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Autore: HermioneCH    01/04/2014    6 recensioni
Dopo la battaglia finale di Hogwarts, Hermione decide di offrirsi volontaria per andare alla Stamberga Strillante e recuperare il corpo di Severus Piton, ma quando arriva dove avevano lasciato il corpo del professore, trova solo una pozza di sangue.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Una battaglia per la vita


Non sapeva perché aveva deciso di farlo, ma era intenzionata ad assolvere quel compito. Camminava lentamente verso i cancelli di Hogwarts, da dove si sarebbe potuta smaterializzare.
Era un lavoro necessario, Ron doveva stare con la sua famiglia, Harry doveva parlare con le famiglie dei defunti, Kingsley era diventato il nuovo Ministro della Magia e lei, forse per allontanarsi dalla distruzione del castello si era offerta per assolvere quel compito, sapendo benissimo che questo l’avrebbe portata verso un altro tipo di distruzione, quella di un uomo coraggioso, che era morto per il bene superiore.
Aveva visto l’urgenza e l’importanza di assolvere quel compito negli occhi di Harry, sapeva che avrebbe voluto farlo lui, per questo si era presa l’incarico di riportare lei, il corpo di Severus Piton a Hogwarts.
Harry aveva mostrato a lei e a Ron i ricordi di Piton quella mattina, benché il suo ragazzo fosse rimasto stupito dalla verità, le sue parole erano sfociate nella più totale indifferenza per la morte di Piton.
Hermione sospirò, i ricordi di Piton le avevano gonfiato il cuore. Da tempo si chiedeva se potesse esistere un amore e una devozione tale come quella che Piton aveva dimostrato nei confronti di Lily e quella mattina aveva capito che un sentimento simile era possibile e si era chiesta se Ron avesse mai provato lo stesso per lei. Aveva trovato subito la risposta nel suo sguardo, un uomo che guardava con indifferenza mentre Harry spiegava loro il coraggio di Piton, non era capace di un simile sentimento.
Oltrepassò i cancelli, continuando a pensare a Piton, i suoi ricordi erano stati impressi a fuoco nell’anima di Hermione, il sole era alto nel cielo e una brezza le accarezzava il viso. Sospirò di nuovo e girò su sé stessa.
Rimase con gli occhi chiusi per qualche istante, ben sapendo quale orrore le sarebbe apparso davanti una volta che li avrebbe aperti.
Inspirò, l’odore metallico del sangue secco le riempì le narici, finalmente trovò la forza di aprire gli occhi.
Vide subito una grande pozza di sangue, ma del corpo di Severus Piton non vi era traccia.
Mangiamorte pensò subito la ragazza, guardandosi in giro. Dovevano aver portato via loro il corpo di Piton. Dopo la battaglia alcuni Mangiamorte erano riusciti a scappare e magari erano stati loro a prendere il corpo del professore, per dilaniarlo ulteriormente e nasconderlo da qualche parte. Dopo tutto Harry aveva gridato a gran voce nella Sala Grande che Piton era stato l’uomo di Silente, fino alla fine.
Lo sguardo di Hermione fu attirato da una piccola scia di sangue che raggiungeva le scale che portavano al piano inferiore. Estrasse la bacchetta con cautela e scese le scale, lui era lì, riverso in fondo alle scale, i vestiti impregnati del suo stesso sangue, pallido come un fantasma.
“Forse i Mangiamorte non hanno avuto il tempo di portalo via” si disse Hermione, accucciandosi accanto al corpo di Severus.
Gli mise una mano sul petto, il quale si mosse impercettibilmente, Hermione trattenne rumorosamente il respiro. Una boccetta rotolò via dalla mano del professore, Hermione la prese in mano e annusò, conosceva quell’odore.
“Professore?” mormorò con voce spezzata.
Vide la bocca muoversi millimetricamente e trattenne il respiro per la seconda volta: era vivo!
Scagliò un Patronus nell’aria, il quale volò via attraversando le pareti.
Con le mani tremanti tastò il polso del professore, era così flebile da quasi non sentirlo.
La ferita al collo era quasi rimarginata e non perdeva più sangue, Hermione guardò di nuovo la boccetta di pozione. Dopo il morso del serpente Piton doveva aver bevuto quella pozione per salvarsi la vita, chissà da quanto si portava dietro quella pozione aspettando quel momento.
Agitò la bacchetta e delle bende fasciarono ogni ferita del professore.
“Professore? Professor Piton, mi sente?”
Piton tremò leggermente ed Hermione si augurò che i soccorsi arrivassero in fretta, le mani le tremavano troppo, non aveva il coraggio di spostarlo da sola, era vivo, ma solo un sottile filo lo teneva attaccato alla vita.
“Professore!” tentò Hermione di nuovo, ma non ebbe risposta.
Gli mise una mano sul petto e l’altra sulla fronte “Andrà tutto bene, Severus” mormorò con le lacrime agli occhi.
“Lily” disse la flebile voce del professore, se Hermione non avesse visto le sue labbra muoversi avrebbe potuto giurare che se l’era immaginato, talmente era debole quella voce.
“No, sono Hermione” rispose la ragazza, stringendogli la mano nella speranza di infondergli forza.
“Harry… Signore… Os…”
“Harry sta bene, abbiamo vinto, Voldemort è morto” rispose Hermione e vide il professore aprire gli occhi di qualche millimetro “Ce l’ha fatta, professore. Abbiamo vinto”.
“Vin... To”
“Sì, professore. Stia calmo, non cerchi di parlare, i soccorsi stanno arrivando”.
“Posso… Andare o-ora”.
Hermione lo guardò sconvolta, gli mise una mano sulla guancia, i loro visi erano millimetricamente distanti “Non osare mollare ora, Severus!”
“Lasciami… Andare”.
“No” disse fermamente Hermione, lui aveva combattuto, aveva lottato per il bene di Harry e lei non gli avrebbe permesso di smettere di lottare per la sua vita “Resisti”.
Sentì un forte e famigliare crac al piano di sopra e la voce di Harry che la chiamava “Quaggiù! Presto!” urlò Hermione.
Sentì uno scalpiccio e vide spuntare Harry seguito a ruota da Madama Chips che gridò “Oh per Merlino!”
Hermione si fece da parte per lasciare lavorare Madama Chips, si scambiò uno sguardo con Harry e il prescelto si chinò su Severus, mormorandogli qualcosa di impercettibile all’orecchio.

***

“Ron è arrabbiato”.
“Lo so”.
“Dice che sono due giorni che non ti muovi da quel letto”.
“Lo so, Harry” rispose Hermione, spostando lo sguardo da Severus, steso immobile di fianco a lei, sul prescelto “Lo ha detto anche a me”.
“Domani ci saranno i funerali di Fred” mormorò Harry, mettendole una mano sulla spalla.
“Ci sarò, sarò lì per Ron, per Ginny e per tutti gli altri Weasley” ribatté Hermione “Ma anche questo è il mio posto, lo capisci vero?”
“Certo, tu l’hai salvato”.
“Io l’ho trovato e non gli permetterò di smettere di combattere per la sua vita” disse Hermione, con determinazione, mentre l’ultimo sole della sera le scaldava il viso.
“Lo capisco”.
“Vorrei che anche Ron lo capisse” mormorò la ragazza e sospirò affranta.
“Madama Chips ha detto che non possono ancora portarlo al San Mungo, è troppo debole per essere mosso” disse Harry, guardando Piton.
Hermione annuì “Vogliono aspettare ancora qualche giorno”.
“Ha ripreso conoscenza?” domandò Harry, scrutando il viso del professore.
“Qualche volte, quando lo fa è sempre acido e burbero, è un buon segno secondo me, sta tornando in sé”.
“Ha avuto altre crisi?”
Hermione scosse la testa “Solo quella di ieri mattina”.
“D’accordo” asserì Harry “Fammi sapere se ci sono novità, devo andare a parlare con la McGranitt e Kingsley adesso”.
Hermione annuì e seguì il prescelto con lo sguardo, mentre usciva dall’infermeria.
“Sei ancora… qui” mormorò una voce aspra, distogliendola dai suoi pensieri.
“Sei sveglio”.
“Perché non mi lasci morire… in pace… dannata… Granger”.
“Perché non morirai, Severus” rispose Hermione, con determinazione. Bagnò un panno e glielo mise sulla fronte “Madama Chips mi ha detto di farti bere questa se ti fossi svegliato” aggiunse prendendo una boccetta contenente una pozione viola.
“Non… La voglio”.
“Sta zitto e bevi” rispose Hermione, gli portò la boccetta alle labbra e gli mise la mano delicatamente sotto la nuca, forzandolo a bere la pozione.
Severus tossì diverse volte, Hermione prese uno straccio e pulì le gocce di sangue che si erano depositate all’angolo della sua bocca.
“Vattene” sussurrò Severus, sfinito.
“No”.
“Perché… Mi tormenti?” chiese, afferrandola debolmente per la veste.
“Perché se tu non vuoi lottare per la tua stessa vita, allora dovrò essere io a farlo” rispose Hermione, con una fredda decisione “Io e Madama Chips siamo molto più testarde di te”.
“Dannata… Sfacciata… Impertinente”.
“Si bè che ci vuoi fare” mormorò Hermione, con un sorriso “Non posso mica continuare a darti del lei e chiamarti professore per sempre, almeno non finché sto cercando di salvarti la vita e comunque abbia già fatto questo discorso, sono qui per ricordarti di lottare, se non avresti voluto salvarti la vita, non avresti bevuto quella pozione nella Stamberga Strillante”.
“Io…” iniziò Severus e tossì di nuovo, Hermione gli asciugò dell’altro sangue all’angolo della bocca “Più… testardo”.
“Staremo a vedere” disse Hermione, riponendo il panno macchiato di sangue sul comodino “Ora sta zitto e riposa”.
“Perché?”
“Te l’ho detto”.
“No”.
“Cosa no?”
“Perché… Insisti?”
“Perché è giusto e perché voglio farlo”.
Piton sbuffò, Hermione lo vide tentare di dire qualcosa senza riuscirci, scattò in piedi preoccupata, gli occhi del professore si girarono all’indietro e il suo corpo iniziò a scuotersi in preda alle convulsioni.
“Severus! Severus!” urlò Hermione, mettendogli le mani sulle spalle, cercando di tenerlo fermo “MADAMA CHIPS!”
Le ferite sul collo e sul petto si riaprivano, versando altro sangue, mentre Severus continuava a essere in preda agli spasmi “MADAMA CHIPS!”
“Granger!” gridò l’infermiera, precipitandosi fuori dal suo ufficio.
“Ha un altro attacco!”
“La pozione presto!” gridò Madama Chips, prese dal grembiule una boccetta di pozione blu, Hermione aprì con uno sforzo immane la bocca del professore e Madama Chips gli versò dentro la pozione.
Pochi istanti dopo le convulsioni smisero e il corpo di Severus si rilassò. Madama Chips puntò la bacchetta contro le ferite riaperte e le chiuse con la magia.
“Ha perso ancora molto sangue, devo andare a prendere la pozione rimpolpa sangue, poi gli cambieremo le bende” mormorò l’infermiera, scuotendo la testa e si diresse verso il suo ufficio.
Hermione mise la mano sulla guancia del professore, il suo respiro era flebile e irregolare “Mi hai fatto prendere un colpo, Severus” mormorò Hermione, sentiva ancora il cuore rombargli nel petto e la paura non la lasciava. Avvicinò il viso a quello del professore e posò le labbra sulle sue, sentì il flebile respiro caldo dell’uomo “Non farlo mai più”.
Si risedette sulla sedia esausta e si portò le mani al volto. Aveva appena baciato Piton, alzò di nuovo lo sguardo verso di lui, sconvolta. Non sapeva perché lo aveva fatto, da giorni non faceva che pensare a lui, ma non credeva che avrebbe mai potuto fare un gesto del genere, del tutto consapevole delle sue azioni.
Severus venne scosso da un nuovo spasmo, Hermione si alzò in piedi, il suo petto non si muoveva più.
Gli mise una mano davanti alla bocca, ma nessun caldo respiro toccò la sua pelle.
“Non osare!” gridò Hermione, premendo con forza le mani contro il suo petto. Premette di nuovo, ancora e ancora, sentì il sangue caldo scorrerle sulle mani.
“Hermione!”
“Non respira più” gridò Hermione, voltandosi a guardarla “Faccia qualcosa!”
Madama Chips si avvicinò ad Hermione la circondo con le braccia “Hermione è finita, non possiamo fare più niente”.
“No” gemette Hermione, senza smettere di cercare di far ripartire il suo cuore “Io l’ho salvato”.
“Hermione” mormorò flebilmente Madama Chips, con le lacrime che le rigavano la guancia “Se né andato, era troppo debole, ha perso troppo sangue. Lascialo andare, Hermione, è morto”.
Hermione si allontanò finalmente dal corpo immobile del professore, scioccata, confusa, stravolta.
Madama Chips singhiozzò “È meglio… Che v-vada ad avvertire M-Minerva” disse, uscendo dall’infermeria.
Hermione crollò sulla sedia, si guardo le mani sporche del suo sangue, sentì gli occhi bruciare, lei lo aveva trovato e non era riuscita a salvarlo. Si alzò di nuovo, gli scostò i capelli dal viso. Lui era stato più testardo di lei alla fine e ora si era riunito alla sua Lily.
Ma Hermione non l’avrebbe perdonato facilmente, si disse chinandosi su di lui per posare le sue labbra su quelle del professore una seconda volta, mentre una lacrima le rigava la guancia. Non gli avrebbe perdonato di essersi arreso, di non aver lottato per la sua vita.

  
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