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Autore: persemprelui    02/04/2014    4 recensioni
La guerra è finita, ma non come tutti aveva sperato: Voldemort ha vinto e i mangiamorte seminano terrore.
Hermione, ormai a Malfoy Manor, dovrà fare i conti con sentimenti contrastanti e un Draco Malfoy in procinto di sposarsi con Astoria Greengrass.
Cosa ci riserverà questa convivenza forzata? e quali misteri si nascondono a Malfoy Manor?
Dal prologo:
Sdraiata su quello che doveva essere lo scheletro di un materasso, mi guardai intorno: buio, talmente profondo che i miei occhi dovettero abituarsi, se non fosse stato per la minuscola finestra.
Puzza, di sconfitta, di chiuso, lerciume. Quell’odore acre mi riempì le narici.
In lontananza, i lamenti di altre ragazze come me, interrompevano il silenzio intorno a me.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Camminavo per quei corridoi bui con un lenzuolo logoro e puzzolente addosso, il freddo pungente mi entrava nelle ossa come tanti piccoli aghi.
Arrivati davanti ad un’altra porta scura, il mio accompagnatore mi spinse dentro con poca grazia.
<< Preparati e vedi di muoverti. Non abbiamo tempo da perdere qui. E vestiti decentemente>>
<< O-ok>> risposi flebilmente. Non avevo voglia di ribattere, anche se gli avrei tirato un pugno in faccia molto volentieri.
Entrai nella stanza e lo sconosciuto chiuse la porta alle mie spalle con un tonfo. Mi ritrovai sola.
Guardai attentamente quella stanza e notai che era arredata elegantemente: un letto a baldacchino faceva capolino in mezzo alla stanza, un lampadario enorme, situato sopra la mia testa, illuminava la stanza; di fronte a me un maestoso armadio in mogano. Mi avvicinai ad esso e lo aprii.
Wow.
C’erano vestiti di tutti i tipi, eleganti, sportivi… ma che merlino di posto era quello?
Notai un bagno e vi entrai: una bellissima vasca apparve davanti ai miei occhi e decisi di farmi un lungo e “rilassante” bagno.
 
Uscita dalla vasca tornai nella stanza e mi posizionai davanti l’armadio. Cosa avrei dovuto indossare? Non sapevo nulla di quello che avrei dovuto fare, di quello che mi sarebbe aspettato, come potevo sapere cosa mettere?
Rimasi a fissare il mobile di fronte a me e alla fine decisi di indossare un abito lungo leggero, mono spalla, stile impero. I capelli legati in una coda di cavallo
Nero, come il mio stato d’animo, come la mia anima in quel momento.
Uscii da quella stanza, dove lo sconosciuto mi stava ancora aspettando
<< Bene, bene non sei poi così male. Sono sicuro che sarà molto soddisfatto>> disse ghignando
Soddisfatto? Chi?
L’inquietudine in me crebbe ancora di più e in silenzio, lo seguii nel corridoio già percorso all’andata.
 
Ci smaterializzammo non so dove, a causa della benda che mi era stata messa sugli occhi e iniziammo a camminare per quello che doveva essere un vialetto, poiché sentivo la ghiaia sotto i piedi.
<< Finalmente>> una voce fredda e glaciale arrivò fino alle mie orecchie e rabbrividii, forse troppo per essere Giugno.
<< Scusi signore, ma l’ho dovuta far rendere presentabile>>
Nessuna risposta, solo dei passi pensanti che si allontanavano.
< Muoviti, sei già in ritardo>> il padrone di quella voce mi prese per un braccio e mi spinse brutalmente all’interno di una casa.
Mi trascinò per qualche minuto poi, di botto, si fermò. Lo sentii aprire una porta e venni investita dall’odore del fumo mischiato a quello dell’alcol e in quel momento la paura che non mi aveva mai assalita durate tutti quegli anni, s’insinuò in me. Paura, profonda paura.
<< Era ora!>> la voce di un ragazzo mi riscosse dai miei pensieri
<< Ecco a voi e tanti auguri al festeggiato da parte mia. Credo si divertirà molto>> scoppiò a ridere e lo sentii allontanarsi. Rimasi immobile e mi abbracciai con le braccia. Sentivo… freddo.
Sentii una mano calda prendere la mia e condurmi più avanti.
<< Benvenuta. Ci sarà da divertirsi sul serio>> rise << sei il regalo di compleanno per un nostro caro amico… gli verrà un colpo>>
<< In tutti i sensi>> sentii dire ad un altro mentre cercava di trattenere una risata.
<< Cos-cosa do-dovrei fare i-io?>>
<< Oh lo vedrai e non toglierti la benda>>
Mi condusse in un’altra stanza e chiuse la porta alle mie spalle.
Sola, senza sapere dove mi trovassi. Intorno a me silenzio, l’odore di fumo e alcol, si sentiva fino a li, poi all’improvviso la porta si aprì e potei sentire un terzo odore: menta fresca.
Risate sguaiate invasero la stanza, ma io rimasi immobile
<< Buon compleanno amico! Non divertiti troppo eh e non fare nulla che io non farei!>> urlò scatenando la risata dei suoi compari
<< Sai che non potrei mai deluderti>>
Quella voce.
La sua voce.
Sperai con tutto il cuore di essermi sbagliata.
<< Buona serata!>> ancora risate e la porta si richiuse.
 
Passi lenti che si avvicinavano, mani calde dalle dita lunghe e affusolate mi accarezzarono le spalle e i fianchi. Potevo sentire la sua presenza dietro di me. Rabbrividii quando le sue mani si posarono sulla benda, sfilandola.
Aprii gli occhi e mi ritrovai in una camera da letto, mi fece voltare verso di lui e vidi le sue pupille dilatarsi.
I miei timori erano fondati: Draco Lucius Malfoy era in piedi davanti a me ed io pregai di sprofondare nel terreno in quel preciso istante. Non poteva essere vero, doveva essere un incubo. Godric aiutami.
<< Che cazzo ci fai tu qui?>> si allontanò da me come scottato << se è uno scherzo non è divertente>> si diresse verso la porta e a quel punto parlai
<< Uno scherzo Malfoy? Pensi che io mi stia divertendo? Non ho vissuto con la smania di diventare la puttana di un Mangiamorte>> sputai con cattiveria. In due falcate fu di nuovo accanto a me e mi afferrò un polso, stringendolo
<< Ritira quello che hai detto Mezzosangue>> sibilò tra i denti
<< E perché mai? Non è forse quello che sei Malfoy?>>
Mi guardò intensamente, serio. Guardai i suoi occhi grigi, che per anni mi avevano osservata con odio e disprezzo.
Ci odiavamo da sempre e questo non sarebbe mai cambiato.
<< Non credo che tu sia nella posizione di poter attaccare qualcuno Granger, o sbaglio? Dove sono i tuoi amichetti, ti hanno abbandonata? Nessuno verrà a salvarti>> mi disse con cattiveria ed io m’irrigidii. Aveva dannatamente ragione; nessuno sapeva dove fossi, nessuno sarebbe venuto a prendermi.
Rimasi immobile, il mio polso ancora tra le sue dita
<< Lasciami>> gli dissi fredda
<< E’ appena iniziato il tuo inferno Mezzosangue, non ti darò tregua finché non ti vedrò piegata e distrutta. Non hai scampo>> mi lasciò lì, da sola, ed io mi accasciai al suolo, tra le lacrime.
 
La mattina dopo mi svegliai, il cuscino bagnato dalle lacrime e ricordai tutto: prigioniera in quella casa con Draco Malfoy pronto a distruggermi e non sapevo nemmeno cosa avrei dovuto fare li.
Mi vestii e scesi al piano inferiore, dove cominciai a curiosare in giro. Ad un tratto delle voci mi bloccarono
“ Piaciuto il tuo regalo?”
“ Da morire Blaise, che cazzo ti è passato per la testa? Dico ce la fai? Parliamo della Mezzosangue, per Salazar a momenti non mi veniva un infarto”
“ Il solito esagerato. Pensavo avresti apprezzato, insomma è l’unica che non si sia mai concessa a te, era l’occasione per prenderti una rivincita su Granger la frigida”
Rabbrividii a quelle parole.
“ Non ci tengo proprio, grazie”
Sospirai
“ Devi ammettere che non è male, dai. Insomma, è tutto al posto giusto”
“ Possiamo cambiare argomento?” lo sentii sbuffare
“ E va bene… allora pronto per le nozze?” scoppiò in una risata fragorosa
“ Merlino Blaise, sei davvero spossante, quasi peggio di Astoria e ho detto tutto”
Doveva sposarsi con la sorella minore della Greengrass, ma… erano così giovani. Distratta non mi accorsi di alcuni passi che si avvicinarono alla porta e di una mano che l’aprì
<< Cosa credi di fare?>> alzai lo sguardo e lo vidi di fronte a me fasciato in un pantalone nero e una camicia bianca.
<< Niente>>
<< Non farmi perdere la pazienza>> sibilò
<< Cosa diavolo ci faccio io qui? Cosa vuoi da me? A quanto pare devi sposarti, quindi non vedo in cosa io posso esserti utile>>
La sua risata crudele riempì il corridoio
<< Granger, Granger, Granger, dovresti conoscermi no? Io non riesco ad avere una sola donna>> ghignò
<< No-non oserai…>>
Arrivò ad un centimetro dal mio viso
<< Ci sarà da divertirsi>> sbarrai gli occhi. Avrebbe potuto leggerci paura, inquietudine, odio, terrore.
<< E poi>> continuò << devo ancora scartare il mio regalo di compleanno>> ghignò sfiorandomi lascivamente una guancia. Rientrò nella stanza, sbattendomi la porta in faccia.
Rimasi in mezzo al corridoio. Gli occhi ancora sgranati.
 
Il mio inferno era iniziato con quella frase.

  
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