo alle spalle le risatine di quei tre che sembravano provare un piacere quasi sadico nel torturarlo. E dovevano divertirsi davvero fin troppo visto che la tiravano avanti da ben tre anni.

Aveva quasi raggiunto l’aula in cui si sarebbe tenuta la prima lezione, si stava ripetendo una scusa credibile per aver fatto un piccolo ritardo, quando sentì una frase del capetto del gruppo d’idioti che lo costrinse a voltarsi con una rabbia che non aveva mai provato verso nessuno.

- Ripeti quello che hai detto.- sibilò, cercando di non far notare troppo il tremore che sentiva dentro.

- Cosa devo ripetere, frocetto?- ignorò la battutina e lo fissò dritto negli occhi, ripetendosi nella testa che non doveva mostrar loro la sua paura. - Che stai preparando bombe con tuo padre nello scantinato o che il tuo ragazzo doveva morire?-

Strinse forte i libri contro il petto, sentendo quasi male, e grugnì: - Non parlare di Liam.-

Cercò di ignorare le risatine degli altri due quando l’altro disse, a mo’ di presa in giro: - Liaaam, si chiama Liam.-

Prese un grosso respiro e replicò, con tutta la calma del mondo: - Sì, si chiama Liam e tu non dovresti parlare di lui.-

- E perché no, pakistano?-

Aveva in mente gli occhi marroni di Liam, il suo sorriso dolce e il calore delle sue braccia attorno a lui quando rispose: - Perché a differenza tua non ha bisogno di fare il bastardo per valere qualcosa.-

Il suo: - Come mi hai chiamato?- gli tremò fin dentro le ossa, ma mantenne una postura rigida e lo guardò negli occhi ripetendo: - Sei solo un bastardo che si diverte ad insultare la gente.-

- E tu sei un terrorista pakistano, frocio per giunta. Quelli della tua razza dovrebbero solo morire.-

Strinse le dita sugli angoli dei libri, mantenendo il contatto visivo e cercando di non mostrargli quanto fosse terrorizzato, quanta voglia avesse di scappare via da Liam e nascondersi tra le sue braccia.

- Non sai più come rispondere ora, feccia?-

Socchiuse gli occhi, ripetendosi come un mantra tutto quello che Liam gli aveva detto più volte sul mostrarsi forte davanti agli altri, e replicò con decisione: - Non ho niente da dire ad un idiota come te.-

Prese un respiro, cercando di calmarsi e non pensare troppo al fatto che era solo contro tre persone, ed aggiunse: - E siamo nel ventunesimo secolo, ancora credi alla storia delle razze? Solo un ignorante come te può avere certi pregiudizi. Sai cosa dicono dei bianchi invece? Che sono dei maiali ed obesi. E tu rispecchi alla perfezione l’immagine dell’americano medio. Un idiota buzzurro che non sa fare altro nella vita se non..-

Si bloccò con un verso sorpreso quando uno degli altri due lo prese per la maglia e lo spinse contro il muro, fissò l’altro che gli rubava i libri e li buttava a terra, per poi puntare lo sguardo su quello che ridacchiava, stranamente divertito dalle sue parole, e mormorava: - Siate gentili, lasciate il frocetto libero di esprimersi.-

- Ti diverti con così poco?- replicò con un tono di voce aspro, spingendo via quello che lo teneva fermo in un moto di rabbia. - Fai schifo a tutti e sei popolare solo perché hanno paura di te. Ma non si può avere paura di un ritardato, e quando capiranno la tua vera natura tu resterai solo.-

Sentì un brivido di paura percorrerlo da capo a piedi quando quello bisbigliò: - Inizi ad alzare troppo la testa, pakistano. E qualcuno dovrebbe spezzarti le ali.-

- Tu..- sussurrò, prendendo un respiro profondo e pensando solamente a Liam. - ..non mi fai paura.- concluse, raddrizzandosi con la schiena e sollevando quasi il mento.

- Il tuo amichetto non ti ha insegnato a sottometterti?- lo sentì chiedere con un tono di voce divertito. - Eppure sembri proprio una checca buona solo per farsi scopare.-

Sentì gli occhi inumidirsi dalla vergogna e strinse i pugni, ribattendo: - Dici così solo perché sei un frustrato del cazzo.-

- Attenzione, attenzione! Il pakistano mi sta dando del frocio.-

Fissò i tre che si mettevano a ridere, chiedendosi quanto ancora riuscisse a resistere senza scoppiare per tutta quella tensione, e restò immobile a guardare quello che si avvicinava e gli sistemava le pieghe della maglietta, dove l’altro aveva stretto precedentemente.

- Quando ho scoperto che il tuo amichetto era grave ho sperato con tutto il cuore che morisse. Così saresti rimasto solo, perché è quello che meriti.-

Sbarrò gli occhi, incredulo di quelle parole così intrise di cattiveria, e cercò di scacciare quell’orrenda sensazione della sua vita senza Liam accanto.

Non riuscì più a trattenersi quando lo sentì borbottare: - Quell’idiota traditore della Patria deve solo morire.-, e sfogò la sua rabbia tirandogli un pugno contro il naso, desiderando per la prima volta in vita sua far davvero male ad una persona.

 

 

 

 

Era chiuso nell’ufficio del preside da almeno mezz’ora, lo zigomo che gli bruciava per via del successivo pugno che aveva ricevuto, e lo stava ascoltando distrattamente mentre parlava e lo rimproverava per via della violenza che in quell’istituto non era tollerata.

Gli veniva quasi da ridere per la situazione, a suo parere comica, perché erano tre anni che tornava a casa coperto di lividi due giorni sì e un giorno no; ma intervenivano solo quando lui si decideva a ricambiare con le maniere forti.

Lanciò un’occhiata di sfuggita ad Eleanor, che era passata casualmente dalle loro parti ed aveva avvertito l’insegnante, e le rivolse un piccolo sorriso, cercando di farle capire che non c’era nessun risentimento tra loro. Anzi, doveva esserle grato perché ancora qualche secondo e ne avrebbe sicuramente prese più degli altri giorni. Ma quella sembrava essere completamente sulle sue, uno sguardo quasi assente e le dita che continuavano a stropicciare il tessuto della gonna della divisa.

- Mi ha capito, Malik? È sospeso. Per una settimana intera.-

Strabuzzò gli occhi, iniziando a rendersi realmente conto di quel che era successo, e i suoi pensieri andarono subito ai suoi genitori. Li aveva delusi, doveva ascoltare i consigli di Doniya ed entrare in classe senza rispondere alle provocazioni; ma non appena li aveva sentiti parlare di Liam in quel modo non ci aveva visto più e aveva solamente agito.

- ..ridurre in quel modo un suo amico. Ma si rende almeno conto di quel che ha fatto?- lo sentì continuare a parlare mentre lui era tutto preso da come  avrebbe portato la notizia a casa.

- E ora vada pure, chiamerò immediatamente i suoi genitori per informarli di come si comporta il loro figlio. Signorina Calder può andare anche lei.-

Si alzò come un automa dalla sedia, seguendo la ragazza fuori dalla stanza e lungo i corridoi, sentendosi sempre più nel panico. Come l’avrebbero presa? Magari l’avrebbero rimandato a Bradford come punizione. Ne era sicuro, l’avrebbero rimandato a casa. E poteva dire addio a Liam e ai suoi sogni di sposarlo. Ci aveva messo tre anni per averlo e ora perdeva tutto per colpa di un pugno che aveva fatto finire un idiota nell’infermeria della scuola con un naso rotto.

- È tanto arrabbiato.-

Si voltò verso quella che aveva parlato, non capendo per nulla la sua frase, e chiese: - Chi?- con un tono di voce confuso e le sopracciglia aggrottate.

- Jason.-

- Chi è Jason?- domandò nuovamente, capendoci sempre meno di tutta quella situazione.

Osservò Eleanor che scoppiava a ridere, chiaramente divertita da qualcosa che a lui sfuggiva, e piegò le labbra in una ‘o’ di stupore quando la sentì spiegare: - Il ragazzo che hai picchiato è Jason.-

- Buon per lui se è tanto arrabbiato.- borbottò, riprendendo a camminare velocemente nel corridoio; si bloccò quando si sentì prendere per un braccio e fissò confuso la ragazza che sussurrava: - È brutto quando si arrabbia, Zayn. Fidati di me. Jason arrabbiato fa paura.-

- E tu come fai a saperlo?- domandò, tenendo gli occhi fissi in quelli marroni di Eleanor che s’irrigidì e replicò, mettendosi sulla difensiva: - Lo so e basta. Non t’importa sapere il perché.-

- Sicura che vada tutto bene?- le chiese, cercando di capir qualcosa del suo strano comportamento.

La osservò mentre scuoteva la testa, si passava le dita tra i capelli, e mormorava: - Tutto bene, solo un po’ di stanchezza.-

La fermò per un braccio quando la vide pronta a dargli le spalle, notando solo in quel momento i suoi occhi spaventati e lucidi, e insistette: - Vuoi dirmi che succede? Come fai a sapere quelle cose?-

Lasciò immediatamente la presa, sentendola bisbigliare con un filo di voce: - Lo so e basta. Per favore, Zayn. Lasciami andare.-

La seguì con lo sguardo, non riuscendo a trovare il collegamento tra loro due e Jason, e poi entrò nell’aula di letteratura, cercando d’ignorare il pensiero fisso della sospensione e del suo ritorno a casa.

 

 

 

Quando la campanella dell’ultima lezione finì, guardò il cellulare e trovò due messaggi identici da parte dei suoi genitori: “quando arrivi a casa dobbiamo parlare”. E tutta quell’orrenda sensazione  di averli delusi, di non essere un buon figlio e di aver sbagliato a rispondere si fecero nuovamente sentire.

Per questo non prese l’autobus, spaventato anche dall’incontrare gli amici di quel Jason, e decise di farla nuovamente a piedi; magari il tempo che ci avrebbe messo sarebbe servito a far calmare i suoi genitori, o magari avrebbe trovato nuovamente casa vuota e si sarebbe chiuso in camera.

Ma prima o poi quel discorso l’avrebbe dovuto affrontare, prima o poi avrebbe dovuto sentire quel “ci hai delusi” e in quel momento si sentiva troppo debole per affrontare tutto da solo.

Aveva deciso così di allungare la strada ancora di più, vagando per le vie di Houston con la pioggia che aveva iniziato a bagnarlo da capo a piedi. La voglia di tornare a casa, e il coraggio di affrontare quella situazione, diminuivano sempre di più. Non sapeva nemmeno come tornarci, non sapeva dov’era finito e il cellulare si era spento qualche minuto prima per via della batteria scarica.

Strinse le braccia attorno al petto, tentando di scaldarsi, e si spostò le ciocche di capelli bagnati dalla fronte; la voglia di sedersi a terra e piangere era fin troppa. Voleva solo essere trovato da qualcuno, ma non voleva tornare a casa. Voleva solo trovare un viso famigliare e..

Fissò stranito di fronte a sé, non sapendo se fosse solamente un’illusione, e affrettò il passo, cercando di raggiungere nel minor tempo possibile il ragazzo che imprecava e cercava di chiudere la serranda del bar.

Fece gli ultimi metri di corsa, arrivandogli di fronte ed avvolgendo le braccia attorno alla sua vita, spinse il viso contro la sua schiena e respirò piano, cercando di calmare il battito del cuore.

- Ma cosa?!- chiuse gli occhi, beandosi della sua voce con un piccolo sorriso sulle labbra. - Zayn?-

Si staccò di colpo, passando il pugno contro le palpebre, quando si ricordò della telefonata del giorno prima. Liam forse non voleva nemmeno vederlo, aveva dato per scontato che con lui sarebbe stato al sicuro senza calcolare che avevano avuto una cosa simile ad una litigata la sera prima.

- Perché sei tutto bagnato? Sei stato fuori con questo tempo? Che ci fai qui?- lo sentì domandare velocemente, osservandolo mentre si spostava le ciocche di capelli mossi dalla fronte. - Che cazzo ti è successo, Zayn?- rabbrividì quando lo vide quasi digrignare i denti e poggiare una mano sul suo collo. - Se non ti muovi a darmi una spiegazione io vado a cercarlo e ce la vediamo io e lui.- deglutì, cercando di scacciare il groppo che gli chiudeva la gola, lasciandosi accarezzare il nuovo livido.

- Non.. io..- non riuscì a fare una frase di senso compiuto che tutte le lacrime, che aveva trattenuto in quei giorni, iniziarono a bagnargli le guance assieme alla pioggia. - Io.. non.. non sapevo dove a-andare e..e ho.. ho visto te e.. e mi sono perso.. non voglio tornare a casa..-

Annuì lentamente quando Liam appoggiò un palmo sulla sua guancia, cancellandogli le lacrime, e sussurrando: - Una cosa per volta, scricciolo. Prendi un respiro e calmati. Io sono qui.-

- Tu mi odi.- sputò fuori la prima cosa che gli venne in mente, tenendo gli occhi fissi su quello che inarcava un sopracciglio e lo fissava stralunato, ripetendo: - Io ti odio?-

- E i miei genitori ora mi odiano.- aggiunse subito dopo, vedendo l’altro stranirsi sempre di più. - Li ho delusi.-

Scoppiò in una risata spenta quando lo sentì dire: - Non hai deluso nessuno.- e replicò: - Li ho delusi e mi odiano. E tu mi odi.-

Al suo: - Non ti odio, Zayn.- si lasciò sfuggire un verso tra il grugnito e il borbottio, facendogli intendere di non credere alla sua affermazione.

Si morse forte il labbro inferiore, puntando gli occhi nei suoi quando gli prese il mento tra le dita, e lo ascoltò in silenzio mentre gli ripeteva: - Non ti odio.-

- Però non mi vuoi più.- bisbigliò sottovoce, facendo un verso sorpreso quando si sentì trascinare dentro il bar vuoto.

- Spiegami cosa c’entra il mio non volerti più, che ti sei completamente inventato, con questo nuovo livido. E con il fatto che hai deluso i tuoi genitori e che ti sei perso e non vuoi tornare a casa. Spiegamelo perché io riesco a vedere solamente questo cazzo di segno e quel ragazzo ridotto male.- lo sentì insistere mentre lo obbligava a prendere posto su uno sgabello e gli si metteva tra le gambe con gli occhi furenti fissi nei suoi.

- L’ho picchiato.- confessò, abbassando lo sguardo e sentendo nuove lacrime formarsi agli angoli degli occhi. - Ho picchiato quel tipo e ora..-

Spalancò gli occhi, puntandoli in quelli del ventenne che si era messo a gridare: - Hai un livido, Zayn! Non sono un idiota! Hai un livido e quello ha superato il limite!-

- Io..- si sentiva fin troppo piccolo di fronte alla rabbia del maggiore, voleva solamente singhiozzare contro il suo petto e lasciarsi avvolgere dalle sue braccia. -..l’ho picchiato davvero, Leeyum.- mugugnò, socchiudendo gli occhi mentre parlava. - E poi lui mi ha fatto questo.-

Fissò attentamente quello che sospirava, appoggiava nuovamente il palmo sulla propria guancia e spingeva la fronte contro la sua, chiudendo gli occhi e sussurrando: - Ora come stai?-

- Un po’ spaventato.- bisbigliò, tenendo il labbro inferiore tra i denti mentre l’altro sollevava le palpebre e incastrava gli occhi nei suoi.

Annuì con un piccolo sorriso quando lo sentì dire: - Ora ci sono io, non aver paura.- e spostò il viso per nascondersi contro la sua spalla e stringere le dita sulla sua maglia.

- Sono in punizione, Leeyum.- borbottò, sentendo il labbro tremare per il pianto che cercava di trattenere. - Sono stato sospeso per una settimana. I miei mi rimanderanno a Bradford e noi ci lasceremo e non potremo più sposarci. Tu tornerai con Danielle e io resterò solo a maledire quel Jason e il suo naso che si spacca così facilmente.- continuò a farneticare, tremando per il freddo e per colpa dei vestiti che gli facevano da seconda pelle.

Piegò le labbra in un broncio quando sentì la risata cristallina di Liam, lo fissò quando si staccò e si sfilò la giacca; per poi sorridere come un ebete quando lo avvolse tra un braccio e appoggiò le labbra tra i capelli.

- Il gattino bagnato sarà a casa con la febbre in quella settimana. E il suo Liam andrà a trovarlo. Ad Houston, non a Bradford. Non te ne andrai da nessuna parte senza di me, chiaro? E Liam non si metterà con nessuna Danielle perché ama tanto il suo gattino e non lo lascerà per nulla al mondo. Ti è chiaro? Non posso farti un disegno perché in quello sei bravo solo tu.-

Ridacchiò felice, infilando le mani sotto la sua maglia, e rabbrividì per poi starnutire subito dopo.

- Mi uccideranno i miei, Leeyum.- insistette, sentendo gli occhi diventare nuovamente lucidi all’idea di averli delusi.

- E Leeyum!- esclamò, ricordandosi di un particolare importante. - Non mi faranno partire con te per Halloween e mi vieteranno di vedere te! Ti ricordi? ‘Qualsiasi tortura con Liam ti sembrerà magnifica’. Non voglio stare senza di te per una settimana, non voglio che..- si zittì quando si trovò le labbra del castano contro le proprie.

- Se non ti faranno partire resterò a casa con te, se ti metteranno in punizione per una settimana resterò con te, se ti vieteranno di vedermi scavalcherò quell’albero come mi ha insegnato il mio bellissimo ragazzo.- inclinò il viso, spingendosi contro il palmo che gli accarezzava la guancia, e lo ascoltò mentre insisteva con: - Il gattino non può stare una settimana senza le coccole del suo padroncino.-

Annuì per dargli ragione ed aggiunse: - Soprattutto se starà male ed avrà la febbre.-

- Soprattutto quello, sì.- chiuse gli occhi e sporse le labbra verso di lui, baciandolo dolcemente. - E comunque son fiero di te io. Gli hai spaccato il naso, cazzo. Lo sapevo che avevi gli artigli.-

Incassò la testa nelle spalle e spiegò con un filo di voce: - Io non pensavo di avergli fatto così male, non so che mi è preso.-

Sollevò lo sguardo su quello che gli passava le dita tra i capelli, studiando la sua espressione concentrata e il suo sorriso soddisfatto, perdendosi nel profilo del suo viso da quell’angolazione.

- Ti riporto a casa, dai.- lo sentì dire all’improvviso, aiutandolo a mettersi la giacca asciutta e prendendo il cellulare per scrivere un messaggio a chissà chi. Ridacchiò divertito quando lo sentì imprecare contro il gesso che gli impediva di scrivere velocemente, spostò il peso del corpo da un piede all’altro e lo studiò attentamente.

- Tu.. resti con me?- chiese subito dopo, sentendo la voce tremare dalla paura di restare solo.

Sospirò di sollievo quando si sentì nuovamente avvolgere dal suo calore, appoggiò il mento sulla sua spalla e avvolse le braccia attorno al suo collo, sentendolo rispondere: - Sempre, Zayn. Ci sarò per sempre.-

Restò in silenzio per qualche minuto, gli occhi chiusi e le labbra premute contro il succhiotto che gli aveva lasciato sulla voglia solo qualche giorno prima, per poi chiedere: - Ma come mi dai un passaggio con il braccio che ti ritrovi?-

Sentì Liam tossicchiare in imbarazzo e mormorare: - Sarà piuttosto imbarazzante, viene a prendermi Ruth col suo ragazzo. Passavano di qui e si sono offerti di riportarmi a casa visto che piove.-

- Ruth e il suo ragazzo.- ripeté, annuendo lentamente e sentendo tutta la stanchezza per quelle ore passate a camminare per Houston.

- Esatto.- lo sentì sussurrare contro l’orecchio. - Il suo ragazzo mette un po’ di paura, ma non fa male ad una mosca. A meno che non lo fai incazzare, ecco. Lui mi ha insegnato a fare boxe.-

Mosse ancora la testa in un cenno affermativo, non ascoltando molto di quello che stava dicendo, e mormorò: - Tutto quello che vuoi, Leeyum.-

Si strinse ancora a lui, cercando quel calore che lo faceva smettere di tremare, e sorrise quando sentì il: - Ti amo.- bisbigliato contro la propria pelle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

 

Scusate, sono in ginocchio di fronte a voi e chiedo umilmente perdono.

Avevo detto che ci avrei messo un po’ di tempo prima di pubblicare la decima parte, ma la verità è che sono anche tanto pigra e con una scusa e con l’altra son sempre riuscita a rimandare la stesura di questa OS.

La pubblico il 1 aprile perché sono tanto simpatica e vi faccio un bel pesce d’aprile. (l’idea era anche di farvi credere che questa sarebbe stata l’ultima e la conclusione di car wash ma son troppo buona.)

Con il titolo ho voluto fare un richiamo alla settima parte (It’s a revolution) e il mio gattino ha tirato fuori gli artigli. (Bravo amore di mamma. <3 )

E, Gre amor mio, non puoi odiare Eleanor. ( <3 )

 

Vi ringrazio davvero tanto per la pazienza e tutto l’affetto che dimostrate per questa serie e me. Davvero grazie. Probabilmente non avrei continuato a pubblicare se non avessi avuto così tante persone accanto.

Vi voglio bene, a tutti quanti.

A chi segue, legge, commenta (perdonatemi se non rispondo più alle recensioni ma non ho uno straccio di tempo libero e non mi va di rispondervi con i soliti “Grazie, ciao, arrivederci”), mette tra i preferiti/seguiti/etc.

I numeri mi fanno seriamente paura, mi sembra ieri che ho iniziato a pubblicare in questa sezione. (E invece è passato ben un anno, un mese e sei giorni! AUGURI A QUESTI SCEMI ç-ç)

 

E quando inizia ‘sto tour? Io ho bisogno di Ziam. Sto andando in crisi.

Oh, e al momento nella mia testa ci sono in programma:

- Una long;

- Due os. (Più altre non so quante di cui ho solo un piccolo abbozzo o divento matta.)

Voglio proprio vedere quanto ci metterò...

(Giuro che non vi faccio aspettare per l’undicesima parte!)

 

 

Le altre mie storie (sono tutte ziam perché io scrivo SOLO ziam)

 

- Car wash & seguiti (serie, in corso)

Zayn Malik ha diciassette anni, si è appena trasferito da Bradford ad Houston per stare più vicino alla sede di lavoro di suo padre.
Liam Payne ha vent'anni, ha sempre vissuto in Texas e cerca di lasciarsi alle spalle una delusione d'amore.

 [Il collegamento alla serie perché le parti stanno diventando fin troppe]

 

- Sex on the yacht (OS, completa)

Zayn, Liam, Miami e lo yacht.

 

- You said I love like the stars above, I’ll love you ‘till I die (OS, completa)

Liam entra nel tag zerrie, Zayn cerca di fargli capire che è l’unico per lui.

 

- If I’m in love (OS, completa)

 Il compleanno di Liam e il regalo di Zayn. 

 

- Le parole che non ti ho detto (long, completa)

Zayn insegna nella scuola elementare di Bradford e riceve biglietti anonimi alla fine del mese, Liam torna a casa da Londra alla fine del mese e scrive parti di poesie che fa recapitare alla scuola che frequenta suo fratello Matthew.

 

- Sex bracelets (OS, completa)

Zayn Malik e Liam Payne son sempre stati grandi amici, a dodici anni le cose iniziano a cambiare e le loro strade si dividono. Al compimento del diciassettesimo compleanno le cose tra loro prendono una piega inaspettata, complici dei braccialetti di plastica che nascondono tanti significati.

 

- Di canzoni e tatuaggi (mini-long, completa)

 Liam Payne è un cantante di fama mondiale, l’immagine che la gente ha di lui inizia ad andargli troppo stretta facendolo sentire in una gabbia. Su consiglio del suo amico d’infanzia, Harry, decide di farsi un tatuaggio trovando ad attenderlo qualcosa di completamente inaspettato.

 

- Will you be my Valentine? (OS, completa

Liam Payne, quattordicenne, da anni innamorato del suo vicino di casa, Zayn Malik, decide di approfittare della festa degli innamorati per dichiararsi.

 

- From Paris withLove (OS, completa)

Zayn, alle prese con un vacanza assieme ai Nosh, s’imbatte nel giovane aristocratico Liam Payne.

 

 

E come sempre potete seguirmi su Twitter e su Tumblr

   
 
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