Serie TV > NCIS
Segui la storia  |       
Autore: zavarix    02/04/2014    6 recensioni
Kelly è ancora viva, ma la squadra non la conosce, che succede quando si troveranno a lavorare insieme?
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jennifer Shepard, Kelly Gibbs, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


"Ehi... Key!". Jonah fece voltare dolcemente la sua collega prendendola per una spalla. "Che succede?". Aveva notato che, da quando aveva fatto quella telefonata all'NCIS, lei era diventata sempre più agitata e arrabbiata.
"Sto bene", rispose in un tono che perfino un sordo avrebbe capito che la vera risposta era esattamente il contrario.

"Beh, vedi di riprenderti. Non ho intenzione di mollare il caso e ho sentito che i tizi dell'NCIS non collaborano volentieri". Key annuì mentre Jonah si voltava verso l'inizio del vicolo in si era consumata la tragedia. "Si parla del diavolo... Mi sa che sono arrivati"

 

 

***

 

 

McGee e Tony scesero dalla macchina molto malfermi sulle gambe, potevano lamentarsi su come guidava Ziva, ma erano perfettamente d'accordo sul fatto che Gibbs guidava ancora peggio.
"DiNozzo!". L'agente si riscosse quando il capo lo chiamò. "Tu con me". Gli altri due intanto iniziarono il loro lavoro sulla scena, andando anche a parlare con Ducky, già chino sul cadavere.

"Che succede capo?", chiese Tony raggiungendolo con due passi di corsa.
"A quanto pare il detective non vuole cederci il caso, parlava di collab...". Al sentire la voce di Gibbs interrompersi così di colpo Tony si voltò a guardarlo, scoprendo che non era più al suo fianco, ma che era fermo qualche passo più indietro. Seguì il suo sguardo e notò che, dietro all'uomo che doveva essere il loro detective, era apparsa una giovane donna, con i capelli rossi lunghi, e che anche lei fissava intensamente il capo.
"Ziva mi uccidere se mi sentisse, ma la ragazza è davvero...". Non fece in tempo a finire la frase, Gibbs l'aveva raggiunto e gli aveva dato un forte scappellotto. Tony, sorpreso da tutta quella situazione si voltò a guardare McGee e Ziva, che avevano, anche loro, interrotto il loro lavoro e guardavano stupiti la scena.
"Lei deve essere...", iniziò Jonah una volta che Gibbs li ebbe raggiunti. Poi notò gli sguardi che si lanciavano la sua collega e l'uomo dall'aspetto severo che aveva davanti. "Vi conoscete?", chiese stupito decidendo di ignorare la prima, inutile domanda.
"Direi di sì, Jonah. Ci conosciamo". Il collega spalancò gli occhi non volendo credere al collegamento che aveva appena fatto.
"Non dirmi che voi... Sì, insomma... Che lui...", balbettò mentre Gibbs sembrava ignorarlo, troppo concentrato su Key, e anche Tony li raggiungeva.
"Hai visto giusto, Jonah. Leroy Jethro Gibbs è mio padre". L'aveva detto abbastanza forte e tutti la sentirono, compresi Ducky, Palmer, Ziva e McGee, che li guardavano con occhi e bocca spalancate. Seguì un lungo silenzio, interrotto solo dal solito rumore della città e dai poliziotti che continuavano il loro lavoro.
"Beh, allora immagino non ci siano problemi a collaborare, no?", disse Jonah cercando di alleggerire la situazione che, per chissà quale ragione, si era fatta pesante. Gibbs gli lanciò un'occhiata e lui rabbrividì. Era una di quelle occhiate che a volte gli lanciava anche Kelly, solo che questa era, in un certo senso, più potente. Però gli occhi azzurri erano identici.
"Io dubito che non ci saranno problemi", intervenne Kelly con un sorriso. "Come ti ho detto lo conosco bene".
Tony era spiazzato, non riusciva a chiudere la bocca, e passava lo sguardo dalla donna al capo, chiedendosi anche se quest'ultimo fosse diventato una statua, visto che non accennava a parlare. Ma Gibbs non lo era diventato e alle parole della figlia aveva roteato gli occhi come era solito fare.
"Ti posso parlare?". Quelle erano le prime parole pronunciate dall'uomo e nessuno ebbe dubbi nel capire a chi fossero rivolte. Kelly non rispose, ma Tony decise di obbedire e andò a raggiungere Ziva e McGee, che sembravano incapaci a togliere lo sguardo. Anche Jonah, dopo un attimo di esitazione, se ne andò.
Così i due rimasero da soli a fronteggiarsi.
"Non sanno chi sono". Kelly aveva indicato con la testa i tre agenti di suo padre, che avevano ripreso il loro lavoro, ma che ogni tanto continuavano a lanciare qualche occhiata a loro.
"Anche il tuo collega sembrava sorpreso di vedermi", le rispose a tono Gibbs.
"Forse non gli ho detto che lavoravi all'NCIS... Ma loro non sapevano che io esistessi". Pian piano, nella voce di Kelly, stava aumentando la rabbia. "Quante mogli hai avuto per loro? Solo tre?". Gibbs non rispose, ma distolse lo sguardo e per Kelly fu abbastanza come risposta. "Non hai avuto abbastanza fegato per parlargli di mamma... E non gli hai parlato di me...", lasciò la frase in sospeso e Gibbs sembrò sul punto di dire qualcosa, ma Kelly alzò un dito facendogli segno di stare muto. "Collaboreremo in questo caso, non riuscirai a far stare fuori Jonah, ma vedi di starmi lontano". Detto questo se ne andò a raggiungere Strauss.

 

 

 

“Ha una figlia e non ce lo ha mai detto”. I tre agenti stavano discutendo davanti allo schermo gigante nell'open space.
“Se è per questo ho sempre pensato che suo padre fosse morto”. I tre si girarono e trovarono a guardarli, sorridente, il detective. “Jonah Strauss, il collega di Key”, si presentò.
“Key?”, chiese Tim stringendo la mano che gli veniva porta.
“Oh, sì, scusate. Kelly, la figlia del vostro capo...”, specificò accorgendosi di aver usato il nomignolo.
“L'avevamo capito... Solo che tutta questa faccenda ci sta mettendo in confusione”, disse Ziva, senza notare che dietro le sue spalle stava arrivando Kelly.
“Immagino”. Tutti sobbalzarono al sentirla, nessuno l'aveva vista arrivare. “Voi mi conoscete già, anche se da poco. Comunque sia, io sono Kelly Gibbs”. Guardò per un attimo i tre agenti che si limitarono a fissarla a loro volta. Poi Jonah diede una piccola spinta a Tony il quale sembrò riscuotersi e andò ad afferrare la mano della giovane donna dai capelli rossi.
“Anthony DiNozzo, ma mi puoi chiamare Tony”, disse con un sorriso. Poi si presentarono anche Tim e Ziva.
“Dov'è, dov'è, dov'è, dov'è?!”. Dal corridoio a destra dell'open space arrivò, di corsa, Abby, con i codini svolazzanti. Individuò subito Kelly e, senza lasciare il tempo a nessuno di dire o fare niente, la abbracciò, spiazzando la diretta interessata. Poi la lasciò andare e fece un sorriso da orecchio ad orecchio. “Salve! Sono Abby, l'esperta forense. Ma puoi chiamarmi Abbystein, oppure donna grimaldello, oppure genio della lampada. Insomma chiamami come vuoi. Tu devi essere la figlia del capo! Ti chiami Kelly, vero? Appena l'ho saputo non vedevo l'ora di conoscerti! Ti hanno mai detto che assomigli molto a tuo padre? Hai gli stessi occhi! Però mi sa che il colore dei capelli lo hai preso da tua madre. Aveva i capelli rossi anche lei? Lo immagino perché tutte le ex mogli di Gibbs hanno i capelli rossi! A proposito... A te stanno simpatiche? Perché le due che ho conosciuto non le sopporto...!”. Dopo tutto quel fiume di parole Kelly non resistette più e scoppiò a ridere, stoppando, finalmente, Abby.
“Sono felice di averti conosciuta, Abbs. Mi sa che andremo d'accordo. Mi puoi mostrare il tuo laboratorio? Vorrei rivedere anche le prove”. I tre agenti si guardarono. Se a prima vista sembrava molto simile a suo padre, in quel momento era completamente diversa.
“Ecco la vera Key”, commentò Jonah prima di seguire le due ragazze che intanto si erano allontanate a braccetto.

 

 

 

Gibbs stava osservando la scena dall'alto. Il direttore gli aveva appena comunicato che lo voleva nel suo ufficio, e lui aveva la netta sensazione di sapere di cosa voleva parlargli.
“E così hai una figlia...”. Non ebbe bisogno di voltarsi per capire chi gli era arrivato alle spalle.
“Mi voleva direttore Shepard?”, chiese senza rispondere all'implicita domanda della donna.
“Mi sembra proprio una brava ragazza, devi esserne orgoglioso”. Gibbs non rispose, sapeva benissimo che il direttore faceva così apposta per stuzzicarlo. Ma anche sapendolo non poteva farci niente e dopo un attimo si girò verso di lei fissandola con i suoi occhi azzurri.
“Mi dice cosa voleva dirmi o posso andarmene?”, chiese con un tono forse un po' troppo duro. Ma Jenny non se ne curò e ricambiò lo sguardo. Stettero così qualche secondo e poi Gibbs si mosse e incominciò a scendere le scale. Il direttore non disse niente lasciandolo andare, ma dallo sguardo si poteva capire che non sarebbe finita così.

 

 

 

 

 

“Sa, caporale, ha portato un bel po' di confusione in questo edificio”, stava dicendo Ducky mentre lavorava intorno al corpo steso sul banco da autopsie. “Oh, certo... Non tu direttamente. Diciamo che hai portato con te una persona inaspettata e incredibilmente sconosciuta”. Al sentire le porte scorrevoli che si aprivano quasi silenziosamente, alzò gli occhi, trovandosi davanti a Gibbs.
“Hai qualcosa per me?”, chiese quest'ultimo come per evitare che l'altro esprimesse a voce alta il rimprovero e le domande che gli si potevano leggere negli occhi.
“Mi domando se non dovrei portela io questa domanda”, commentò il dottore senza aspettarsi veramente una risposta dall'amico. Così, dopo qualche secondo di silenzio si girò di nuovo verso il cadavere che aveva appena analizzato. “Il poveretto è morto sicuramente per la caduta. La maggior parte delle ferite che vedi sono causate da essa”. Ducky indico i vistosi ematomi presenti sul corpo nudo del caporale.
“Si è buttato da solo?”, chiese Gibbs mostrandosi, come al solito, molto interessato alle parole del dottore.
“Difficile stabilirlo”, rispose Ducky. “Però ho trovato delle ferite non ricollegabili alla caduta...”. Indicò vari ematomi, presenti soprattutto sulla faccia.
“È stato picchiato”, commentò asciutto Gibbs.

“E piuttosto duramente anche”, convenne il dottore. Ricevuta quest'ultima notizia Gibbs fece per andarsene, ma Ducky gli sbarrò la strada. “Jethro... Da quanto ci conosciamo?”. A quella domanda l'agente fece per superare il dottore, il quale lo afferrò per un braccio fermandolo a metà strada. “Sono sicuro che avevi le tue ragioni, amico mio, ma permettimi di dirti che questa volta non sono state le migliori”. Detto questo lo lasciò andare e gli voltò le spalle dirigendosi verso il tavolino dove teneva il suo amato tè. Gibbs lanciò una breve occhiata al dottore, come se volesse dire qualcosa, ma poi lasciò perdere e uscì.


 

 

 

“Quindi neanche tu sai come fa uscire le barche dalla cantina”, commentò un po' delusa Abby.
“Credo sia uno dei suoi misteri più gelosamente custoditi, mi dispiace Abbs”. Kelly si strinse le spalle non sapendo cosa suggerire alla scienziata come risposta. “Ti posso solo assicurare che non ha mai buttato giù la casa per farlo”. Rise al pensiero. Probabilmente quella casa era rimasta assolutamente identica a come la ricordava.
“Cosa c'è disegnato qui?”, chiese invece Jonah che stava osservando molto interessato uno dei quadri che Abby aveva nel suo laboratorio.
“Sono gocce di midollo spinale”, rispose lei tranquilla raggiungendolo. Un bip bip impedì a Jonah di fare un qualsiasi commento. “Abbiamo trovato qualcosa!”, disse l'esperta esaltata. Si fiondò al computer e digitò qualche tasto. “Tony e Ziva sono andati a controllare anche l'appartamento da cui è caduto il caporale”, spiegò Abby. “E lì hanno trovato delle impronte che il mio caro computerino ha appena finito di analizzare”. Appena finì la frase si aprì la finestra con il risultato delle analisi, lasciando a bocca aperta sia l'esperta forense che Kelly, con Jonah che guardava prima una poi l'altra per capire perché erano così sorprese di scoprire di chi erano le impronte.



To be continued...



Ed eccomi subito con il secondo capitolo! Il primo era giusto una specie di assaggio... Quindi in verità considero più questo come primo capitolo... Comunque non aspettatevi aggiornamenti così rapidi d'ora in avanti... Questi due era come due parti di uno stesso capitolo :P Cercherò di non farvi aspettare tanto tra uno e l'altro ma non posso neanche promettervi niente! Intanto spero non mi vogliate uccidere e che vogliate lasciarmi un commentino. Grazie!

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: zavarix