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Autore: _crazy_mofos    01/04/2014    0 recensioni
Il 13 Novembre era sempre stata la mia disgrazia, sapevo che doveva accadere qualcosa quel giorno; il mio sesto senzo non mentiva affatto.
Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma fu meglio così; ero stanca di litigare, ero stanca di essere maltrattata ogni istante, ero stanca di vivere.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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13 Novembre.



Era Novembre, una giornata qualsiasi, fredda; come al solito.
Londra era particolarmente “magica” in quel periodo, forse per tutti, ma non per me.
Ero accovacciata dietro la finestra, e guardavo il paesaggio: nevicava, ma non abbastanza da ricoprire il giardino di casa mia.
Avevo tra le mani una tazza di cioccolata calda, pensando e ripensando a cosa fose successo per essere finita così senza una spiegazione, senza una coclusione.
Se n'era andato via; si era portato ciò che gli apparteneva, non aveva lasciato neanche una piccola schiocchezza, soltanto uno stupido biglietto, che non avevo mai letto, non ne avevo avuto il coraggio.
Il 13 Novembre era sempre stata la mia disgrazia, sapevo che doveva accadere qualcosa quel giorno; il mio sesto senzo non mentiva affatto.
Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma fu meglio così; ero stanco di litigare, ero stanca di essere maltrattata ogni istante, ero stanca di vivere.
Non avevo versato neanhe una lacrima, ma anche se avessi vuluto farlo non ci sarei riuscita. I miei occhi erano rossi, gonfi, ma non per trattenere quelle fottute gocce d'acqua salata, ma per quei pugni che mi aveva sferrato quel maledetto, quel “bastardo” che Dio solo sa quanto amavo.
Le guance violacee, il labbro spaccato sia dal troppo freddo, sia dalla troppa violenza subita.
E mi stavo trattenendo, mi stavo trattenendo dallo spaccare ogni singolo oggetto che mi ritrovavo davanti, per sfogare almeno un po' della mia rabbia interiore.
Me ne stavo immobile a guardare fuori dalla finestra, a sperare che ritornasse, che ci ripensasse e che venisse da me a picchiarmi, maltrattarmi e dopo fare l'amore. Perché lui faceva così, si faceva perdonare in questo modo ed io lo detestavo al punto di amarlo.
Era dolce, in un certo senso, ma gli altri non lo capivano, non lo vedevano; mi dicevano di stargli lontana, che sarebbe potuto essere pericoloso, e lo era, ma lo amavo con ogni suo difetto.
Ricordavo ancora il suo profumo, così forte, così intenso. I suoi capelli lisci, scuri e  corti. E i suoi occhi, la cosa più bella che avessi mai visto, così profondi da mandare il mio cervello lontano da qui.
La cosa che amavo di più di lui era quando, dopo le botte e dopo aver fatto l'amore, sotto le coperte, mi coccolava come lui sapeva fare, mi accarezzava dolcemente ogni centimetro della mia pelle, soffermandosi sempre sui lividi che mi procurava e poi, mi diceva che mi amava da morire, che tutto questo lo faceva per il mio bene, per farmi capire che era “giusto” ed io ci credevo, ci avevo sempre creduto, almeno prima di quel giorno.
“13 Novembre” giorno da dimenticare.
Armeggiavo con le stoviglie quando lui entrò in casa, sbattendo forte la porta.
Avevo capito subito che non era stata una giornata buona, ma avevo continuato a fare il mio lavoro perché odiava quando mi intromettevo nei suoi affari.
Avevo anche sentito il tonfo del borsone, con tale forza da farmi sussultare per lo spavento.
Era entrato in cucina con il viso scuro e i pugni serrati, mentre si avvicinava a me.
“Amore, tutto bene?” Dissi con voce tremante.
Sapevo cosa mi aspettasse di li a poco, ma non volevo neanche pensarci.
Si avvicinò ancora di più, senza rispodere alla mia domanda.
Avevo così tanta paura...
Ad un tratto alzò la mano di scatto, colpendomi in pieno viso.
La mia testa girò per la troppa forza e la guancia doleva come non mai. La sua mano, di nuovo, mi colpì il viso, ma stavolta più volte, fino a spaccarmi il labbro.
Strinze il suo mano sul mio collo, impedendomi così di respirare, il cuore stava per scoppiare al petto, mentre faticavo a respiare sempre più. Mi spinse per terra, con violenza, facendomi sbattere la testa al muro, mentre si avvicinava ancora e ancora, prendendomi a calci e pugni su ogni singolo angolo del io corpo, con tutto la forza che aveva in corpo.
Non era riuscito niente dalla mia bocca, se non il sangue. Né un lamento né altro, nessun gemito, niente di niente, ero così abituata che non provavo più nessun dolore ficiso. Stanca.
La cosa che mi colse di sorpresa fu quando si alzò ed estrasse dal cassetto della cucina un coltello, con movimenti repentini.
E fu lì che tremai veramente, le lacrime presero a rigarmi il viso rovinato e dolente, mentre io cercavo di alzarmi, ma senza risultato.
“A-Amore...” Sussurrai, ma fu impercettibile, quasi inudibile. Si avvicinò di nuovo, piegando alla mia altezza, con in volto un ghigno sadico e gli occhi così scuri da uccidermi in un solo sguardo.
Non era lui...questo lo sapevo per certo.
Avvicinò il coltello a me, puntandomelo nel cuore. Era la fine, ne ero certa.
Chiusi gli occhi, preparandomi al mio destino, senza lamenti, perché forse era tutta colpa mia.
 Sentii la punta del coltello spostarsi più giù, arrivando al mio fianco sinistro.
Un dolore acuto si impadroni del mio corpo. Sentivo il liquido uscire, mentre lui continuava a percorrere, andando più giù, lacerando la mia pelle.
Le lacrime non smettevano di rigarmi il viso, finché non si fermò.
Si alzò e gettò il coltello a terra, come scottat, come se avesse capito cosa avesse fatto, poi se ne andò senza una parola, lasciandomi lì agonizante.
Non lo rividi più, mai più.
Non lo denunciai mai, perché non avevo coraggio, troppo codarda, troppo innamorata.
Adesso ero qui, con la sua lettera tra le mani, prendendo un enorme boccata d'ari ed aprendola lentamente.

“Scusami se sono stato un mostro.
Scusami se non sono stato quello che ti aspettavi, ma credimi mi faccio schifo, e lo so che questo non significa niente, e credimi non sto cercando nessuna giustificazione, perché quello che ho fatto in questi anni è imperdonabile.
Ma non dibitare mai del mio amore per te, non farlo.
TI PREGO.
Addio, Liam.”

“QUELL'ADDIO NASCONDEVA UN TI AMO”.

 

-AUTRICE.

Ciao ragazze...
Lo so, lo so....questa storia non rappresenta per niente il carattere di Liam, ma per una volta volevo fare qualcosa di diverso dal solito.
L'ho fatto soprattutto per le Donne che subiscono queste violenze ogni giorno.
Spero che vi sia davvero piaciuta, ci terrei tanto ad una VOSTRA RECENSIONE, soprattutto per questa OS.
Quindi fatemi sapere, mie care lettrici, ci terrei mooooolto :)
VI VOGLIO BENE,  _crazy_mofos <3 <3 <3
   
 
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