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Autore: Bertu    02/04/2014    7 recensioni
Matteo è chiamato da tutti il Gigante Buono. 208 centimetri di tenerezza e amore da donare, anche se preferisce riversarlo sui piccoli pazienti dell'ospedale dove lavora che su una ragazza. Sorriso perfetto e braccia da favola, potrà mai diventare il Grande Gigante Innamorato?
Lucia abiti di fronte a Matteo, ma, complici gli orari diversi e una vita sociale inesistente, non l'ha mai incontrato. Dolce e romantica, ha un debole per i sorrisi, le belle braccia e i bambini. Sogna ormai da anni il suo "Mister X", anche se sa che non lo incontrerà mai: quando parla a un ragazzo balbetta sempre, purtroppo.
Tutto questo, però, è destinato a cambiare.
Gli amici di Matteo e la piccola Cisky uniranno le loro forse non solo per farli finalmente incontrare, ma per svolgere il ruolo di Cupido.
Saranno balbettii?
Sarà indifferenza?
Oppure sarà... amore?
Solo una cosa è certa. Come dice Ivano: "L'amore non è questione di testa, ma di pancia. Anche se io ho solo addominali scolpiti".
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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IL GRANDE GIGANTE INNAMORATO

Capitolo 3

Matteo non era una di quelle persone che impiegano un tempo indefinito per addormentarsi, ma da un po’ di notti soffriva d’insonnia.
A nulla erano valso il karkadè regalatogli dall’amico Luca, la conta delle pecore, e ancora il calcolare le tonnellate di carote che avrebbe dovuto comprare nei prossimi anni per sfamare il povero piccolo ma grande Palla. Aveva perfino provato ad ascoltare il richiamo dei delfini, ma tutte quelle onde avevano un solo effetto: aumentare le sue visite notturne al bagno.

Certo, non era così stupido da non capire da dove provenisse tutta quell’agitazione.
Cisky.
Non era facile diventare padre: in genere un uomo ha nove mesi per prepararsi. Lui, invece, aveva avuto solo tre miseri giorni. La notte i pensieri continuavano a correre come un cricetino sulla ruota: nulla sembrava volerli fermare.

Quella sera, invece, si addormentò subito, non appena la testa toccò il cuscino.
Ma in fondo era pur sempre un infermiere abituato al turno di notte e a svegliarsi non appena sentiva il minimo rumore.
“Un allarme perfetto in caso di furto” così amavano definirlo i suoi genitori. Certo, non avrebbe potuto fare nulla contro una banda di ladri, ma sapeva risolvere il problema che aveva aperto la porta tentando di non fare rumore.
L’aveva sentita scivolare giù dal lettino e attraversare il corridoio, per poi aprire la porta.
- Teo? – sussurrò pianissimo, come se fosse pronta a scappare in camera sua se non le avesse risposto.

Il Gigante allungò la mano e accese l’abatjour sul comodino.
Si mise a sedere sul letto, sorridendo. Sapeva di non essere il massimo appena sveglio, soprattutto se erano le tre e mezza di notte, e non voleva che la sua piccina si spaventasse e cambiasse opinione su di lui.
Ci teneva a rimanere il Gigante Buono. E i Giganti Buoni sorridono. Anche se hanno sonno.
- Che c’è piccina? – le domandò tenendole la mano in modo che si avvicinasse.
I piedi scalzi, gli occhi assonnati e il peluche che le aveva regalato a cena sottobraccio… era più tenera e bella che mai.

Cisky gli prese la mano e si arrampicò sul letto, abbracciandolo come un piccolo koala. Matteo la strinse a sé accarezzandogli i capelli e la schiena ritmicamente mentre aspettava una sua confessione. Aveva poco da temere, quell’angelo biondo. Le avrebbe perdonato tutto, anche l’omicidio di Palla o un buco nel muro.
- Posso dormire con te, Teo? – gli chiese a voce bassissima, il viso ancora premuto sulla maglietta del Gigante.
Matteo sorrise e, mentalmente, si appuntò di comprare il prima possibile delle lucine di emergenza da attaccare al muro. Non si era reso conto che la sua piccina poteva soffrire la paura più comune tra i bambini: il buio.
Fortunatamente l’uomo-che-non-aveva-un-cognome si era offerto di pagare qualunque necessità della piccola in modo da avere la coscienza pulita.
E per fortuna, altrimenti il conto corrente di Matteo sarebbe andato in rosso già dopo l’acquisto dei giocattoli.

- Certo che puoi dormire con me! C’è spazio anche per il tuo amichetto peloso, se vuoi – rispose indicando il peluche.
- Può venire anche Palla? –

Matteo si ritrovò a scuotere la testa. Il suo letto, o qualsiasi altro ambiente che non fosse la sua gabbietta, era off-limits per quel coniglio.
Contrariamente a quello che aveva pensato Matteo, la bambina non fece nessun capriccio. Si accoccolò su di lui tenendo stretto in mano il suo nuovo amico.

Non sapendo nessuna canzone per bambini, Matteo canticchiò la sigla di una serie tv ascoltando il respiro di quell’angelo biondo che diventava, secondo dopo secondo, sempre più profondo.

E lì, in quel letto, a un’ora improponibile della mattina, Matteo sentì la propria anima fondersi con un’altra. Credeva che gli sarebbe successo solo quando avrebbe incontrato la sua anima gemella, invece non era successo con una donna, ma con una bambina.
Era successo con la piccola Cisky.
L’abbracciò, respirando profondamente e chiudendo gli occhi, beandosi di quel momento di pura tranquillità.
Non si era mai sentito così in sintonia con qualcuno.
Né con sua madre.
Né con sua nonna.
Né con i suoi amici.

Conosceva Cisky da pochissimo tempo, eppure… eppure non si era mai sentito così completo come in quel momento.
Amava quella bambina e l’avrebbe protetta a ogni costo.
Protetta e viziata.

Era padre da poche ore, ma sapeva di avere delle grandi potenzialità.

Pensando a come sarebbe stata la vita con quell’angelo al suo fianco si addormentò con il sorriso sulle labbra.

***

Creare un nuovo equilibrio.
Tra tutti i consigli che aveva ricevuto, quello gli sembrava di gran lunga il più sensato. Equilibrio significa serenità, voglia di vivere la vita al massimo, di aprirsi a tutte le esperienze che può offrire e affrontare le avversità in maniera diversa.

Anche lui, dopo la morte della sua adorata nonna Tilde, era partito alla ricerca del suo nuovo equilibrio e poteva tranquillamente affermare che era solo merito dei suoi amici se ora riusciva a vivere in quella bellissima casa che era appartenuta alla nonna.

I suoi amici lo avevano aiutato a creare un nuovo equilibrio.
Lo avevano fatto una volta e potevano farlo ancora.
Cisky doveva essere circondata da persone affettuose, che sarebbero state capaci di volerle bene.
E, per quanto i suoi amici fossero ricchi di difetti, i pregi non scarseggiavano.
Lo avrebbero aiutato.

Fortunatamente era sabato mattina il che significava “Colazione dal Gigante”, un abitudine iniziata ai tempi delle superiori e che sembrava voler continuare nel tempo. A dirla tutti all0inizio non si trattava di una colazione, bensì di un pranzo. Gli anni avevano cambiato l’orario ma non lo spirito goliardico dei partecipanti.
Nonostante si fosse fatto sentire poco in quei giorni, aveva troppo da fare!, sapeva che si sarebbero presentati puntuali alle dieci.
Luca avrebbe preso brioches e caffè al bar sotto casa sua. La tresca che aveva avuto con la figlia del fornaio gli aveva garantito uno sconto a vita.

Matteo ritornò nella sua camera e rimboccò le coperte a Cisky. Durante la notte la piccola non aveva fatto altro che muoversi; si era calmata solamente quando Matteo aveva iniziato ad accarezzarle le braccine. Invece ora dormiva tranquillamente, senza muoversi neanche di un millimetro.

Il Gigante chiuse bene le imposte in modo che la luce non entrasse e socchiuse la porta. Sistemò poi la cameretta della piccina e prese una carota dal frigorifero per Palla. Restò stupito quando notò che nella gabbietta ce n’erano ben tre, tutte in punti diversi.
Scosse la testa reprimendo una risata.
A quando pare la povera Cisky doveva aver pensato al suo nuovo amico prima di chiedere a Matteo se poteva dormire con lui.
Di quel passo Palla avrebbe avuto bisogno di un’altra gabbietta. Sarebbe diventato il coniglio più ciccione del mondo.

Guardando fuori dalla finestra notò la Panda e la moto di Ivan.
Perché avevano scelto proprio quel giorno per essere puntuali? Proprio quando aveva bisogno di racimolare il coraggio e la calma ecco che già suonavano il campanello.
Matteo aprì il portone e si piazzò davanti alla porta del suo appartamento.

Sentendo la voce di Ivan risuonare per le scale si calmò.
Si trattava dei suoi amici, non di una squadra di Inquisizione Spagnola.
- Allora… hai trovato le mie spogliarelliste? -
- Quante volte te lo devo dire? Io non conosco spogliarelliste! –
- E ballerine di lap dance? –
- No –
- Bourlesque? –
- Ti sembro il tipo? –
- A dir la sincera verità… sì. Gian ha già detto che lui non vuole saperne niente del mio addio al celibato. Ma non posso organizzarlo io! Sono il festeggiato –

Intanto i tre avevano raggiunto il pianerottolo di Matteo che, sconsolato e sconcertato, scuoteva la testa massaggiandosi la nuca.
- Gigante! Tu hai qualche collega che si spoglierebbe per arrotondare la paga? - chiese entrando in casa perfettamente a suo agio.
- Non so… posso provare a chiedere. Ma sai come si dice: mali estremi, estremi rimedi… Puoi sempre chiedere ad Alice se non ti fa uno spettacolino privato –

Ivan gli lanciò uno sguardo omicida e scosse la testa.
- Non voglio condividere con voi la mia donna, nonché futura moglie. E poi scusa… se Alice mi fa uno spettacolino per par condicio  dovrei chiedere anche a Giorgi e non credo che quella magnifica ragazza abbia dei problemi: farebbe qualsiasi cosa per il suo architetto sexy. E fin qui… nessun problema! Ma noi… beh, noi siamo in quattro e gli altri due, non farò nomi non vi preoccupate, non possono sempre andare a scrocco. Quindi è meglio trovare un’altra idea… e in fretta -

Gianluca si era seduto sul divano, la testa tra le mani. Matteo gli passò vicino allungandogli un cappuccino e una brioches.
- Allora dobbiamo trovare un’altra soluzione! –
- Ma mi ascolti quando parlo? Cos’ho appena detto?! – Ivan, senza troppe cerimonie, si accomodò al tavolo, prendendo la sua brioche dal sacchetto. A bocca piena, continuò la sua arringa. Grazie a Dio non faceva l’avvocato, altrimenti non l’avrebbe fermato nessuno.
- Ragazzi, io penso soprattutto a voi e alla vostra salute sessuale! Non potete stare in astinenza per così tanto tempo. Non è salutare! –
- Grazie per il tuo affetto. Come faremmo senza di te? – rispose Luca sarcastico.
Ivan, intento ad aprire la lavastoviglie, non si accorse del tono sarcastico e sorrise contento.
- Dovere, vecchio -

Tutti rimasero in silenzio un attimo, cercando qualcosa che distrasse la mente di Ivan dalle spogliarelliste. Ma la quiete non durò a lungo.
- Gigante! Lo sapevo che prima o poi saresti andato a segno! -
Tutti guardarono il biondo con fare perplesso. Cosa stava dicendo?
Ivan estrasse due bicchieri dalla lavastoviglie.
- Ragazzi! Ci sono due bicchieri, due piatti fondi e due piatti piani, due forchette e due coltelli. Matteo non sta vivendo più in castità! -

Matteo prese un respiro profondo.
- Ivan, ma di che stai parlando…? -
Da canto suo, il biondo cominciò a blaterare sulla felicità della vita di coppia e sui benefici che portava.
- Basta solitari per l’alzabandiera mattutina! Basta fantasie! Ora solo realtà! Gigante… vuoi negare che ieri sera hai cenato in compagnia? -

Matteo scosse la testa. Era inutile fingere. Per quanto avesse paura, doveva dire la verità.
Ivan sembrava toccare il cielo con un dito.
- Allora… chi è la fortunata? -
Il Gigante sospirò… fosse stato così facile parlarne.
Ivan, invece, continuava a incalzarlo. Non era stato così agitato da quando aveva cantato “Can’t fight this feeling” ad Alice.
- Gigante, con chi hai cenato ieri sera? DICCELO!!! -

La risposta di Matteo fu anticipata da una vocina da bambina.
- Con me -
Tutti si voltarono verso Cisky che, ancora assonnata, trotterellava verso Matteo per farsi prendere in braccio.
Poi, con sguardo angelico, guardò gli amici del Gigante negli occhi.
- Teo è il mio nuovo papà -

***

Il silenzio che calò nella stanza fu a dir poco inquietante. Fortunatamente fu interrotto da dei colpi di tosse di Luca che, rispettando la sua tradizione, si era bruciato la lingua e quasi soffocato con il caffè. I suoi occhi, come quelli del biondo e di Gian, erano puntati sulla bambina in braccio al Gigante.

Nessuno aveva il coraggio di parlare, di fare una domanda che potesse risultare insidiosa. Anche Ivan, sempre pronto a parlare per togliere i suoi amici dai pasticci, era inspiegabilmente diventato muto. Gli occhi sgranati e la mascella che toccava terra.
Se la situazione non fosse stata così complicata, Matteo sarebbe scoppiato in una risata fragorosa.
La sua Cisky era riuscita dove genitori, professori, amici e perfino poliziotti avevano fallito: far tacere Ivan.

I secondi passavano e quel silenzio continuava a farsi più fitto e nessuno sembrava volergli porre rimedio. La piccola stava iniziando ad agitarsi; sicuramente anche lei stava percependo la tensione che aleggiava tra loro e questo sicuramente non andava a favore del nuovo equilibrio.

Si sedette sul divano, sempre con la bambina in braccio, e si guardò intorno.
Le facce dei suoi amici erano… indescrivibili.
Scoppiò a ridere senza motivo, sempre con la testolina di Cisky nell’incavo del suo collo.
Certamente doveva sentirsi molto in imbarazzo.

- Allora… non siete contenti per me? – chiese con voce allegra anche se ancora incerta.
Fu Ivan a rispondere, dopo aver masticato accuratamente quello che restava del suo cornetto.
- Gigante… lo sapevamo che saresti stato il primo a diventare padre, su questo non c’erano dubbi. Ma, oltre a sperare che questa gioia avvenisse più in là nel tempo… come hai fatto a partorire questa bambina? Noi ti abbiamo visto sotto la doccia! Non ci hai mai nascosto nulla! -

Matteo incenerì Ivan con lo sguardo. Con Cisky all’ascolto non si poteva parlare così alla leggera di docce comuni, parti intime... e Dio sa cosa.
Cogliendo la frase inespressa, il biondo si strinse nelle spalle e mosse la mani convulsamente.
- Eh… Gigante, come posso spiegarmi! Dove hai trovato la materia prima? -
Matteo scosse la testa…
Materia prima. Come se Cisky fosse cresciuta su un albero e lui l’avesse colta prima che cadesse a terra.

Gianluca intervenne, cercando di togliere il migliore amico dall’imbarazzo. Si rivolse direttamente a Cisky sorridendo in modo aperto. Lui trattava tutti i giorni con Ivan e con neo laureati pazzi, quindi sapeva come comportarsi.
- Come ti chiami? -
La biondina si nascose nella maglietta di Matteo, stringendo forte il suo peluches. Matteo le accarezzò i capelli.
- Non vuoi proprio dire a Gian come ti chiami, piccina? -
Cisky scosse la testa, continuando a non voler vedere Gian. Fu Matteo a rispondere al suo posto.
- Questa bellezza si chiama Cisky. Lui è lo  zio Gian, quello biondo con la cresta è lo zio Ivan e poi c’è lo zio Luca. Sono i miei migliori amici e i tuoi nuovi zii -
Luca borbottò che era davvero bello essere presentati per ultimi e che non gli avrebbe più portato nessuna brioches se succedeva ancora una volta.

Cisky, a sentire parlare di cibo, si girò subito.
Scese dalle gambe di Matteo e trotterellò verso Luca, il sorriso aperto e l’imbarazzo completamente dimenticato.
- C’è qualcosa anche per me? -
Luca non potè resistere. Anche se aveva impiegato mesi a costruire la sua corazza impenetrabile di “uomo tenebroso e duro come l’acciaio”, si sciolse guardando quella bambina. Le sorrise, il primo sorriso vero da mesi, la prese in braccio e la coccolò mentre faceva colazione.

Ivan sentì la sua mascella cadere di nuovo.
- Sbaglio o ha sorriso? – sussurrò agli altri due esterrefatto.
- Quella bambina ha compiuto un miracolo – rispose Gian.
- Ѐ semplicemente un amore, vero? – Matteo constatò che Cisky non aveva conquistato soltanto lui, ma anche tutti i suoi amici.

Mentre osservava la sua bambina raccontò loro della chiamata d’urgenza all’ospedale e condivise quelle poche informazioni riguardanti l’uomo-senza-un-cognome e riversò su di loro le sue preoccupazioni.
Chi avrebbe badato alla piccola in sua assenza? Voleva che fosse circondata da persone fidate, persone che sapeva che l’avrebbero difesa, persone che conosceva e che sapeva l’avrebbero aiutato a costruire un nuovo equilibrio.
Persone come… come loro.

Tuttavia non aveva assolutamente il coraggio di chiederlo. Forse l’ospedale gli avrebbe permesso di restare a casa degli altri giorni in modo da fare dei colloqui e scegliere la babysitter più adatta per la biondina.
- Non pensarci neanche, Gigante – gli intimò Ivan, interrompendo il corso dei suoi pensieri.
Gianluca annuì e posò una mano sopra la spalla dei Matteo.
- Non ti preoccupare per Cisky. Non sei da solo e credimi… Tutti in questa stanza vogliono darti una mano. Non vedevo Luca sorridere in quel modo da tanto, tanto tempo -

I tre posarono lo sguardo sul cerbiatto tenebroso che faceva le smorfie per divertire la piccolina.

È vero, un bambino ti cambia, ma non si è mai parlato della rapidità di questo fenomeno. Luca, zio da poco più di dieci minuti, avrebbe dato tutto quello che possedeva per far felice Cisky e vederla sorridere.
E sono questi i cambiamenti che fanno veramente crescere, a ventotto anni come a cinquanta.

Cisky
Oggi ho conosciuto i miei zii.
Lo zio Ivan adora Palla.
Lo zio Gian ha la faccia simpatica.
Il mio preferito è lo zio Luca.
Aveva la guancia sporca di marmellata.
È il più simpatico di tutti.
Speriamo mi vogliano bene.

 

È davvero difficile scrivere le note finali del capitolo.
Sapete perché? Perché ho paura di trattare questo argomento delicato in modo irrispettoso, di non riuscire a comunicare bene i sentimenti di Cisky o le paure di Matteo :) In poco tempo mi sono affezionata tantissimo a loro e voglio trasporre al meglio tutto quello che mi sono prefigurata in testa :) Ecco… adesso sapete tutto  xD
Quindi… adesso la parola sta a voi. Spero che il capitolo via sia piaciuto e, se avete due minutini di tempo e riuscite a lasciarmi una recensione mi renderete felicissima :) Critiche, consigli, suggerimenti… fatemi sapere la vostra :)
Vi ricordo il mio account fb (https://www.facebook.com/bertu.efp). Friend me on fb per saperne di più sul nostro infermiere dal cuore d’oro e su tutti i suoi pazzi amici :P
Se proprio non potete resistere e volete domandarmi qualcosa… Mi trovate anche su ask :D (http://ask.fm/BertuEfp )
Prima di lasciarvi… c’è un angolo spam :)
“Una pinta di inchiostro irlandese” è la mia prima long nel fandom dei 1D. Ha come protagonista Niall :) Spero di potervi ritrovare anche dall’altra parte :)
Ivan e la sua cresta vi stritolano in un abbraccio :)
Tanto amore <3
Robi

P.s: un bacione enorme a Dobby17, IlaPerla, Serena25, Beatrice94 e Maka_Soul_145 per aver recensito lo scorso capitolo *^* <3

   
 
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