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Autore: Ciccy98    01/04/2014    2 recensioni
Ciao a tutti! Premetto che questa è la mia prima storia, quindi non siate troppo cattivi! Accetterò comunque critiche varie, mi aiuteranno a migliorare! La storia parlerà di Shinichi e Ran prima e dopo la scoperta della vera identità del ragazzo. Ho inserito la mia versione dello scontro con i MIB. Staranno insieme alla fine? Chi è il capo dei MIB?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo nelle celle già da qualche ora, sorvegliati da Vodka e Gin che annoiati chiacchieravano fra loro. Ran parlava, con voce calma e rassicurante, in un angolino con Shiho, ancora scossa per le forti emozioni contrastanti che aveva appena vissuto. Amuro, stringeva i pugni e digrignava i denti guardando in cagnesco le nostre guardie. Hattori sedeva con le spalle a muro; il viso cupo di chi si sente in trappola. Io, mi limitavo ad osservare i miei compagni, sentendomi un po’ in colpa per il loro coinvolgimento. Immersi ognuno nei propri pensieri, non sembravamo affatto una squadra determinata come lo eravamo invece qualche ora prima. Il silenzio creatosi, venne interrotto dallo squillo del telefono del bastardo dai capelli biondi/bianchi. Si allontanò e rispose. Da lontano riuscivo a scorgere in lui un vago sorriso: cattivo segno. Infatti, non appena chiuse la chiamata, venne davanti la nostra cella e con un ghigno esclamò: “Sherry, smetti di frignare e alzati. Devi venire con me.” la ragazza asciugò, con la manica della maglietta, quelle lacrime che le rigavano il viso. Con lei si alzarono anche Ran e Amuro. Mossa inutile, poiché Gin esclamò: “Da sola. Il Capo desidera conversare con la figlia. Privatamente.” Prevedendo la mossa del detective biondo, lo afferrai per un braccio e lo feci accomodare vicino a me. Con uno sbuffo, il giovane si lasciò cadere e affondò il viso fra le mani. Triste, mi sedetti e gli parlai, rassicurandolo e incoraggiandolo. Hattori sembrò uscire dai suoi pensieri, per qualche minuto si unì alle nostre chiacchiere, coinvolgendo anche una sconvolta Ran. Però, quando Vodka ci intimò il silenzio, ognuno tornò ad immergersi nei propri pensieri. La karateka si sdraiò sulle mie gambe, poggiando la testa sul mio petto. La coccolai dolcemente e cominciai a pensare incuriosito, a cosa mai si stavano dicendo padre e figlia.
 
#Shiho#
“Cammina, dolce Sherry… vai davanti a me, così potrò ammirarti! Quanto tempo è passato dal nostro ultimo incontro…” mi disse quel pervertito di Gin.
“Sei un porco. Mi chiedo in che razza di periodo buio mi trovavo quando stavo con  te!” sbraitai soddisfatta. Quello scoppiò a ridere. Mi dava sui nervi la sua beffardaggine. Fortunatamente non ci volle molto per arrivare da mio padre: non sopportavo più le provocazioni di quell'uomo. Entrando, sbattei la porta in faccia a Gin. Il Capo mi sorrise e incominciò: “Mettiti pure comoda, Shiho. Devo spiegarti alcune cose. Scusa, prima ho dovuto far rinchiudere anche te ma capirai che dovevo; non posso confidare a chiunque fatti di vitale importanza.” leggermente incuriosita, ma con lo sguardo più duro che riuscivo a mostrare, mi accomodai su una poltrona e lo invitai a proseguire. Lui si fece serio e raccontò: “Devi sapere che in gioventù, io e Sharon Vineyard avevamo una relazione” a quell'affermazione persi la mia compostezza e spalancai la bocca esterrefatta. “Incontrai in seguito tua madre a lavoro: era anche lei una scienziata. Eravamo semplici amici inizialmente ma, col tempo, scoprii di essermene innamorato. Non avevo il coraggio di dirlo a Sharon, erano anni che eravamo fidanzati e inoltre lei aveva assunto un farmaco in fase di sperimentazione a cui stavo lavorando. L’aveva trovato per sbaglio fra le mie cose e credendolo un medicinale per il mal di gola, lo ingerì. Da quel momento, non invecchiò più. Nemmeno una ruga. Io mi sentii in colpa, non avevo idea di come ricreare quella sostanza, volevo perfezionarla e magari assumerla insieme ad Elena, tua mamma, che intanto era diventata ufficialmente la mia amante. Non avendo abbastanza fondi, decisi di creare quest’Organizzazione che, con metodi alle volte violenti, mi procurava tutto il necessario. Purtroppo, Sharon scoprì il mio tradimento e infuriata minacciò di mandare a monte tutto il mio operato. Con una serie di accordi che non sto qui a spiegarti, si calmò e parve accettare la relazione con Elena. Il resto, beh, lo sai. Siete nate tu ed Akemi; tutto era perfetto, finché mia moglie non morì in quell'incidente. Mi sentii distruggere dentro.” quelle parole mi provocarono una nuova ondata di lacrime. Ero troppo sensibile quel giorno. “Da quel giorno, lo scopo dell’Organizzazione non era più solo quello di riprodurre la sostanza che aveva donato l’eterna giovinezza a Sharon, ma anche quello di creare un qualcosa che porti indietro la mia adorata Elena. Sono quasi sicuro che quella serpe della mia ex c’entri qualcosa con l’incidente dove tua madre perse la vita; lei cova un odio profondo verso i Myano, ma sa che non può apertamente sfidarci: Gin la ucciderebbe. La odia. Lui ti ama, Shiho. Quindi, Sharon non può far altro che accontentarsi del fatto di essere la mia preferita per via delle ricerche che faccio sul suo corpo.” le ultime frasi mi fecero scuotere la testa schifata.
“Ancora non capisco come mai hai lasciato morire Akemi.” fu tutto ciò che riuscii a dire.
“Ero come impazzito per via della sua relazione con quell’Akai. Molto infantile, lo so; ma lui era il figlio di Vermouth e sapere che la mia bambina lo frequentava non mi andava a genio! Mi riferirono poi il suo errore, si era fatta scoprire. Così, Gin e Chianti mi consigliarono di eliminarla. Mi faceva male, una parte di me era d’accordo, dopotutto era una pedina nel mio gioco… avrei comunque potuto riportarla indietro una volta finite le ricerche che ti accennavo prima…” disgustata, girai il capo dell’altro lato e dissi: “Non voglio sapere altro. Basta. Mi fai schifo. Questo è il motivo per cui con Gin è finita. Un uomo senza cuore non merita di avere qualcuno accanto. Con questo ho finito. Posso tornare dai miei amici? Ho la nausea.” Atsushi mi guardò perplesso. Rassegnato però mi confidò: “Mi sarebbe piaciuto non vedere morire pure te, ma se non ti allei con noi, dubito che vivrai ancora a lungo.” spiazzata da quelle parole, chiusi la porta alle mie spalle e comunicai a Gin: “Fammi tornare da loro. Ora.” sghignazzando mi fece strada. Ebbe il buon senso di non aprire il becco, almeno. Arrivati alle celle, erano tutte stranamente vuote mentre Vodka dormiva beato. “Quell'idiota si è fatto imbrogliare da dei marmocchi! Beh, fra loro c’era Kudo Shinichi, ma non è una valida motivazione!” fuori di sé prese la pistola e la puntò alla testa dell’amico. Questi rinvenne appena in tempo per esclamare: “Ehy! Ma sei pazzo?! Prima Vermouth, ora tu… che avete tutti contro me oggi?!” a quelle parole, gli occhi di Gin brillarono e si accesero. Ripose l’arma e dichiarò: “Ho la scusa perfetta per far fuori quella traditrice di Sharon Vineyard.” Il babbeo del suo compare lo guardò interrogativo, mentre io deglutii e sperai in cuor mio che gli altri fossero già fuggiti dall'edificio. Era un’ipotesi abbastanza improbabile, lo sapevo, dovevano essere nei paraggi, tornando avevo sentito il profumo di Ran che invadeva il corridoio del primo piano e… oh. Gin, fuori di sé dalla rabbia, mi afferrò per un braccio e seguito da un fremente Vodka iniziammo la caccia all'uomo.  
  
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