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Autore: Marra Superwholocked    02/04/2014    1 recensioni
[Ispirato ad una storia vera]
Valery è una dolce ragazza dai capelli biondi che deve proteggere a tutti i costi il suo segreto. Solo il suo migliore amico sa tutto su di lei: Jack Harkness. Insieme, partono per Lione, ritrovandosi al centro di una grande avventura stile Dottore che prevede pericolo, corse e.. bachi da seta.
-Purtroppo, per leggere questa storia, dovreste leggere per lo meno Diario di un Dottore, nel quale viene introdotto il personaggio stesso di Valery-
Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Harkness, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The White Panther'
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Il pranzo della morte


Lance, fucili, semplici pistole e frecce avvelenate. Ecco a cosa stavano pensando Jack e Valery mentre tornavano all'albergo. « Ci serve un piano. Uno di quelli colossali. »
« Sarà qualcosa di semplice: Jack, tu hai sempre due pistole con te, giusto? »
« Non essere scortese! Ne ho molte più di due.. »
Valery entrò nell'ascensore con Jack e digitò il tasto del terzo piano. Rimasero in silenzio fino a quando non chiusero la porta della loro camera, che dava sulla strada. L'armadio era vuoto, eccezion fatta per un unica valigetta rigida. Lui l'aprì e Valery ruppe il silenzio. « Bene. Ecco ciò che faremo. »

A quattro chilometri a ovest dall'hotel, i turisti e la gente del posto erano riuniti per l'ora di pranzo nei vari locali che fronteggiavano il Museo delle Belle Arti di Lione.
« Ora te lo chiedo io: perché questa piazza? » Jack era piuttosto accaldato, soprattutto perché Valery gli aveva ordinato di portare con sé quattro pistole e di seguirlo per cinque fermate di metropolitana. Non aveva più spiccicato parola da quando erano usciti dall'Appart'City: nessuna spiegazione, nessun accenno a qualche chiarimento. Ma lei era fatta così e in questo differiva dai suoi genitori: taciturna e riflessiva.
« A queste larve servono molte persone e noi siamo all'inizio della zona-shopping. In più, sono fortemente attratte dall'acqua. »
Il sole splendeva sulla fontana che padroneggiava la piazza e da cui sembravano uscire quattro cavalli tenuti a stento dalle redini.
« Bonjour, madame! » salutò un fruttivendolo.
« Maman, je veux faire un tour de manège! » supplicò una bambina tirando la manica della madre verso una giostra nelle vicinanze.
« Sembra tutto tranquillo.. » dichiarò Jack con una mano a mo' di scherno per la luce accecante della stella in fiamme.
« Sembra. »
« Sei sicura che verranno qui? »
Valery rimase in silenzio. No, non era sicura. Non era mai sicura di nulla. Prese dal suo marsupio il cacciavite sonico e lo puntò sulla gente che pian piano si fermava al centro della piazza.
« Maxime! Maxime!! » Un bambino aveva lasciato la sua bici ai piedi del padre e si stava dirigendo davanti alla fontana.
« Tieniti pronto. » Che cosa farebbe il Dottore?, pensò.
« Guarda, Val! C'è la ragazza dell'hotel! » Jack indicò Giulia, ferma immobile tra le altre vittime dei parassiti. Avevano tutti lo sguardo perso nel vuoto.
Il tempo sembrò rallentare fino a fermarsi. I loro abiti ballavano nel vento mentre intorno a loro scendeva il silenzio. Poi tutto accadde senza che Valery se ne rendesse conto. I piccioni avevano lasciato la piazza per mettersi al sicuro sui cornicioni dei palazzi vicini, la fontana continuava a sgorgare acqua tiepida dalle bocche dei cavalli, una bambina urlò davanti al fratellino Maxime. Nel silenzio quasi perfetto che ne seguì, si poterono udire i movimenti viscidi delle larve che si liberavano delle loro vittime. Le voci su un possibile flash mob cominciavano ad acquietarsi.
« Valery, ordini. »
« Dammi due delle quattro pistole e, man mano che le larve escono, allontana le persone. »
« C'è il rischio che se le mangino? »
« Mhm.. N'ah.. »
Jack non parve per nulla rassicurato, tanto che oltre alle sue due pistole si assicurò di avere ancora nella tasca del cappotto la sua arma segreta.
« Pronto? »
« Sempre. »
« Oh, ma che dolce. »
Jack le fece l'occhiolino. « Al tuo tre. »
Gli ultimi piccioni ritardatari lasciarono la piazza. « Uno. » Tutte le vittime parvero vuote e scavate una volta libere e caddero a terra svenute ma ancora vive. « Due. » Come dei fulmini, i vermi celesti saltellarono in alto volando sopra le teste di Jack e Valery per tuffarsi nella piscina semicircolare della fontana. « Cambio di programma! Correte! » urlò con tutto il fiato che possedeva.
La gente che aveva assistito allo spettacolo lasciò i piatti e le tazze di caffè sui loro tavolini e andò a rifugiarsi nelle vie storiche ai lati della piazza. Come formiche spaventate dai passi di un essere umano, turisti e gente del posto svuotarono letteralmente il luogo in cui le piccole larve ormai non più tali si divoravano a vicenda con molto vigore. E cresceva.. Cresceva.. Mancavano poche decine di bruchi che quello che avrebbe poi costituito il rappresentante dell'intera famiglia era già lungo dodici metri.
Valery si sentì impotente: non aveva mai visto un essere più disgustoso di quello. Grugniva, si dimenava e ogni volta che spalancava la bocca spuntavano nuove tenaglie, nuovi occhi e una nuova bocca bavosa e fetida.
E in un attimo eccolo là, alto sopra le loro teste, l'alieno senza cervello che cresce solo per il gusto di farlo. I proiettili cominciarono a colpirlo, ma erano come stupide piume sulla pianta del piede di un uomo. Jack aveva le mani ricoperte di polvere da sparo – non ricordava un essere tanto ripugnante e tanto duro da vincere come quella cosa – ed esaurì per primo le pallottole. Nel mentre che cambiava il caricatore, Valery si ritrovò con una pistola inceppata e una totalmente scarica. Udirono un verso acuto da parte del mostro che con un balzo uscì dalla fontana, separando i due cercatori di taglie, e Jack fu preso dal panico.
Non sapendo come altro fare, Valery smontò le pistole e gettò i vari pezzi verso l'alieno. « Buona digestione » gli augurò sarcastica. Lui, quasi divertendosi, saltellò per acchiapparli ed ingoiarli tutti. « Ah. »
Non ci sono parole per descrivere l'espressione di Valery nel vedersi le orride tenaglie, che l'alieno muoveva famelico, a pochi centimetri dal suo naso.
Jack, forse, era ancora più terrorizzato di lei, nonostante sapesse che era come il Dottore. Ma se fosse stata fatta a pezzi e digerita? Aveva la nebbia che gli offuscava la mente e gli impediva di pensare ad una soluzione convincente. L'unica cosa che gli suggeriva la ragione era di attirare l'attenzione su di sé. In quel momento gli venne in mente una delle sue prime missioni in cui dovette affrontare un grifone inferocito scappato dallo zoo di Stadell, il grande pianeta degli animali, così recitava la pubblicità intergalattica.
Adrenalina, ossitocina, proteina beta-catenina: chiamate questa scarica come volete, ma Jack esplose in un sonoro richiamo: « Ehi, tu, brutto idiota! » ruggì. Ed ebbe ciò che voleva, tanto che l'alieno si voltò giusto in tempo per risparmiare la ragazza ed emise un leggero grugnito stridulo, accettando l'invito. Jack indietreggiò di qualche passo per porre maggiore distanza tra l'enorme bruco e la sua Valery, ora per terra e senza fiato.
« Jack, cosa fai?! Continua a sparare! Non so come fermarli, spara! »
« Val, tesoro, dammi un attimo.. » disse Jack arretrando con la fronte imperlata di sudore. « Avanti, abbocca » sussurrò. L'arma segreta aspettava solo di essre utilizzata.
L'effetto della sua provocazione fu migliore di quanto sperava: l'alieno, senza alcun preavviso, spalancò una dopo l'altra le sue bocche – il suo ripugnante alito urtò il naso sensibile di Jack – e lo inghiottì.

   
 
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