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Autore: Narsyl    01/04/2014    2 recensioni
Raccolta di drabbles che fondamentalmente descrivono tutte le scene che dalla 4x07 in poi avrei voluto vedere (spoiler alert!). Il primo drabble è una sorta di piccola continuazione della fic "It's always darkest before the dawn", ma si può apprezzare anche a sè stante. Gli altri cercano di riempire i buchi fra le scene dei vari episodi, e nella mia testa, beh, sono head canons... Hope you enjoy!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Ehi, Mick. Sto andando a lavoro. Passi dal club dopo?

Mickey alzò pigramente lo sguardo dalla rivista che stava leggendo. Era ora di cena, e al piano di sotto c’era la solita caciara tipicamente Gallagher, che lui stava puntualmente evitando rintanandosi in camera di Ian.

Nel suo letto, più precisamente. Non poteva dormirci la notte, per salvare le apparenze; ma ci si rotolava dentro di tanto in tanto, per sentirne segretamente l’odore.

Ian stava infilando le sue cose nella borsa, e un oggetto in particolare fra le sue mani attirò l’attenzione del bruno, che alzò un sopracciglio e grugnì, inquieto.

- Che cazzo è quella roba?

Ian gli mostrò l’attillato paio di slip rossi glitterati che aveva fra le mani senza l’ombra di imbarazzo.

- Il mio costume di scena… - disse con rassegnata pacatezza, contando i secondi prima della tempesta. Osservò Mickey alzarsi in piedi, i suoi occhi opachi lo seguivano vagare in panico avanti e indietro per la stanza.

- Cosa, i pantaloncini dorati del Rocky Horror Picture Show non erano abbastanza? Non esiste che tu ti metta quella roba addosso! Tanto vale andarci nudo! – Mickey cominciò a farfugliare insulti gesticolando con indignazione – Questi cazzo di froci non si accontentano mai. Ti si possono contare i peli pubici con ‘sti cazzo di cosi. E poi, Cristo santo, paillettes rosse? In quale mondo di fatine perverse questa roba è considerata eccitante?

- E’ per San Valentino, Mick – rispose Ian quietamente, sedendosi sul letto con un sospiro.

Mickey si gelò sul posto come colpito da un fulmine, e si voltò lentamente squadrando Ian con un’espressione indecifrabile.

- Oggi? Oggi è San Valentino? – chiese, il tono brusco ostentava irritazione, ma emanava qualcos’altro.

- Yep. 14 Febbraio. – Ian montò un sorriso sghembo, che non raggiunse gli occhi.

San Valentino. Nessuno dei due aveva neppure pensato di far qualcosa insieme.

Non c’è spazio per il romanticismo fra una lap dance, svariati traumi emotivi e un matrimonio di facciata con un figlio nato da uno stupro.

- Volevi… Dovevo… ? – Mickey fece un passo in direzione del letto, il viso improvvisamente intenerito, gli occhi brillanti, le labbra morbide. Ian allungò una mano silenziosa, e attirò Mickey a sé tirandolo per l’asola dei jeans. Il bruno lo guardò con espressione interrogativa, ma gli occhi di Ian non lasciavano trasparire nulla.

Con un mezzo sorriso, Mickey si inginocchiò davanti al letto, e già sembrava prepararsi a scendere per il suo personale regalo di San Valentino, quando l’altro gli mise le mani sulle spalle e lo fermò prima che riuscisse a sbottonargli i pantaloni. Invece, le sue mani trovarono la via sulle sue spalle, e Ian scivolò giù dal letto attirando Mickey in un tenero, goffo abbraccio. Mickey si sbilanciò in avanti, preso alla sprovvista, ma istintivamente cinse la vita di Ian con le sue braccia e appoggiò il mento sulla sua testolina rossa, affondata nell’incavo del suo collo.

Stettero così per un po’, in silenzio, assorbendo quella quiete intima e piacevole.

- Datti malato. Andiamo in albergo. Servizio in camera, un dvd di Van Damme. Come ai vecchi tempi?

Ian scostò lentamente il volto dal collo di Mickey, che posò un leggerissimo bacio sulle sue labbra, guardandolo dritto occhi negli occhi. Era così vicino che avrebbe potuto contargli le lentiggini.

Annuì timidamente e abbassò lo sguardo. Di nuovo fiorì il sorriso sghembo.

Mickey non poté fare a meno di notare che c’era qualcosa di diverso in quel sorriso: sembrava gli occhi brillassero anche se erano rivolti verso il pavimento.

  
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