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Autore: take a breath    01/04/2014    1 recensioni
Cosa accade nella tua vita se tutte le tue realtà crollano?
Se ti accorgi che qualcosa dentro di te sta cambiando?
E se scoprissi di non essere il solo a possedere capacità speciali?
Se ce ne fossero degli altri? Anche più pericolosi e indomabili?
Decidi da che parte stare o lo faranno gli altri per te.
Solo i prescelti potranno cambiare questo mondo.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Pilot.
 

Cosa succede quando ti accorgi che la vita che hai vissuto fin'ora è stata solo l'inizio di qualcosa di molto più grande?
Il bozzolo per una meravigliosa farfalla.
Quale certezza ti porterà avanti? Lontano da tutti quei preconcetti che ti sono stati inculcati nella mente da persone false e bugiarde.
Non c'è nessuno che ti aiuti. Nessuno che ti salvi. Nessuno che possa darti delle risposte su chi sei veramente.
Puoi contare solo su te stessa. Ed è cosi che farò.
Non sarà facile,ma ho bisogno di risposte. Ora.
"Signorina Storm? Mi dispiace distoglierla dai suoi pensieri,potrebbe illuminarci sulla soluzione di quest'equazione alla lavagna,cortesemente?" il tono seccante del Professor Ringer mi ricorda sempre il gracchiare sordo di una cornacchia.
Tiene i suoi occhi neri puntati su di me,porgendomi il mozzicone di gessetto stretto saldamente tra le sue lunghe dita affusolate.
Non ho nessuna intenzione di alzarmi per compiacere la sua richiesta.
"No,grazie. Stavolta passo." ma mentre parlo,scavo dentro il suo sguardo e lo convinco a sorvolare sulla mia irriverenza anche questa volta. Per un attimo non c'è altro che silenzio,poi lo sguardo del Professore si fa spento e irraggiungibile e le sue labbra iniziano a muoversi in un modo che non gli appartiene.
"Sarà per la prossima volta." adesso il suo tono è molto più rassomigliante a quello di uno zombie. Non che ne abbia mai incontrato uno. Nella stanza inizia a crearsi il solito brusio di disappunto.
"Non è possibile,ancora?" "La scampa sempre." "E' un ingiustizia."
Non mi importa di quello che pensano. Io sono speciale e loro non sono nulla. 
Il Professore continua la sua spiegazione come niente fosse e io torno a fantasticare sulla fuga che pianifico da anni,lasciandomi attraversare dai sguardi roventi dei miei compagni,che fortunatamente cessano al suono della campanella.
Mi ritrovo catapultata nel corridoio della scuola,gremito di ragazze e ragazzi con le loro scintillanti uniformi da cheerleader o da football.
Mi muovo lentamente tra la folla fino a raggiungere il mio armadietto. Faccio appena in tempo ad aprirlo che il suono della campanella irrompe di nuovo tra le mura e scaccia via tutti nelle proprie aule. Io resto ferma a fissare l'interno del mio armadietto.
"So che cosa sei." dice il bigliettino incollato sull'anta.
Lo stacco violentemente e lo accartoccio,gettandolo in un angolo.
Prendo i libri che mi servono per la prossima lezione e chiudo malamente l'armadietto. Quando però,faccio per voltarmi,alle mie spalle c'è un ragazzo che non ho mai visto prima. Mi tappa la bocca e mette un dito davanti alla sua per intimarmi di restare in silenzio.
D'un tratto,scopro di essere incredibilmente stanca e finisco per cadere in un sonno profondo senza neanche accorgermene.
Questa è l'ultima cosa che ricordo. 
Quando riapro gli occhi la luce è cosi forte da accecarmi.
Non capisco dove sono,ne come sono arrivata li.
Ho un gran mal di testa e una forte sensazione di pericolo che mi attanaglia il cuore. Il battito accelera quando mi accorgo di avere mani e piedi legati con stringhe di cuoio,su una specie di tavolo.
"Sei sveglia finalmente." non conosco questa voce,ma mi fa venire i brividi. "Chi sei?" mi agito per cercare di scorgere una figura da qualche parte intorno a me.
"Sono speciale,proprio come te" navigo con lo sguardo in cerca del padrone di quella voce, eppure sembra non esserci nessuno.
"Dove sei?" neppure io riconosco la mia voce,rotta dall'ansia.
"Scelgo io quando e a chi mostrarmi e per il momento credo proprio che continuerò a restare come sono. Non vorrei che tu facessi uno dei tuoi strani giochetti per convincermi a liberarti." come sa che ho bisogno del contatto visivo per persuaderlo? 
"Che vuoi da me?" mi arrendo al fatto che non si farà vedere ma sento spezzarsi qualcosa dentro di me. Pensavo di essere l'unica speciale. Diversa da chiunque altro al mondo. E invece eccomi qua,a relazionarmi con una voce senza volto.
"Voglio solo fare qualche test. Non preoccuparti non ricorderai nulla di tutto quello che accadrà in queste ore. Potrai tornare alla tua miserabile vita,non appena avrò finito." faccio giusto in tempo a sentire quest'ultima frase che sento di nuovo le forze abbandonarmi e il sonno prendere il sopravvento sul mio corpo.
Prima che mi si chiudano gli occhi,la vedo. La figura del ragazzo che si fa corporea e rigida di fronte a me. Poi sprofondo nel buio.

"Emma?" inizialmente non distinguo nulla. Chi mi chiama? Dove sono?
"Em? Mi senti?" apro gli occhi ma tutto è confuso e sfocato.
"Katie?" non mi sembra che la mia voce sia riuscita a formulare il suo nome eppure lei lo sente.
"Si Em,sono io. Finalmente ti sei svegliata! Ero in pensiero per te,non ti ho vista arrivare in aula di disegno tecnico e ho subito sospettato ti fosse successo qualcosa,ma il Professor Barney non ha voluto saperne di lasciarmi uscire a cercarti e-" le tappo la bocca istintivamente.
E' sempre stata cosi sin da quando la conosco. La mia migliore amica dall'infanzia. Ultimamente sto valutando l'idea di rivelarle il mio segreto ma, è troppo complicato. Non capirebbe,forse.
"Come sono arrivata qui?" la lascio libera di rispondermi.
"Ti hanno trovata svenuta nel corridoio e ti hanno portato in infermeria." ultimamente mi sembra migliorata nelle capacità di sintesi. Ma il suo essere logorroica ha sempre il sopravvento.
"Chi?" domando scoprendomi totalmente priva di ogni ricordo della mattina dopo la lezione del Professor Ringer.
"Non ne ho idea." alza le spalle corrucciando la fronte e i suoi occhi castani si socchiudono un pò,incorniciati da lunghe ciglia scure che riprendono il nero brillante dei suoi capelli. Le stanno bene corti.
"L'infermiera non lo sa?" 
"Sembra che il tizio sia scomparso subito dopo averti abbandonata qui. Chissà magari è un tuo ammiratore segreto!" sorride e mostra i suoi brillanti denti bianchi che risaltano sulla sua carnagione olivastra.
Mentre lei fantastica sul chi mai possa essere il mio misterioso principe azzurro salvatore,io mi accorgo di un leggero pizzicore alla base del pollice. C'è un profondo taglio a forma di triangolo.
"Bizzarro." sussurro,ma Kat è troppo presa dalle sue moine per accorgersene.
Le tende che ci separano dall'altra sala si spalancano e fa la sua entrata trionfale mia madre che comincia a fare una serie di domande insistenti a cui non trovo una risposta.
Riesco per miracolo a salutare Katie,prima che Coraline,la madre più apprensiva del mondo,mi trascini via fino alla macchina,al cui volante c'è la figura cupa di mio padre Ben.
Monto sul sedile posteriore e cosi inizia un tragitto verso casa,particolarmente caratterizzato da un interrogatorio a senso unico.
Loro che fanno domande e io che non so che risposte dare.
Continuo a ripetere di avere un completo vuoto di memoria,eppure entrambi sembrano essere totalmente convinti del fatto che io mi sia drogata pesantemente. Come no.
Appena varchiamo la soglia di casa,Papà si posiziona sulla sua poltrona verde acido, accanto al camino spento e comincia a tirare nervosamente dalla sua pipa nera e corrosa dal tempo.
"Sei nei guai,signorina." la mamma dal canto suo,annuisce dall'altro lato della stanza con le mani sui fianchi a mo di rimprovero.
Non ci penso neanche a ricevere una punizione. 
Non ho mai usato i miei poteri con loro due,l'ho sempre trovato ingiusto. Sono i miei genitori dopotutto.
Ma d'altro canto voglio anche sperimentarele mie capacità usandole su due persone contemporaneamente,giusto per testare le mie possibilità e i miei limiti.
Il mio sguardo si alterna su gli occhi neri e profondi di mio padre e quelli color miele di mia madre. Li sento addosso,attirati dalle mie vibrazioni. Impongo ad entrambi un ordine: dimenticare l'accaduto.
Dopo ciò imprimo nella loro mente un ricordo plasmato della mia figura che rientra a casa prima,poiché oggi il corso di geografia era saltato.
I loro occhi si separano dai miei e riprendono coscienza.
"Vuoi mangiare qualcosa,Em?" dice la mamma aprendo il frigo.
"No grazie,sto bene così." faccio per raggiungere le scale e dirigermi nella mia stanza,quando getto un occhiata su papà e lo trovo a fissarmi con sguardo torvo da dietro gli occhiali. Mi percorre un brivido. Sembra essersi accorto di quello che ho fatto.
No,non è possibile. Come potrebbe?
Poi abbozza un sorriso e allora scatto su,rinchiudendomi in stanza.
Guardo di nuovo il palmo della mano e il triangolo è ancora li.
Mi è successo qualcosa nell'arco di tempo di cui non ho memoria,ne sono sicura. Qualcosa di importante che non riesco a ricordare. Questo triangolo non è sicuramente comparso per magia sulla mia mano.
Eppure ho come una sensazione costante che mi opprime il petto. Qualcosa che mi suggerisce di lasciar perdere.
Ma devo scoprire cosa mi è successo. Il più presto possibile.






 

  
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