> la voce del dio del tuono echeggiò nella fredda stanza in cui si trovava. Le prigioni asgardiane, non erano certo note per essere molto confortevoli, ma il luogo in cui il biondo si trovava, era di certo uno dei peggiori. Doveva essere diversi metri sotto terra, sicuramente, le pareti ed il pavimento erano rivestiti di una fredda pietra grigia, sulle mura e ad intervalli regolari, erano poste delle torce. La guardia con cui Thor aveva parlato un attimo prima chinò impercettibilmente il capo e ne prese una, conducendo il dio attraverso un dedalo di corridoi. Dopo qualche svicolo, il biondo perse del tutto l’orientamento. Quando era piccolo, ricordava le temibili storie raccontate nelle celle di Asgard: un lungo labirinto che tutti porta alla pazzia. Sua madre gliela aveva cantata molte volte con voce lugubre, ma questo era prima. quando ancora piccolo, pensava che fosse tutto solo una leggenda. E invece…adesso, doveva percorrere quell’infinito corridoio contorto alla ricerca della persona che ascoltava quella canzone accanto a lui.