Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Calmoniglio    02/04/2014    2 recensioni
Lily si appena trasferita nella caotica Londra. Ormai in ritardo per andare a lezione si siede su una panchina a piangere per il disastro combinato. Ed è lì che incontrerà il gruppo più strano del mondo: Peter, Susan, Edmund e la piccola Lucy.
Un nuovo incontro che la porta in un magico mondo chiamato Narnia dove i ragazzi e le ragazze sono rispettivi re e regine. Qualcosa non va però, gli alberi sono malati e Aslan non si trova.
Nuove amicizie e nuovi amori. Vecchie rivalità e segreti. Antiche profezie da tempo dimenticate.
// Una ragazza insicura di sé con un gran dono riuscirà a salvare Narnia?”
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raggiungemmo Susan, Edmund e Lucy proprio nel mezzo di un discorso.
- Sarebbe davvero bello, sai? Proprio come hai vecchi tempi. – stava dicendo Lucy – Vi ricordate? – chiese agli altri.
– Come scordarcelo Lu, tutte quelle decorazioni e quante persone! – esclamò Susan.
- Ehm … posso sapere di cosa state parlando? – Chiesi con una punta di curiosità.
- Ogni anno, di tanto tempo fa, si organizzava un ballo chiamato “il ballo delle lanterne”, dopo la festa uscivamo in giardino e insieme agli abitanti lanciavamo in aria le lanterne esprimendo desideri. Ebbene, questa festa si celebra oggi. – concluse Susan.
 – Quindi dobbiamo organizzare le decorazioni, gli invitati … tutto praticamente! E tutto questo in una sola giornata! – finì Edmund.
- Perché non cominciare subito allora.– dissi con un alzata di spalle, come se fosse una cosa normale – prima iniziamo, prima finiamo no? –
- Sentito Lily, a lavoro! – disse Peter scherzando. Ridemmo tutti e dopo ci dividemmo i ruoli da compiere. Lucy sarebbe andata ad avvertire tutti: dal consiglio agli abitanti persino ai re e regine di altri luoghi. Susan e io avremmo preparato tutte le decorazione della sala comune mentre Peter e Edmund avrebbero pensato al resto.
-Okay, questi sono ruoli, quindi iniziamo subito. – disse Susan.
 Detto questo ci salutammo tutti e ognuno prese una direzione diversa ed io ovviamente seguì Susan che stava passando da un corridoio all’altro.
 – Da dove partiamo? – chiesi.
– Dalla sala principale – rispose Susan.
Dopo varie scale giungemmo in un grande salone anzi ,oserei dire, enorme. In fondo alla stanza, sopra tre gradini, c’erano 4 troni, uno per ogni fratello e sorella pensai. Erano proprio belli, pieni di gemme preziose e decorazioni. Il resto della stanza, tutta in marmo, era decorata con magnifici disegni e mobili: scrivanie, scacchiere, divani, sedie e quant’altro. Intorno alla stanza c’erano grandi finestre con delle tendi verdi che raffiguravano alcuni animali.
 – Bella vero? – chiese Susan – anch’io la prima volta ero come te, mi guardavo continuamente intorno, soltanto che avevo migliaia di occhi puntati su di me e non potevo certo stare con il naso all’insù – rise, così mi unì a lei.
– Com’è che siete re e regine? – domandai. – é una buffa storia – disse – fu Lucy la prima a scoprire Narnia. All’inizio la credevamo pazza, ma ci ricredemmo quando attraversammo l’armadio. Non so come sia accaduta questa volta, ma la prima volta entrammo da un armadio di pellicce, la seconda invece … Comunque venimmo qui e sconfiggemmo una perfida strega che si era autoproclamata regina di Narnia. Era sempre inverno e mai Natale. Poi arrivò Aslan e insieme sconfiggemmo la strega, così facendo si avverò la profezia e … adesso siamo qui. – Era stata un po’ sbrigativa, ma almeno adesso ne sapevo di più. C’era ancora un dettaglio che ancora mi sfuggiva. Aslan. Quel nome mi dava una strana sensazione allo stomaco, ero felice e triste allo stesso tempo come …  
- Lily, andiamo che dobbiamo iniziare. – chiamò Susan. Così ritornai con i piedi per terra e iniziammo a decorare la stanza. Avevamo ancora gli scatoloni in mano quando  arrivarono donne, uomini, bambini, nani e … fauni? Insomma, arrivò un bel po’ di gente a darci una mano. Come prima cosa mettemmo dei tavoli e delle sedie lungo i lati della sala, poi aggiungemmo le tovaglie ed il resto. Aggiungemmo dei lunghi tappeti colorati ed infine qualche decorazione alla stanza come delle luci. C’era voluto qualche ore ma il risultato era ottimo. A proposito di ore … che ora era? Mi affacciai alla finestra più vicino a me e, guardando il sole, dovevano essere circa le due di pomeriggio. Il mio stomaco non tardò a confermare il tutto, nonostante avessi mangiato da poco.
- Okay qui abbiamo finito. Oh ecco gli altri! – disse Susan, che nel frattempo si era avvicinata a me.  
- Noi abbiamo finito e anche Lucy – disse Peter. – Quindi adesso abbiamo sistemato tutto. Non ci resta che … -
- Mangiare!- rispose Edmund, finendo la frase. – Si, mi pare una buona idea – confermò Lucy.
Senza aggiungere altro tre fauni arrivarono con piatti di argento colmi di cibo. – Bhé … Buon appetito! – disse Edmund prendendo un coscio di pollo.
 
***
 
Il pomeriggio era volato: finito il pranzo ci dirigemmo nel giardino reale dove parlammo un po’ del più e del meno, finché un fauno non venne a chiamarci per i nostri preparativi. Ci divedemmo tra femmine e maschi, così salutammo Edmund e Peter e ci avviammo nelle camere dove un personale staff ci avrebbe sistemato.
Lucy e Susan avevano già i vestiti pronti perciò non ci misero molto a prepararsi. Erano bellissime. Lucy portava un lungo abito rosa e i capelli raccolti in una coda. Susan, invece, portava un abito arancione con qualche sfumature di rosso via via che si avvicinava ai piedi, i capelli mossi che le ricadevano dolcemente sulle spalle. Infine indossavano entrambe le corone piene di gemme.
- Lily! – aveva esclamato Lucy – bisogna trovare qualcosa anche per te! Avanti cara, vieni con me! – prendendomi per mano.
 In tutto quel tempo io me ne ero stata tranquillamente seduta su una comoda poltrona, osservando i preparativi. Mi portò davanti ad uno di quei grandi armadi, quelli che sembrano non finire mai. Lo aprì e mi ritrovai davanti a me un centinaio di vestiti di tonalità diverse.
Prese una decina di vestiti e disse  – Okay, questi sono quelli più belli. Provali pure – non sapevo cosa dire e così, imbarazzata, balbettai un grazie e mi inizia a provare i vestiti, uno dopo l’altro. In tutta la mia vita non mi era mai capitato di dover indossare un vestito. Ero sempre vissuta in campagna con il fango e le polveri. Era una sensazione del tutto nuovo. Dopo varie prove, alla fine decidemmo per il vestito azzurro. Mi calzava a pennello, non aveva maniche e aveva una fascia che mi stringeva sotto il seno. Il resto era fatto a falde una azzurra e una rosa chiaro fino al ginocchio. Sciolsi i capelli, erano mossi grazie alla treccia e decisi di lasciarli così. Mancavano le scarpe. Un bellissimo paio di scarpe basse, solo con un piccolissimo tacchetto, celesti. Mi guardai un’ultima volta allo specchio, era come vedere un’altra me. No, decisamente non ero io.
– Sei bellissima – dissero entrambe le sorelle. – e adesso andiamo, i nostri fratelli ci aspettano – disse Lucy. Uscimmo dalla stanza e ci incamminammo verso la sala. Dalla cima degli scalini si poteva benissimo ammirarla, era leggermente diversa da come l’avevamo lasciata. Ma era pur sempre favolosa. Le persone stavano iniziando ad entrare, così come gli animali. In fondo alle scale c’erano Edmund e Peter che parlavano allegramente con un ... cavallo con la testa da uomo? Centauri disse una vocina dentro di me.
Sia Edmund che Peter portavano un bellissimo smoking nero e le loro rispettive corone. Non avevamo ancora finito di scendere le scale quando Peter mi guardò – Wow sei … ecco, bellissima – disse imbarazzato. – Anche te non stai male – risposi. Stupida! Certo che non stava male, era solamente il re di tutta Narnia! Si stava avviando una di quelle pause imbarazzanti così Lucy disse – Vogliate scusarmi Re Supremo,  ma potete fare anche dei complimenti alle vostre sorelle … sempre se ne avete tempo – Edmund e Susan iniziarono a ridere insieme a Lucy. –  Certo, complimenti davvero – rise di rimando. Subito dopo il nostro arrivo un fauno annunciò la cena e tutti andarono ai propri posti. Lucy, Edmund, Susan e Peter  andarono in cima alla tavola. C’era un posto vuoto accanto a Edmund, così mi misi a sedere vicino a lui.
Non vorrei annoiarvi troppo parlando della cena, basta solo dirvi che furono servite portate su portate, su piatti d’oro e d’argento, una più buona dell’altra.
Finita la cena, iniziarono le danze. La verità era che io non ero affatto brava a ballare, non avevo mai imparato. Così mentre tutti si alzarono per andare a ballare, io rimasi a sedere insieme a pochi altri che, evidentemente, erano nella mia stessa situazione. Ammiravo i movimenti buffi che facevano alcune persone cercando di non ridere troppo. Erano uno spettacolo, c’era chi sapeva realmente ballare e chi invece si limitare a fare qualche passetto oppure altri che sembravano fare ginnastica.
 – Allora, vuoi startene lì seduta tutta la notte? – mi chiese una voce un po’ grottesca.
Mi voltai e trovai un nano che conoscevo, anzi, l’unico. – Krun! – esclamai!
 Il nano sorrise – Allora? – replicò. – io … non, ecco … io non so ballare. – dissi imbarazzata.
– Ma mia cara, è così semplice. Devi solo lasciarti andare. – rispose il nano.
Certo semplicissimo per qualsiasi persona, tranne che per me.
  – Come fai a saperlo se non ci hai mai provato? – continuò il nano. I nani potevano leggere anche nel pensiero?
In quello stesso momento arrivò Peter  – Ehi, cosa aspetti a venire a ballare? Tra poco usciremo fuori per le lanterne. Avanti questi sono gli ultimi balli! Su! –
Non ebbi nemmeno il tempo di replicare perché, mentre Peter mi prendeva per mano, Krun mi alzava dalla sedia e, in men che non si dica, mi ritrovai sulla pista da ballo. Fortunatamente Peter ci sapeva fare e non mi restò che assecondarlo. Devi solo lasciarti andare. In un certo senso era vero. Dopo le prime incertezze volteggiavo come se lo avessi sempre fatto. Era davvero buffo, come si poteva ben vedere da fuori. Continuavo a muovermi e a ridere allo stesso tempo. Mi girava un po’ la testa ma non ci feci molto caso. Poi la musica rallentò e partì un lento, o almeno quello che sembrava un lento. Ecco se prima ero in imbarazzo adesso lo ero ancora di più. Non sapevo che fare, la musica era cambiata quindi doveva cambiare anche il tipo di ballo, immaginai. Fu Peter che fece la prima mossa prendendomi per i fianchi.
 – Appoggia le mani sulle sue spalle – disse qualcuno alle mie spalle. Con la coda dell’occhio vidi Krun, così non mi resto altro che fare come mi aveva consigliato.
 Adesso eravamo vicini, molto vicini. – Allora ti piace Narnia? – disse Peter cercando di smorzare la tensione.
 – Certo, ha qualcosa di … magico – risposi.
– Sono contento che ti piaccia – aggiunse.  
Abbassai lo sguardo e quando lo rialzai Peter mi stava guardando. Era strano, con lui mi sentivo al sicuro. Era un sentimento nuovo e allo stesso tempo così diverso da tutti gli altri. Non sapevo dove mi trovavo e non mi ricordavo niente. L’importante adesso era lui davanti a me, il resto del mondo poteva sparire. Ancora più vicino, ormai potevo sentire il suo respiro caldo sul mio corpo.
- Peter  andiamo che è or ... – disse Lucy ma appena ci vide bene assunse un’aria colpevole.
– Si, certo. – disse Peter, cercando di non far sentire la sorella troppo in colpa. Ma in fondo, che colpa aveva?
 – Andiamo – Mi sussurrò Peter prendendomi per mano. Così , mano nella mano, ci avviammo nella terrazza. La terrazza era molto grande e quasi tutti era pronti con le lanterne in mano. – Re supremo – disse un nano vicino a noi, consegnandogli una lanterna. Peter lo ringraziò poi prese la lanterna con un mano e con l’altra appoggiò la mia mano sulla lanterna. Mi guardò rapido, come a cercare una conferma.
 – Pronti? – Urlò Peter. La folla, in tutta risposta, iniziò ad urlare per l’eccitazione. Peter guardò Lucy che era al suo fianco insieme ad Edmund  – Via! – urlò Lucy, con tutta la sua voce.
Dato il segnale, le lanterne partirono in aria. Erano a centinai, forse anche di più. Le lanterne parevano ballare nel cielo stellato provocando uno spettacolo stupendo. Non sapevo chi faceva più luce, se le lanterne o le stelle.
Guardai gli altri,erano tutti lì, con il naso all’insù ridendo e chiacchierando. Alcuni bambini stavano giocando fra loro, altri erano con le mani unite nell’intento di esprimere un desiderio. Vidi anche delle persone con delle corone, i re e le regine di cui parlava Lucy. Mi sembrava che Susan fosse lì, insieme ad un ragazzo con un lungo mantello e dei capelli neri. Lucy stava parlando con un fauno, mentre Edmund con altri ragazzini della sua età.
Il mio sguardo cercò quello di Peter ma non lo trovò, eppure era qui vicino a me poco fa. All’improvviso sentì delle braccia calde stringermi da dietro. Era Peter. Ma non era un abbraccio qualunque,era uno di quelli caldi e colmi d’affetto. Così mi girai, lo guardai dritto in faccia e lo strinsi forte a me. Sorrisi, come non avevo mai fatto prima. Poi sentì qualcosa nello stomaco, qualcosa che faceva il solletico.
 
***
 
La sera si era prolungata per altre ore, io e Peter avevamo passato una serata fantastica ridendo e scherzando con gli altri. Era notte inoltrata quando la gente iniziò ad uscire, così quando la stanza era ormai vuota ce ne andammo anche noi. Peter mi accompagnò davanti alla mia stanza.
– Bene, eccoci qua – dissi.
– Eccoci qua – fece eco Peter.
Restammo qualche attimo in silenzio – Io … - esclamammo insieme. Iniziammo a ridere, scherzandoci su. – Bella serata – disse infine Peter.
 – Ottima, direi – risposi io.
 – Allora buonanotte – conclusi.
 – Buonanotte – ripose lui avvicinandosi verso di me e baciandomi sulla guancia – sogni d’oro – sussurrò infine.  Entrai in camera e mi sdraiai sul letto ancora vestita, sentivo i passi che si stavano lentamente allontanando. Chiusi gli occhi ripensando alla serata passata, nel farlo, non mi accorsi nemmeno di star sorridendo.
 
  
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