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Autore: Simonne Lightwood    02/04/2014    3 recensioni
PRESUNTA PRIMA PARTE DI COHF, incentrata sul ritorno dei Malec. Una riappacificazione che però avverrà nel più inatteso dei modi.
Un pericolo incombe sui figli di Lilith, minacciando la vita di Magnus. E se neanche i suoi poteri gli fossero d'aiuto questa volta? E se Alec , il suo ormai ex fidanzato, fosse l'unico in grado di salvarlo dalla crudeltà di Sebastian?
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Isabelle sgranò gli occhi. La ragazza che aveva davanti aveva appena detto di essere una Lightwood. Ma com'era possibile? Suo padre era figlio unico, sua madre aveva avuto un fratello che però era morto in una battaglia contro i demoni prima che Isabelle fosse nata. Inoltre, non aveva avuto dei figli: era morto a soli diciott'anni. Di conseguenza, lei non aveva cugini. 
-Una Lightwood..? - chiede Isabelle, alzando un sopracciglio.
-Sono la figlia di Annamarie Highsmith e Robert Lightwood. - confessò la ragazza, con un leggero accento francese.
Isabelle sentì il suo cuore fermarsi. Rimase immobile a fissare Taylor per quella che le sembrò un'eternità. Era consapevole di essere diventata pallida come un lenzuolo, ma in quel momento non le importava. Un ricordo risalente a circa una settimana prima, apparì chiaro e limpido come l'acqua nella sua mente. 

-Dimmelo - aveva ordinato Isabelle a Joselyn, mentre erano di ritorno dalla città di Diamante. 
-Dirti cosa? - le aveva chiesto la donna, non capendo a cosa si riferisse la ragazza.
-Chi era. Chi era la persona con cui mio padre ha avuto una relazione. Tu non capisci: ogni volta che vedo una donna dell’età di mia madre, mi chiedo se è lei. La sorella di Luke. Il Console. Tu…
-Annamarie Highsmith. - aveva confessato infine Joselyn. -È morta nell’attacco di Valentine ad Alicante. Dubito che tu l’abbia mai incontrata. -

Isabelle ci mise qualche istante per realizzare di avere di fronte la figlia che suo padre aveva avuto con un'altra donna. Con una perfetta sconosciuta che aveva frequentato mentre era da tempo sposato con sua madre, che all'epoca era incinta di lei. Ma Maryse non le aveva mai detto che suo padre aveva un'altra figlia. Glielo aveva tenuto nascosto per non ferirla più di quanto non avesse già fatto, con quella notizia? O forse suo padre non gliel'aveva mai detto? I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Taylor, che era visibilmente a disagio nel vedere la sorellastra immobile come una statua.
-Isabelle..per favore, dì qualcosa. Qualsiasi cosa. Senti, mi dispiace di essermi improvvisamente presentata di fronte a casa tua, di sabato mattina, e di averti appena rivelato che..-
-Ti dispiace?! - la interruppe bruscamente l'altra. -Hai idea di come io mi senta, dopo questa rivelazione? Hai idea di come possa sentirmi, dopo aver scoperto che mio padre non solo è stato con un'altra donna mentre mia madre portava me in grembo, ma ha pure avuto una figlia illegittima con quella donna? Una figlia della quale io non sapevo assolutamente niente, fino a questo momento?! - Isabelle cercò di abbassare il tono di voce, per non svegliare il resto della sua famiglia, ma era difficile non urlare, in quel momento. 
La ragazza minuta che aveva di fronte sembrava sull'orlo del pianto. 
-Ti prego - mormorò con voce spezzata -dammi un'ora. Un'ora per ascoltare ciò che ho da dirti, per spiegarti cosa ci faccio qui, per farti cambiare l'orribile prima impressione che ti sei appena fatta di me. - La ragazza fece una pausa, guardandosi le scarpe. Sapeva che se avesse alzato lo sguardo, non sarebbe riuscita a sopportare quello di Isabelle su di se. -So che adesso vorresti solo che io sparisca dalla tua vista. Vorresti dimenticare di avermi conosciuta e non vedermi mai più. Ma se dopo quest'ora non riuscissi a farti cambiare almeno parzialmente opinione su di me, allora me ne andrò. E non ti disturberò più. - Taylor prese coraggio e alzò lo sguardo verso la sorellastra. Con sorpresa, notò che Isabelle non la stava più guardando con disprezzo. I suoi occhi ora erano seri e inespressivi, ma non più pieni d'odio. 
-Va bene - disse la mora, dopo quella che all'altra ragazza sembrò un'eternità. -Ti concedo quest'ora, solo perchè non vedo l'ora di vederti sparire dalla mia vista. - Gli occhi di Taylor si accesero di speranza. Lo avrebbe fatto. Avrebbe fatto cambiare idea ad Isabelle Lightwood in quei sessanta minuti. 
-Ti ringrazio, non ti farò perdere tempo. Lo prometto. - 
-Vieni, andiamo a fare un giro nel vicinato, non vorrei che qualcuno della mia famiglia ti vedesse. - disse la mora, ignorando ciò che aveva appena detto l'altra. 

Magnus si guardò intorno. Attorno a se riusciva a vedere solo alberi fitti e spogli, talmente alti che sembravano perforare il cielo completamente nero. Lo Stregone alzò lo sguardo, sperando di vedere la luna o le stelle, ma non trovò nessuna fonte di illuminazione in cielo. Sembrava che i corpi celesti fossero stati inghiottiti dal buio. Cercò di non farsi prendere dal panico: sicuramente c'era una via d'uscita da quel posto così inospitale. La foresta in cui si trovava era avvolta da un silenzio inquietante. Magnus non riusciva a sentire niente, a parte il rumore dei suoi passi, mentre cercava disperatamente di trovare una via d'uscita. Ad un certo punto si fermò, spalancando gli occhi per la sorpresa. A qualche metro di distanza da lui c'era una figura che emanava un intenso bagliore bianco, talmente forte da coprire il volto dello sconosciuto. Dalla sua schiena spuntavano due grosse ali, le cui piume erano color oro e argento. Magnus ne era certo, quello era un angelo.
Cosa stava succedendo? Era morto? Gli uomini che lo avevano rapito lo avevano ucciso e ora si trovava in Paradiso? Ma com'era possibile che il Paradiso fosse un luogo così inospitale?
L'angelo fece qualche altro passo verso di lui, poi si fermò e il bagliore che lo circondava diminuì gradualmente, scoprendo i suoi luminosi occhi color zaffiro. Fu allora che Magnus lo riconobbe: quello era Alec.
-Alexander! - esclamò il figlio di Lilith, cercando di correre verso il ragazzo. Ma, con suo stupore, notò che le sue gambe non gli volevano ubbidire.
-Magnus - disse l'angelo. La sua voce familiare uscì dalle sue labbra in un sussurro. -Vieni da me. - Il ragazzo gli protese una mano, con il volto colmo di speranza. 
Magnus cercò di allungare un braccio verso di lui, ma sembrava che anche quello si fosse paralizzato. Perchè il suo corpo non voleva rispondere alla sua mente? 
-Magnus, ti prego, afferra la mia mano. Non c'è tempo. - la voce di Alec era implorante. 
Lo Stregone fece un ultimo disperato tentativo di avvicinarsi al ragazzo, di prendere la sua mano, ma anche questa volta fallì miseramente.
-Alec, non ci riesco. - Percepì la disperazione nella sua stessa voce. Il ragazzo che amava era di fronte a lui e gli chiedeva di seguirlo e lui se ne stava imbambolato a fissarlo con adorazione, senza riuscire a muovere nemmeno un dito. Imprecò ad alta voce, dal momento che non poteva fare nient'altro.
-Non c'è tempo. - ripetè il ragazzo-angelo, con un'espressione ferita in volto. La luce che fino a poco prima riempiva i suoi occhi sparì e il bagliore che lo avvolgeva si intensificò di nuovo. Poi l'angelo si trasformò in un raggio di luce e salì in cielo, scomparendo dalla vista di Magnus.

-Stai..stai dicendo sul serio? - Isabelle guardava la sorellastra con incredulità.
-Mentire non è mai stato il mio forte. - replicò la bionda, regalando all'altra un sorriso amaro.
-Come faccio a sapere che non stai mentendo? - chiese la Nephilim, scrutando attentamente la ragazza con cui stava parlando.
-Hai detto che tuo..che nostro padre - si corresse - sarebbe tornato stasera. Chiedigli di raccontarvi tutta la storia davanti a me, dubito che avrà il coraggio di mentire.
-Senti.. ho ascoltato attentamente ciò che mi hai raccontato e quello che mi hai detto mi ha colpita. Non sto dicendo che d'ora in poi mi fiderò di te, ma voglio almeno fare un tentativo, voglio provare a conoscerti. - disse Isabelle, grattando via lo smalto rosso da un'unghia. 
-Tuttavia - proseguì -dubito che mia madre e i miei fratelli la prenderanno così bene. Maryse sarà furiosa. Sei davvero sicura di volerli conoscere? E se per caso..- 
-Isabelle - la interruppe l'altra -ho pianificato tutto questo da tempo. Ho pagato uno Stregone per farmi arrivare qui con un portale. Non avendo mai visto l'Istituto con i miei occhi, al momento del viaggio con il portale ho visualizzato un'immagine di New York, una di quelle che compaiono sulle cartoline, hai presente? - Isabelle fece per rispondere, ma Taylor non le lasciò tempo. - Non avevo idea di dove si trovasse l'Istituto. Ho camminato per ore e ho cercato di capire quale dei tanti imponenti edifici della città fosse quello che cercavo. - 
La mora la guardava in modo strano. Nel suo sguardo c'era per caso..apprensione? 
-E ora che finalmente vi ho trovati, non me ne andrò tanto facilmente. Casa mia è stata distrutta durante l'attacco di Valentine. Come ti ho già detto, dopo che mia madre è morta, ho vissuto a casa di mia zia, la mia unica parente da parte di mia madre. Ma un mese dopo lei morta. Si è tolta la vita, non riuscendo a sopportare il fatto che tutte le persone che le erano care fossero state uccise. E io non avevo nessun'altro da cui andare. - 
Isabelle poteva notare il dolore negli occhi della sorellastra e si sentì in colpa per essere stata così sgarbata con lei all'inizio. 
-Va bene, allora. - La Cacciatrice fece un respiro profondo -Entriamo dentro, che i presento alla mia famiglia. Qui fuori si gela. 

Non c'è tempo. Quelle tre parole gli risuonavano nella mente come se fossero state pronunciate un centinaio di volte, una dopo l'altra.
Magnus fu svegliato dal rumore di una pesante porta di metallo che di si apriva e dal suono di passi che si avvicinavano a lui. 
Quindi la foresta oscura, l'angelo.. era tutto un sogno? Per quanto tempo era rimasto senza sensi? Un giorno? Due? O forse solo qualche ora? 
Inizialmente fu contento accorgendosi di essere riuscito ad aprire gli occhi. Ma la felicità durò solo qualche istante. Con orrore, si accorse di trovarsi al centro di una gabbia le cui pareti erano fatte di un intenso e quasi accecante bagliore bianco. Si guardò attorno e vide quattro spade conficcate in corrispondenza dei quattro punti cardinali, che univano tra loro le pareti di luce. L'oggetto che gli cingeva le mani dietro la schiena gli provocava dolori atroci nei polsi. 
-Magnus Bane. Ti sei svegliato, finalmente. - la voce vagamente divertita attirò la sua attenzione. Magnus alzò lo sguardo, sapendo già chi avrebbe visto. 
In piedi, davanti a lui, c'era Sebastian. Lo Stregone non lo vedeva chiaramente, i suoi lineamenti erano sfocati, da dietro la parete di luce.
-Morgenstern. - pronunciò quel nome come se fosse veleno. 
-Il sonnellino è stato di tuo gradimento? - chiese il ragazzo coi capelli bianchi, senza essere davvero interessato alla risposta.
-Puoi spiegarmi che diavolo ci faccio qui? - sbottò l'altro.
-Vedo che vai al sodo, Stregone, e mi sembra giusto che tu riceva spiegazioni. - Mentre parlava, Sebastian camminava nervosamente avanti e indietro.
-Sei qui per tre motivi, tutti collegati l'uno all'altro. - Il giovane fece una pausa, mentre Magnus lo guardava con impazienza. 
-Inanzitutto, ti ho fatto portare qui perchè ho bisogno del tuo sangue. Mi serviva il sangue di un potente figlio di Lilith, al fine di potermelo iniettare e assorbire il tuo potere. - 
-E sentiamo un po', perchè mai vuoi i miei poteri? - chiese Magnus in tono gelido. 
-Bella domanda. - Sebastian ridacchiò -Voglio compiere un incantesimo. Un potente incantesimo su una persona che dev'essere mia o di nessun altro. 
Ti chiederai perchè non ho semplicemente pagato uno Stregone per farlo al posto mio, ma la triste verità è che non c'è nessun figlio di Lilith disposto ad aiutarmi, nemmeno in cambio di una più che modesta somma di denaro. Questo perchè tutti pensano che io sia come mio padre, che il mio obiettivo sia quello di massacrare i Nascosti. Di conseguenza hanno paura di me. Quindi, ahimè - allargò le braccia in modo teatrale -mi tocca farlo da solo. - 
-Qual'è il terzo motivo? - Chiese il figlio di Lilith, cercando di non mostrare troppo la paura che era sicuramente evidente nei suoi occhi felini.
-Il Libro Bianco. Quel libro è indispensabile per aiutarmi a compiere l'incantesimo. So che tu, Stregone, non lo faresti nemmeno se minacciato a morte, quindi posso fare affidamento solo su me stesso. Quell' ingenua di mia sorella te l'ha consegnato ad Alicante, senza nemmeno sapere ciò che stava facendo. Ho bisogno di quel Libro per per fare un incantesimo su Clarissa, voglio che lei sia mia per sempre. E lo troverò. In un modo o nell'altro, lo troverò. -
A quelle parole Magnus fece una smorfia d'orrore. -Ti serve un'incantesimo per far innamorare Clary di te!? Ma è tua sorella, è assurdo! -
-Cosa ci sarebbe di tanto assurdo? Tu, figlio di demone, te la sei spassata con un Nephilim, un prescelto dall'Angelo e per di più un maschio. - Sebastian pronunciò le ultime due parole con una smorfia disgustata. - Le rune demoniache di cui disponiamo ora non comprendono una runa dell'amore e della fedeltà. Le rune di possessione sono efficaci, ma non permanenti. Mi è giunta voce che oggi Maryse Lightwood abbia convocato il Conclave per una riunione che si terrà domani, all'Istituto. È il momento ideale per fare la mia apparizione e annunciare che, se entro una settimana non mi avranno consegnato Clarissa, io ti ucciderò. -
Magnus rise amaramente.  -Credi davvero che baratterebbero Clarissa con me? Lei ha un sacco di persone che le vogliono bene e che farebbero di tutto per lei ma io.. io non ho nessuno. -
-Fossi in te, non ne sarei tanto sicuro. - Disse Sebastian. Dopo di che, si voltò e se ne andò via, lasciando Magnus solo nella sua prigione.

ANGOLINO DELL'AUTRICE
è lungo, perdonatemi. Non parlato di Alec solo perchè altrimenti il capitolo sarebbe venuto ancora più lungo, ma rimedierò nel prossimo capitolo, giuro. La battaglia per salvare Magnus si sta avvicinando.. :)
-Simo 
  
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