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Autore: MaryMatrix    08/07/2008    5 recensioni
Lei è una ragazza scontrosa e sicura di sé.
Lui è un ragazzo bello, dolce e gentile.
L'altro è un killer professionista.
Per una coincidenza per nulla casuale le loro 3 vite si incontreranno e quella di Anna cambierà...
E Maga Taisha diede il suo responso in tono mistico. - Mia cara bambina, la risposta che cerchi è dietro di te. -.
Anna interpretò la risposta in senso metaforico. - Dietro di me... che mai vorrà dire? - si domandò lei.
- Anna... - provò a chiamarla Sveva.
- Forse vuol dire che è nel mio passato... -.
- Anna... -.
- Zitta Sveva, sto pensando. -.
- Anna... - questa volta la voce non era di Sveva.
Il titolo è preso dall'omonimo carmen dei Carmina Burana.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8

Capitolo 8:
La porti un bacione a Firenze

Era passata una settimana dalla loro avventura e Federico aveva pensato di tornare a Firenze, ma non avrebbe permesso ad Anna di tornare ad abitare nella sua casa. Infatti era convinto che Stub non si sarebbe mai cercato di tornare a cercare Anna dalla sua città. Come la prima volta però non aveva voluto avvertire Anna che in aereo fissava fuori da finestrino, presa dall’immensità dell’oceano.

-          Non mi chiedi dove siamo diretti? – le domandò Federico, un po’ offeso in effetti dalla noncuranza della cugina.

-          Basta che non sia l’Antartide. – rispose lei con voce che indicava che in quel momento si trovava più di là che in questo mondo.

Federico si sbatté una mano in fronte. – Acc.. l’Antartide avrebbe potuto essere un’idea. -.

-          No. – Anna si voltò di nuovo verso il finestrino. – Lui mi avrebbe trovata lì. -.

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Immaginatevi un po' la sorpresa di Anna nello scoprire che Federico l'aveva riportata dritta dritta a Firenze. Sveva, pur essendo un'assoluta frana con le armi, se la cavava molto bene col telefonino, infatti quando arrivarono aveva già affittato una stanza e un taxi li stava aspettando all'aeroporto.
Il tassista non fece domande nel vedere le strane condizioni dei ragazzi, soprattutto di quella strana ragazza dai capelli rossi con un filo che le attraversava le labbra. Ma Anna non faceva caso a lui, era tornata la solita Anna di sempre, pronta a tutto. Si rivolse a Federico dopo un po'.

- Sei sicuro che sia stata una buona idea tornare qui? -.

- Stub non penserebbe mai che tu sia tornata qui. -.

A quel nome il tassista frenò bruscamente. - Stub? - ripeté. - Voi... voi... -.

- Già. E non è affatto così terribile come pensano tutti. - aggiunse subito dopo. - Ti dicevo Federico, non è lui che mi preoccupa ma la tua famiglia e... si può sapere per quale diamine di motivo sta accostando? Non può mica lasciarci qui! - guardò sconcertata piazza Puccini.

- Signorina la prego di scendere subito dal mio taxi. Non offro passaggi a chi ha alle calcagna un assassino. -.

- Buon uomo, mi ascolti. - si sforzò di mantenere la calma. - Stub non ha la più pallida idea di dove ci troviamo in questo momento, e anche se l'avesse le posso assicurare che in questo momento si trova dove l'abbiamo lasciato, ovvero sia in Brasile. -.

Il tassista la guardò attraverso lo specchietto retrovisore molto scettico. Federico dal seggiolino davanti invece nello specchietto vide una macchina che conosceva molto bene, con seduta al volante una persona che conosceva altrettanto bene. E la vide estrarre una pistola.

- Oh, merda! - commentò. - Vada presto! -.

L'uomo oppose resistenza ma bastò il rumore di uno sparo per mandarlo in pieno panico. Aprì la portiera ed uscì di corsa. Federico si spostò con la velocità di un fulmine sul seggiolino del conducente e Anna buttò Sveva per terra. Lei invece passò davanti, accanto a Federico.

- Sveva sta' giù! - urlò Federico.

Anna si ricordò di avere la pistole che le aveva dato Antonella. Il metal-detector non l'aveva individuata... Anna aprì il finestrino mentre Federico sfrecciava nel traffico, inseguito dai proiettili che sua sorella sparava mentre guidava la macchina.

- LE RUOTE ANNA! - sentì urlare Federico. - MIRA ALLE RUOTE! -.

- E TU TIENI LE MANI SUL VOLANTE! -.

Anna si sporse un po' fuori dal finestrino e sparò un colpo praticamente a caso. Infatti fece appena in tempo a rientrare in macchina che un proiettile lanciato da Lavinia le sfiorò la tempia destra. Anna si domandò come accidenti faceva Lavinia a guidare e a sparare in quel modo contemporaneamente. sembrava che fosse abituata a farlo. Ma non era quello il momento delle domande. Nella strada si era creato il traffico a causa della sparatoria e via di Ponte alle Mosse non era poi così ampia. Federico voltò all'improvviso a destra su una traversa per fare il giro dell'isolato, sperando di far perdere le sue tracce alla sorella.
Ma Lavinia era sempre dietro di loro. Anna capì che non aveva senso avere paura in quel momento quindi mise un piede nel portaoggetti in basso allo sportello e si rivolse a Federico.

- Volta alla prossima. - gli ordinò.

- Ma siamo contro mano! -.

- VOLTA ALLA PROSSIMA! - strepitò Anna.

Federico frenò e girò rischiando di far sbilanciare la macchina sulle ruote a sinistra. Anna aprì lo sportello e fu catapultata fuori. Non cadde in strada sfracellandosi solamente perché aveva il piede ben fermo nel portaoggetti e si reggeva saldamente allo sportello con una mano. Appena Lavinia voltò all'angolo Anna fece fuoco due volte e riuscì a bucare le due ruote davanti. Lavinia fu costretta a rallentare e ne approfittò per far fuoco su Anna. Che si ritirò dentro appena in tempo, chiudendo lo sportello con un sonoro tonfo.

L'inseguimento continuò fino ad arrivare a Porta a Prato. Probabilmente era il punto più trafficato di Firenze: da lì entravano le macchine provenienti dall'autostrada, dalla Firenze-Pisa-Livorno, dalle vicine cittadine di Signa, Scandicci, Montelupo, Montespertoli, anche da Empoli. E ovviamente nel senso contrario, ossia quello di percorrenza di Federico, invece portava nelle località sopra elencate, ma anche a Porta Romana, ai Piazzali... insomma a tutta la zona comunemente conosciuta come di-là-d'Arno.

Federico si diresse verso il ponte alla Vittoria, rallentando per tutto il solito traffico dell'ora di punta fiorentino. Anche Lavinia era stata costretta a stare indietro senza sparare. Le gomme forate poi, la rallentavano ancora di più. Dopo quello che a Sveva, rannicchiata nel suo posticino, parve un secolo, Federico imboccò la Fi-Pi-Li.

Sveva finalmente tornò a sedersi. - Ce la siamo davvero vista brutta stavolta. - borbottò.

- Già. - annuì Anna. - Questo dimostra comunque che tua sorella non si fida di Stub e vuole eliminarmi con le sue mani. -.

- Cosa proponi di fare? - domandò Sveva.

- Non lo so. - ammise Anna, che per la prima volta non aveva davvero la più pallida idea di come comportarsi. Guardava la superstrada davanti a sé, come in cerca di una soluzione. - Quello che so è che Federico non può tornare a casa. -.

- Si tratta della mia famiglia. -.

- Una famiglia che ha tentato di ucciderti e per poco non ci riusciva! - gli ricordò Anna. - Prima di tutto dobbiamo cercare di rientrare a Firenze per sistemarci dove Sveva ha affittato la stanza. Subito dopo dovremo liberarci del taxi: ha riportato dei danni, e dà troppo nell'occhio. Inoltre dobbiamo ringraziare il cielo se il tassista non ci denuncia. Poi aspettiamo che le acque si calmino: una settimana. Dopodiché ci muoviamo e cerchiamo Geremia. -.

- Geremia? - Sveva si sorprese. - A quest'ora sarà morto. -.

- No. - ribatté Anna. - Non se conosco bene Stub. -.

Federico non poteva far altro che assecondare il piano della cugina, anche perché per il momento non ne avevano di migliori. Quindi cambiò corsia, di nuovo verso Firenze.

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C'era qualcuno che aveva osservato tutta la scena in un posto sperduto in Brasile, dietro la Garganta do Diablo, dove solo gli uomini coraggiosi, o folli, osano avventurarsi. Lì si trovava uno dei quartieri generali degli assassini più bravi al mondo.
La scena che si era appena svolta a Firenze aveva fatto montare su tutte le furie Stub, che si alzò dalla sedia e ruggì che gli fosse portato immediatamente un telefono.
Compose il numero di cellulare di Lavinia.

- Parlo con Lavinia? - il suo tono si tratteneva a stento dall'essere professionale.

- In persona. - sentì la voce furiosa di lei. - Ma questo non è il momento. -.

- Ragazzina, porta un po' di rispetto. - la sua voce era più tagliente di un coltello. - Sono Stub. E ho appena visto quello che hai fatto. E' compito mio uccidere la ragazza. -.

- Stub! - esclamò lei. - Sì, ma hai avuto tempo per farlo e mi sembra che sia ancora viva. -.

- Mi stai dando dell'incapace? -.

- Non oserei. - replicò lei. - Ma ho deciso di occuparmi personalmente della faccenda. In altre parole la mia famiglia non ha più bisogno dei tuoi servigi. Sei licenziato. -.

- Se questo è quello che vuoi... - commentò Stub, prima di riattaccare.

Licenziato. Questo significava che non avrebbe più dovuto uccidere Anna. Antonella era accanto a lui e lo guardava curiosa.

- Che ha detto la pazza a sua discolpa? -.

Stub stava ancora guardando il telefono pensieroso. - Mi ha licenziato. - spiegò.

- Che cosa? - Thomas aveva sentito e aveva fatto irruzione. - Amico, nessuno può licenziarti! Sei Stub. -.

- L'hanno appena fatto Tom. - lo interruppe lui bruscamente. - E sai che vuol dire questo? -.

Thomas e Antonella si lanciarono un'occhiata complice.

- Vado a dire a Masky di andare a prendere il messo. - si mise all'opera Thomas.

- Preparo un jet diretto in Italia. - Antonella cominciò a dare ordini qua e là perché un jet fosse pronto a partire entro un'ora.

Stub invece si diresse in sala d'armi. E mentre camminava scoppiò a ridere in corridoio. Per la prima volta Stub, il grande assassino avrebbe salvato una vita.

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Anna fece il suo ingresso in quel monolocale di un palazzo nella zona di Ponte alle Mosse, e si guardò intorno. Il pavimento era marroncino e le pareti verniciate di un bianco un po' sporco. A sinistra si trovava la cucina composta da un frigorifero, un acquaio e solamente 2 fornelli. Proprio daavnti alla cucina il tavolo, e infine dall'altro lato il divano che poteva essere tatticamente aperto, trasformandosi in questo modo in un letto. Il bagno era davanti alla porta d'entrata dopo aver oltrepassato il tavolo rotondo.

- Allora, che cosa ne pensi? - domandò Sveva. - Non sono riuscita a trovare di meglio. Inoltre è lontano dalla zona dove abita Lavinia e vicina a dove abito io. E come vedi è ad un piano abbastanza alto, così puoi tenere la finestra aperta senza che nessuno ti veda dalla strada. Ho pensato che potesse essere l'ideale. -.

- Infatti. - confermò Anna, mentre Federico portava dentro tutti i bagagli. - Io vado a sbarazzarmi del taxi. - disse infine. - Voi due non muovetevi di qui. -.

Federico uscì.

Sveva si lasciò cadere sul divano, stanca e ancora sconvolta per l'inseguimento. Lei non era fatta per quel genere di cose, a lei piaceva la vita tranquilla. Anna invece si affacciò alla finestra per controllare la situazione, mentre in mano stringeva ancora la pistola di Antonella. E pensò che avrebbe dovuto procurarsi altri proiettili per poterla ricaricare.

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Un'ora era passata e Stub stava aspettando sua cugina davanti al jet per partire alla volta dell'Italia.

Finalmente vide entrare Antonella, il cui però sguardo non prometteva niente di buono.

- Dobbiamo rimandare il viaggio Stub. - lo informò lei. - Sembra che il messo sia stato più furbo di quello che pensassimo: è riuscito a fuggire. -.

 

 

 

 

L'angolo della Matrix

Salve a tutti!!! Rieccomi qui con un nuovo capitolo: spero vi sia piaciuto. Ho voluto mettere un inseguimento stradale perché primo mi piacciono tanto, e secondo perché pensavo fosse l'ideale per introdurre il nuovo pericolo che Anna dovrà affrontare questa volta. E Stub adesso che cosa farà?
Geremia alla fine riesce a fuggire... e adesso ho intenzione di dar più spazio anche a lui, perché mi sono resa conto che come personaggio è in secondo piano, e non voglio che continui ad esserlo, perché è nato per essere uno dei protagosti.

Bene, adesso che ho fatto il punto e vi ho illustrato un po' dei miei piani futuri per lo sviluppo della storia passo ai ringraziamenti.

  • DamaArwen88: tranquilla, ho capito che parlavi in senso caratteriale e non nel senso del lavoro che fa. Anche se come abbiamo detto ieri sera forse anche in questo caso si tratta solamente di punti di vista... Per il loro prossimo incontro invece mi sa che dovrai aspettare ancora un po'... sorry. Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo che più che altro mi sembra di transizione dello stato delle cose. Bacione!
  • Lallix: ho pensato a te quando ho deciso di dare più importanza a Geremia ^^. Comunque voglio rassicurarti: Stub si pronuncia "Stub", non "stab". Che poi qualche anno fa, dopo aver creato il personaggio di Stub, ho scoperto che la parola stub indica un abbozzo giornalistico... se vuoi un giorno ti racconterò come sono nati i personaggi di Geremia e di Stub, entrambi esistenti. Sai che non mi ero accorta di aver messo due volte che la protagonista si ricuce il labbro? Comunque hai visto giusto, mi sono rotta il labbro inferiore per ben due volte e per ben due volte me l'hanno ricucito senza anestesia... è una cosa che non auguro a nessuno... Sono contenta che ti sia piaciuta l'ultima frase, anche se un po' avevo paura che fosse troppo romantica: le tue parole mi hanno rassicurata! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Bacione!

Un bacio a tutti e al prossimo aggiornamento!

@matrix@

 

  
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