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Autore: ChrisAndreini    02/04/2014    2 recensioni
[Big Four][The Big Four][Le cinque leggende]Fanfiction sui Big Four: Hiccup, Merida, Rapunzel e Jack Frost si ritroveranno catapultati in un mondo tutto nuovo per loro, il nostro, senza avere ricordi sul loro passato e sulle loro avventure, mandati dall'uomo nero, ma dovranno intervenire per salvare tutti i mondi dalla paura.
***
"-Non parlarmi così, ragazzino platinato- dice Merida con rabbia al ragazzo dagli occhi di ghiaccio.
-Parla la ragazza con un nido di chiurli in testa, devo chiamare i pompieri per domare quella chioma?- risponde il ragazzo punzecchiandola.
-Calma, ragazzi, non prendetevi a botte nel museo!- li interrompe Hiccup, ricomparendo all’ingresso, in mano tiene una pesante ascia vichinga, e decidono di star zitti per non rischiare la vita.
-E poi, senza offesa, eh, ma Rapunzel vi batte tutti, avrà una chioma lunga venti metri- continua ammirando quella strana cosa.
-Lo prendo come un complimento- risponde la bionda."
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Un risveglio singolare 

 

L’uomo nero osserva la fata con occhi che mandano bagliori oscuri, lei, dal canto suo, si è fatta piccola piccola. Nel senso che è proprio rimpicciolita e Pitch l’ha rinchiusa sotto un bicchiere.
-Quindi… ti hanno battuto?- la voce è pacata, ma esprime rabbia cieca.
-Li avrei distrutti se non fosse stato per il vichingo- ribatte Madrina, con le braccia incrociate e l’espressione imbronciata.
-Non ti ho riportata in vita per farti scappare a gambe levate al primo intoppo!- urla Pitch perdendo la pazienza e battendo un pugno sul tavolo, facendo sobbalzare la fata.
-Mi consenta, sono stato io a riportarla in vita, se vogliamo dirla tutta- prova a intervenire una voce alle sue spalle.
-Zitto, Disney!- lo rimbecca Pitch, spedendo un manipolo di incubi verso di lui.
-I-Io… intendevo dire… c-che… po-potremmo Ehm…- cerca di riprendersi il dio dei morti -riportare in vita altri cattivi, come Facilier, è molto bravo con le bambole voodoo, ha i poteri simili ai tuoi- dice alla fine, convinto della sua idea.
Pitch non la pensa allo stesso modo: 
-Ed io che me ne faccio di uno “come me” quando sono il migliore, Facilier mi farebbe solo perdere tempo- crea altri incubi per la frustrazione, e un’altra voce osa parlare.
-Ma non sarebbe più facile ucciderli e basta?- dice con voce bassa, ma non intimorita più di tanto dall’uomo nero.
-Shan Yu, ma che discorsi prendi. certo, sarebbe più facile uccidere i nostri nemici, ma io non voglio farlo, sarebbe così gentile nei loro confronti. No, io voglio distruggere la loro casa, le loro abilità e le loro personalità, distruggerli interiormente è meglio di farlo esteriormente. E poi, chissà, potrebbero anche diventare come noi, e unirsi a noi, Oh, si, non sono così vile da usare la carta più facile, io sono molto più forte di così- risponde Pitch Black, con un gelido sorriso.
Ade spera che questo abbia fatto dimenticare all’uomo nero la faccenda delle anime, ma si sbaglia di grosso.
-Dammi il nome di chi potrebbe rafforzare le mie schiere di guerrieri- gli dice infatti Black, che ha bisogno di qualche potente arma di distruzione.
-Ehm… Malefica…Turbo… Gaston… Ursula… Ehm…- spara questi nomi, i primi che gli vengono in mente, ma l’uomo nero non li apprezza più di tanto.
-Malefica e Ursula le abbiamo già, Turbo è inutile, ci abbiamo già provato e Gaston si crede chissà chi, peggio di quel montato di Hans- è pronto a mandare i cavalli neri in azione quando sente Madrina proporre, in tono annoiato
-Mai sentito parlare di Tai Lung?- come se fosse una cosa ovvia.
-Tai Lung, eh?- Pitch ci pensa un po’, poi richiama a se gli incubi -Buona idea, davvero buona, Ade, pensaci tu, e, Fata Madrina, la tua punizione sarà decisa in riunione, mi hai deluso-
Madrina non è una serva fedele come gli altri, ma vuole il potere, questo è certo. Segue Pitch solo perché potrebbe farla tornare nel mondo dei morti se osasse disubbidirgli, ma ha già intenzione di prendere il comando, e magari scatenare una ribellione.
Certo, prima dovrebbe convincere Ade, ma lui non è molto condizionabile, segue Pitch perché sono molto simili.
Poi, quando sarà libera e potente, darà una lezione a quei quattro ragazzini, non avranno scampo.

 

Hiccup si sveglia convinto di essere ancora sotto il regime Madrina e convinto di aver fatto uno stranissimo sogno su loro tre che salvavano Jack nella prigioiosa.
L’assenza di Jack conferma la sua idea, ma quando si vede le gambe il mondo di castelli in aria e false rivelazioni gli crolla addosso.
Al posto della sua solita gamba di ferro vede una gamba fatta a casaccio, come se fosse di fretta e non avesse avuto i giusti materiali.
“Per Odino!” esclama mentalmente, alzandosi in piedi e precipitandosi fuori dalla stanza, senza contare di essere ancora in pigiama, con i capelli scompigliati e che sono le sei e mezza del mattino.
Si precipita in camera delle ragazze, e bussa con veemenza alla porta.
Dopo qualche minuto Rapunzel, con sguardo assonnato apre la porta, e saluta Hiccup un po’ confusa.
-Ciao, Hic, sono le sei e mezza, che ci fai qui?- dal tono di voce e dall’aspetto si direbbe che si è appena svegliata, e che non si ricorda dell’avventura trascorsa durante la notte.
-Stai bene? state bene?- chiede Hiccup preoccupato.
-Si, perché?- gli occhi di Rapunzel si spalancano.
-Oh mio dio! Tu stai bene? come va la gamba? Merida dorme ancora, Jack!?- inizia a parlare in preda all’ansia, e lo fa entrare e accomodarsi.
-Non lo so, non è a letto- risponde Hiccup, attento a non svegliare Merida.
-PER TUTTE LE LUCI FLUTTUANTI!!!!!- urla Rapunzel, mettendosi le mani alla bocca, Merida non da segno di sentirla, e continua a ronfare beatamente -E se Madrina fosse tornata, se l’ha rapito, se lo vuole torturare, dobbiamo salvarlo- e si avvia ancora in pigiama verso la porta a passo di marcia.
-Ferma, ferma, aspetta un attimo, probabilmente è solo andato a fare colazione, oppure è in infermeria, dopotutto aveva una bruciatura sul polso destro- cerca di farla ragionare Hiccup, Rapunzel sembra calmarsi un po’.
-Forse hai ragione, sono stanca, stanotte è stata così dura- mette le mani sulle tempie per schiarirsi le idee.
-E’ meglio che vada, torna a dormire, e che… ero preoccupato per voi- Hiccup si avvia alla porta, ma Rapunzel lo prende per le spalle e lo abbraccia fortissimo.
-Grazie, Hic- gli dice in un sussurro.
-Quando Merida si sveglia salutala da parte mia- le dice lui ricambiando l’abbraccio un po’ imbarazzato.
-E tu avvertimi quando trovi Jack- la ragazza lo guarda con grande speranza negli occhi, e Hiccup glielo promette.
-Certo, ci vediamo più tardi, ok?- ed esce dalla stanza un po’ più tranquillo.
“Jack, dove ti sei cacciato?” Hiccup si avvia in sala da pranzo, sperando in cuor suo che ha solo deciso di fare colazione, ma ha paura che possa essersi allontanato dall’edificio per qualche motivo.
Ieri sera era molto silenzioso, ferito, pensieroso, sembrava aver perso il suo solito umore scherzoso e sarcastico, tutti loro erano abbattuti, ma Jack era peggio, in camera non aveva detto una parola, e a giudicare dal respiro e dai frequenti movimenti, ci aveva messo molto a riaddormentarsi.
Quando arriva nella sala da pranzo non trova nessuno, solo Edgar, intento a mettere a disposizione per la colazione una sbobba peggiore di quella di Madrina.
-Edgar, hai visto Jack?- chiede Hiccup all’uomo che lo ha salvato due volte da un mese e mezzo a questa parte.
-Jack? No, non l’ho visto, credevo che stesse ancora dormendo- risponde l’omone.
-Bene, vado a cercarlo- Hiccup fa dietro front, ma viene interrotto dall’uomo.
-Tu mi ricordi tanto una persona che conoscevo quando ero piccolo- sussurra quasi tra se e se. Hiccup si gira a guardarlo, senza dire niente.
-Mi dispiace per quello che avete passato questa ultima settimana, ho scavato e ho affrontato la tempesta per tornare il prima possibile, da oggi si ricomincia- cerca di tranquillizzare il ragazzo, sempre guardandolo con affetto quasi genitoriale.
-Beh, dovrebbe assumere una buona cuoca secondo me, magari non una che è anche una pazza omicida- suggerisce Hiccup, leggermente imbarazzato per lo sguardo penetrante dell’uomo, che fortunatamente lo sposta per posarlo sulla sbobba da lui cucinata, ridacchiando sotto i baffi.
-Hai proprio ragione… sarà il caso che faccia qualche telefonata, tu cerca il tuo amico, ci vediamo più tardi- e prendendo il cellulare e iniziando a digitare un numero.
-A dopo- saluta Hiccup, ed esce dalla stanza, leggermente preoccupato per la sorte dell’amico.
Dopo aver controllato la cucina, ogni angolo della camera e persino l’ingresso della prigioiosa, gli viene un oscuro presentimento.
“Non è che se n’è andato” a questo pensiero si blocca, non riesce a credere che possa aver fatto una cosa del genere dopo tutto quello che avevano passato per aiutarlo.
Mentre rimugina su questi pensieri si affaccia alla finestra del corridoio vicino alla cucina, e nota un’ombra proiettata, come di qualcuno che sta sopra il tetto.
Tira un sospiro di sollievo e si precipita in soffitta maldicendosi mentalmente per non averci pensato prima, ma a metà tragitto la gamba poco consona a reggere il peso di un essere umano cede, e Hiccup crolla a terra, per la seconda volta in meno di ventiquattr’ore per colpa della gamba.
Riesce a mettersi seduto, e controlla le condizioni della gamba.
Ormai sono le sette e un quarto, e tra non molto i ragazzi si sveglieranno, e Hiccup non vuole rendersi ridicolo di fronte e tantissimi ragazzi orfani mezzi delinquenti, è abbastanza preso in giro senza passare da “Lo zoppo” a “Il ragazzo senza gamba”, così decide di andare nel museo, prendere un martello, dei pezzi di metallo e i aggiustarsi al meglio la gamba, per poi andare a rintracciare il compagno di stanza e avvertire Rapunzel.
“Perché diavolo mi sono preso questa responsabilità?”
Riesce con fatica a raggiungere il museo, e con grandi difficoltà e “prese in prestito” riesce ad aggiustare la gamba in maniera eccellente.
Decide, però, di non sforzarsi più di tanto, e fa il tragitto che lo separa dalla soffitta camminando lentamente.
Quando entra nella stanza, nota la finestra aperta, e affacciandosi chiama a gran voce
-JACK! Se sei qui vieni subito, dobbiamo parlare!-
Ma si accorge con grande shock, che Jack non è solo.
“Per tutti i Thor di questa terra: Marvel e mitologici”

 

Dopo la visita più che gradita di Hiccup, Rapunzel ha provato a riaddormentarsi, senza però riuscirci.
Ha provato a svegliare Merida, ma la rossa dorme così profondamente che tutti i tentativi della bionda si rivelano futili.
“Se solo ci fosse Pascal, la sveglierebbe senza problemi” solo pensare all’amico rettile le fa venire i lucciconi, e decide di andare a fare colazione,
dove forse riesce a parlare un po’ con qualcuno, perché se aspetta la compagna di stanza si fa notte.
Si mette il solito maglione violetto, la gonna e la borsa per i suoi capelli, che tuttavia tocca con molta cautela, senza sapere bene come maneggiare, per paura che reinizino a brillare e scongelare il ghiaccio.
“Tutto a posto, Rapunzel, va tutto bene Rapunzel, i capelli si illuminano solo se canti Rapunzel” continua ad autoconvincersi per non cadere nel panico, e si appresta a lasciare la camera stringendo la borsa come e temesse ladri pronti a scipparla.
Respirando rumorosamente esce finalmente dalla camera, e nota che il corridoio è completamente deserto, nonostante ormai si siano fatte le otto e mezza.
Si avvia velocemente in sala da pranzo, ha deciso di non mettersi le scarpe e camminare scalza, in questo modo si sente leggermente più sicura, nonostante il freddo che entra da vari spifferi del vecchio edificio.
Non incontra nessuno per tutto il tragitto, e quando giunge nella sala trova un Edgar corrucciato intento a parlare al telefono.
"Che strano ordigno” pensa, Hiccup le ha spiegato l’uso del cellulare, ma lei lo trova così strano e innaturale, come del resto Merida e Hiccup stesso. L’unico che sembrava a conoscenza di quella tecnologia era Jack, che ridacchiava alle loro spalle, ma non in maniera cattiva, Rapunzel lo sa, in maniera scherzosa, lui prende tutto come un gioco, ed è forse la cosa che le piace più di lui, riesce a mantenere freschi gli animi, e riusciva a strappare una risata al gruppo anche durante la dittatura di Madrina, Merida esclusa ovviamente.
Rapunzel osserva il cibo. A giudicare dalla consistenza e dall’aspetto deve aver esagerato con il burro e con la farina per la crema, che è diventata più una sbobba grumosa.
Mette un dito per assaggiarla e scopre che il capo ha anche confuso il sale con lo zucchero.
Mentre il capo è impegnato la ragazza ne approfitta per entrare di soppiatto in cucina, e inizia ad armeggiare ai fornelli.
Prende uova, farina, latte, un cucchiaio di olio vegetale, succo di mela dalla dispensa, uvetta, mandorle e un po’ di burro, poi si mette a lavoro canticchiando e riacquistando il buonumore.
Dopo aver finito i Fladle, decide di cimentarsi nella torta alle nocciole, ma viene beccata da Edgar mettendola nel forno.
-Rapunzel, che ci fai qui?- le chiede lui accigliato.
La ragazza diventa tutta rossa, e, iniziando a torturarsi i capelli, borbotta:
-Io.. beh… ero qui… la crema era salata… ho cucinato i Fladle… e la torta… mi dispiace- conclude, aspettandosi una punizione esemplare alla “Madrina”, o un rimprovero per aver borbottato, invece Edgar le da una pacca sulla spalla, raggiante di felicità.
-Bravissima, Rapunzel, ti andrebbe di diventare la nuova cuoca- le propone con un sorriso incoraggiante.
La ragazza annuisce sorridendo a sua volta, sentendosi finalmente utile a qualcosa per le sue abilità e non per i suoi strani capelli.
-Perfetto, continua la torta e dopo prepara il pranzo, puoi fare quello che vuoi, ma devi preparare per trentotto persone, ne sei in grado?- chiede l’uomo avviandosi alla porta.
Rapunzel ci pensa un po’ su, poi risponde:
-Si, certo, sarà un piacere-


Merida, dopo un po’, si è finalmente svegliata, e si stiracchia con un grande sbadiglio e con tantissimo rumore, controllando l’ora.
-Oggi la rana non mi ha svegliato per fortuna- dice orgogliosa constatando che sono quasi le dieci.
Poi, ricordando ciò che è accaduto la sera prima si riscuote completamente, cercando l’amica per la stanza, e chiamandola a gran voce.
Se la conosce bene ora se la immagina sperduta, triste e sconsolata, magari facendosi consolare da Hiccup, e la rossa non vuole farla sentire sola. Così decide di vestirsi in fretta e andare a cercarla.
Mette la felpa verde, i jeans strappati e indossa velocemente le scarpe senza neanche rendersi conto di cosa stia mettendo, determinata com’è a vedere le condizioni di Rapunzel.
“E Hiccup? Lui starà bene? E Jack?” non che le importi qualcosa di Jack, naturalmente, solo non vuole assolutamente che tutti i loro sforzi siano stati vani.
Ok, lo ammette, forse un po’ le importa, ma non tanto, e non per amicizia o cosa, ma forse perché non si sa immaginare l’orfanotrofio senza le loro litigate, e, dopotutto, lui non si è mai davvero arrabbiato per i suoi eccessi.
“Ma che vai a pensare, Merida, tu lo odi!” ma è davvero odio, o è amicizia camuffata.
Scaccia il pensiero dalla mente, lei è Merida Dumbroch, non può permettersi di essere confusa, e si avvia velocemente in cucina, dove i ragazzi stanno allegramente facendo colazione.
“Fa che non sia una sbobba, fa che non sia una sbobba” pensa Merida incrociando le dita e avviandosi al suo tavolo, dove nota delle frittelle già messe nel piatto, con una scritta fatta con lo sciroppo d’acero: “Sono in cucina :)” Merida si tranquillizza, è certa che il messaggio sia di Rapunzel, e si appresta ad andare in cucina, portandosi naturalmente il piatto con se. Non si rinuncia certo a delle frittelle dall’aspetto delizioso come queste.
Quando arriva in cucina vede Rapunzel intenta a canticchiare e cucinare allegramente, andando da una parte all’altra della cucina come se volasse, l’esatto contrario della ragazza triste e sconsolata che Merida si era figurata nella sua mente.
Inizia a mangiare le frittelle, e nota che sono squisite, con succo di mela, uvetta e mandorle.
-Complimenti, Punzie- le dice con un sorriso -Non sapevo sapessi cucinare- commenta poi, sedendosi su un tavolo libero.
-Ciao Merida! Non lo sapevo neanche io, veramente, ti piacciono? sono Fladle- dice allegramente l’amica, continuando a cucinare la zuppa di nocciole per pranzo, la sua preferita.
-Falde che?- chiede l’amica confusa.
-Fladle, sono delle frittelle tedesche- spiega Rapunzel, confondendo ancora di più Merida.
-Non solo cucini, ma cucini anche pietanze tedesche?- chiede incredula.
Questa domanda fa tentennare il recuperato buonumore di Rapunzel
-Io… si, evidentemente si- risponde secca, mescolando la crema per il dolce della cena.
Merida avverte il distacco appena creato, e cerca di porvi rimedio.
-Significa che forse vieni dalla Germania o da qualche altro paese europeo nelle vicinanze- suggerisce Merida, dando una speranza alla bionda, che si illumina di nuovo.
-Si, forse, si, che bello, devo andarci un giorno di questi, forse trovo il mio paese, e forse riuscirò a capire che è la donna dai capelli neri con il mantello- eccitatissima, inizia a saltellare da una parte all’altra della cucina, facendo uscire un po’ di capelli dalla borsa che finiscono addosso a Merida, che svelta svelta se ne tira fuori, non vuole assolutamente finire di nuovo legata e intricata nella massa bionda.
Così facendo però, per sbaglio inciampa, facendo cadere buona parte delle frittelle rimaste ancora nel piatto.
-Sgrunt- commenta solo.
-Scusa Merry- Rapunzel si affretta a rimettere i capelli nella borsa, e a porgere una mano a Merida, dispiaciuta.
-Mi devi tre frittelle- commenta solo la rossa rialzandosi.
-Un momento, dove sono Jack e Hiccup?- chiede Rapunzel a Merida -Li hai visti in sala?-
-No, in effetti credevo che fossero qui, con te, non li vedo da ieri sera- risponde Merida pensierosa, e iniziando a preoccuparsi.
-COSA!?- Rapunzel si è già preoccupata, e levandosi il grembiule si appresta ad andarli a cercare.
-Hey, tranquilla biondina, siamo qui- Jack annuncia la suo presenza con il solito tono sbruffone, ma si vede che non lo fa con la solita enfasi, infatti è ancora piuttosto acciaccato e dolorante, il polso destro, poi, è fasciato e dove finiscono le bende Merida nota un pezzo di pelle rossa e con qualche vescica, cerca di non guardarla e si concentra su Hiccup.
Il ragazzo è totalmente scosso, dal colorito verdognolo e l’aria di chi ha visto un fantasma.
-Hiccup, stai bene?- chiede avvicinandosi al moro, che annuisce distante.
-No, e solo che ha visto…- Jack viene interrotto da una gomitata che Hiccup gli tira allo stomaco, e dopo uno scambio di sguardi resta zitto.
-Che hai visto?- chiede Rapunzel avvicinandosi per vedere le loro condizioni, quando i capelli sfiorano Jack, lui si ritira visibilmente.
-Puoi tenere i tuoi capelli lontani da me?- chiede alla bionda quasi sussurrando, in tono sofferente.
-Perché?- lo prende in giro Merida -Paura di un po’ di fili, che c’è, credi che ti strangoleranno?-
-Merida, smettila- la riprende Rapunzel, senza convinzione, è rimasta molto sorpresa e delusa dalla reazione di Jack.
-Scusa, ma… non ho un buon ricordo dei suoi capelli- si spiega l’albino.
-Perché ti hanno salvato la vita?- dice sarcastica Merida.
-Perché mi hanno bruciato il polso!- esclama Jack, toccandosi il polso destro inconsciamente.
-Non sono stati i suoi…- Merida si blocca, in effetti si era ritirato quando lei aveva provato a sciogliere il ghiaccio dalle manette, e la sua espressione non faceva presagire niente d buono, inoltre le pare di ricordare che quando aveva lanciato la freccia il polo era già rosso.
Guarda Rapunzel, imitata dagli altri, e la ragazza sembra farsi piccola piccola di fronte agli sguardi degli amici.
-Io… non so… cosa dire…- gli occhi le si riempiono di lacrime, e Hiccup prova a far ragionare gli altri due.
-Ma i suoi capelli mi hanno guarito dalle ferite, forse è diverso solo per Jack- Merida sembra convincersi, ma Jack non ci rimane molto bene.
-Ed io chi sono, quindi, lo spirito del gelo e dell’anti luce?- dice a mo’ di scherzo, ma Hiccup lo guarda con sguardo eloquente.
-Stai scherzando, vero?- 

 

 

 

 

(A.A.)
Corto, è vero, in ritardo, è ancora più vero, ma sono molto impegnata questi giorni.
Vi assicuro che il prossimo capitolo sarà migliore, o almeno spero.
E chissà chi ha visto Hiccup, scommetto che l’avranno capito tutti, ma come si sono svolti i fatti?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Inoltre si capiranno molte più cose sul nostro caro amico mezzo vichingo.
Al prossimo capitolo.
P.s. Ho iniziato un’altra fanfiction HogwartsAU sui Big Four: “La profezia delle quattro bacchette” (lo so, sono una frana con i titoli) se vi va fateci un salto.

 

   
 
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