The Raven

Un corvo gracchia lontano, e oh, dove andrai?
Il suo verso sgraziato satura l'aria come presagio di tempesta, e vola come un'ombra nera nel cielo ancora scuro come fondali di nero marino.
C'è freddo e l'alba nasce piano, lentamente, non ha fretta, lei.
Una striscia dorata lambisce l'orizzonte, ma non ti dà alcun calore.
Il sole non c'è ancora, ma è vicino.
Vaghi come uno spirito della nebbia, quella che avvolge la città con il suo manto biancastro e appiccicoso, che è incastrato fra i tuoi capelli e non sai come toglierlo.
Negli occhi non ci sono lacrime, sono solo pozzi vuoti di un'amore incorrisposto, pozzi che somigliano a sangue disciolto nella pioggia, come cuio coperto di liquido vermiglio e denso e caldo.
Ma i tuoi occhi sono così freddi...
Bisognerà trasformarli in un tramonto che precede notte gelida e tempestosa, tramonto prima dell'uragano, un miscuglio di colori di un sole già passato, come la patetica riproduzione della tonalità delle speranze.
Non ce n'è nessuna nei tuoi occhi, e ti senti un corvo nero, che arruffa le penne e spicca fra gabbiani bianchi e bellissimi.
Il nero risalta così tanto su ogni colore...
Preghi che lei ti veda, e non sai nemmeno chi pregare.
E il tuo è un'amore sbagliato, come può un corvo innamorarsi di un gabbiano?
Non può, non può e basta.
Ma i corvi continuano a cantare su nel cielo, e danzano con il loro verso stridulo e agghiacciante, e non c'è niente da fare, sempre corvi neri sono.
I tuoi occhi di tramonto spento si alzano, come incendio riflesso nel ghiaccio, e catturano l'alba ormai nascente, catturano l'incerta gobba del sole che si alza piano, lentamente.
Oh, Ai, dove andrai?
C'è un posto per i corvi neri?
E rimani ferma a fissare il cielo, e non riesci a scioglierti, e non sai che fare, non sai più che fare per farti vedere da lei.
Lei, che ride, che è felice.
Sono felici tutti, ma lei è tanto bella quando è felice, che non puoi non sorridere vedendola.
E il tuo sorriso appare storto, come il gelido riflesso di un riso innamorato, che sta così male sul tuo viso, e così bene sul suo.
Corvo nero che danza fra gabbiani, sarai mai pura quanto loro?
E l'alba nasce, lenta, inesorabile.
Non c'è niente che possa fermare il suo trascinarsi agonizzante sul cielo nero e sporco di nebbia, e lo tinge di un così bel rosa pesca e oro, e sembra un bellissimo quadro di un pittore distratto, che dipinge anche un corvo su quel cielo limpido, senza comprendere come sia fuori posto.
Come sia diverso da tutta quella bellezza, da tutto quello scintillare.
I corvi non brillano, sono solo ombre indistinte.
Come farai a farti vedere, Ai, come farai?
No, non si può, non si può fare.
E' meglio che non ti vedano, e in fondo va bene così.
C'è nebbia lì nel cielo, e i corvi danzano all'alba, confondendosi col chiarore del giorno tremulo.
I corvi non danzano di giorno, i corvi stanno chiusi e aspettano il tempo delle menzogne per ballare.
C'è freddo, e tu hai sempre amato il freddo.
Oh, Ai, vivrai nella sua luce?
Riuscirai a dissetarti con la purezza dei suoi occhi di cielo?
E i corvi gracchiano lontani...