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Autore: serelily    01/04/2014    3 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA - RIPRENDERA' A DATA DA DESTINARSI
Alex e Gregory, appena trasferiti a Londra, vogliono sposarsi. Ciò che lo impedisce è il precedente matrimonio di Alex, di cui Gregory ignora persino l'esistenza. Per questo, il ragazzo va da suo marito, sicuro di ottenere il divorzio, ma Reginald non è così intenzionato a darglielo.
E in mezzo si inserisce anche Joshua, studente innamorato di Gregory che farà di tutto per far cedere il suo professore.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Grazie mille a SNeptune84 per il betaggio <3 <3 

Lo avevo promesso, no? Se l'esame andava bene avrei scritto un capitolo. Ed eccomi qui :D Purtroppo sono indietrissimo con le recensioni, sia quelle che devo fare io sia per quelle a cui devo rispondere. Purtroppo fino a luglio sarò impegnatissima e la sera sono troppo stanca per entrare su efp!
Prometto però che se riesco almeno continuo ad aggiornare la storia, visto che con questo capitolo si comincia ad avere il quadro un po' più chiaro della situazione. Dal prossimo, faremo già qualche nuova conoscenza.
Intanto vi lascio con Alex, Gregory e....
Un bacio a tutti voi.
Capitolo 1
 

 
Conoscere la famiglia di Alex era stato il passo successivo. Non poteva chiedergli di sposarlo senza nemmeno aver conosciuto i suoi.
Greg teneva nascoste le piccole fedi nella giacca, il giorno che finalmente si erano decisi ad andare in campagna per conoscere tutti i Wilson al completo.
Non sapeva ancora come glielo avrebbe chiesto, ma entro sera invece che il compagno di Alex Wilson, sarebbe diventato il suo fidanzato.
Gregory sorrideva dentro di sé, soddisfatto per la situazione. Alex, ignaro di tutto, continuava a guidare tranquillamente senza prestare troppo caso all’altro.
Erano entrambi certi che sarebbe stata una giornata perfetta.
Arrivati al cottage, immerso nella campagna verde, la prima cosa che videro fu Red, il cane da caccia del padre di Alex.
Il ragazzo sorrise a quella vista, non pensando di trovare il cucciolone ancora in vita. Era già vecchio e stanco l’ultima volta che l’aveva visto, e ora era doppiamente contento di trovarlo lì.
Il cane alzò a stento la testa quando vide la macchina parcheggiare a pochi metri da lui, agitando piano la coda per far capire ad Alex di averlo riconosciuto.
Senza nemmeno dire una parola, il ragazzo scese come una furia dalla macchina per andare a dargli una grattatina dietro le orecchie pelose.
Gregory lo guardò perplesso, scendendo a sua volta e sorridendo davanti a quella vista.
«Fa sempre così, ogni volta che lo vede» disse una voce maschile dietro di lui.
Greg si girò, per trovarsi davanti quella che era decisamente una versione leggermente più vecchia del suo ragazzo.
Aveva gli stessi occhioni azzurri, anche se i capelli erano leggermente più lunghi e più castani di quelli di Alex.
«Piacere» disse lo sconosciuto allungando la mano. «Il mio nome è Andrew. Sono il fratellone di Alex».
«Immaginavo, data la somiglianza» commentò Greg stringendo la mano e sorridendogli.
«Tu devi essere Gregory. Era ora che ti conoscessimo. Abbiamo cominciato a pensare che tu fossi molto brutto e per questo Alex non voleva…»
Non fece in tempo a finire, che una figura indistinta spuntò dal nulla, caricandolo in pieno petto e cominciandogli a fare il solletico.
«Fratellone, ti trovo rallentato» furono le parole che Greg riuscì a comprendere, prima di collegare che quello era il suo ragazzo, corso incontro al fratello per salutarlo a modo suo.
Quando finalmente si furono entrambi calmati, e dopo essersi abbracciati con vigore, Andrew diede una vigorosa pacca sulla spalla a Greg e disse:
«Perché non venite in casa? Mamma sta preparando dei deliziosi biscotti e non vede l’ora di poter infagottare Gregory per bene, così sarà sicuramente uno di famiglia.»
Alex sbuffò, borbottando qualcosa che somigliava vagamente a un “è sempre la solita”, ma seguì docilmente il fratello, prendendo una mano del compagno per indicargli di seguirlo.
Il cottage, che fuori era davvero delizioso, dentro era ancora meglio.
L’atmosfera calda e accogliente lo faceva sentire veramente a casa, come poche cose erano riuscite a farlo fino a quel momento.
Ora capiva perché Alex teneva così tanto alla sua famiglia. Il tepore di quella casa si respirava a pieni polmoni.
Entrarono tutti insieme nella piccola cucina, dove Gregory poté fare la conoscenza dell’altro cucciolo della famiglia, Beard, e della madre del suo compagno.
In un angolo, appoggiata al camino, scorse un’altra figura. Una donna dai capelli corti che lo guardava in modo strano, con in braccio un bambino piccolo.
«Vieni,» lo prese Alex per mano, «ti presento mia sorella.»
Lo portò vicino alla donna, che mise giù il bambino e continuò a guardarli freddamente.
«Amy, questo è Gregory; Greg, lei è mia sorella Amy.»
Greg subito sporse la mano per stringerla, ma la donna gli lanciò prima una lunga occhiata indagatrice, poi la strinse velocemente come se fosse frettolosa di allontanarsi.
«Piacere» sussurrò, ma la parola era così carica di risentimento che Greg pensò che non era un piacere per niente, almeno da parte della donna.
«Io vado a cambiare Paul, ci vediamo più tardi» mugugnò la donna prima di sparire.
Quando ebbe lasciato la stanza, Gregory lanciò un’occhiata preoccupata ad Alex, che lo liquidò con un gesto della mano.
«Lascia perdere Amy, è sempre arrabbiata per qualcosa. Tu ignorala.»
E lo fece, visto che pochi minuti dopo venne rapito dalla mamma di Alex, che voleva sapere veramente tutto su di lui, mentre lo costringeva a prendere una fetta di cheescake appena fatta.
Intanto, Alex e Andrew erano andati a prendere i bagagli per portarli in casa.
«Sai che cosa è successo a Amy?» chiese Alex quando fu sicuro di trovarsi lontano da orecchie indiscrete.
«Sì» rispose Andrew con un sospiro, «e anche tu lo sai. Pensavi davvero che sarebbero bastati cinque anni a una testarda come lei per dimenticare?»
Alex si rabbuiò a sentire le parole del fratello.
«Non sono affari suoi, comunque» disse mordendosi un labbro, «la vita è mia, ci faccio quello che voglio. Non devo chiederle il permesso.»
«No, certo che no. Ma sai come la pensa, e credo che non te lo perdonerà mai.»
Alex scosse la testa.
«Andy, sono passati cinque anni. Non ho più rivisto nemmeno lui, come può pensare che…»
Andrew fermò il fratello con un braccio.
«Alex, lei ha perso l’uomo della sua vita, ha ripiegato su uno qualsiasi e ha perso anche lui. Non puoi darle torto se è furiosa perché hai mandato all’aria dopo soli due giorni il tuo matrimonio…»
«Shhh» gli intimò Alex, guardandosi attorno spaventato.
Poteva vedere dalla porta finestra che Gregory era ancora intento a parlare con sua madre, quindi non poteva averli sentiti.
«Ehi, non vorrai mica dirmi che non l’hai detto a Gregory?» Andrew aveva assunto il classico tono da fratello maggiore, guardandolo severamente. Alex non rispose, ma i suoi occhi colpevoli erano più che eloquenti.
«Dio, Alex, tu giochi con il fuoco.»
Rientrarono in casa, lasciando cadere l’argomento. Andrew avrebbe voluto continuare, Alex ne era perfettamente consapevole, ma non voleva certo rovinare l’atmosfera allegra.
Quando ebbero lasciato tutto in camera, tornarono nella piccola cucina.
Gregory stava mangiando un’altra fetta di cheescake.
 
Il pranzo si rivelò piacevole, nonostante il comportamento freddo e distaccato di Amy. Gregory fece come gli era stato detto e continuò a ignorarla.
Il resto della famiglia, cani compresi, lo trattavano come se fosse uno di loro da tutta la vita, per cui già al secondo piatto era venuto a conoscenza di tutti gli episodi più imbarazzanti dell’infanzia di Alex, di tutti i fidanzati che aveva portato a casa (anche se lui ne conosceva una lista ben più lunga, visto che aveva già avuto questa stessa conversazione parecchio tempo prima).
Quando il pranzo finì, mangiarono il dolce nel portico. Era una giornata particolarmente bella, e Andrew aveva proposto di fare un bel giro in bicicletta prima di cena.
«Mi sembra un’ottima idea» aveva sorriso Gregory entusiasta, mentre Alex aveva sbuffato.
«Oh, non pensateci nemmeno di incastrarmi» aveva sbraitato. «Io me ne rimango a casa.»
«Ahah, stai attento, Gregory, rischi di ritrovartelo ingrassato, se continui così.»
«Oddio, spero di no» scherzò Greg carezzando con affetto la pancia di Alex. «Almeno non prima di esserci sposati.»
Lo aveva detto senza nemmeno pensarci. Non aveva un secondo fine, visto che era risaputo che le persone tendevano a ingrassare dopo il matrimonio.
Eppure si accorse immediatamente dell’impatto che le sue parole avevano avuto. Alex si era leggermente irrigidito, Andrew gli aveva lanciato uno sguardo preoccupato e Amy si era alzata di scatto per rientrare.
I genitori di Alex parevano invece non essersi accorti di nulla.
«Allora, quella gita?» Andrew aveva interrotto il silenzio. «Che ne dici se andiamo verso le sei? Così potremo a essere a casa per cena ad un orario decente.»
«Certamente.»
Amy non era più tornata.
 
Il pomeriggio lo avevano trascorso quasi tutto a letto a coccolarsi, e Gregory aveva dimenticato quel momento imbarazzante nel portico.
Alle cinque avevano preso il tè e mangiato qualche biscotto, poi Gregory si era preparato per andare con Andrew. Aveva salutato Alex con un bacio ed erano partiti.
Dopo cinquanta metri, però, si erano già fermati.
«Forse è il caso che torni a prendere un maglioncino più pesante» aveva detto il fratello del suo compagno. «Potrebbe fare freddo quando torniamo.»
Così Gregory era tornato indietro, mentre Andrew lo aspettava proprio davanti al portone.
Di Alex non c’era traccia né in cucina né in salotto, per cui doveva essere in camera da letto.
I suoi pensieri vennero confermati da voci concitate che giungevano proprio dalla loro stanza.
Una era indubbiamente quella di Alex, e pareva ansiosa e preoccupata. L’altra era quella di una donna, ed era decisamente arrabbiata per qualcosa.
Amy, senza dubbio.
«Mi chiedo come diavolo ti sia potuto venire in mente, Alexander!» aveva urlato la donna, e Gregory aveva sentito un pallido tentativo da parte di Alex di cercare di calmarla, chiedendole almeno di non urlare così forte.
Li avrebbero sentiti tutti, se non fosse stata più attenta.
Gregory appoggiò una mano alla porta, indeciso se bussare e interromperli, oppure andarsene per la sua strada e lasciar perdere il maglioncino.
Ancora non sapeva che pesci pigliare, quando sentì la donna pronunciare il suo nome.
Lo aveva detto con un tono così velenoso e acido, che sicuramente non poteva essersi sbagliato. Stavano parlando di lui, e non era una cosa positiva, visto i toni.
Non gli piaceva origliare, ma voleva sapere. Nonostante avesse fatto fatica ad ammetterlo, il suo orgoglio era rimasto parecchio ferito dal fatto che Amy lo osteggiasse con tanto ardore. Non era normale un odio così profondo dal niente.
A quanto pareva, c’era un motivo.
«Perché sei arrabbiata?» sentì sussurrare Alex.
«Stai scherzando, vero?» rispose la sorella con tono seccato. «Lo porti qui, dopo tutto questo tempo, come niente fosse e pretendi…»
«Amy, non ho mai detto che sarei rimasto con Reginald tutta la vita.»
Reginald? Chi diavolo era questo Reginald?
Gregory ricordava bene gli ex del suo ragazzo, ne avevano parlato una volta, ma mai aveva sentito nominare questo nome.
«Eppure questa è la promessa che hai fatto, e dopo nemmeno due giorni l’avevi già infranta.» Amy pareva sputare veleno.
«Amy, era diverso. Perché non vuoi capirlo?»
«Stai per abbandonarlo di nuovo, vero?» Amy pareva non averlo nemmeno sentito. «Andrai da lui a chiedere il divorzio per poter sposare il tuo professorino del cazzo?»
Divorzio? Che diamine stava succedendo?
«Sì» rispose Alex con un sospiro. «Sì, andrò a chiedergli il divorzio. Questa storia è durata abbastanza. Reginald capirà e me lo concederà subito. Non capisco perché ti scagli contro…»
Ma Gregory non poteva più stare lì ad ascoltare senza intervenire. Aprì di scatto la porta, entrando come una furia.
«Che cosa significa che devi chiedere il divorzio a questo tizio?» chiese, le parole bloccate in gola.
Alex e Amy ci misero qualche momento a focalizzare cosa era appena successo. Erano rimasti entrambi paralizzati quando aveva aperto la porta di scatto.
Amy si riprese subito, guardandolo con odio.
«Ci stavi spiando, per caso?»
«Questa è la mia stanza» disse Greg, cercando di stare calmo. «Volevo solamente tornare a prendere un maglioncino, quando vi ho sentiti parlare attraverso la porta.»
«Amy, lasciaci soli» Alex aveva parlato con voce flebile, quasi non riuscisse a tirar fuori quelle parole.
Pareva preoccupato, e Gregory pensò che faceva bene ad esserlo. Dovevano chiarire questa storia, e  subito.
Amy lasciò la stanza con il viso ancora pieno di rabbia.
Alex, invece, si passò una mano sugli occhi e sospirò, lasciandosi cadere sul letto a peso morto.
«Ti chiedo solo una cosa» disse con tono stanco. «Di lasciarmi parlare fino alla fine, di non interrompermi e di farmi raccontare tutta la storia, prima di giudicarmi».
Gregory mugugnò un sì, mentre lo stomaco gli si contorceva per l’ansia. Alex gli fece cenno di sedersi accanto a lui, spostandosi sul bordo del letto per lasciargli un po’ di spazio. Greg si sedette e prese uno dei cuscini per stringerlo a sé, poi cambiò idea e lo buttò per terra. Si sentiva strano, mentre le mani tremolavano e lo stomaco continuava a girargli.
Poi Alex cominciò a raccontare.
«Cinque anni fa vivevo ancora qui in Inghilterra e avevo un amico. Il suo nome era Reginald e lo conoscevo fin da quando eravamo piccoli. Come ti dicevo, cinque anni fa ci trovammo in una situazione a dir poco assurda. Io avevo ricevuto in eredità parecchi soldi da una vecchia zia, ma per riscuotere sarei dovuto essere sposato. Stavo per rinunciare, quando Reginald mi ha proposto di sposarci. Non lo ha fatto perché mi amasse o cosa, ma perché anche lui aveva bisogno di quella scappatoia. Vedi, i suoi sono ricchi e attaccati alle tradizioni. Gli avevano congelato tutti gli averi se non avesse sposato chi dicevano loro. Per impedirlo, l’unico modo era che Reginald fosse impossibilitato a sposarla. Sposando me, un uomo, poteva ricattarli. Io e lui saremmo stati zitti e buoni finché i genitori avessero mantenuto aperto il conto di Reggie. Così ci sposammo. Io ricevetti la mia eredità, lui continuò con la sua vita. Con quei soldi me ne andai in America e non ho più avuto contatti con lui.
So che suo padre è morto, quindi ora non ha più molto senso che continuiamo a rimanere sposati.
Te lo giuro, Greg, è stato solo per questo che io e Reginald ci siamo sposati. Tra noi non c’è mai stato niente di niente. Non abbiamo nemmeno passato la prima notte di nozze insieme, ma ognuno a casa propria. Ai miei genitori ho raccontato che lo abbiamo fatto con la foga del momento e poi ce ne siamo pentiti. Loro hanno capito, ma Amy non ha mai gettato la spugna.»
Gregory cercava disperatamente qualcosa da dire, ma non trovava le parole. Sentiva in sottofondo Alex che continuava a giustificarsi, ma non riusciva più a cogliere il significato di quello che diceva.
«Perché  me lo hai nascosto?» riuscì a tirar fuori per interrompere la sequela di parole che ancora uscivano dalla bocca di Alex.
«Perché mi vergognavo, fondamentalmente» ammise Alex con la testa bassa. «Sposarsi per motivi così futili e così banali non è una cosa bella, e non volevo che pensassi che un giorno sarebbe capitato così anche a noi. Forse è per questo che ho lasciato che la mia amicizia con Reggie finisse, perché quello che avevamo fatto mi faceva sentire un approfittatore, uno che non dà valore alle cose. E non volevo che anche tu mi vedessi in questo modo.»
«Quindi, per tutto questo tempo, io sarei stato l’amante?» Gregory strinse i pugni, mentre un nuovo attacco di panico lo stava invadendo.
«No!» urlò Alex, prendendogli il volto tra le mani. «No, non pensarlo mai. Reginald è stato sempre e solo un amico per me, e il matrimonio con lui era finto. Ora non farei mai più lo stesso errore, non mi sposerei mai più a cuor leggero.»
«Ho bisogno di pensare» disse Greg alzandosi dal letto e dirigendosi fuori. «Vado in bicicletta con tuo fratello, ma quando torno vorrei che tornassimo a casa nostra. Ho bisogno di stare da solo con te, per i prossimi giorni.»
Alex annuì, con un magone pesante dentro al cuore, mentre vedeva il suo compagno allontanarsi senza voltarsi indietro.
   
 
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