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Autore: yrrahllain    03/04/2014    1 recensioni
Avete presente quei pomeriggi in cui non c'è niente da fare e voi e la vostra migliore amica state per morire dalla noia? Ecco, io e la mia migliore amica abbiamo escogitato un metodo per non annoiarci mai. Ci stendiamo sul mio letto (un pò strette) e inventiamo fanfiction. Bisogna sapere che io sono una persona matta e quindi le mie fanfiction sono assurde e ci siamo sempre scompisciate dal ridere. Per questo mi sono detta: e se le scrivessi? Magari farò ridere qualcuno. Quindi ecco che vi presenterò la storia di me, giovane ragazza che si ritrova un gelato spiaccicato sulla maglietta per colpa di Liam. Spero vi piaccia. Baci baci
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A te Lai che sei la migliore amica che si possa avere
Ti voglio bene
*momenti d’affetto*
 
TUTTA COLPA DI UN GELATO (BUONO OVVIAMENTE)
Era estate. Camminavo per le vie di New York (magari!!) tranquillamente quando improvvisamente vidi planare una massa gelata sulla mia maglietta. Gelato. Sulla mia maglietta. LA maglietta. LA mia maglietta Armani, comprata sulla Fifth Avenue (quando in realtà le magliette le compro al supermercato e solo se sono in saldo). Alzai lo sguardo verso l’artefice di quel delitto. Secondo me dovrebbero essere puniti quelli che fanno cadere la cioccolata o il gelato. Ma ti rendi conto?? Stai sprecando una cosa che è la più buona in assoluto sulla faccia della terra! Perciò come stavo dicendo alzai lo sguardo e vidi Liam Payne in compagnia di Valentina, la sua ex fidanzata. Liam la odiava e non sapeva nemmeno lui perchè fosse uscito con lei (forse lo aveva minacciato con un cucchiaio).  Voleva solo fuggire via lontano da lei e quindi colse la palla al balzo. Mentre io stavo per urlare come una pazza per aver fatto cadere il gelato sulla mia maglietta e dirgli tanti di quelli insulti da farlo nero, lui si inginocchiò davanti a me dicendo:
“Amore, ti prego perdonami non volevo tradirti, non è successo niente tra me e Valentina!”
E Valentina ovviamente come una citrulla ci cascò:
“COME AMORE??!!! LIAM COME HAI POTUTO! PENSAVO FOSSI SINGLE!”
E io:
“COME AMORE??!! MA COME SI PERMETTE?”
Valentina nel frattempo stava prendendo a borsettate Liam riempendolo di lividi.
“COME HAI POTUTO??!!”- urlava come una gallina isterica- “ALLORA SE DAVVERO AMI LEI DIMOSTRAMELO! TIENI IL MIO ANELLO, SE AMI PIÙ LEI DI ME CHIEDI A LEI DI SPOSARTI!!”
“Io veramente volevo solo che mi ricomprasse la maglietta….”
Liam, che odiava Valentina tanto da preferire un’estranea inzaccherata di gelato a lei, prese l’anello di Valentina (UUUUHHHH quanto brilla! Diamonds are the best friends of girls) e mi chiese con voce soave (o meglio da vecchietto con la dentiera perchè aveva un livido sulla bocca per colpa della borsetta di Valentina- noi donne e tutta la marea di roba che ci portiamo dietro) sbattendo le ciglia come Bambi (perché il sole lo stava per accecare) :
“Cara…”
“Francesca”
“Vuoi sposarmi finchè morte non ci separi….”
Emisi un singhiozzo strozzato, come un pesce che sta per essere trascinato dallo sciacquone dentro le fogne perché il bambino lo ha fatto cadere dentro al water (i miei paragoni deficienti). Liam mi guardò chiedendosi se fossi scema o cosa. Ma insomma, un po’ di comprensione, è la prima volta che mi chiedono di sposarmi!
“…in salute e in malattia… aspetta mi sembra che veniva prima…”
“Non fa niente tesoro”
“Ok, se lo dici tu. Allora vuoi sposarmi?”
“Liam…ti chiami Liam giusto?...non lo so ci devo pensare…sì va bene.”
Di certo non mi sarei fatta perdere l’occasione di vedere da vicino quei suoi bei addominali…
“MA COME SÌ??!!” Urlò Liam nel panico ma io già non lo ascoltavo più.
“Allora, devo chiamare il wedding planner. Dobbiamo scegliere la location! Un castello?? No troppo antico. Una piscina? Che ne dici di una piscina? No, hai ragione, troppo bagnata mi si sporcherebbe il vestito…IL VESTITO!! Devo andare a scegliere il vestito! Oddio non potevi chiedermelo prima? Dobbiamo ancora scegliere la data, la location, il ristorante, l’aperitivo, i fiori, le decorazioni, il centrotavola, IL MIO BOUQUET!!! Ho bisogno di azalee, rose della Transilvania, petunie della giovinezza…”
“MA COME FACEVO A CHIEDERTELO PRIMA SE NEMMENO TI CONOSCEVO??”
“Senti non trovare scuse!! Ora andiamo subito a comprarmi una nuova maglietta, dobbiamo andare a caccia di wedding planner!”
Liam tutto serioso e triste mi seguì mentre entravo nel primo negozio lì vicino. Afferrai una maglietta al volo e corsi in camerino a provarla. Quando però uscii, mi ritrovai una brutta sorpresa. Liam era sparito.
“Scusi ha visto un ragazzo alto, capelli castani…?” Dissi alla commessa.
Ma quando mai. Quello che dissi era:
“O MIO ODDIO!! HEY LEI CHE NON FA UN CACCHIO HA VISTO IL MIO FUTURO MARITO??!! LIAAAAAAM!! AMORE ESCI FUORI, DOVE TI SEI NASCOSTO???” In pratica come faccio con le penne quando spariscono misteriosamente.
La povera signorina che aveva visto Liam disperato che se la svignava alle mie spalle- BASTARDO!-balbettò:
“Ha-a ricevut-o-o una telefonata….un’emergenza-a”
“OMIODDIO! È morto qualcuno! La madre!”
“No-o”
“Il padre!”
“No-o”
“Il nonno!”
“No-o”
“Lo zio!”
“No-o”
“Il cugino!”
“No-o”
“La cugina!”
“No-o”
“OMIODDIO; NON MI DICA CHE….IL CRICETO!”
“E CHE CACCHIO NON È MORTO NESSUNO!!”
“O grazie al cielo…il criceto è salvo…ma allora cos’è successo?”
“Ha chiamato la sorella dall’Alaska perché si è rotta una gamba!”
“OMIODDIO POVERO LIAM!”
“È la sorella che si è fatta male, non lui.”
“Lo so ma poverino, è lui che dovrà assisterla tutto il tempo. Sa che faccio?? Corro all’aeroporto e prendo il primo volo per l’Alaska!”
La signorina rimase di sasso. Lei non poteva capire. Avrei fatto di tutto per amore!
Quando arrivai, nell’esatto istante in cui poggiai il mio piede in Alaska, la odiai. Faceva un freddo cane e stavo lentamente morendo, con indosso i pantaloncini e la maglietta (che avevo dimenticato di pagare oops). E che cavolo, a New York faceva caldo! Corsi per la strada. Non avevo idea di quello che dovevo fare. Andare in giro mostrando la foto di Liam? Chiedere al vecchietto più vicino se conosceva…un momento, come si chiamava la sorella di Liam? Assorta nei miei pensieri, non notai una persona sbattere contro di me e…no, non era un gelato. Era coca-cola. Mi rovesciò della coca-cola sulla mia nuova maglietta (non pagata, ma era solo un dettaglio)!!!
Rimasi completamente di stucco, a bocca aperta come un pesce davanti a una pesciolina con il perizoma (altri paragoni cretini). Lui si chinò verso di me e mi chiese immediatamente scusa. Era davvero mortificato. Oh che caro. Al contrario di qualcun altro di mia conoscenza…Lo osservai meglio. Era alto, con la cresta e i capelli castani, gli occhi di un blu elettrico. Assolutamente magnetici! Rimasi come un’idiota davanti a lui a fissargli gli occhi e dimenticai tutti gli insulti che un attimo prima volevo rivolgergli.
“Eh?” Dissi come una cretina. Ero sicura che mi avesse detto qualcosa ma non avevo sentito, troppo presa dai suoi occhi.
“Ho detto: Ciao, sono Biill”
“Ciao Bill”
“Ahahahaha, no il mio nome è Biill”
Che risata angelica!
“Il mio nome è Francesca, Bill”
Biill sbuffò, ovviamente avevo sentito solo la sua risata, mica quello che aveva detto dopo.
“Oh che maleducato! Dovrai sentire molto freddo, vieni a casa mia, ti do una maglietta da poterti mettere”.
Veramente, non sentivo freddo, chissà perché… “Mi sa che mi sono troppo gasata per Bill” pensai.
Casa sua era uno spettacolo. Enormi vetrate offrivano uno spettacolo degno dell’Hotel di ghiaccio. I mobili antichi risplendevano alla perfezione e tutto era in sistematico ordine. Anche le tende, rosso bordeaux, erano infilate diligentemente nelle nappe.
MA QUANDO MAI!
Casa sua era una catapecchia. Peggio della scuola dove andavo alle medie. I muri erano incrostati, il pavimento disseminato di briciole, una scatola di pizza mangiata a metà (e secondo me ammuffita) era sepolta sul divano dove giacevano anche pile di riviste di sport. La lampada, l’unica cosa che faceva luce (niente vetrate enormi stile isola Esme) era antica ma orrenda, con graffi di gatto sopra. Ok sicuramente preferivo il criceto di Liam. Ma la cosa peggiore erano le tende: color bianco sporco di pipì di ornitorinco con sopra disegnati i Looney Tunes. OMIODDIO, NOOOOO!!
“Ti piace?”
“Sorridi e annuisci Francesca” pensai.
“Certo è deliziosa”.
Biill si diresse nella sua camera e quando tornò mi porse una sua maglietta. Senza Looney Tunes, per fortuna.
Mentre lui di defilava in bagno, mi infilai la maglietta. Quando tornò, mi guardò attentamente, sorrise e disse con voce soave (questa volta veramente):
“Ti sta molto bene”
Che bel sorriso…
Lui si avvicinò, sempre di più, quando…
“Aspetta, prima voglio chiederti qualcosa”  Gli dissi.
“Se vuoi chiedermi se sono fidanzato, io non…”
“No, non è quello che volevo chiederti. Ma quelle tende con i Looney Tunes ti piacciono sul serio?”
“No, per niente. Sono del mio cuginetto, mi ha obbligato lui ad appenderle”
“Ah…allora in tal caso…”
Biill rise e mi baciò.
Ah, che giornata. Finita finalmente bene.
THE END
 
 
  
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