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Autore: Dian87    13/12/2004    1 recensioni
Sono passati dieci anni da quando tutto è finito, o almeno si pensava che tutto fosse finito...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4 - LA NICCHIA DEL SACRO CONSIGLIO
Aya si trovava sulla jeep che si stava dirigendo verso la nicchia del Sacro Consiglio, dove aveva detto di aspettare che fosse arrivata prima di sacrificare le due rapite. Nella sua mente e nel suo cuore c'erano molti dubbi e incertezze su quello che stava facendo e su quello che andava a fare. Forse sarebbe dovuta sparire, morire, ma voleva tanto bene alla piccola Euiko che le mancava il coraggio di farlo al solo pensiero di non salvarla.
Goku si distese sul sedile, mettendo la testa sulle sue ginocchia, e lei arrossì violentemente, facendo così sorridere Gojyo: lei, di solito così staccata dagli altri da sembrare senza sentimenti, ora era imbarazzata solo perché Goku le aveva appoggiato la testa sulle gambe.
La ragazza lo vide dormire tranquillo. Da quando c'era lui il tempo del viaggio sembrava minore di quando non c'era e anche il suo turno di guardia, spesso si era accorta che, mentre lei vegliava su tutti, lui vegliava su di lei in un modo stranamente silenzioso, stranamente per chi lo aveva già conosciuto. Forse avrebbe dovuto dirglielo, ciò che sentiva quand'era vicina a lui, ma temeva che le cose che stava per scoprire avrebbero causato la sua morte, anche se i demoni uccello avevano smesso di attaccarli molto da quando aveva parlato con il suo "promesso sposo", forse aveva ordinato di non attaccarli per non far saltare la sua "copertura", non lo sapeva e fare solo qualche attacco sporadico.
Spesso, però, si sorprendeva a svegliarsi di soprassalto, nei momenti in cui chiudeva gli occhi, con una paura totale. Non l'aveva mai detto a nessuno, ma i suoi incubi la spaventavano terribilmente. Vedeva pezzi di quelli che potevano essere il suo passato, lei che commetteva assassinii, depredava villaggi, rapiva persone, rapinava e uccideva… cose che, dal momento in cui era stata cambiata non si sarebbe mai sognata di fare, solo di bloccare. Non lo aveva mai detto a nessuno perché aveva paura che la prendessero in giro e credessero che fosse una debole da eliminare subito.
Gojyo osservò bene la ragazza. Gli pareva impossibile che quella "macchina" al servizio di Sanzo e che obbediva immediatamente a ogni suo ordine potesse essere implicata in fatti di più grandi proporzioni. Sapeva quanto poteva essere mortale, ben più di una volta l'aveva vista all'opera da quando l'avevano presa dalla scuola, ma anche quanto dolce e con quanto affetto sapesse trattare gli altri e sapeva soprattutto che voleva bene alla figlia del bonzo come a una sorellina, anche se non erano figlie o della stessa madre o dello stesso padre, com'era successo con lui.
Aveva sentito nei dieci anni in cui si erano allontanati l'uno dagli altri diverse storie sul capo di una banda di demoni che stavano alla nicchia del Sacro Consiglio e sapeva che era stata un'umana a guidarli tutti e a fare numerose vittorie, finché non era misteriosamente svanita nel nulla. Forse era vero, era proprio lei il capo di quella banda, visti anche gli scontri che aveva avuto con i demoni uccello, che parevano facessero di tutto per non ferirla e che, inevitabilmente, andavano incontro alla morte, anche per mano di colei che non volevano ferire.
Tuttavia capiva che non era più la stessa, ogni tanto la vedeva riscuotersi violentemente dal sonno, tanto difficilmente conquistato, piena di terrore. Non sapeva né riusciva a immaginare cosa potesse spaventarla tanto da impedirle un sonno normale e gli pareva che solo quella stupida scimmia di Goku lo sapesse e per questo riuscisse a starle tanto a lungo vicino, fin troppo a lungo per due che fino a dieci anni prima dicevano di essere nemici mortali, forse c'era del tenero in loro che o non l'avevano capito o lo nascondevano molto bene.
Hakkai guidava pazientemente, senza preoccuparsi troppo di ciò che avveniva dietro. Aveva molti dubbi, anche lui, sulla ragazza e si chiedeva se veramente potevano fidarsi ciecamente delle sue indicazioni. Non aveva capito molto bene come se l'era procurate, non aveva spiegato molto bene, solo poche parole confuse. Anche lui, come gli altri, aveva sentito quelle storie dell'umana a capo dei demoni, ma sapeva che nessun demone normalmente obbediva agli umani, loro erano una specie di eccezione alla regola solo perché seguivano Sanzo. Forse la ragazza mentiva del fatto di aver perduto totalmente la sua memoria passata, prima di quando era stata assegnata alla custodia della moglie e della figlia di Sanzo, ma sentiva che anche lei stava soffrendo per il fatto che la piccola era in pericolo.
Sanzo non pensava. In quel momento pareva non pensare nulla, nulla su sua moglie, nulla su sua figlia, nulla sul possibile futuro tradimento di colei che aveva posto alla sicurezza della sua famiglia. Rimaneva impassibile nonostante tutti i pensieri che potevano frullargli in testa, forse si stava solo godendo il silenzio, da quando Goku era tornato il viaggio non era più stato silenzioso come prima. Teneva in mano la sua shoreiju, nascosta dalle maniche poiché aveva le braccia conserte e il tessuto si univa, celando tutto ciò che contenevano.
Goku riposava tranquillamente con la testa sulle ginocchia di Aya. A differenza degli altri, lui sapeva tutto della ragazza, o quasi, ma non aveva mai voluto raccontarlo a nessuno. Sapeva tutto del perché era tanto popolare e ubbidita dai demoni, molto del piano che aveva elaborato per far penare Sanzo e di com'era riuscita e intrappolarlo, ma sapeva anche che senza il Libro che aveva alla nicchia non poteva essere realmente pericolosa, il suo Libro delle Ombre Sottomesse era necessario per eseguire gli incantesimi e i sacrifici.
Stava comodo sulle sue ginocchia, sentiva il suo profumo riempirlo, la sua mano accarezzargli dolcemente i capelli e i sentimenti, totalmente diversi da quelli di dieci anni prima, riusciva più o meno a intuirli. Forse avrebbe voluto dirglielo, quanto teneva a lei, ma aveva paura che potesse fare sciocchezze. Lui, la stupida scimmia, come veniva chiamato di solito, era in grado di amare qualcuno e di preoccuparsi per quello, non era il moccioso insensibile che i suoi vecchi compagni pensavano fosse rimasto. Sapeva quanto avrebbe sofferto Aya nel sapere che era lei la forza che aveva mosso quella lunga serie di eventi.
L'aveva seguita, quando si era allontanata la prima notte che l'aveva incontrata dopo la liberazione dalla trappola, e l'aveva vista cercare di prendere tempo per poter giungere a salvare colei alla quale teneva molto. Forse sognava ad occhi aperti, ma Goku desiderava che ci fosse anche nei suoi confronti tutto quel sentimento che Aya aveva nei confronti della bambina di Sanzo. Socchiuse gli occhi, sentendo che la mano della giovane si era fermata, e la vide dormire con un'espressione spaventata in viso, in non molto si sarebbe svegliata, non appena ciò che vedeva fosse risultato troppo per lei. In fondo era sempre così, fin sa quando aveva cominciato ad amorevolmente sorvegliarla.
- Non vorrei svegliarvi.- disse Hakkai e Aya si svegliò di scatto.- Siamo quasi arrivati, ho visto poco distante una casa abbandonata ma ancora intera, passeremo lì la notte.-
I cinque osservarono la strada. Aya e Goku alzarono lo sguardo sulla poco distante nicchia: l'ora della verità sarebbe presto giunta per tutti.
  
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