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Autore: Neverland98    03/04/2014    3 recensioni
-Chi sei, come ti chiami?- vorrei avere un tono sicuro, ma la voce mi muore in gola; così ne esce solo un verso strozzato.
Lui non sembra scomporsi, continua ad osservarmi con i suoi occhi glaciali. Non dev'essere molto più grande di me, eppure lo sembra. E' bellissimo, i suoi lineamenti delicati e la sua carnagione lattea lo fanno assomigliare ad un essere sovrannaturale. Ne sono subito attratta. -Mi chiamo Arden, ma non vedo come questo possa aiutarti a risolvere il tuo problema.-
Deglutisco a vuoto, i battiti del mio cuore mi rimbombano nelle orecchie. -Che problema?-
Arden sfodera un sorrisetto cattivo. - Come farai ad uscire da qui-
-Da qui dove? E' soltanto un sogno- mi sorzo di sembrare tranquilla.
-Dici davvero, ragazzina? E allora perchè non ti svegli- mi prende in giro.
-Lo faccio subito-
Serro le palpebre, smetto di respirare, stringo i pugni.
Ma non succede niente, lui è ancora davanti a me.
Questo non è un sogno.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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4. BACI RUBATI E MESSAGGI NASCOSTI  

 

Un bacio legittimo non vale mai un bacio rubato.
Guy de Maupassant


Vi dico subito che ho deciso di uscire con Damen. No, non sono un mostro o un essere senz'anima. Semplicemente, dopo lunghe ore di riflessione, ho capito che come Damen potrebbe trarre dei vantaggi dall'essere il mio ragazzo, anch'io potrei trarne stando con lui. Duventerei popolare, e poi lo lascerei. A quel punto avrei tutti i ragazzi ai miei piedi e potrei stare con qualcuno che mi piace davvero. La verità è che, anche se detesto essere usata, è tutto troppo bello per mandarlo al diavolo. Finzione o no, questa è la mia (forse unica) occasione di stare con il ragazzo che amo da sempre. Se poi ci sono anche dei vantaggi personali... Sinceramente, voi mandereste tuttto a quel paese per una questione di “onestà”?

Be', comunque io no.

Ecco quindi che indosso la gonna di pelle che mi ha suggerito Kerr e una maglietta bellissima, aderente, bianca con una fantasia nera sul davanti, nera di pizzo dietro. Infine metto un paio di ballerine scure di vernice (Kerr aveva proposto i tacchi, ma io ho paura di cadere per strada. Che figura ci farei?) e domo i miei capelli mossi con la piastra. Infine, un po' di eyeliner e rossetto completa il tutto. Non mi sono mai sentita così bella. E potente. E' come se avessi il mondo nelle mie mani, come se potessi farne quello che voglio. Ovviamente Kerr non approva questo ragionamento (ha paura che io “mi venda l'anima”, sue testuali parole), ma non abbiamo mai litigato, quindi era inutile farlo per una stupidagine del genere.

Mi do un'ultima occhiata allo specchio e sorrido al mio riflesso, riconoscendo una ragazza completamente nuova, bellissima, e sicura di sé. Faccio un respiro profondo ed esco di casa. Mamma pensa che io esca con il mio solito gruppo, ed è meglio che continui a pensarlo.

Appena sono fuori, una brezza fresca mi scompiglia i capelli. Ma non è quel vento umido che fa arricciare loro e bestemmiare me, no; questo vento li smuove quel tanto che basta per farli sembrare naturali. Il cielo è stellato e c'è la luna piena. Sono già le otto, le strade sono piene di comitive di ragazzi e coppiette. Inizio a fischiettare, quando penso che anch'io adesso faccio parte di una coppietta. Anche se è solo una finzione. Ma decido di non pensarci.

Quando arrivo davanti a scuola, Damen è già lì che mi aspetta. Indossa dei jeans scuri, una camicia azzurra infilata un po' dentro un po' fuori i pantaloni, e una giacca scura. E' un figo, non ci sono altre parole per descriverlo.

Mi viene incontro sorridendomi.-Ciao, Lia- mi bacia sulla guancia.

-Ciao, Damen- sorrido a mia volta.

Lui si passa una mano tra i capelli dorati, scompigliandoli. Quanto è sexy! E sta con me. Ecco perchè non ho potuto tirarmi indietro.

-Senti, Lia- mi dice. -Penso che dovremmo parlare...-

-Di cosa? Del fatto che stai con me solo perchè vuoi tornare ai vertici della popolarità?-

Lui ammutolisce dallo stupore.-Non ti facevo così sveglia-

Dovrebbe essere un complimento, eppure non posso fare a meno di pensare che quando mi ha visto la prima volta, mi ha ritenuta una cretina.

-Troppo spesso la gente tende a sottovalutarmi- dico. Ed è vero.

-Fanno molto male.- sussurra, avvicinandosi sempre di più. E' molto più alto di me, quindi deve chinarsi un poco per baciarmi. Ma non esita, mi bacia. E' strano, sapete? Questo bacio non è come il primo. Non c'è quella... come dire, scintilla, ecco. E' come se stessi girando un film, è questo bacio non fosse reale. Attenzione, io non ho mai girato un film, ma posso immaginare che sono così i baci dati sul set. E la cosa non mi piace. Quando si stacca, mi ritrovo a sorridere, ma non sono davvero felice.

-Allora- riprende poi.-Sarai la mia ragazza?-

-Sì- rispondo, ma la cosa non mi dà nessun tipo di sensazione particolare. Non sono strafelice, come ho sempre pensato che sarei stata se lui mi avesse chiesto di stare con lui. Non sento nemmeno le farfalle nello stomaco, che sentivo ogni volta che lo incrociavo nei corridoi scolastici. E' strano, ma è così.

-Bene- intreccia le sue dita alle mie.-Allora facciamoci una passeggiata-

E ci facciamo una passeggiata.

Vorrei soffermarmi di più sull'andamento della serata, ma è una noia totale. Un disastro totale. Mi sento delusa, e mi sforzo di sorridere ogni volta che Damen (o le persone che ci vedono) mi guarda e di ricambiare i suoi baci con più passione possibile. Ma fa uno strano effetto sapere che lui mi ha chiesto di uscire solo per farsi vedere in giro con me. Certo, una parte di me ne è orgogliosa. Un'altra, invece, si sente uno straccio.

Decido di non farci caso, mi ripeto l'elenco dei vantaggi che potrebbe portarmi stare con Damen, e trascorro la serata in tutta serenità.

Quando torno a casa, verso mezzanotte, mia madre è già a letto e io mi chiudo nella mia stanza. Solo allora, con la faccia immersa nel cuscino, scoppio in lacrime.

C'è poco da dire sul sabato e la domenica, che trascorrono normalmente. Monotoni come al solito. Kerr mi telefona più volte per parlare di Damen, ma io sono troppo orgogliosa per ammettere che aveva ragione lei, che Damen mi stava solo usando. Quindi mi sforzo di sembrare allegra e soddisfatta di me stessa e fuori di testa per la gioia di essermi fidanzata. Ogni volta che chiudo la chiamata, mi salgono le lacrime agli occhi. Ma le ricaccio indietro, ho imparato a mascherare molto bene la sofferenza. Non mi piace piangere, mi fa sentire troppo fragile; preferisco accumulare più che posso. Persino i miei sogni sono stati vuoti, queste ultime notti. Non ho sognato proprio niente, che mi ricordi. Però passo il tempo chiusa nella mia stanza, a rimuginare sul disegno che ho fatto la notte scorsa e sul senso delle cose che vedo nei miei sogni. Per il primo ero riuscita ad arrivare ad un abbozzo di messaggio, cioè che “c'è qualcosa di oscuro in me”. Allora ho cercato (sempre sul libro di Collins) il significato dei boschi nei sogni e diceva:

Sognare boschi o sognare foreste sono l’indicazione principale di tensione, senso di smarrimento e la ricerca di se stessi. Un percorso nell’oscurità di un bosco è infatti la metafora della vita che ti tormentacon i suoi interrogativi e che ti impegna nella ricerca costante del tuo posto nel mondo.

Poi ho controllato la definizione di “castello scuro”

Sognare un castello nero è sinonimo del timore del destino inappellabile, di essere costretti a vivere in un modo, ma desiderare di cambiare le regole.

E infine sono giunta alla conclusione che “devo cercare quel qualcosa di oscuro che c'è in me perchè voglio cambiare le regole del mio destino.”

Sì, potrebbe avere un senso.

Ad ogni modo, ne parlerò domani con Collins.

Ceno un po' di insalata con i pomodori e corro a letto, domani sarà una giornata importante. Ho come la sensazione che quello che mi dirà il mio professore di matematica avrà un forte impatto sulla mia vita.

Spengo la luce, chiudo gli occhi e mi raggomitolo su me stessa. Anche stanotte non sogno niente. Se i sogni sono sinonimo di “speranze”, le mie si sono frantumate da quando ho accettato di stare con Damen pur di diventare popolare. Da quando mi sono venduta l'anima.

La mattina arriva senza nessun preavviso, mi strappa dal nulla in cui mi trovavo e mi riporta alla realtà. Spengo la sveglia pigiando troppo forte sul tasto e corro sotto la doccia. La parte più difficile è scegliere i vestiti da indossare. Immagino che stare con Damen voglia anche dire curare al massimo l'aspetto esteriore. D'ora in poi, quindi, niente più coda dell'ultimo minuto e pullover extralarge presi alla rinfusa dal guardaroba. In parte mi manca il poter fregarmene dell'abbigliamento. Comunque, scelgo una mingonna a balze di pizzo beige in stile country, abbinato ad una maglietta marrone ad una spalle e delle ballerine dello stesso colore. Mi trucco, anche. E piastro i capelli. Quando sono di casa esco il più in fretta possibile. Se mi vedesse mia madre, mi farebbe l'interrogatorio sul perchè di tanta cura.

Infine, esco di casa, incontro Kerr e andiamo a scuola. Non c'è altro da dire.

Parliamo poco, io sono troppo concentrata a pensare a Damen e a chiedermi se riuscirò a rispondere male a Collins. Lo so che sembra stupido, ma io non ho mai risposto male a un professore. Ho paura di non riuscire a farlo o di dare una risposta non adeguatamente maleducata.

Con tutti questi pensieri, arrivo a scuola e senza che me ne accorga sono in classe. Seduta vicino a Kerr, all'ultimo banco. La campanella suone. Ed entra Collins.

Faccio un respiro profondo e mi preparo.

-Lia, stai bene? Sei tutta rossa.- mi fa notare Kerr.

Io mi sforzo di sorridere.-Certo. Sono solo un po' agitata, sai, non ho fatto i compiti. E Collins mi odia.-

Kerr non sembra convinta, ma decide di non fare altre domande. Gliene sono grata. Sono troppo nervosa, e quando sono nervosa rispondo male a chiunque mi rivolga la parola o mi attraversi la strada. E io non voglio rispondere male a Kerr. In questi giorni ci sono troppi segreti e troppa tensione a dividerci.

-Buongiorno, ragazzi- dice Collins, entrando. Indossa il suo solito completo da pinguino e porta una cartella di pelle, che sbatte pesantemente sulla cattedra.

-Buongiorno, prof- rispondiamo tutti in coro.

-Oggi interroghiamo- ci annuncia con un sorrido sadico stampato in faccia. Ma si può essere così crudeli?

Dalla classe si leva un coro di disapprovazione, ma Collins lo zittisce sbattendo il pugno sulla cattedra.-Silenzio! O giuro sulla mia testa che vi interrogo tutti!-

E così taciamo.

C'è un silenzio di tomba, in questo momento si potrebbe sentire anche uno spillo cadere per terra. Collins fa scorrere lo sguardo sul registro, sui nostri nomi, per scegliere la vittima della giornata. La sua lettura è accompagnata da alzate di occhi al cielo e mormorii eloquenti.

Poi dice.-Waldorn, all'interrogazione-

Avevo dubbi?

-No- rispondo, mordendomi il labbro per impedirgli di tremare.

-Come, prego?- si toglie gli occhiali e mi guarda sconcertato.

-Ho detto di no!- alzo la voce. E' più facile di quanto pensassi, ma il cuore mi martella nel petto. Ignoro le occhiate di tutti i miei compagni che si sono girati verso di me (Kerr compresa) che mi guardano con ammirazione e terrore. Terrore per quello che potrebbe farmi Collins.

-Waldorn, venga immediatamente all'interrogazione!-

Mi alzo in piedi.-Perchè dovrei?-

-Altrimenti...-

E' il momento, devo lanciare la bomba.-Altrimenti,cosa? Mi mette la nota? Mi convoca nel suo ufficio?- lo guardo con aria di sfida. Per la classe si diffondono risatine mascherate da colpi di tosse. Un altro salto in alto per la mia popolarità.

-Lei mi costringe, Waldorn- ha capito! Ha capito!

-Faccia pure!- dico con noncuranza, tornando a sedermi e incrociando le braccia.

-La aspetto nel mio ufficio, dopo le lezioni-

Non poteva andare meglio.

-Si può sapere cosa ti è saltato in menta?- mi urla Kerr al cambio dell'ora.-Come se non fossi sul punto di essere bocciata in matematica!-

-Proprio per questo non sono andata all'interrogazione!- mento.

Kerr mi guarda in modo strano.-Già. E infatti ti sei guadagnata un altro appuntamento nel suo ufficio!-

Ho capito quello che pensa.-Kerr, non è affatto come credi. Non l'ho fatto per una questione di popolarità- almeno, non solo. Quest'ultima parte non la dico.

-Certo, come no.- ed è l'ultima parola che mi rivolge per il resto della giornata. In mensa non mi siedo nemmeno con lei e gli altri, ma vado al tavolo di Damen. Infine, dopo le lezioni, vado nell'ufficio di Collins. Ormai non fa più così paura. Ho l'impressione che nei prossimi giorni passerò tanto tempo in questa stanza.

Busso e la voce di Collins mi dice di entrare.

-Buongiorno, prof- lo saluto.

-Chiuda bene la porta e si sieda, Waldorn- mi ordina in tono severo. Io ubbidisco. E se non avesse capito il mio messaggio? Se avesse davvero intenzione di punirmi.

-Io volevo- inizio, ma il prof mi interrompe.-Ho capito chiaramente quello che voleva, Cecilia-

Anche oggi mi chiama per nome. E anche oggi mi dà fastidio.

Ma sono felice che abbia recepito il messaggio.

-Dunque, mi dica, che cosa voleva?-

Faccio un respiro profondo.-Allora, ho letto il suo libro, cioè... non tutto... solo alcune parti...- sono a disagio (è pur sempre il mio prof di matematica) e la voce mi trema un po'.-Io... sono arrivata ad una conclusione...- mi schiarisco la voce.-Vede, la prima notte ho sognato i corvi e uno specchio. La seconda notte invece un bosco e di nuovo un castello nero.- ora sto acquisendo sicurezza e parlo sempre più velocemente.-E allora ho cercato il loro significato sul libro dei sogni che mi ha dato, e sono arrivata alla conclusione che “devo cercare quel qualcosa di oscuro che c'è in me perchè voglio cambiare le regole del mio destino.” Ora, la mia domanda è: cosa devo fare?-

Collins mi fissa pensieroso per un po', poi risponde.-Be', innanzitutto le dico che sono felice che mi abbia ascoltato e che il libro le sia stato utile. Poi, le dico che sono sinceramente stupito dall'arguzia che ha dimostrato. Se la usasse anche nella matematica, potrebbe conseguire degli ottimi risultati!-

Io abbasso lo sguardo e arrossisco.

-Comunque, credo che il ragionamento al quale è arrivata sia giusto. E penso che debba prenderlo alla lettera.-

Alzo lo sguardo.-In che senso?-

-Cerchi la sua parte oscura e la usi per cambiare il suo destino-

Tutto qui? Così semplice? Io ero andata da lui pensando che avrebbe potuto illuminarmi, che mi avrebbe dato chissà quali spiegazioni. E invece niente, lui mi dice di prendere alla lettera il mio ragionamento.

-Ah- dico solo. Poi penso ad un'altra cosa che volevo chiedergli.-Prof, ma lei come fa a sapere dei miei sogni?-

Già, questo piccolissimo dettaglio potrebbe essere la chiave di tutto.

Collins mi sorride enigmatico.-Lo saprà a tempo debito. Ora può andare-

Mi sta cacciando. Mi sta cacciando! Sono offesa!

Mi alzo e raggiungo la porta, ma lui mi richiama.-Ah, Waldorn, sarò costretto a metterle una nota.-

-Ma prof...-

-Niente ma. Cosa dovrei dire al preside? Che lei mi ha risposto male e io ho lasciato correre?-

No, in effetti non può. Però pensavo che...

-Un'ultima cosa, Cecilia. Si prepari, perchè il momento è prossimo. Stanno per avvenire tanti cambiamenti-

Okay, adesso sono terrorizzata.

-Arrivederci- dico.

E corro via.

 

Allora, venerdì e sabato sarò in gita scolastica a Roma, quindi non potrò aggiornare (chiedo venia! u.u)
Vi lascio questo capitolo e spero lo apprezzerete! Ringrazio come al solito coloro che recensicono e hanno la storia tra i preferiti/seguiti/ricordati! Un bacione :*

   
 
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